"Chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana. Chiameremo in causa tutti i livelli istituzionali per sapere se i partiti sono quelli previsti dall'articolo 49 della Costituzione o quelli decisi da due magistrati fiorentini". Su fb Matteo Renzi torna all'attacco sull'inchiesta Open sostenendo che "due giudici fiorentini decidono che Open non è una fondazione ma un partito. E quindi cambiano le regole in modo retroattivo".
"Perquisire a casa - sostiene il leader Iv - e in azienda, all'alba, persone non indagate che hanno dato lecitamente contributi alla fondazione Open è un atto senza precedenti nella storia del finanziamento alla politica. I finanziamenti alla fondazione sono tutti regolarmente tracciati: trasparenza totale! Due giudici fiorentini decidono che Open non è una fondazione ma un partito. E quindi cambiano le regole in modo retroattivo. Aprendo indagini per finanziamento illecito ai partiti! Ma come? Se era una fondazione, come può essere finanziamento illecito a un partito?". "E allora - incalza Renzi - chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana. Chiameremo in causa tutti i livelli istituzionali per sapere se i partiti sono quelli previsti dall'articolo 49 della Costituzione o quelli decisi da due magistrati fiorentini". Nel frattempo, provoca Renzi, "raccomando a tutte le aziende di NON finanziare Italia Viva se non vogliono rischiare: possiamo raccogliere solo microdonazioni di cittadini che non accettano questa gara al massacro contro di noi. E che al sito italiaviva.it/sostieni stanno contribuendo in queste ore, dimostrandoci solidarietà e affetto"
Iv chiede dibattito Senato, interverrà Renzi - Il presidente dei senatori Iv Davide Faraone ha scritto alla presidente Casellati per chiederle "di calendarizzare urgentemente un dibattito in Senato viste le recenti vicende giudiziarie sulle regole del finanziamento alla politica e su chi stabilisce cos'è un partito e cosa no". E Matteo Renzi è pronto a intervenire in Aula dopo lo scontro apertosi con i magistrati fiorentini sull'inchiesta Open. Il punto, è la convinzione dei renziani, è che si è aperto "uno scontro non tra politici e magistrati ma tra la politica e la magistratura" perchè i giudici titolari dell'inchiesta Open hanno aperto "un'indagine per finanziamento illecito ai partiti" anche se Open è una fondazione. "A questo punto tutti i partiti politici devono dire nella sede delle istituzioni che cosa ne pensano", alzano il tiro i renziani.
Inchiesta Open, perquisito e indagato Marco Carrai - E' finanziamento illecito a partiti l'ipotesi di reato per la quale la procura di Firenze ha indagato, nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Open, l'imprenditore Marco Carrai, amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open. Ieri la Guardia di finanza ha perquisito, su ordine della procura fiorentina, l'ufficio di Carrai notificandogli anche un avviso di garanzia. "Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione. So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge", ha dichiarato già ieri Carrai.
S'allarga ai finanziatori l'inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open, istituita per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi, tra cui la Leopolda, e finita ora in un'indagine molto ampia. Oltre 30 le perquisizioni eseguite dalla Gdf in tutta Italia e ordinate dai pm che, accanto ai reati di riciclaggio e traffico di influenze illecite, ora ipotizzano quello di finanziamento illecito ai partiti.
Perquisito e indagato l'imprenditore Marco Carrai, amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open. La Guardia di finanza ha perquisito l'ufficio di Carrai a cui è stato notificato anche avviso di garanzia. Secondo quanto emerge , l'imprenditore sarebbe stato riferimento dentro la fondazione di parte dei finanziatori su cui si è diretta l'attenzione della procura di Firenze negli ultimi sviluppi dell'inchiesta e che sono stati perquisiti oggi.
Oltre 30 le perquisizioni eseguite dalla Gdf in tutta Italia e ordinate dai pm che, accanto ai reati di riciclaggio e traffico di influenze illecite, ora ipotizzano quello di finanziamento illecito ai partiti. Su questa scia, Luigi Di Maio ha attaccato subito. "C'è un problema serio su fondi e finanziamenti ai partiti: serve subito una commissione d'inchiesta, lo chiederemo nel contratto di governo che faremo partire a gennaio", ha detto prendendo l'inchiesta come un assist per ricompattare il Governo in funzione anti-Renzi. Il quale, in serata, ha commentato duro: "E' un massacro mediatico, i fondi sono regolari. Chi ha finanziato la Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni", "se poi altri partiti utilizzano questa vicenda per chiedere commissioni di inchiesta sui partiti e sulle fondazioni io dico che ci sto". "Anzi, rilancio - ha detto Renzi -: dovremmo allargare la commissione d'inchiesta alle società collegate a movimenti politici che ricevono collaborazioni e consulenze da società pubbliche. Italiane, certo. Ma non solo italiane". I pm, ha continuato Renzi, "sono gli stessi che hanno firmato l'arresto dei miei genitori, Creazzo e Turco (procuratore capo e procuratore aggiunto di Firenze, ndr), provvedimento annullato pochi giorni dopo dal riesame". Quindi il senatore, con amarezza, ha invitato le aziende a "non finanziare Italia Viva" per non passare "guai di immagine" e a usare il crowfunding.
Per gli inquirenti fiorentini Open avrebbe funzionato come articolazione di partito venendo impiegata, dunque, come strumento di finanziamento illecito. Le perquisizioni sono state fatte a Milano, Firenze, Pistoia, Torino, Alessandria, Parma, Modena, La Spezia, Roma, Napoli e Bari. I finanzieri hanno cercato documenti - ma anche bancomat, carte di credito e rimborsi spese che secondo fonti investigative sarebbero stati messi a disposizione di alcuni parlamentari - in case e uffici. Sotto la lente ancora l'avvocato Alberto Bianchi, già perquisito a settembre, e i rapporti tra Open e i suoi finanziatori. L'ex presidente di Open è accusato dei reati di finanziamento illecito e traffico di influenze illecite. Altri indagati sono alcuni imprenditori titolari di società con sede a Firenze, Chieti e Roma, ai quali sarebbero contestate a vario titolo anche le accuse di autoriciclaggio, riciclaggio, appropriazione indebita aggravata e false comunicazioni sociali. Altri imprenditori, che non sarebbero indagati, sono stati perquisiti perché legati da rapporti finanziari con un consigliere della fondazione Open. Di Open, procura e GdF di Firenze stanno valutando operazioni relative alle primarie 2012 e al 'Comitato per Matteo Renzi segretario'. L'attenzione si sarebbe centrata pure su alcune ricevute di versamento da parlamentari. Gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese da Bianchi e collaboratori del suo studio, e i finanziamenti avuti dalla Open. Il primo passaggio di denaro indagato è quello che coinvolge il gruppo di costruzioni Toto. Nell'agosto del 2016 Bianchi, a fronte di una fattura emessa per prestazioni professionali, ricevette dal gruppo Toto un pagamento di oltre 800mila euro, denaro che per l'accusa sarebbe stato in parte usato per finanziare Open, sui cui conti Bianchi versò 200mila euro il mese successivo. Altri 200.000 li versò al Comitato per il sì al referendum sulla Costituzione. Nello stesso anno lo studio Bianchi aveva ricevuto dal gruppo Toto circa 2 milioni per prestazioni professionali. Al vaglio i rapporti tra la fondazione e l'imprenditore Patrizio Donnini, che a sua volta, sempre nel 2016, avrebbe ricevuto dal gruppo Toto oltre 4 milioni di euro in parte con operazioni di compravendita di quote societarie effettuate dalla società immobiliare Immobil Green.