domenica 7 ottobre 2012

I pm: "Ecco perché Formigoni può essere ricattato". - Piero Colaprico


I pm: "Ecco perché Formigoni può essere ricattato"


I giudici: Daccò e Simone restino in cella, possono ancora incidere sulla Regione. Il governatore: accanimento senza precedenti, tanta durezza neanche con Mani pulite.

MILANO - "Non mi faccio condizionare da nessuno. Com'è possibile dipingere un presidente Formigoni condizionato da qualcuno?", dice il governatore della Regione Lombardia.

Lo dice dopo aver saputo che i magistrati vogliono tenere ancora in carcere i due faccendieri Piero Daccò e Antonio Simone, perché hanno potere di ricatto, e perché stanno arrivando altre carte giudiziarie. Formigoni contrattacca, ma è come se non ricordasse di aver ricevuto a giugno l'invito a comparire per corruzione, e di non aver mai mostrato le ricevute dei cinque lussuosi capidanno, di yacht a disposizione, di eventi, cene e vari benefit mai pagati da lui. 


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Ecco il lodo “Salva Ilva”, bozza pronta per il prossimo Consiglio dei ministri. - Salvatore Cannavò


Ilva Taranto

Alla lettura del testo, che Il Fatto ha potuto consultare e che non è ancora ufficiale, appare chiaro, in effetti, che l'impatto delle nuove norme, se approvate, sarebbe quello di garantire l'attività produttiva allo stabilimento di Taranto, nonostante quanto stabilito dal Gip e la sostenibilità economica degli interventi di bonifica.

Il provvedimento è entrato l’altro ieri in Consiglio dei ministri, ma è stato rinviato alla prossima seduta. La bozza però è già scritta e prevede un pacchetto di semplificazioni normative che fanno discutere gli ambientalisti. In particolare i due articoli dedicati alla bonifica ambientale, ribattezzati articoli “salva Ilva”. Alla lettura del testo, che Il Fatto ha potuto consultare e che non è ancora ufficiale, appare chiaro, in effetti, che l’impatto delle nuove norme, se approvate, sarebbe quello di garantire l’attività produttiva allo stabilimento di Taranto, nonostante quanto stabilito dal Gip e la sostenibilità economica degli interventi di bonifica. Gli articoli “incriminati” sono due, il 21 e il 22. Con l’articolo 21 si tratta la “Gestione delle acque sotterranee emunte” cioè la messa in sicurezza della falda acquifera.
A essere oggetto di “semplificazione” è il decreto legislativo 152 del 2006, il cosiddetto Codice dell’Ambiente, di cui verrebbe sostituito l’articolo 243. “Nei casi in cui – si legge – le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile (corsivo nostro, ndr) devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse idriche”. L’intervento, insomma, è stabilito “ove possibile ed economicamente sostenibile” senza precisare nemmeno a chi spetti la valutazione circa la possibilità e l’economicità di tali misure. “Sarebbe una vergogna perché fa cadere il principio europeo secondo cui chi inquina paga” commenta al Fatto, il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli.
Va inoltre aggiunto che “gli interventi di conterminazione fisica o idraulica con emungimento e trattamento delle acque di falda contaminate” – cioè gli unici realmente efficaci, secondo gli ambientalisti – sono ammessi solo nei casi in cui non è altrimenti possibile eliminare, prevenire o ridurre a livelli accettabili il rischio sanitario associato alla circolazione e alla diffusione delle stesse. Una diminuzione dell’efficacia, quindi, sancita per legge. All’articolo 22, invece, si passa a una norma che sembra scritta apposta per risolvere il contenzioso che si è aperto a Taranto in questi mesi. Sotto il titolo di “procedura semplificata per le operazioni di bonifica o di messa in sicurezza”, si legge che “Nei siti contaminati, in attesa degli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale, possono essere effettuati tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di infrastrutturazione primaria e secondaria, nonché quelli richiesti dalla necessità di adeguamento a norme di sicurezza, e più in generale tutti gli altri interventi di gestione degli impianti e del sito funzionali e utili all’operatività degli impianti produttivi ed allo sviluppo della produzione”. Nessuno stop agli impianti, dunque, come l’Ilva chiede da mesi in relazione alle disposizione del Gip ma anche della Procura tarantina. “Si tratta di un gran favore economico fatto agli inquinatori d’Italia, non solo a Taranto” commenta ancora Bonellli. “Se non saranno economicamente sostenibili gli interventi non saranno fatti”.
Altre misure di alleggerimento vengono previste anche per quanto riguarda il permesso di costruire in caso di vincoli, per cui scatta il silenzio-assenso, ma anche per le norme che regolano la Valutazione di impatto ambientale (Via) per la quale scompare l’obbligo di pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale e nel Bur regionale. Basterà la pubblicazione sul sito web dell’Autorità competente.

