martedì 11 dicembre 2012

Meeting Cl, sequestrati beni per un milione Blitz della Gdf alla fondazione di Rimini.



L'ipotesi di reato è di truffa aggravate al fine di ottenere erogazioni pubbliche.

Gli uomini della guardia di finanza hanno compiuto un blitz alla fondazione che gestisce il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Nel corso dell'intervento hanno sequestrato beni per oltre un milione di euro. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal gip per una ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Il sequestro riguarda immobili e saldi attivi derivati dai rapporti bancari intestati alla fondazione stessa e ad alcuni amministratori, dirigenti e funzionari amministrativi della organizzazione. Le indagini sono nate da una verifica fiscale effettuata dal nucleo di polizia tributaria di Rimini nei confronti della fondazione.

Grazie all'ispezione è stato accertato che la fondazione ha stipulato un contratto con una sua controllata avente per oggetto la raccolta delle sponsorizzazioni per lo svolgimento della manifestazione annuale del Meeting. Sono inoltre stati esaminati alcuni rapporti commerciali tra la fondazione e alcune società caratterizzate dal comune riferimento culturale a Comunione e liberazione, controllate dalla Compagnia delle Opere di Milano.

Contributi pubblici illeciti
I successivi riscontri, ottenuti anche in seguito all'acquisizione di documentazione presso enti pubblici locali, regionali e ministeriali, hanno permesso di appurare che per l'organizzazione delle manifestazioni del Meeting relative al 2009 e al 2010, la Fondazione ha percepito illecitamente contributi pubblici dalla Regione Emilia Romagna, dall'Agenzia Marketing turistico della riviera di Rimini (ente della Provincia di Rimini), dalla Camera di Commercio di Rimini e dal ministero dei Beni ed Attività culturali per 310mila euro.

I conti truccati per ottenere finanziamenti
Gli investigatori ritengono che l'attività è stata condotta inducendo in errore clienti, che per legge o regolamento possono concedere contributi esclusivamente a manifestazioni prive di utili o avanzi di gestione, in merito alla sussistenza di un passivo di bilancio della fondazione stessa. In particolare, l'organizzazione ha presentato e allegato alle richieste di contributi bilanci e rendiconti non conformi al vero.

La documentazione riportava infatti false perdite, ottenute attraverso l'acquisto di spazi pubblicitari su pubblicazioni gestite da una società controllata dalla Compagnia delle Opere, fatturati con un valore doppio rispetto alla tariffa massima prevista dal listino normalmente praticato. Inoltre veniva utilizzata la società controllata a cui attribuire quote percentuali variabili di introiti pubblicitari, in modo da ridimensionare i ricavi e ottenere una perdita di bilancio.

Sono dunque stati deferiti all'autorità giudiziaria un amministratore, il direttore generale e il responsabile amministrativo della fondazione che, a vario titolo, risultano coinvolti nella vicenda. L'attività di polizia giudiziaria è ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi nell'approfondimento delle indagini.

Berlusconi: “Lo spread è un imbroglio” La Germania: non ci usi per le elezioni Monti: gli italiani non sono sprovveduti.



Il Cavaliere in campagna elettorale: “Con il Professore tutto peggiorato, il suo un governo troppo Berlino-centrico”. Merkel: pieno sostegno al premier e alle riforme introdotte.

Botta e risposta a distanza in diretta tv tra Mario Monti e Silvio Berlusconi. Il premier e il numero uno del Pdl, intervistati di prima mattina su Rai 1 e Canale5, si sfidano su spread e effetti della crisi in un duello che ha già i toni della campagna elettorale.  

Ad aprire le ostilità è il Cavaliere che senza mezzi termini accusa il governo tecnico di avere aggravato la crisi e attacca: «Smettiamola di parlare di questo imbroglio. Di spread non si era mai sentito parlare, se ne sente parlare solo da un anno. Cosa ci importa di quanti interessi il nostro debito pubblico paga a chi investe nei nostri titoli rispetto a quello che pagano gli investitori che investono nel debito pubblico tedesco?». 

