Le storie prima di tutto. Sono loro il motore della vita di Donald Ranvaud, produttore indipendente di fama internazionale, oggi a capo della Buena Onda Film di Londra, con sedi distaccate in tutto il mondo. Farewell my concubine, City of God e The Constant Gardener sono le sue opere più importanti che hanno fatto incetta di premi a Cannes, Berlino, Bafta in Inghilterra. Diversi Golden Globe vinti, numerose le nomination agli Oscar. Nome e cognome straniero, ma origini italiane. È nato a Firenze nel 1953, da padre inglese e madre italiana. Quando non è in giro per lavoro, Ranvaud vive a Roma nella multietnica Piazza Vittorio, nella casa di famiglia. Qui ha i suoi affetti più cari, anche se è uno sconosciuto da noi. “Io mi sento italiano, ma qui – racconta – non sono mai riuscito a lavorare. Servono amicizie, raccomandazioni, c’è un sistema clientelare snervante, devi fare favori, capire a chi dare le mazzette e ti puoi anche sbagliare”. “Sento che il vento sta cambiando, le storture da abbattere sono tante, ma nonostante lo stallo politico io credo molto nelle potenzialità del Movimento 5 stelle, spero che non deluda le aspettative” .
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 14 aprile 2013
M5S, poche chiacchiere e Rodotà (il treno non ripasserà). - Andrea Scanzi
Sondaggi e cali. Sento da settimane la litania che il M5S è in forte calo “perché non si è accordato con il Pd”. E’ una riflessione – non certo un’analisi – fatta puntualmente da chi ha votato Pd o, al massimo, ha scelto M5S in mancanza di meglio (e magari solo al Senato). Capita spesso, in Italia, che si confonda il desiderio personale con la realtà delle cose. Pensate a Repubblica: ogni volta son convinti che il centrosinistra vincerà le elezioni. Perché? Perché lo spera Scalfari, perché lo spera Mauro, perché lo spera Maltese. Poi, ogni volta, il mondo sta da tutt’altra parte (e loro, ogni volta, si stupiscono: “Toh, non l’avrei mai detto”). Qua sta più o meno accadendo la stessa cosa. Il M5S non è in (forte) calo. Lo è se si prende come riferimento il 27-29 che mai ha preso e di cui era accreditato subito dopo il voto. Per alcuni sondaggisti è al 25 (quanto ha preso alla Camera), per altri al 23 (quanto ha preso al Senato). E i sondaggi, sin qui, hanno sempre sottovalutato il M5S. Al raduno agrituristico, Grillo ha esordito dicendo: “Pazienza se perderemo 2-3 punti”.
Probabilmente, se scendesse attorno al 18-20 percento (comunque una cifra altissima), Grillo e Casaleggio sarebbero anche più contenti. Potrebbero restare all’opposizione permanentementee fungere da pungolo democratico: ciò che sanno fare meglio. La percezione del “calo” è in realtà un sogno di quella sinistra che detesta il Movimento, o di quei grillini-loro-malgrado che credevano di appoggiare una Democrazia Proletaria 2.0. Il M5S non sta subendo nessuna erosione paurosa, al massimo un calo effettivo ma non così gigantesco. (Se poi mi chiedete un parere sulla tattica post-elezioni, ribadisco quanto più volte detto e scritto. Era giustissimo dire “no” a Bersani, che deve abbandonare la politica perché ha sbagliato tutto. Mentre è stato sbagliato restare all’angolo alla seconda consultazione con Napolitano, quando era giusto fare un nome e stanare il centrosinistra).
Lombardi-Troll. Se si impegnasse, non ci riuscirebbe. Non così bene. Se Simpatia Lombardi operasse deliberatamente per non beccarne mezza, non arriverebbe a una tale autoparodia sistematica (e ovviamente involontaria). Il fascismo buono, i portafogli rubati. “Noi non parliamo con le parti sociali, noi siamo le parti sociali” (se Bersani le avesse mollato seduta stante uno schiaffone, o anche solo si fosse alzato lasciandola ai propri deliri, avrei aperto subito il Fan Club “Daje Smacchiatore”). Il “nonno” Napolitano, la sala da dedicare ad “Angelo Siani” (si chiamava Giancarlo, e comunque è già tanto che la Sora Roberta non lo abbia chiamato “Alessandro”). Le pose civettuole mentre la fotografavano con il “capo” Beppe, appena uscita dal Quirinale. Perfino l’accusa di aggressione da parte di un avvocato e militante 5 Stelle, Luigi Picarozzi, che mercoledì scorso aL’aria che tira l’ha tratteggiata come una che nel Lazio conta persino più di Grillo (se il vero guru del M5S è lei, non c’è speranza). Sora Roberta è un mix strepitoso di arroganza, supponenza, dilettantismo e talento da gaffeur. Scegliere una Capogruppo più inadatta era arduo. Forse la Lombardi non è una militante: è un troll. Un fake creato dal Pd per minare la credibilità del Movimento.
