E' gia' tornato a casa con la madre il bambino di 10 anni di Cittadella al centro di una dura controversia tra i genitori per la quale la Cassazione ha emesso una nuova sentenza che da' ragione alla donna. ''E' tornato con me ieri sera - ha detto la donna - Mi ha detto 'mamma riportami a casa, voglio che finisca questo incubo'''.
La donna, non avendo trovato subito il figlio nella casa-famiglia di Padova dove è ospitato, si è presentata a casa del padre, fino a ieri unico affidatario, mostrando copia della sentenza dei supremi giudici che avevano cassato il decreto della Corte d'Appello di Venezia. "Lui - ha detto, riferendosi all'ex coniuge - ha richiuso subito la porta, ma il bambino ha sentito la mia voce ed è uscito dalla casa, salendo nella mia macchina".
Il bambino tornerà nella scuola di Cittadella da dove era stato prelevato a forza nell'ottobre 2012. Lo ha confermato la madre, sostenendo che la scuola ha già dato il nulla osta. "Può tornare nella sua classe quando vuole" ha aggiunto. Nei mesi scorsi, quand'era nella casa-famiglia, il ragazzino - compirà 11 anni ad aprile - era stato inserito in una scuola elementare di Padova. "Nonostante il caos - ha detto la donna - ha avuto una pagella con tutti 9 e 10".
Il bimbo era stato prelevato a forza da scuola in ottobre in esecuzione di un provvedimento di affidamento al padre. Per l'avvocato della donna, Girolamo Coffari, "la sentenza fa a pezzi la Pas (sindrome alienazione parentale)". La Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d'appello di Brescia il decreto dei giudici di secondo grado di Venezia.
"Ora torna ad essere efficace - sostiene Coffari - il pronunciamento del tribunale dei Minori che aveva affidato il piccolo alla mamma. Sia chiaro però che mi farò garante affinché il bambino continui a vedere il padre. In caso contrario rimetterò l'incarico affidatomi dalla signora".
Il papà del bambino, raggiunto proprio mentre si trovava in compagnia del figlio, afferma di non conoscere la sentenza ma si dice "sereno". "Mio figlio si è riavvicinato a me - spiega - é completamente affettuoso e mi frequenta con gioia, così come con gioia frequenta i nonni". La Cassazione, secondo le prime informazioni, avrebbe deciso l'annullamento con rinvio del decreto dei giudici di secondo grado di Venezia sostanzialmente per un vizio di motivazione. Questo perché l'appello, sostiene la difesa della donna, non avrebbe esaminato le critiche mosse dalla madre all'accettazione della 'Pas', presa invece come elemento centrale nella scelta di affido del bambino al padre.