venerdì 8 gennaio 2021

I primi “furbastri” del vaccino: parenti e dirigenti saltano la fila. - Sara Buono

 

Modena - Il caso della figlia minorenne del volontario.

Trenta dosi a Scicli (Ragusa) e sei in provincia di Modena. Qualche caso a Bologna e a Latina. Tutti vaccini iniettati a persone che non erano in lista: parenti, figli anche minorenni, dirigenti. Pazienti e operatori sanitari che avrebbero diritto ma non adesso. Il caso più eclatante, complici i social network, è quello del centro unico vaccinale di Baggiovara nel Modenese. Al termine della giornata di martedì gli operatori si ritrovano con una decina di dosi in più del siero anti-Covid Pfizer-Biontech. Sono dosi già ricomposte e la loro durata è di sole sei ore: non possono essere utilizzate il giorno successivo. In questo centro ci sono dieci postazioni che operano contemporaneamente e cercano di coordinarsi fiala per fiala. Quando la prima postazione apre una fiala di vaccino, dalla quale si possono ricavare sei dosi, sarà la settima postazione ad aprirne un’altra e così via, di sei in sei. La metà di quei vaccini “avanzati” viene inoculata su medici, infermieri e operatori sanitari all’interno della struttura di Baggiovara ma altre sei dosi non trovano un braccio disponibile.

A quel punto un volontario che stava prestando servizio al centro vaccinale, ha contattato le figlie, di cui una minorenne, per eseguire l’iniezione. Poi ha pubblicato le foto sui propri social scatenando decine di reazioni inviperite. “Anche se è comprensibile la volontà di non sprecare nemmeno una dose di quel vaccino che con così tanta fatica ci siamo conquistati, una situazione del genere non è accettabile. Da segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi giorni, sembra che anche in altri centri vaccinali della nostra regione, Bologna in primis, il caso delle dosi in eccesso a fine giornata non sia un evento sporadico”, sottolinea la consigliera regionale del M5S, Silvia Piccinini. La scorsa settimana al Rizzoli sarebbero rimaste alcune fiale, inoculate però a personale sanitario del nosocomio già in lista ma non per quel giorno. Per la grillina “serve un servizio di pre-alert che avvisi le persone in lista di tenersi pronte anche a fare il vaccino prima del previsto”. Un’idea inserita dall’Ausl di Modena nella relazione per le azioni di miglioramento da intraprendere per evitare il ripetersi di vaccinazioni a caso. L’Ausl ha aperto un’istruttoria, mentre i Nas di Parma stanno svolgendo accertamenti. Diverso il caso siciliano, dove sono avanzate 30 dosi perché le persone in lista non si sono presentate.

Il “reclutamento” scattato con il passaparola ha fatto sì che venissero vaccinati anche pazienti non appartenenti alle categorie previste. Una volta appresa la notizia, decine di persone si sono recate presso l’Rsa dell’Ospedale di Scicli protestando per la scarsa trasparenza sulla somministrazione del vaccino. Anche a Latina non tutto sarebbe filato dritto, almeno secondo Fratelli d’Italia: “All’ospedale Goretti ci sarebbero dirigenti della Asl con mansioni da ufficio già sottoposti a vaccino, mentre medici e infermieri operativi nei reparti sono ancora in attesa”.

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