La risposta di Monti è indiretta e l’inquilino di palazzo Chigi non nomina mai Berlusconi. Ma il premier dice invece di essere «molto preoccupato» per l’andamento del differenziale e chiarisce che quanto fanno i governi non è affatto secondario riguardo alla tenuta dei titoli del debito. «Dobbiamo stare molto attenti e anche spazzare via alcuni miti, come quello secondo il quale ciò che un Paese fa non avrebbe rilievo per il proprio spread e che sarebbero solo gli interventi della Bce» a muoverlo. Insomma, ripete Monti come aveva in parte fatto già ieri a Oslo, i cittadini non sono «degli sciocchi e degli sprovveduti».  

Monti non risparmia un altro affondo al suo predecessore e dopo le parole pronunciate a Cannes poco prima di annunciare le sue dimissioni al Capo dello stato, ripete che «il populismo esiste in Europa e anche in Italia. Ogni periodo elettorale ha dato luogo a una tendenza di chi chiede il voto ai cittadini volendo iper-semplificare le cose e presentare soluzioni un po’ magiche quasi per seguire i loro istinti viscerali e non per fare quello che l’uomo politico, non diciamo lo statista, deve fare: prospettare un futuro ai cittadini e non promettere ciò che non può essere mantenuto. È importante che ci sia questa autodisciplina da parte di tutti - continua Monti - anche per non creare fratture con l’Europa e per non trattare i cittadini come sciocchi». 

E se Berlusconi attacca il governo che ha bloccato la crescita peggiorando «tutti gli indicatori economici», Monti risponde secco: «Sarei felice di apprendere da qualcuno come sarebbe stato possibile quest’anno salvare l’Italia finanziariamente dal destino greco e intanto farla crescere a ritmo veloce - dice - quella ricetta sarebbe stato opportuno trovarla qualche anno prima quando per di più non c’era da curarsi della grande difficoltà finanziaria». A Berlusconi risponde anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: «Magari fosse solo fantasia», dice. E per il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, «Siamo nel campo delle opinioni personali. Lo spread è importante - dice - perché impatta direttamente sul costo del nostro debito pubblico».  

La crisi italiana fa discutere anche l’Europa. Interviene Berlino, che mette in guardia Berlusconi da una campagna elettorale antitedesca. Il governo tedesco non intende immischiarsi, ha detto il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, «ma una cosa non accetteremo: che la Germania sia fatta oggetto di una campagna elettorale populista». Poi nel primo pomeriggio è intervenuta anche la cancelliera, convinta che gli italiani sapranno sicuramente fare la scelta giusta e mantenere il paese «sulla giusta strada». Angela Merkel ha rinnovato il sostegno al governo Monti e alle riforme introdotte, «che hanno ricreato un po’ di fiducia presso gli investitori finanziari».  

La terapia che mette Ko la leucemia.



Risultati incoraggianti su una bambina di sette anni in cui la patologia non è ricomparsa dopo mesi dal trattamento. I ricercatori sperano che la tecnica possa sostituire il trapianto di midollo.

17:34 - Una possibile cura contro la leucemia potrebbe arrivare da uno studio sperimentale in corso negli Stati Uniti. Consisterebbe nel rendere il sistema immunitario in grado di identificare le cellule tumorali.
La terapia innovativa ha dimostrato, al momento, soltanto di riuscire a bloccare la malattia per sei mesi sull'unica paziente su cui è stata testata. La piccola malata è una bambina di sette anni curata dal Children's Hospital di Philadelphia. I risultati sono stati presentati al convegno della American Society of Hematology (Società americana di ematologia) di Atlanta.
La terapia 
Emma, la protagonista della vicenda, è affetta da leucemia linfoblastica acuta, una patologia in cui le cellule B, che fanno parte del sistema immunitario, si trasformano in tumorali.
La terapia ha avuto inizio lo scorso aprile: i ricercatori hanno prelevato le sue cellule T, una delle prime difese immunitarie, e con un virus Hiv disattivato hanno insegnato loro a riconoscere le cellule B. Una volta reiniettate, le cellule T hanno iniziato a distruggere quelle tumorali, di cui non è stata trovata traccia dopo due mesi dall'intervento, e tutt'ora assenti sette mesi dopo.