Quirinarie (Parte Uno: la Figuraccia). Prima di tutto: la parola “Quirinarie” è orrenda. E le parole sono importanti. Poi: l’annullamento del primo giorno di voto non cela nessun complotto (per cosa? Per scegliere 10 nomi che erano in larga parte già noti? E via, su) ma è stata una figuraccia mediamente titanica. Se insisti col mito della Rete, e poi non riesci a gestire una votazione neanche troppo complicata, non ne esci benissimo.
Quirinarie (Parte Due: l’Occasionissima). Al tempo stesso, le “Quirinarie” (soffro molto a usare questa parola, sappiatelo) hanno portato alla selezione di 10 nomi stimabili. E largamente migliori di quelli che girano dalle parti del Pd-Pdl (cioè, spesso, dalle stesse parti). La modalità è stata un po’ fantozziana, ma il risultato encomiabile. E qua arriviamo al punto fondamentale, che non ammette chiacchiere, distinguo e voli pindarici da duropuristi. E’ un’occasione storica e il treno non ripasserà. Il prossimo governo, se nascerà, durerà pochi mesi: è importante ma non fondamentale.
Il Presidente della Repubblica, al contrario, è fondamentale. Deciderà buona parte della politica dei prossimi 7 anni. E di un altro Napolitano – con tutto il rispetto – ne faremmo a meno (non siamo tutti Ignazio La Russa o Giulia Innocenzi: ho citato a caso due delle persone “trasversali” che ne vorrebbero il bis). Quindi, cari 5 Stelle e cari centrosinistri: fateci vedere cosa volete. Non è più tempo di nascondersi. Nella decina del M5S ci sono nomi belli, ma (alcuni) senza chance di elezione:Strada, Gabanelli, Fo, Grillo (quest’ultimo nemmeno candidabile perché con precedenti penali). Se vincesse uno di loro, si rischierebbe di morire per troppa purezza, votando “il proprio candidato” non solo nelle prime tre votazioni (probabilmente inutili) ma anche dalla quarta (probabilmente decisiva). Ci sono poi nomi che stanno nel limbo, come Caselli o Imposimato, belli ma che il centrosinistra difficilmente voterebbe (soprattutto il primo, “troppo” giustizialista e percepito come “anti-Grasso”, il nuovo santo intoccabile della quasi-sinistra italiana). Emma Bonino, di colpo, sembra piacere a tutti, perché “è donna e pure laica” (sì, ma è anche stata berlusconiana, contro l’arresto di Cosentino, non troppo critica col diktat bulgaro: eccetera). Sarebbe ovviamente meglio di un D’Alema, ma tutti o quasi sarebbero meglio di un D’Alema. La vedo solo come una meno-peggio.
La presenza di Prodi ha fatto arrabbiare molti grillini, compreso il bizzarramente mazziniano Becchi, che però vivevano sinora su Marte: Prodi è amico di Casaleggio, si stimano, e lo stesso Grillo – prima di chiamarlo “Valium” e “Alzheimer” – nel 2006 votò la sua coalizione. E continua tuttora a stimarlo (nonostante tutto). Non sarebbe un nome nuovo, ma sarebbe pur sempre una persona capace, nonché l’unico che ha sconfitto due volte Berlusconi: eleggerlo significherebbe colpire al cuore Berlusconi (che, da Bari, lancia i soliti segnali di forza malsana e populismo caciottaro: non sottovalutatelo, non ancora). Zagrebelsky è forse il mio nome preferito, ma – temo – troppo “giustizialista” pure lui per un centrosinistra che non vede l’ora di inciuciare (altra parola orribile, ma me la perdonerete).
