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martedì 16 marzo 2021

Berlino blocca AstraZeneca, Draghi si accoda e spiazza i suoi. - Alessandro Mantovani e Paola Zanca

 

La decisione tedesca cade come una bomba sulla campagna vaccinale italiana. Arriva all’ora di pranzo di ieri con una telefonata del ministro cristiano-democratico della Salute Jens Spahn a Roberto Speranza: lo avverte che la Germania sospende il vaccino AstraZeneca; poco dopo esce la notizia. I due si sentono spesso, si erano parlati anche domenica ma Spahn non aveva fatto parola della decisione, forse non ancora presa. Il ministro della Salute, ieri mattina, aveva parlato anche con la sua omologa spagnola, Carolina Darias, pure orientata allo stop e per ben 15 giorni. Poi ha sentito il francese Olivier Véran e a quel punto ha chiamato Mario Draghi. “Se lo fa la Germania…”.

Fin qui erano state Danimarca, Islanda, Norvegia, Bulgaria, Irlanda e Olanda. Fonti di Palazzo Chigi confermano che “la decisione” di sospendere AstraZeneca è stata “adottata insieme al ministro Speranza e in linea con gli altri Paesi europei” ed “è temporanea e cautelativa, in attesa delle prossime valutazioni da parte dell’Ema”, l’agenzia europea del farmaco, che dovrebbe pronunciarsi domani e potrebbe introdurre qualche limitazione per età o patologie. Ma proprio l’Ema con il suo responsabile per la strategia vaccinale, Marco Cavaleri, nelle stesse ore di ieri spiegava al Parlamento europeo che “non vediamo alcun problema nel proseguire le vaccinazioni”. L’ingrato compito di annunciare il dietrofront in Italia è stato affidato all’Aifa, l’agenzia del farmaco. “Chi ha fatto la prima dose – ha detto il direttore Nicola Magrini – stia tranquillo e avverta il suo medico se ha sintomi”. Solo domenica il professor Giorgio Palù, che di Aifa è presidente, aveva rassicurato tutti in tv. Sembra un devastante assist ai no vax. Draghi peraltro, a differenza di Emmanuel Macron che ha annunciato personalmente lo stop, è rimasto in silenzio. È toccato a Speranza e al direttore della Prevenzione della Salute, il professor Gianni Rezza, ribadire che la “sospensione” è solo “temporanea” e “in via precauzionale”. Matteo Renzi se la prende con Aifa, Matteo Salvini attacca la Commissione Ue.

Perfino ai ministri la notizia è arrivata con un messaggino, pochi minuti prima che fosse di pubblico dominio. Motivata qua e là anche con il timore di cause milionarie, da cui le aziende farmaceutiche si sono tenute al riparo nei contratti firmati con la Commissione Ue, la decisione è stata accolta con “sconcerto” da diversi membri del governo. Si rischia di minare la “reputazione” di uno dei vaccini: da qui a settembre l’Italia ne attende 34 milioni di dosi, da Pfizer/Biontech 50, da Johnson & Johnson 26 (ma è monodose). Ora invece prenotazioni sospese, migliaia di appuntamenti annullati via sms, l’incognita dei richiami. A Roma, hanno chiuso i grandi hub della Nuvola di Fuksas, Termini e Fiumicino. Nicola Zingaretti, ormai solo presidente della Regione Lazio, ieri, dopo aver visto Draghi, ha chiesto: “L’Ema lavori h 24 come fanno medici e infermieri”. Lo ribadisce Pierpaolo Sileri, anche lui impegnato domenica in tv a rassicurare: “E lo rifarei – dichiara –. Se lo stop è necessario che sia di breve durata”.

Dietro la decisione tedesca c’è la valutazione del Paul-Ehrlich-Institut di Berlino che scrive di “un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca”. Sarebbero 7 casi su 1,6 milioni di vaccinati. Non trombosi in genere, dunque, che nel Regno Unito sono state leggermente di più nella popolazione vaccinata con Pfizer/Biontech che con quella che ha avuto AstraZeneca, ma sempre poche. Infatti Boris Johnson va avanti per la sua strada.

La Commissione Ue prima non ha commentato, poi ha fatto sapere che “aspetterà la valutazione scientifica dell’Ema”. L’esecutivo di Bruxelles ha puntato dall’inizio soprattutto sull’anglo-svedese AstraZeneca, entrando in conflitto con Berlino che avrebbe preferito un maggiore investimento sul vaccino prodotto da Pfizer con la tedesca Biontech. Che stanno accelerando mentre AstraZeneca accumula ritardi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/16/berlino-blocca-astrazeneca-draghi-si-accoda-e-spiazza-i-suoi/6134662/

venerdì 13 novembre 2020

Covid, quasi 38mila nuovi contagi. Arcuri: 'I vaccini in Italia a fine gennaio'. -

 

Record di tamponi a 234mila, incidenza positivi risale al 16%.

