Visualizzazione post con etichetta congiunti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta congiunti. Mostra tutti i post

martedì 28 aprile 2020

I congiunti sono anche fidanzati e compagni: la precisazione di Palazzo Chigi. - Stefano Rizzuti

Chi sono i congiunti che potremo visitare dal 4 maggio: ci sono i ...
Anche i fidanzati, le fidanzati e quelli che vengono definiti come affetti stabili rientrano tra i congiunti. Ovvero coloro i quali, secondo il dpcm firmato il 26 aprile dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà possibile incontrare a partire dal 4 maggio. Proprio fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che una prima interpretazione del testo approvato ieri sera permette di capire chi siano i congiunti definiti solo genericamente nel testo: “Parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”. Una ulteriore precisazione su questa definizione, comunque, verrà contenuta nelle Faq che verranno pubblicate nei prossimi giorni dal governo, che chiariranno alcuni aspetti della fase due.
Fase due, cosa prevede il dpcm sugli incontri dal 4 maggio. Il dpcm firmato da Conte prevede la possibilità, a partire dal 4 maggio, di incontrare alcune persone al di fuori delle urgenze, dei motivi di salute e di quelli lavorativi. In particolare, nel primo comma del primo articolo del testo, si legge che “sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”. Secondo questo provvedimento, quindi, sarà possibile incontrare i congiunti. In ogni caso, comunque, rimane il divieto di spostarsi in Regioni diverse da quella in cui si risiede, anche per visite ai congiunti, fatta eccezione per il rientro presso il proprio domicilio.
La definizione giuridica di congiunti. A livello giuridico è l’articolo 307 del codice penale a stabilire cosa si intende per congiunti. In questa definizione rientrano: “Ascendenti, discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti”. In questa definizione, quindi, sono esclusi i partner che – a livello interpretativo – verranno invece inclusi dal governo tra le persone che sarà possibile incontrare a partire dal 4 maggio.
Il caso dei ‘congiunti’ e le richieste della politica. La decisione di Palazzo Chigi, che verrà ufficializzata nei prossimi giorni, potrebbe arrivare anche su spinta di parte della politica e della stessa maggioranza. Solo pochi minuti prima il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, aveva sottolineato con un tweet il suo pensiero: “Abbiamo fatto le unioni civili, crediamo nelle libertà, non possiamo permettere allo Stato di decidere chi dobbiamo vedere. Altro che congiunti”, sono le sue dichiarazioni riportate da un’intervista a Tgcom24. “Non si può mettere in discussione se incontri Tizio o Caio, perché questo non ti compete, non tocca allo Stato”, aggiungeva Renzi. Anche per il capogruppo alla Camera del Pd, Graziano Delrio, è giusto aprire agli incontri tra fidanzati, includendo nella definizione anche “tutti quelli che hanno veri moti d’affetto”, spiega a Un Giorno da Pecora, su Radio1.

venerdì 18 novembre 2016

Referendum, da Pescara a Brindisi i posti da scrutatore in mano a parenti, amici e congiunti di consiglieri e assessori. - Andrea Tundo

Referendum, da Pescara a Brindisi i posti da scrutatore in mano a parenti, amici e congiunti di consiglieri e assessori

Se nel capoluogo abruzzese il vicesindaco aveva indicato la figlia, in Puglia sono stati chiamati nipoti, genitori, generi e fratelli. Rifiutata la scelta per sorteggio, i partiti - con rare eccezioni - si sono spartiti i 185 nominativi disponibili. Per tutti la giustificazione varia dal "no comment" al "non lo sapevo".

Il prossimo 4 dicembre, nei seggi elettorali si accomoderà un codazzo di parenti e amici. Da Pescara a Brindisi, passando per Taranto – dove il sindaco ha minacciato le dimissioni e parlato di ‘clientelismo’ – la situazione non cambia di una virgola. Se nel capoluogo abruzzese c’era cascato il vicesindaco, nominando la figlia, nel comune pugliese sono diversi consiglieri comunali a scivolare sulle indicazioni per gli scrutatori del referendum. Nonostante la contrarietà della prima cittadina Angela Carluccio, che ha scelto per sorteggio il 25% degli scrutatori di sua pertinenza, gli altri componenti della commissione elettorale hanno fatto muro: “Meglio la nomina diretta da parte dei consiglieri”. Così, spulciando i 185 nomi dei cittadini che domenica 4, a Brindisi, si occuperanno di contare i  e i No e di garantire la regolarità del voto,ilfattoquotidiano.it è riuscito ad accertare almeno sette casi di parentela, ma non è escluso che siano di più.
Nella lista pubblica approvata dalla commissione elettorale – di cui fanno parte, oltre alla Carluccio, i consiglieri Luigi Sergi e Giampiero Epifani per la maggioranza e Antonio Pisanelli per l’opposizione – compaiono il nipote dell’assessore all’Urbanistica Gianpiero Campo, la mamma del consigliere di maggioranza Pasquale Lupertiex assessore all’Urbanistica durante la precedente giunta, indagato per turbata libertà nella scelta del contraente. Non solo: ci sono anche il nipote di Epifani e la figlia di un altro sostenitore della giunta Carluccio, Maurizio Colella, che ilfattoquotidiano.it ha più volte cercato telefonicamente nella giornata di martedì.
Un capitolo a parte merita Antonio Pisanelli, vero e proprio recordman. Come Epifani fa parte della commissione elettorale, ma per l’opposizione. Ha votato a favore della composizione della lista su nomina dei consiglieri “per scelta politica, così da mettere in difficoltà la maggioranza”. Scelta legittima, se non fosse che tra le persone nominate compaiono sua sorella, il genero e la sorella di quest’ultimo. La ‘difesa’ di tutti protagonisti varia dal “a mia insaputa” al “no comment” passando per il “non li ho indicati io” di Pisanelli che si difende: “Tra i sorteggiati c’era mio figlio e ho chiesto di rimuoverlo dalla lista”. Ma dal punto di vista procedurale è la commissione, di cui fa parte, a ‘vidimare’ le indicazioni, scegliendo di fatto gli scrutatori. E tutti gli altri parenti (acquisiti e non) sono rimasti dov’erano.
Come sarebbe andata a finire, del resto, lo avevano anticipato nove consiglieri, rifiutandosi di proporre i nominativi. Sia i cinque esponenti del gruppo Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto che gli eletti del Movimento Cinque Stelle e della civica Brindisi Bene Comune hanno fatto muro contro la scelta della Commissione elettorale. “Sempre peggio, sempre le stesse pratiche. Ancora una volta si è proceduto con l’indicazione diretta alla nomina. È una brutta pratica che a Brindisi si continua ad utilizzare – denunciavano i consiglieri di BBC Giuseppe Cellie e Riccardo Rossi – con una vera e propria spartizione tra i consiglieri comunali che indicano 5 scrutatori a testa senza alcun criterio se non la totale discrezionalità”.
E le nomine alle quali hanno rinunciato i 9 consiglieri? Sono state spartite tra chi ha avallato il sistema scelto dalla commissione, un modus operandi possibile grazie a una legge del 2006. “La responsabilità ricade in primis sulla sindaca perché non è stata in grado di convincere la sua maggioranza sull’opportunità di procedere al sorteggio. A Taranto, il sindaco Ippazio Stefano ha almeno minacciato di dimettersi visto che la sua giunta non ha sposato la sua linea – afferma il gruppo consiliare del M5S – del resto, scopriamo l’acqua calda: non ci aspettavamo nulla di diverso. Chiederemo a breve che vengano resi noti il criterio di designazione e i nomi indicati da ciascun consigliere”.