sabato 6 ottobre 2012

Sale il grido di protesta della scuola italiana.

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Giornata di manifestazioni e proteste per il mondo della scuola. In tutte le principali città italiane, da Roma a Milano, Torino, Napoli, Bologna e Palermo i giovani sono scesi in piazza. Il motivo?
Le manovre del governo Monti sulla scuola, che non stanno risolvendo i problemi di una situazione già ai limiti della sopportazione: strutture e risorse ridotte al minimo, cui si sommano inesorabili, governo dopo governo, tagli orizzontali e nessuna vera politica di rilancio, precariato come costante nella vita dei professori. 
A catalizzare l'attenzione dei media sono stati però gli scontri che hanno visto protagonisti gruppi isolati di manifestanti e la polizia.
L'Italia dei Valori, che da sempre appoggia le legittime proteste del mondo della scuola e della cultura, ha espresso anche oggi solidarietà verso le ragioni della protesta, a cominciare dal presidente Antonio Di Pietro: "Ci chiediamo quanto ancora debba crescere la tensione tra i giovani prima che il governo si decida a cambiare radicalmente linea sulla scuola, sul lavoro e sulle politiche contro la precarietà. L’inizio dell’anno scolastico è stato segnato dalle lotte ai precari, dai problemi legati all’edilizia scolastica e dalle notizie sulla crescente disoccupazione giovanile. L’Italia dei Valori condanna fermamente ogni forma di violenza e si augura che il governo non lasci inascoltato il grido disperato di protesta che giunge dalle piazze italiane".

"Tutto il mondo dell’istruzione è in subbuglio, il Governo non riesce più a contenere il disagio provocato da politiche scolastiche antidemocratiche e incostituzionali", ha dichiarato Pierfelice Zazzera, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. "Di fronte alle legittime proteste di chi non intende mercificare il sapere e trasformare le scuole in aziende, non si può rispondere con i manganelli, questo Governo pensi piuttosto a ritirare i provvedimenti scandalosi quali legge Aprea e concorso che stanno portando alla privatizzazione della conoscenza. È evidente che quanto sta accadendo è la conseguenza del dissenso verso chi non ascolta i cittadini perché è servo della finanza e dei banchieri. Il Ministro dell’Istruzione, non può non sentirsi responsabile per quanto sta accadendo in queste ore nelle piazze italiane, e farebbe bene a dimettersi".

Sulla vicenda è intervenuta anche Giulia Rodano, responsabile nazionale del dipartimento Cultura e istruzione IdV: "Le manifestazioni studentesche di oggi sono un segnale del disagio, della protesta e delle tensioni che stanno montando nel mondo giovanile e della scuola. Sono l'altra faccia della politica dei tagli indiscriminati all'istruzione, della riduzione dell'offerta formativa, della delegittimazione e della umiliazione  delle decine di migliaia di precari della scuola..." [leggi l'intervento integrale di Giulia Rodano].

Sulle ragioni della protesta, scende nel dettaglio Rosario Coco, responsabile Cultura dei giovani dell’Italia dei Valori: “L'anno scolastico è partito tra mille difficoltà: strutture inagibili e risorse ridotte all’osso, mentre le tasse universitarie continuano ad aumentare e le borse di studio stentano a essere erogate anche ai cosiddetti ‘idonei’. L'ultimo rapporto OCSE vede l’Italia al penultimo posto per le spese destinate all’istruzione e conferma che il numero dei laureati è pari alla metà della media degli altri Paesi. Siamo inoltre il fanalino di coda per il numero di borse di studio che vengono assegnate, meno del 20%. La scuola e l’università, che rappresentano la speranza e il futuro del nostro Paese, sono un pilastro fondamentale che non può essere indebolito ulteriormente. Per questo, i Giovani IDV si attiveranno nelle piazze e nelle istituzioni affinché il Governo si adoperi per reperire, una volta per tutte, le risorse necessarie per restituire dignità alla scuola pubblica”.

Chiosa così, il senatore Stefano Pedica: "La politica si è fino ad ora dimostrata debole, incapace di ascoltare le istanze dei giovani e le inquietudini di chi non riesce a vedere alcun barlume positivo nel proprio futuro. I tagli alla scuola, l'aumento delle tasse, le strutture fatiscenti hanno compromesso in alcuni casi anche il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione. Così non si può più andare avanti".


http://www.italiadeivalori.it/home/cultura-e-istruzione/17864-sale-il-grido-di-protesta-della-scuola-italiana

1 commento:

  1. Alessandro Giari:

    GLI UNCI POLITICI HANNO AVUTO LA SENSIBILITA' DI DI AFFRONTARE, a cosa ancora "calde", IL PROBLEMA, di CHIEDERSI IL PERCHE' E IL DAFFARSI PER EVITARE CHE LA STUAZIONI PRECIPITI.
    DIAMO IL MERITO A IDV ED AL SUO LEADER PER QUESTO

    LA SCUOLA, la tanto STRAZIATA SCUOLA, è quwlla che DOVREBBE FORNARE I LE GENERAZIONI FUTURE: SE I RAGAZZI PROTESTANO VA IMMEDIATAMENTE TESO L'ORECCHIO E CAPIRE COME AFFRONTARE L'INCOMBENZA!!!

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