Quindi? Quindi provate con Rodotà. Persona autorevole, libera, inflessibile. Ai giovanilisti che gli rinfacciano l’anagrafe, ricordo che essere giovani non è in sè un vanto, altrimenti dovremmo asserire che la Lombardi è meglio di Ingrao: di un Renzi sgarzolino faccio a meno, di un Monicelli eterno sento una mancanza fottuta. Domani ci sarà la seconda votazione delle “Quirinarie” (eddai). Verrà scelto il nome vero. Puntate su Rodotà (o, personalmente in quest’ordine: Zagrebelsky, Caselli, Prodi, Imposimato, Bonino). Costringete il Pd a dimostrare chi è e cosa vuole. Stanateli e imponetegli – come in Sicilia – una cosa veramente buona. Cerchiamo di capire finalmente se il Pd è quello dell’ultimo Bersani (tanto condivisibile quanto fuori tempo massimo) e di Civati, o (come credo e temo) dei Letta e dei Franceschini. Scegliete un nome (concreto, non pindarico) che non possa non essere appoggiato. Se voterete Rodotà o Zagrebelsy, e il Pd non vi seguirà, avrete perso (e con voi il paese), ma se non altro avranno tutti ben chiaro la realtà delle cose. Chi paralizza il paese e chi no. Chi vuole il cambiamento e chi no. Chi tiene politicamente in vita Berlusconi e chi no.
E’ un treno che non ripassa, ragazzi. E per i giochetti non c’è più tempo.
sabato 13 aprile 2013
La Cetoniella (Oxythyrea funesta)
E' un insetto della famiglia degli Scarabaeidae, sottofamiglia Cetoniinae.
Oxythyrea funesta è lunga circa un centimetro e di color nero più o meno bronzato. La forma tipica è ricoperta di pubescenza elevata nera (ben visibile di profilo), che manca nella varietà consobrina.
La maggior parte degli esemplari presenta inoltre sul lato dorsale numerose macchiette di pubescenza bianca (talvolta mancanti). In particolare il pronoto porta 6 macchie bianche tipiche della specie.
Oxythyrea funesta compare sui fiori già all'inizio della primavera. È un insetto fitofago che non si limita a nutrirsi del polline, ma rode gli organi floreali, risultando molto dannoso per l’agricoltura.
Danneggia i fiori e boccioli in prevalenza di colore chiaro.
La specie è comune e diffusa in Europa, Asia minore e Medio Oriente.
L'eliminazione può avvenire in maniera "manuale" inserendo, cioè, in prossimità dei fiori da proteggere un piccolo pannello di colore bianco o azzurro chiaro ricoperto di colla per uso botanico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Oxythyrea_funesta
Giustizia, l’Anm attacca i “saggi”: “Proposte insoddisfacenti e conservatrici”.
L’Associazione nazionale magistrati attacca i “saggi” voluti da Napolitano: ”Con rammarico” l’Anm ritiene le proposte dei saggi in materia di riforma della giustizia “fortemente insoddisfacenti”. Lo ha detto il presidente Rodolfo Sabelli in apertura della riunione del parlamentino dell’Associazione. “Ci sembrano proposte di ispirazione sostanzialmente conservatrice”, ha spiegato. Le proposte, sottolinea Sabelli”, sembrano mirate sulla riforma del giudice e non della giustizia“.
Nella relazione finale dei saggi sono suggerite riforme care al centrodestra come la limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini e una sorta di giudizio d’appello per i provvedimenti disciplinari del Csm affidato a una corte di nomina a maggioranza politica.
Sabelli ripropone ai saggi molte delle critiche rivolte ai governi Berlusconi e Monti in tema di tangenti e mafia. Il presidente dell’Associazione magistrati lamenta infatti “scarsa attenzione ai temi del contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. Non si parla di voto di scambio, di falso in bilancio né di autoriciclaggio e non si affronta neanche il tema della prescrizione, tranne nelle note di Valerio Onida“. Quanto al tema delle intercettazioni “si sottolinea solo la necessità di modificarne i presupposti”, osserva ancora Sabelli, che ricorda poi le indicazioni contenute nelle riforme sul lavoro dei pubblici ministeri che “evocano precedenti già definiti fortemente negativi per la limitazione alla capacità di acquisire notizie di reato“.
Sabelli esprime quindi “forti perplessità sull’alta Corte di giustizia, sia pure di secondo grado”, in riferimento all’organismo a nomina in maggioranza politica pensato per intervenire sulle decisioni del Csm in materia di provvedimenti disciplinari contro i magistrati. “Non si fa cenno su questo al pericolo di interferenza per l’esercizio della funzione giudiziaria e si dimenticano le differenze tra le magistrature”.
