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venerdì 14 novembre 2025

"RISPOSTA SBAGLIATA" - Marco Travaglio

 

Prendetevi 5 minuti del vostro tempo e leggetevi l'editoriale odierno (14 novembre 2025) di Marco Travaglio in cui il grande giornalista mette in risalto con la solita ironia, le incongruenze culturali della stampa di regime e in particolare quelle del primo giornale italiano per vendite, ovvero il Corriere della Sera, dove scrivono le peggiori firme del giornalismo nostrano, da grasso a milei passando per fontana.
Buona lettura e massima condivisione.
"RISPOSTA SBAGLIATA
Dopo il cronista licenziato per domanda sbagliata (che in realtà era giusta: perché la Russia dovrebbe pagare la ricostruzione dell’Ucraina e Israele non dovrebbe pagare quella di Gaza?), il giornalismo italiano tocca un’altra vetta inesplorata: l’intervista censurata per risposte sbagliate.
L’intervistato è il ministro degli Esteri russo Lavrov: il Corriere gli aveva inviato una serie di domande scritte, a cui il ministro ha dato altrettante risposte scritte. Ma il Corriere - dice Lavrov - gli ha comunicato che le sue risposte 'contengono troppe affermazioni discutibili che devono essere verificate o chiarite e la loro pubblicazione andrebbe oltre i limiti ragionevoli'.
Lavrov ha proposto di pubblicare 'una versione abbreviata nel cartaceo e il testo completo sul sito', ma invano. Si pensava che la sua fosse l’ennesima puntata della famosa guerra ibrida di Mosca contro l’Italia e la sua libera stampa.
Poi però il Corriere ha confermato tutto: Lavrov 'ha risposto alle domande inviate preliminarmente dal Corriere con un testo sterminato pieno di accuse e tesi propagandistiche. Alla nostra richiesta di poter svolgere una vera intervista col contraddittorio e la contestazione dei punti che ritenevamo andassero approfonditi, il ministero ha opposto un rifiuto categorico. Evidentemente pensava di applicare a un giornale italiano gli stessi criteri di un Paese come la Russia dove la libertà d’informazione è stata cancellata. Quando il ministro vorrà fare un’intervista secondo i canoni di un giornalismo libero e indipendente saremo sempre disponibili'.
Già, ma è stato il Corriere a chiedere un’intervista a Lavrov, non viceversa. E di solito, quando si intervista qualcuno, è per sapere come la pensa lui, non per dirgli come deve pensarla. Se il Corriere voleva porgli tutte le sacrosante obiezioni con le famose 'seconde domande”, doveva chiedergli un’intervista orale.
Purtroppo gli ha inviato le domande scritte e poi ci è rimasto male perché Lavrov non elogia Zelensky, la Nato e l’Ue, non insulta Putin, non attacca la Russia, insomma la pensa come il governo di cui fa parte. Roba da non credere, eh?
A quel punto, fatta la frittata, non restava che pubblicare le risposte di Lavrov, magari aggiungendo commenti critici e fact checking (cosa che peraltro non si usa con i politici italiani ed europei che mentono, cioè quasi tutti).
Invece l’intervista l’ha pubblicata Lavrov sul web, trasformando l’assist del Corriere in un gol a porta vuota. Come la Bbc col montaggio tarocco del discorso di Trump. Se il Corriere voleva dimostrare che la Russia ha abolito la libera stampa (come se servissero altre prove), ha ottenuto l’effetto opposto: dimostrare che in Occidente la libera stampa se la passa maluccio. Come se servissero altre prove".

martedì 8 luglio 2025

Lavrov spiega come la NATO minaccia la Russia.

 

In una lunga intervista al quotidiano ungherese Magyar Nemzet, il ministro degli esteri russo Lavrov ha accusato la NATO di aver trasformato l'Ucraina "in avamposto anti-russo, minaccia diretta alla nostra sicurezza". Il tentativo della NATO, sotto leadership statunitense, di fare dell’Ucraina una "base militare avanzata" per contenere la Russia, ha precisato, rappresenta una "minaccia diretta alla sicurezza nazionale" del Paese.

Ripercorrendo le motivazioni alla base dell’operazione militare speciale avviata nel 2022, Lavrov ha ribadito che l’espansione dell’Alleanza Atlantica verso i confini russi, unita alla "persecuzione della popolazione russofona in Ucraina", ha reso inevitabile l’intervento militare. "La NATO ha da tempo abbandonato il suo carattere difensivo", ha affermato, citando le missioni in Jugoslavia, Iraq e Libia.

"Da chi si difendevano? Chi li minacciava?". Nel dicembre 2021, prosegue Lavrov, Mosca aveva chiesto garanzie formali sul non allineamento dell’Ucraina e il ritiro delle infrastrutture NATO dai suoi confini. "L’Occidente ha rifiutato ogni dialogo, continuando ad armare Kiev per una soluzione militare in Donbass e Crimea. Non ci hanno lasciato altra scelta", ha spiegato.

Sulle annessioni territoriali, Lavrov ha invocato il diritto internazionale: "Nei referendum, svolti con alta partecipazione, la maggioranza ha scelto la riunificazione con la Russia". Un principio, ha aggiunto, "sancito dalla Carta ONU ma ignorato dall’Occidente quando conviene", denunciando "doppi standard".

"Persecuzione etnica e ucrainizzazione forzata". Lavrov ha chiarito nel corso dell'intervista come: "Dal colpo di Stato del 2014, oltre 10.000 russofoni sono stati uccisi nel Donbass". Le minoranze, ha sostenuto, subiscono "discriminazione sistematica" e "pressioni per abbandonare lingua e cultura". "Come può Kiev rivendicare l’integrità territoriale mentre tratta i cittadini russi come stranieri?".

Il ministro russo ha poi elencato le condizioni irrinunciabili per un accordo da parte russa: Blocco permanente dell’ingresso ucraino nella NATO; Riconoscimento delle "nuove realtà territoriali" (Crimea e regioni annesse); Smilitarizzazione e "denazificazione" dell’Ucraina; Revoca delle sanzioni e restituzione dei beni russi confiscati.

"Solo affrontando queste cause profonde si potrà costruire una pace stabile", ha chiosato, respingendo l’idea di un’aggressione russa all’Europa: "Non abbiamo intenzione di invadere nessuno".

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lavrov_spiega_come_la_nato_minaccia_la_russia/45289_61813/