Formigoni, urlare per non dire. - Peter Gomez



Fino a tre mesi fa Roberto Formigoni si ispirava a un celebre aforisma del poeta Paul Valéry: “Quando non si può attaccare il ragionamento si attacca il ragionatore”.
Non appena c’erano domande sulle sue vacanze dal valore di molte centinaia di migliaia di euro, pagate da Pierangelo Daccò, il governatore accusava la stampa di aver falsificato i verbali. Poi è arrivato l’invito a comparire per corruzione. E Formigoni dai poeti è passato ai filosofi.
Per distogliere l’attenzione dal nocciolo della questione – a Daccò sono stati versati 70 milioni di euro da un ospedale privato come compenso per i 200 milioni di fondi regionali concessi a quella struttura – il Celeste si è aggrappato all’Arte di ottener ragione, il trattato di Shopenhauer pubblicato postumo perché il grande pensatore si vergognava di avervi minuziosamente elencato “le vie traverse e i trucchi di cui si serve la natura umana per celare i suoi difetti”.
Stratagemmi del tipo: se si è di fronte a un’argomentazione che ci batterà “non dobbiamo consentire che sia portata a termine, ma dobbiamo interrompere e sviare”. Regola applicata mercoledì sera anche a Porta a Porta quando chi scrive ha tentato di farlo parlare degli scandali della sanità lombarda. Con due particolarità però. Formigoni alza sempre di più toni, arrivando ormai a urlare. E, per anestetizzare i cittadini, occupa costantemente il piccolo schermo.
Perché come spiega questa volta uno storico, Tacito: “Il crimine, quando scoperto, non ha altro rifugio che la sfrontatezza”. E noi, che siamo semplici cronisti, la sfrontatezza la vediamo tutta. Il resto, invece, è solo materia da tribunali.

sabato 6 ottobre 2012

Già...



E se scendessimo in piazza assieme ai nostri figli e armati di manganelli, bombe lacrimogene, e scudi, pensate che avrebbero il "coraggio" di contrastarci?
Sono semplicemente dei vigliacchi senza etica.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=356635684425060&set=a.244897705598859.59979.173278516094112&type=1&theater

Il vigliacco di turno!



Gli piace vincere facile....
Forse non ha figli...
Se li ha...saranno come lui.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=235015626624910&set=a.206859329440540.44393.206850002774806&type=1&theater

Regione, Cattaneo contro i tagli "Prendo solo 8.000 euro al mese".


Regione, Cattaneo contro i tagli "Prendo solo 8.000 euro al mese"


Il responsabile regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità affida a Twitter la sua protesta:
"Con i tagli guadagnerò la metà e non avrò pensione". E qualcuno propone una colletta.


"Ho letto il decreto sul taglio alle Regioni: drastica riduzione dell'indennità entro il 30 novembre e nessuna pensione. Uno come me cosa deve fare?". Inizia così lo sfogo che l'assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, pidiellino e formigoniano di ferro, affida a Twitter, lamentando la 'sforbiciata' ai costi della politica decisa dal governo Monti. "Non rubo - aggiunge - e quindi non ho tesori all'estero. Vivo di ciò che fra un mese mi verrà dimezzato e tra mutuo, rette, eccetera non so come fare".

I tweet che hanno scatenato il caso

Poi, a stretto giro, l'assessore 'in bolletta' affida un'altra riflessione alla Rete: "Se fossi rimasto un dirigente guadagnerei già ora di più, figuriamoci dopo i tagli. Che faccio? Siamo sicuri che così la politica migliorerà?". Cattaneo mette in guardia i cittadini: "Ogni dittatore - scrive - diventa tale a furor di popolo. E' solo dopo che il popolo si accorge del mostro che ha generato! Attenzione! Chi ci va di mezzo è proprio chi lavora e fa politica sul serio".

Ma la sua preoccupazione scatena il popolo di Twitter che, a colpi di cinguettii, gli fa notare che la stragrande maggioranza degli italiani è messa peggio di lui. A Davide D'Antoni, giornalista di Telelombardia che propone ironicamente una colletta, perfettamente. Queste banalità porteranno il Paese a star meglio? Allora cancelliamo la democrazia". 