Una possibile alternativa
Carl June, ricercatore che ha portato avanti il test ha spiegato al New York Times:  "Il nostro obiettivo è avere una cura per la leucemia, ma ancora non usiamo questa parola. Speriamo che un giorno questo sistema possa rimpiazzare il trapianto di midollo, una procedura ancora più rischiosa e costosa".

Il senso della libertà.



Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell’ingiustizia, la febbre che toglie all’uomo la malattia della paura, dell’avidità, del servilismo. Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo. La miseria dell’uomo incendia la terra ovunque, ma è un fuoco sterile, che cancella e impoverisce. È un fuoco che odia ciò che lo genera, è cenere senza storia. Saper bruciare solo ciò da cui poi nascerà erba nuova, ecco la vera ribellione.

Stefano Benni - Spiriti


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lunedì 10 dicembre 2012

Accorpamento Province, salta il decreto La delusione di Patroni Griffi:si sono imposti i "giochi" in Parlamento.


Il ministro Filippo Patroni Griffi

Il provvedimento non sarà convertito: troppi emendamenti.

ROMA - Il decreto sul riordino delle Province non sarà convertito: lo hanno deciso all'unanimità i partecipanti ai lavori della commissione Affaricostituzionali del Senato, conclusasi in serata, alla presenza tra gli altri di ministri Filippo Patroni Griffi e Piero Giarda. Per la giornata di martedì è stata comunque convocata una riunione dei capigruppo presso il Senato per esaminare le possibili vie di uscita, ma secondo i senatori che questa sera hanno preso parte alla riunione sono poche le possibilità di poter convertire il provvedimento a causa del numero eccessivo dei sub-emendamenti: 140 in tutto.

Patroni Griffi: il governo ha fatto quello che doveva fare. «Il governo ha fatto ciò che doveva fare - ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, piuttosto deluso - ma la situazione non si poteva sbrogliare, come del resto hanno confermato questa sera i capigruppo in Commissione. Il governo ha fatto insieme al Parlamento un buon lavoro fino alla spending review. ma poi si sono imposti alcuni "giochi" in Parlamento».

Saltamartini: troppi interessi sui territori. «In questi mesi ho lavorato per vedere se una materia così complicata poteva essere portata a termine con successo, ma purtroppo così non è stato - dice Filippo Saltamartini, relatore per il Pdl in commissione Affari costituzionali - A mio giudizio ci sono state troppe complicità e tanti interessi provenienti dai territori. Le Province vanno abolite tutte, operando sull'articolo 114 della Costituzione, assegnando le funzioni a Regioni e Comuni».

Vizzini: un'altra occasione persa. «Probabilmente è il destino di questi mesi, ma anche questa sera abbiamo perso un'altra occasione importante - commenta il presidente della Commissione, Carlo Vizzini - Senza polemiche credo che in questi mesi si sia fatto uno sforzo per trovare al meglio le condizioni per approvare il provvedimento. La tristezza è maggiore se penso all'occasione persa oggi e al fatto che domani il Paese si prepara ad incontrare l'amico "Porcellum"».

Idv: colpa del centrodestra. «A causa della folla di emendamenti e subemendamenti presentati soprattutto dal centrodestra, il provvedimento sulla riduzione delle province è in grave difficoltà - dice il senatore dell'Idv, Francesco Pardi - In base alla spending review le province si trovano private di ingenti risorse finanziarie e l'assenza di una legge seria sulla loro riduzione, con le conseguenti misure finanziarie necessarie, le metterà in grave difficoltà. Presto scuole, strade e altro non avranno più i mezzi necessari. Ciò rende indispensabile una soluzione provvisoria».


