Soggetto per un film dal titolo: “Grigliata di Ferragosto”.
A Cortina, nella villa di un ricchissimo e potentissimo industriale si svolge una riunione di famiglia per decidere se confermare oppure rinviare la tradizionale grigliata del 15 agosto, in compagnia dei parenti e degli amici più cari. La vigilia è stata funestata da una immane tragedia: a Genova il crollo del viadotto gestito da una società autostradale di cui la famiglia controlla il pacchetto azionario ha provocato decine e decine di morti e di feriti. I tg di tutto il mondo trasmettono continuamente le immagini del ponte che si sbriciola, con le auto e i camion che precipitano nel vuoto mentre si sentono le urla terrorizzate di chi non si capacita che sia tutto vero e prega di svegliarsi dall’incubo.
Anche nella grande villa tutti naturalmente si dicono turbati di quanto accaduto ma non tutti condividono l’idea di annullare gli inviti. Le voci si sovrappongono, poi tacciono quando un signore dall’aria saggia e gentile, probabilmente il patriarca comincia a parlare. Dice: comprendo i vostri sentimenti, che sono anche miei ma la nostra grigliata è stata organizzata da tempo, gli invitati stanno per raggiungerci, e cancellare tutto all’ultimo momento sarebbe complesso e anche poco educato. E poi, aggiunge, rimandare indietro i nostri amici e chiuderci in casa sembrerebbe quasi un’ammissione di colpa, e noi non abbiamo colpa di nulla. La decisione sembra presa quando una voce femminile sale di tono, e nell’osare ciò che osa quasi trema. Appartiene a una giovanissima donna, forse la nipote dell’uomo dalla voce saggia e gentile. Poche frasi soltanto, queste. Ma come possiamo fare finta che non sia accaduto nulla? Fatevi la vostra grigliata, io non ci sarò. Prima però che lasci la villa, il patriarca la ferma e le dice: hai ragione, non possiamo. E tutti si sentono sollevati. Quando ho sottoposto questa idea a un regista amico mi ha detto solamente: “Non funziona, troppo irrealistica”.