"Ora guadagno circa 8mila euro per 12 mensilità. Non è poco, è distante dai 14mila di cui si favoleggia. Dopo, circa la metà", aggiunge rispondendo a chi gli chiede quanto guadagni in Regione. Ma Cattaneo, come si legge dal suo sito, oltre ad essere assessore è anche consigliere della Sea e membro del Consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa.


http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/10/05/news/regione_cattaneo_contro_i_tagli_vivo_con_8_000_euro_al_mese-43936023/?ref=HRER2-1

Sale il grido di protesta della scuola italiana.

mainfestazione

Giornata di manifestazioni e proteste per il mondo della scuola. In tutte le principali città italiane, da Roma a Milano, Torino, Napoli, Bologna e Palermo i giovani sono scesi in piazza. Il motivo?
Le manovre del governo Monti sulla scuola, che non stanno risolvendo i problemi di una situazione già ai limiti della sopportazione: strutture e risorse ridotte al minimo, cui si sommano inesorabili, governo dopo governo, tagli orizzontali e nessuna vera politica di rilancio, precariato come costante nella vita dei professori. 
A catalizzare l'attenzione dei media sono stati però gli scontri che hanno visto protagonisti gruppi isolati di manifestanti e la polizia.
L'Italia dei Valori, che da sempre appoggia le legittime proteste del mondo della scuola e della cultura, ha espresso anche oggi solidarietà verso le ragioni della protesta, a cominciare dal presidente Antonio Di Pietro: "Ci chiediamo quanto ancora debba crescere la tensione tra i giovani prima che il governo si decida a cambiare radicalmente linea sulla scuola, sul lavoro e sulle politiche contro la precarietà. L’inizio dell’anno scolastico è stato segnato dalle lotte ai precari, dai problemi legati all’edilizia scolastica e dalle notizie sulla crescente disoccupazione giovanile. L’Italia dei Valori condanna fermamente ogni forma di violenza e si augura che il governo non lasci inascoltato il grido disperato di protesta che giunge dalle piazze italiane".

"Tutto il mondo dell’istruzione è in subbuglio, il Governo non riesce più a contenere il disagio provocato da politiche scolastiche antidemocratiche e incostituzionali", ha dichiarato Pierfelice Zazzera, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. "Di fronte alle legittime proteste di chi non intende mercificare il sapere e trasformare le scuole in aziende, non si può rispondere con i manganelli, questo Governo pensi piuttosto a ritirare i provvedimenti scandalosi quali legge Aprea e concorso che stanno portando alla privatizzazione della conoscenza. È evidente che quanto sta accadendo è la conseguenza del dissenso verso chi non ascolta i cittadini perché è servo della finanza e dei banchieri. Il Ministro dell’Istruzione, non può non sentirsi responsabile per quanto sta accadendo in queste ore nelle piazze italiane, e farebbe bene a dimettersi".

Sulla vicenda è intervenuta anche Giulia Rodano, responsabile nazionale del dipartimento Cultura e istruzione IdV: "Le manifestazioni studentesche di oggi sono un segnale del disagio, della protesta e delle tensioni che stanno montando nel mondo giovanile e della scuola. Sono l'altra faccia della politica dei tagli indiscriminati all'istruzione, della riduzione dell'offerta formativa, della delegittimazione e della umiliazione  delle decine di migliaia di precari della scuola..." [leggi l'intervento integrale di Giulia Rodano].

Sulle ragioni della protesta, scende nel dettaglio Rosario Coco, responsabile Cultura dei giovani dell’Italia dei Valori: “L'anno scolastico è partito tra mille difficoltà: strutture inagibili e risorse ridotte all’osso, mentre le tasse universitarie continuano ad aumentare e le borse di studio stentano a essere erogate anche ai cosiddetti ‘idonei’. L'ultimo rapporto OCSE vede l’Italia al penultimo posto per le spese destinate all’istruzione e conferma che il numero dei laureati è pari alla metà della media degli altri Paesi. Siamo inoltre il fanalino di coda per il numero di borse di studio che vengono assegnate, meno del 20%. La scuola e l’università, che rappresentano la speranza e il futuro del nostro Paese, sono un pilastro fondamentale che non può essere indebolito ulteriormente. Per questo, i Giovani IDV si attiveranno nelle piazze e nelle istituzioni affinché il Governo si adoperi per reperire, una volta per tutte, le risorse necessarie per restituire dignità alla scuola pubblica”.

Chiosa così, il senatore Stefano Pedica: "La politica si è fino ad ora dimostrata debole, incapace di ascoltare le istanze dei giovani e le inquietudini di chi non riesce a vedere alcun barlume positivo nel proprio futuro. I tagli alla scuola, l'aumento delle tasse, le strutture fatiscenti hanno compromesso in alcuni casi anche il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione. Così non si può più andare avanti".


http://www.italiadeivalori.it/home/cultura-e-istruzione/17864-sale-il-grido-di-protesta-della-scuola-italiana