Svolta nelle indagini per l’omicidio del bimbo di otto anni. Il provvedimento contro la Panarello dopo circa sei ore di interrogatorio in procura. Il marito: “Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso. Non ci posso credere”.
La svolta era attesa da giorni e ieri è arrivata puntuale.Veronica Panarello, 25 anni, è stata fermata stanotte con l’accusa dell’omicidio del figlio Loris, assassinato la mattina di sabato 29 novembre a Santa Croce Camerina.
Il provvedimento di fermo è arrivato dopo circa sei ore di interrogatorio in procura a Ragusa, al quale la donna è stata sottoposta dal capo dell’ufficio giudiziario Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Non avrebbe confessato, ma il provvedimento di fermo è stato emesso comunque sulla base degli elementi raccolti in questa settimana da chi indaga sul delitto.
Carabinieri e polizia erano entrati oggi pomeriggio a casa Stival, in via Garibaldi, a Santa Croce Camerina e dopo qualche minuto Veronica Panarello e il marito Davide Stival sono stati fatti entrare in un’auto civetta della polizia e portati via. La donna, avvolta in un cappuccio nero, è stata accompagnata in procura a Ragusa, dove è arrivata alle 17.48 e, sempre insieme al marito, è stata fatta entrare da un ingresso posteriore.
Ad indurre i magistrati a interrogarla ancora una volta ci sono gli esiti degli esami in laboratorio sui frammenti organici trovati sotto le unghie del piccolo Loris, da cui emergerebbe che il bambino prima di essere stato legato e strangolato con le fascette di plastica, avrebbe tentato di difendersi.
La versione della Panarello in merito a orari e spostamenti, non ha retto alle verifiche delle forze dell’ordine e i magistrati l’hanno interrogata per chiarire tutti i punti oscuri e contraddittori del suo racconto su quella mattina di sabato 29, quando il piccolo Loris è stato assassinato e gettato in un canale di cemento a tre chilometri dal paese. È stato, infatti, completato l’esame sia delle immagini di tutte le telecamere presenti lungo il tragitto che la donna sostiene di aver compiuto sabato, sia dei tabulati telefonici del suo cellulare. Elementi sui quali i magistrati hanno insistito, alla luce del fatto che il racconto della Panarello è apparso in antitesi con le prove raccolte in questi giorni.
In serata, parlando con gli inquirenti, il marito di Veronica ha dichiarato: “Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere…”. Alle 23,30 in procura è arrivato il suo legale, l’avvocato Francesco Bellardita.
Nel pomeriggio, qualche minuto prima di allontanarsi con Veronica e il marito, in casa Stival erano entrati il capo della squadra mobile di Ragusa, Nino Ciavola, insieme al comandante del Reparto investigativo dell’Arma di Ragusa, Domenico Spadaro. Per oltre un’ora carabinieri e polizia hanno letteralmente preso d’assedio l’area in cui si trova la casa della famiglia del piccolo Loris e hanno anche realizzato un cordone, per tenere lontani i giornalisti e gli operatori che si affollavano in zona fin dal mattino. Dopo qualche minuto, gli agenti sono usciti con la donna e il marito e sono partiti con diverse vetture alla volta di Ragusa.
Il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, anche adesso continua a ripetere che la donna non è indagata: “Per quanto mi riguarda, non c’è nulla di nuovo, non cambia nulla”.
E intanto, arrivano i primi commenti dei vicini di casa della coppia: “E’ una cosa inattesa che speriamo si chiarisca presto, lei è sempre stata una mamma perfetta: affettuosa e attenta”. Cosi’ dei vicini di casa commentano la presenza di polizia e carabinieri che hanno prelevato la mamma di Loris Stival. “E’ un doppio dramma per il bambino e anche per lei, noi siamo convinti che lei non c’entri alcunché”.
Per tutta la mattina di oggi un elicottero della polizia ha sorvolato per diverso tempo il perimetro del paese, mentre il vescovo di Ragusa, monsignor Paolo Urso, deponendo una corona di fiori per l’Immacolata, ha detto di pregare per Loris, affidandolo alla Vergine: “Preghiamo per un bambino, di nome Loris, e lo affidiamo alla Vergine, perché la Madre tenerissima lo possa accogliere nella serenità e la gioia del cielo”.
E fanno discutere le parole scritte dalla zia Antonella Stival poche ore fa sul proprio profilo Facebook: “Bastardi costituitevi”, aveva scritto la donna rivolgendosi al plurale.
Una frase non sfuggita ai giornalisti. E da qualche ora la donna ha chiuso il proprio profilo, motivando la decisione in questo modo: “Per ciò che riguarda i miei pensieri scritti sul mio diario, non fanno riferimento alla mia diretta conoscenza delle cose, ma solo ad un frutto dei miei pensieri addolorati da questa tragedia che ha colpito la mia famiglia ed al desiderio di giustizia, come credo l’abbia qualsiasi essere umano che si sente parte lesa”.
“Il giornalismo “spazzatura” – ha aggiunto – non fa altro che mal interpretare la nostra rabbia ed il nostro dolore, cercando a tutti i costi di infangare la nostra famiglia e metterci l’uno contro l’altro. Da questo momento in poi, come ho chiuso il telefono di casa ed il mio cellulare agli sciacalli mediatici, chiuderò questo mio profilo FB e mi adopererò alla dovute denunce legali per stalking e distorsione delle cose scritte o narrate. Avete fatto del sano diritto d’informazione, una macchina di bugie e di diffamazione. Vergognatevi!!!”.
Emergono, intanto, particolari su un altro “post” che Antonella Stival aveva pubblicato ieri sulla propria bacheca Facebook. Adoperando un gioco di parole aveva scritto, riferendosi evidentemente ai fatti di questi giorni, “InFausto pensiero“, alludendo a un nome proprio maschile. A quanto pare, la persona in questione sarebbe tale Fausto M. parente della coppia, il quale oggi si è detto totalmente estraneo ai fatti, nonostante in questi giorni sia stato sentito dalle forze dell’ordine. In passato, l’uomo sarebbe stato collega di Veronica presso la stessa struttura, il “Donnafugata resort”.
Ha collaborato Francesco Ragusa