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mercoledì 18 ottobre 2023

VENUTO DALLO SPAZIO. - Viviana Vivarelli

 

Meteorite Fukang (4,5 miliardi di anni); il meteorite più costoso e bello del mondo:
Nel 2000, un uomo anonimo individuò una roccia dall'aspetto strano che spuntava dalle sabbie del deserto del Gobi, vicino a Fukang in Cina. Rimase incuriosito dalla sua composizione e alla fine ne staccò un pezzo per farlo esaminare. Scoprì che si trattava di un meteorite di pallasite, e tornò indietro per rimuoverlo, cosa che non dovette essere così semplice visto che la pietra pesava 1.003 Kg. Lo vendette poi a un commerciante di gemme, che ne staccò un blocco del peso di circa 20 chilogrammi e nel febbraio 2005 lo portò al Tucson Gem and Mineral Show. Ora è il meteorite più famoso e costoso conosciuto dall'uomo.
Di tutte le rarità sulla Terra, le più accattivanti e uniche sono senza dubbio le pallasiti, pietre preziose extraterrestri costituite da cristalli di olivina giallo-verde in una matrice di ferro-nichel incisa. In altre parole, un favo argenteo di nichel-ferro contenente cristalli traslucidi e dorati di olivina, che nella sua qualità di gemma è chiamato peridoto. Tagliato a fetta sottile, il composto ricorda una vetrata colorata o il cielo notturno nel deserto del Gobi.
Questi pallasiti sono estremamente rari, costituendo meno dell’1% di tutti i campioni di meteoriti recuperati finora, e anche molto antichi, probabilmente creati durante la formazione del sistema solare circa 4,5 miliardi di anni fa.
Per questo motivo, una volta che la scoperta divenne pubblica, tutti ne vollero un pezzo. Da allora è stato diviso in decine di fette che vengono ancora messe all'asta in tutto il mondo, raggiungendo prezzi straordinariamente alti. Ad esempio, la scheggia di mezzaluna presentata in questo post, che misura appena 87x46 cm, è stata venduta da Sotheby’s per 90.000 dollari.

martedì 3 marzo 2020

Sulle tracce della prima proteina extraterrestre, in un meteorite. -


Su un vecchio meteorite il primo abbozzo di proteina extraterrestre (fonte: Pixabay)

Si chiama emolitina e risale alle origini del Sistema Solare.

Il primo abbozzo di proteina extraterrestre è stato scoperto in un meteorite caduto sulla Terra 30 anni fa: è una molecola chiamata emolitina che si è probabilmente formata alle origini del Sistema Solare. Se la scoperta venisse confermata, sarebbe la prima volta che su un meteorite viene individuata "quella che pensiamo sia una proteina", scrivono gli autori della ricerca, coordinati dal fisico Malcolm McGeoch, dell'Università americana di Harvard. L'articolo è online sul sito arXiv, che raccoglie le ricerche in corso di approvazione per la pubblicazione su una rivista scientifica.

Ricca di ferro e litio, la molecola è stata individuata nel meteorite Acfer 086, trovato in Algeria nel 1990, analizzato adesso grazie alle nuove tecniche di spettrometria di massa che permettono di trovare le impronte delle molecole sulla base del loro peso. In passato su alcune meteoriti sono stati scoperti mattoni di base delle proteine, come alcuni amminoacidi, o zuccheri semplici componenti di molecole ereditarie come l'Rna, parente stretto del Dna. Sarebbe la prima scoperta di una proteina. Tuttavia perché il risultato sia confermato sono necessarie ulteriori ricerche.

Gli stessi autori dello studio non escludono che possa trattarsi di un generico polimero, ossia una molecola con più gruppi chimici. Dubbioso anche il parere di John Brucato, esobiologo dell'Osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che considera "prematuro parlare di proteina: si tratta, piuttosto, di un oligomero, cioè di una semplice catena di amminoacidi".

L'aspetto su cui gli autori si sbilanciano di più, però, è l'origine extraterrestre della molecola. Hanno infatti analizzato nell'emolitina il rapporto tra l'idrogeno e una sua variante un po' più pesante, il deuterio, per individuarne la data di nascita. I dati indicano che possa essersi formata "nel disco di gas e polveri da cui è nato il Sistema Solare circa 4,6 miliardi di anni fa".

lunedì 13 agosto 2018

Un grosso meteorite è esploso vicino a una base aerea USA in Groenlandia.

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Un grosso bolide è esploso sopra una base americana che si trova in Groenlandia. L'energia rilasciata è stata da piccola bomba nucleare.

Una combinazione di circostanze ha fatto sì che il fenomeno, avvenuto qualche giorno fa sopra una base aerea dell'Us Air Force in Groenlandia, abbia generato una serie di illazioni circa le possibili cause.

La notizia è circolata qualche giorno fa: il 25 luglio scorso, nei dintorni di una base aerea americana di Thule, in Groenlandia, sarebbe esploso un gigantesco oggetto. Poche le notizie certe, difficile districarsi nel marasma di illazioni e di bufale che si è ben presto innescato, tirando in ballo puntualmente anche gli alieni. La presenza, sullo scenario, della una base militare, dunque avvolta da tutta la riservatezza del caso, ha fatto sì che per capire cosa sia realmente successo ci sia voluto qualche giorno. Ora, finalmente, sappiamo qualcosa di più.

COME UNA PICCOLA ATOMICA.  A dare ufficialmente una prima versione dei fatti è stato successivamente Hans Kristensen, responsabile del Nuclear Information Project per la Federation of American Scientists: la sera del primo agosto un tweet spiegava che “un bolide è esploso con una deflagrazione pari a 2,1 chilotoni, 43 km al di sopra del radar di preallarme missilistico posizionato alla base aerea di Thule, in Groenlandia”. Nessun esperimento misterioso da parte dei militari, insomma. E nessuna interferenza di oggetti volanti alieni...


Il tweet del ricercatore del JPL della NASA.

 

Al momento nessuno ha rilasciato informazioni circa le dimensioni del bolide che, secondo stime di esperti, doveva raggiungere qualche decina di metri. Al tweet ha fatto poi eco Ron Baalke del Jet Propulsion Laboratory delala NASA, il quale riferiva di un evento accaduto il 25 luglio, anche in questo caso localizzato in corrispondenza della base americana. La traiettoria del bolide, probabilmente molto inclinata, ha fatto che l'evento si sia concluso senza grandi conseguenze (una traiettoria più verticale avrebbe invece potuto provocare effetti anche disastrosi).


La base aerea americana di Thule in Groenlandia per il controllo di eventuali missili in rotta verso gli Stati Uniti.

E I MILITARI? Da parte della base militare degli Stati Uniti non è stato diramato alcun annuncio ufficiale e questo ha fatto nascere il sospetto che la base stessa non abbia rilevato l’evento oppure che abbia preferito soprassedere. Il fenomeno del 25 luglio è paragonabile a quanto avvenne nel 2013 sopra la Russia, quando un bolide esplose a 22 chilometri di quota causando ingenti danni a una cittadina sottostante, Chelyabinsk, e provocando centinaia di feriti a causa dei vetri degli edifici andati in frantumi.


Un bolide cadde anche sulla Russia nel 2013 causando centinaia di feriti.