giovedì 7 ottobre 2021

Riforma del catasto vuol dire aumento delle tasse sulla casa? - Dino Pesole

 

(Illustrazione Giorgio De Marinis)

Nell'immediato, poiché quello sul fisco è un disegno di legge delega (la cui attuazione è demandata ai successivi provvedimenti) non cambia nulla. Si immagina che gli effetti del riordino delle rendite catastali cominceranno a dispiegare i loro effetti entro il 2026.

Un approccio “gradualista”, una sorta di percorso a tappe dai tempi lunghi (l'orizzonte è il 2026) che prova a scommettere su un principio-base tutto da verificare in corso d'opera: la revisione del catasto (attesa da decenni e ritenuta necessaria per rendere più equo e trasparente il prelievo sugli immobili) non comporterà la modifica delle rendite su cui si basa la tassazione.

In sostanza, al percorso che il Governo ha affidato ai 10 articoli del disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri (con la palese dissociazione della Lega) viene sottratto almeno nelle linee guida al rituale balletto dei distinguo in sede politica. Come sarà possibile modificare la struttura del catasto (operazione certo molto complessa che richiederà anni) senza quanto meno ricalibrare il prelievo lo si vedrà quando verrà approvato il relativo decreto legislativo. E non sarà da attenderlo in tempi brevi.

L’impegno di Draghi.

“È stata approvata la riformulazione del catasto. Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che non è accatastato, terreni, abitazioni, e procede a una revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato. Occorrono cinque anni, ma il governo si impegna che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite restano invariate”. Questo è il commento del presidente del Consiglio, Mario Draghi all'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge sul fisco. La revisione delle rendite catastali è uno dei capitoli della riforma, e al pari degli altri assi portanti (dall'Irpef all'Irap e all'Iva) contiene i principi base. Una volta ottenuto dal Parlamento il via libera all'esercizio della delega, saranno i successivi decreti legislativi a entrare nel merito dei singoli passaggi della riforma entro 18 mesi dall'approvazione del ddl. La dote finanziaria è tutta da definire.

Lo ha spiegato il ministro dell'Economia, Daniele Franco: “Ogni decreto legislativo comporterà una riduzione di gettito. La copertura andrà individuata con le leggi di Bilancio”. Al momento si può contare su uno stanziamento di oltre 2 miliardi per il 2022, e di circa 1 miliardo per ognuno degli anni successivi. Si vedrà se sarà possibile potenziarlo.

L’invarianza del gettito.

L'obiettivo del Governo (ora da verificare in corso d'opera) è di avviare la revisione delle rendite catastali cercando, per quanto possibile, di mantenere l'invarianza del gettito. In sostanza la redistribuzione del carico fiscale sulla casa dovrebbe passare dall'adeguamento delle rendite ai valori di mercato, senza con questo far crescere l'importo complessivo delle tasse sul mattone. E senza toccare l'abitazione principale. Esercizio complesso. Non a caso tutti i più recenti tentativi di mettere mano alla revisione delle rendite catastali è naufragato sotto il peso delle pressioni politiche.

L'interrogativo è legittimo. I tempi? Difficile ipotizzare che si possa metter mano a un capitolo così controverso e a così alta valenza politico-elettorale, nell'anno (il 2022) che precederà l'appuntamento con le elezioni politiche del 2023 (ammesso che la legislatura giunga al suo naturale compimento). Certo dovrebbero essere poi le aliquote a determinare il prelievo, e pare corretto non assimilare tout court la revisione delle rendite catastali all'incremento della tassazione sugli immobili. Occorrerà evidentemente procedere a tappe, e rendere esplicito uno dei principi-cardine enunciati nel ddl delega, vale a dire quello della “trasparenza”. Che non potrà essere disgiunto dall'altro caposaldo: la semplificazione.

Cosa accade nell'immediato.

Nell'immediato, trattandosi di un disegno di legge delega (la cui attuazione è demandata ai successivi provvedimenti) non cambia nulla. E non vi è da attendere che cambi qualcosa nell'immediato futuro per quel che riguarda le tasse sul mattone. L'obiettivo che il Governo intende perseguire è quello della revisione e dell'aggiornamento dei sistemi di mappatura degli immobili. In questo modo si punta anche a contrastare l'evasione, ma anche ad avviare la complessa revisione del catasto fabbricati. Il tutto entro il 2026, anno in cui si immagina che gli effetti del riordino delle rendite catastali comincerà a dispiegare i suoi effetti. Il dettaglio sarà affidato a un decreto legislativo ad hoc che dovrebbe affiancare alla rendita catastale il valore patrimoniale dell'immobile e una rendita ai valori di mercato. Operazione – promette Draghi – che non comporterà aumenti del prelievo. Come lo si riuscirà a fare lo vedremo nei prossimi anni.

IlSole24Ore

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