I primi vaccini in Italia tra due mesi, prima agli operatori sanitari e agli anziani, distribuiti attraverso un piano del ministero della Salute: un "meccanismo centralizzato" e non su base regionale. Il countdown per l'arrivo della cura anti-Covid nel Paese è cominciato inseguendo una data ufficiale: "Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio", annuncia il Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri. A ricevere subito le dosi saranno un milione e 700mila cittadini, che saranno scelti in base ad una serie di categorie individuate in funzione della loro "fragilità e potenziale esposizione al virus". Dunque davanti alla fila ci saranno, com'era prevedibile, le persone che negli ospedali lavorano in prima linea sul fronte della lotta al virus, ma anche gli anziani e i fragili. In coda i più giovani.

Parole di speranza arrivano dallo stesso premier Giuseppe Conte, per il quale la distribuzione, in tutto il mondo, dovrà essere "equa" e sarà "una sfida enorme che richiede una pianificazione molto accurata". In queste settimane di attesa sarà messo a punto un piano del ministero della Salute che prevederà un determinato target di persone.

La cura non avverrà quindi "da domani né da subito per tutti" e la distribuzione non sarà su base regionale, ma "il governo ha deciso per una centralizzazione del meccanismo", individuando le categorie dei primi cittadini per i quali la somministrazione - da parte di medici e di chiunque sia già deputato farlo - sarà necessaria, spiega il commissario Arcuri, investito in queste ore dal Governo anche come responsabile del piano operativo per la distribuzione delle dosi in Italia. "Non serve avere il vaccino in un luogo A piuttosto che in un luogo B", sottolinea il Commissario, frenando le parole di chi, come l'assessore alla Sanità della Sardegna, Mario Nieddu, si diceva già sicuro che "entro gennaio" sarebbe arrivato nella propria regione.

"Da ieri in Italia il Covid ha contagiato più di un milione di concittadini, un italiano su 60 è stato colpito. Ma la curva finalmente sembra iniziare a raffreddarsi: ci sono Regioni dove si avvertono i primi segni di raffreddamento dell'epidemia e altre dove la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per contribuire a raffreddare la crescita dei focolai. Credo che il sistema stia progressivamente dando i risultati che ci aspettavamo" ha aggiunto Arcuri, il quale ha sottolineato che "i contagi crescono dieci volte meno rispetto a un mese fa".

La Difesa è al tavolo per la pianificazione della distribuzione del vaccino. A quanto si apprende, come avvenuto per distribuzione dei dispositivi sanitari a marzo, saranno messe a disposizione le capacità del personale dell'esercito italiano. Per la distribuzione dei vaccini dovrebbe essere prevista una logistica 'ad hoc' da parte della Difesa, già impegnata in missioni per sostegni logistici a lungo raggio come le operazioni internazionali. Non si esclude al momento, così come già avviene a Milano per il vaccino influenzale, l'ipotesi che i militari possano essere adoperati anche per la somministrazione delle dosi.

Intanto sono 37.978 i nuovi contagi da coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 636.  Il totale dei casi individuati da inizio epidemia sale così a 1.066.401, mentre i morti sono ora 43.589. In un singolo giorno non si registrava un numero così alto di vittime dal 6 aprile scorso, anche in quel caso furono 636.

E' ancora record sui tamponi in Italia: sono 234.672 quelli effettuati nell'ultimo giorno, circa novemila più di ieri. Il rapporto tra positivi e test risale al 16,18%, quasi il 2% in più rispetto a ieri. Aumentano di 89 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia.  Le persone in rianimazione sono ora 3.170.

I ricoverati con sintomi in reparti ordinari per Covid sono aumentati di 429 unità e sono ora 29.873. In isolamento domiciliare ci sono 602.011 persone (+21.178). Gli attualmente positivi sono 635.054 (+21.696), i guariti e dimessi sono 387.758 (+15.645).

Resta la Lombardia la regione con il maggiore aumento di nuovi casi  nelle ultime 24 ore che, secondo l'ultimo bollettino, sono 9.291. Seguono il Piemonte (4.787), la Campania (4.065), il Veneto (3.564), il Lazio (2.686), l'Emilia Romagna (2.402) e la Toscana (1.932). Sul totale di 636 vittime nelle ultime 24 ore, 187 sono state registrate nella sola Lombardia.

(foto: Affissioni a Genova per sensibilizzare la popolazione sui giusti comportamenti anti-contagio - ANSA)

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/11/12/covid-37.978-nuovi-contagi-636-morti-_3b7248f0-5b21-42eb-902b-859b5c24700d.html