La decisione tedesca cade come una bomba sulla campagna vaccinale italiana. Arriva all’ora di pranzo di ieri con una telefonata del ministro cristiano-democratico della Salute Jens Spahn a Roberto Speranza: lo avverte che la Germania sospende il vaccino AstraZeneca; poco dopo esce la notizia. I due si sentono spesso, si erano parlati anche domenica ma Spahn non aveva fatto parola della decisione, forse non ancora presa. Il ministro della Salute, ieri mattina, aveva parlato anche con la sua omologa spagnola, Carolina Darias, pure orientata allo stop e per ben 15 giorni. Poi ha sentito il francese Olivier Véran e a quel punto ha chiamato Mario Draghi. “Se lo fa la Germania…”.
Fin qui erano state Danimarca, Islanda, Norvegia, Bulgaria, Irlanda e Olanda. Fonti di Palazzo Chigi confermano che “la decisione” di sospendere AstraZeneca è stata “adottata insieme al ministro Speranza e in linea con gli altri Paesi europei” ed “è temporanea e cautelativa, in attesa delle prossime valutazioni da parte dell’Ema”, l’agenzia europea del farmaco, che dovrebbe pronunciarsi domani e potrebbe introdurre qualche limitazione per età o patologie. Ma proprio l’Ema con il suo responsabile per la strategia vaccinale, Marco Cavaleri, nelle stesse ore di ieri spiegava al Parlamento europeo che “non vediamo alcun problema nel proseguire le vaccinazioni”. L’ingrato compito di annunciare il dietrofront in Italia è stato affidato all’Aifa, l’agenzia del farmaco. “Chi ha fatto la prima dose – ha detto il direttore Nicola Magrini – stia tranquillo e avverta il suo medico se ha sintomi”. Solo domenica il professor Giorgio Palù, che di Aifa è presidente, aveva rassicurato tutti in tv. Sembra un devastante assist ai no vax. Draghi peraltro, a differenza di Emmanuel Macron che ha annunciato personalmente lo stop, è rimasto in silenzio. È toccato a Speranza e al direttore della Prevenzione della Salute, il professor Gianni Rezza, ribadire che la “sospensione” è solo “temporanea” e “in via precauzionale”. Matteo Renzi se la prende con Aifa, Matteo Salvini attacca la Commissione Ue.
Perfino ai ministri la notizia è arrivata con un messaggino, pochi minuti prima che fosse di pubblico dominio. Motivata qua e là anche con il timore di cause milionarie, da cui le aziende farmaceutiche si sono tenute al riparo nei contratti firmati con la Commissione Ue, la decisione è stata accolta con “sconcerto” da diversi membri del governo. Si rischia di minare la “reputazione” di uno dei vaccini: da qui a settembre l’Italia ne attende 34 milioni di dosi, da Pfizer/Biontech 50, da Johnson & Johnson 26 (ma è monodose). Ora invece prenotazioni sospese, migliaia di appuntamenti annullati via sms, l’incognita dei richiami. A Roma, hanno chiuso i grandi hub della Nuvola di Fuksas, Termini e Fiumicino. Nicola Zingaretti, ormai solo presidente della Regione Lazio, ieri, dopo aver visto Draghi, ha chiesto: “L’Ema lavori h 24 come fanno medici e infermieri”. Lo ribadisce Pierpaolo Sileri, anche lui impegnato domenica in tv a rassicurare: “E lo rifarei – dichiara –. Se lo stop è necessario che sia di breve durata”.
Dietro la decisione tedesca c’è la valutazione del Paul-Ehrlich-Institut di Berlino che scrive di “un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca”. Sarebbero 7 casi su 1,6 milioni di vaccinati. Non trombosi in genere, dunque, che nel Regno Unito sono state leggermente di più nella popolazione vaccinata con Pfizer/Biontech che con quella che ha avuto AstraZeneca, ma sempre poche. Infatti Boris Johnson va avanti per la sua strada.
La Commissione Ue prima non ha commentato, poi ha fatto sapere che “aspetterà la valutazione scientifica dell’Ema”. L’esecutivo di Bruxelles ha puntato dall’inizio soprattutto sull’anglo-svedese AstraZeneca, entrando in conflitto con Berlino che avrebbe preferito un maggiore investimento sul vaccino prodotto da Pfizer con la tedesca Biontech. Che stanno accelerando mentre AstraZeneca accumula ritardi.