Incomincio a domandarmi se è legale ciò che fanno in parlamento....
E' inammissibile che giochino sulle sorti della nazione per decidere chi deve comandare!
Cetta.

Camorra: ordinanza Bidognetti, ricostruita responsabilita' sub commissario rifiuti.

Bidognetti accusato di disastro ambientale "Tra i rifiuti anche quelli dell'Acna di Cengio"

Napoli, 10 dic. - (Adnkronos) - Il provvedimento di custodia cautelare in carcere eseguito dalla Dia di Napoli nei confronti di Francesco Bidognetti, capo storico dell'omonimo gruppo del clan dei Casalesi, accusato di disastro doloso e avvelenamento delle falde acquifere, ricostruisce anche le responsabilita' di Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e Giulio Facchi, ex subcommissario per l'emergenza rifiuti in Campania. Per loro tre il giudice ha ritenuto assenti le esigenze cautelari. Secondo il gip Chianese e Cerci sarebbero organizzatori della programmazione ed esecuzione criminale. Chianese fu arrestato il 4 gennaio 2006 su provvedimento restrittivo richiesto dalla Dda ed eseguito anche allora dagli agenti della Dia di Napoli per la gestione di quattro distinte discariche a Scafarea mai autorizzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Gia' in quel provvedimento era documentata la partecipazione di Chianese al clan dei Casalesi, ''prova poi incrementata'', scrive la Dia di Napoli, attraverso altre fonti collaborative. Secondo la Dia di Napoli Chianese poteva contare ''sulla disponibilita' di uomini dello Stato, come il sub commissario di Governo Giulio Facchi, da cui aveva ottenuto autorizzazioni illecite e abnormi fondate su falsita' ideologiche''. Chianese si trova ai domiciliari dal 2009 ''per altri delitti estorsivi commessi in danno del commissario di Governo per l'emergenza rifiuti''.

http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/18:47-18:47/4270057

Leggi anche:

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/12/10/news/il_boss_di_gomorra_accusato_di_disastro_ambientale-48472515/

Ilva: Procura chiede mandato arresto europeo per Fabio Riva.

Ilva Procura chiede mandato arresto europeo per Fabio Riva

(AGI) - Taranto, 10 dic. - I pubblici ministeri della Procura di Taranto hanno chiesto al gip Patrizia Todisco l'emissione di un mandato di arresto europeo per Fabio Riva, vice presidente dell'omonimo gruppo industriale. Fabio Riva e' stato, infatti, raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere lo scorso 26 novembre nell'ambito dei nuovi sviluppi dell'inchiesta sull'Ilva, ordinanza che pero' non e' stata eseguita perche' Riva e' risultato irreperibile.
  Giovedi' scorso, attraverso i suoi avvocati, Fabio Riva ha fatto sapere di trovarsi a Londra, di aver appreso del provvedimento del gip e di volersi quindi mettere a disposizione delle autorita' inglesi. Di qui il mandato di arresto europeo e l'attivazione, da parte dei giudici, della procedura prevista in questi casi. Con la nuova fase dell'inchiesta sull'Ilva sono stati raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare, lo scorso 26 novembre, anche l'ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, e l'ex consulente delle relazioni istituzionali dell'Ilva di Taranto, Girolamo Archina', ancora detenuti. Sono invece ai domiciliari il padre di Fabio Riva, Emilio, presidente del gruppo Riva, gia' ai domiciliari da fine luglio con la prima fase dell'inchiesta giudiziaria sull'Ilva, e l'ex consulente della Procura di Taranto nonche' ex preside di Ingegneria a Taranto, Lorenzo Liberti. (AGI) .


http://www.agi.it/cronaca/notizie/201212101745-cro-rt10298-ilva_procura_chiede_mandato_arresto_europeo_per_fabio_riva