venerdì 30 maggio 2025

Il mago e la personificazione dei mali.

 

Questa statua di argilla, trovata vicino Tebe in Egitto, è un esempio inquietante e potente di antica magia e rituali d'amore. Risalente al III o IV secolo a.C., fu scoperto all'interno di un vaso di ceramica insieme ad una placca di piombo incisa con incantesimo scritto in greco. Anche se scoperta in Egitto, la statua è chiaramente di origine greca, come dimostra la lingua dell'iscrizione e i costumi culturali che essa riflette.
La figura è mostrata inginocchiata, con braccia e gambe legate dietro la schiena, e traforata con tredici unghie: una in testa, una in bocca, una in ogni occhio e orecchio, una nel petto, una nei palmi, una nei piedi, e altre due spinte all'interno del corpo. Questi segni violenti suggeriscono un rituale destinato a controllare o legare la persona che la figura rappresenta, non diverso dall'idea di una bambola voodoo.
Nonostante l'aspetto inquietante della statua, lo scopo dell'incantesimo non era fare danni ma costringere l'amore. Secondo la scritta greca sulla targa di piombo, è stata creata da un uomo per far innamorare di lui una donna di nome Ayas, figlia di Origene. L'iscrizione implora uno spirito chiamato "Grande Tolomais" di impedirle di mangiare, bere o vedere qualsiasi altro uomo fino a quando lei non viene da lui. Lui chiede che sia fatta per amarlo, ascoltarlo, e dirgli sempre la verità.
Questo artefatto rivela come alcune persone nei tempi antichi credevano che l'amore potesse essere forzato attraverso la magia. Oggi, questo insolito e agghiacciante incantesimo d'amore si trova al Museo del Louvre di Parigi, dove è esposto nella sala dedicata all'antico Egitto. È un promemoria sorprendente del potere delle emozioni umane - e delle lunghezze estreme che alcuni hanno fatto per perseguire l'amore.

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