Non è mancato un riferimento al caso Ingroia, dopo l’intervento del Csm che ha stoppato un possibile incarico del magistrato sceso in politica presso la Regione Sicilia. ”Aosta non è una punizione”, ha sottolineato Sabelli rispondendo a una domanda sull’assegnazione, disposta dal Csm, di una sede giudiziaria per Antonio Ingroia, al ritorno dall’aspettativa per motivi elettorali. “Ci sono realtà serie ed importanti anche ad Aosta: si lavora e non è certo un posto dove andare a riposare”.
Una bella notizia dal Sudamerica che ci riguarda. Finalmente svelata la politica estera del M5s. - Sergio Di Cori Modigliani
Gianni Vattimo e Cristina Kirchner
“La Cultura è servita per farci comprendere l’esistenza dei Diritti degli Esseri Umani e farci capire e incorporare l’idea che la schiavitù è un concetto inconcepibile per il genere umano”.
Mario Vargas Llosas, premio Nobel per la letteratura 2010. Buenos Aires 11 aprile 2013
E’ una di quelle notizie che fa bene, che dà ottimismo, che rende orgogliosi, che fa pensare alla grandezza reale dell’Europa, all’importanza del suo continuo lascito culturale, che stimola la dignità dell’unità nazionale e fa ben sperare sulla rinascita della nostra nazione. Una di quelle notizie in cui perfino la retorica ci sta bene. E invece niente.
Sulla stampa nazionale e alla tivvù non è in risalto, tantomeno su facebook.
La trovate qui, così come è stata data nell’intero continente americano, dal Canada al Polo sud: “Ieri mattina, 11 aprile, a Buenos Aires, la presidenta argentina Cristina Kirchner ha ricevuto in visita ufficiale il prof. Gianni Vattimo, valente filosofo italiano, professore emerito di filosofia teoretica all’università di Torino, parlamentare europeo nelle liste dell’Idv. Il filosofo italiano ha ricevuto la laurea honoris causa all’Università di Buenos Aires per “meriti di pensiero”. Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato anche Juan Manuel Abal Medina, capo di gabinetto e ministro della cultura argentino, il prof. Vattimo ha espresso un grande apprezzamento per le conquiste nel campo dei diritti civili in tutte le nazioni del Sud America, gettando il seme di una ritrovata possibile intesa tra il continente sudamericano e l’Europa. Così è stata motivata, da parte di Medina, l’assegnazione del premio a Vattimo: “Il filosofo italiano è uno dei più solidi e più interessanti pensatori dei nostri tempi. Soprattutto, in questo momento storico, perché le sue opere e la sua attività ci consentono di essere in grado di fornire nuovi elementi teorici per aiutarci a comprendere e affrontare la gestione della politica in maniera complessa in un mondo sempre più complesso. Sono orgoglioso a nome di tutti i sudamericani per i suoi complimenti a nome del parlamento europeo. Le sue parole mostrano che la nostra Regione Latina è vista con occhi speranzosi da chi ha voglia, in Europa, di vedere”.
A riprova dell’importanza che in Sudamerica hanno attribuito a quest’incontro, c’è un sito nuovo, messo su immediatamente dal governo argentino, che trovate qui vattimoenargentina.com. sotto il titolo La Presidenta recibió a Gianni Vattimo
Da noi, in Italia, per motivi che esulano dalla mia comprensione, è stato scelto da parte della cupola mediatica e della cultura ufficiale (nel caso esista ancora) di non dare risalto all’evento. C’è da scegliere il sostantivo, per cercare di comprenderne le ragioni: Distrazione? Masochismo? Indifferenza? Disfattismo? Negligenza? Incompetenza?
Qualunque sia la motivazione, è un segnale dell’altissimo livello di disinformazione che regna in Italia, dove invece si legge oggi nelle pagine culturali ( e ci si discute pure sopra) che una valletta sexy ha scritto al Papa. Non a caso siamo finiti al 57esimo posto come libertà di stampa e l’ufficio statistico dell’ Unione Europea ha rilevato –dieci giorni fa- che l’Italia, tra i 27 paesi membri, è ultimo come investimento nella cultura, nell’istruzione, nella ricerca scientifica, nell’innovazione. Al primo posto c’è la Germania. Penultima è la Grecia. Questi sono i risultati della politica di Draghi e di Mario Monti.
Certo, va detto, che parlare oggi di un incontro tra un parlamentare europeo, che di professione fa il filosofo, stimato e apprezzato in tutto il mondo (alla fine degli anni’80 intuì alla perfezione la tendenza della società di allora, coniando il termine “pensiero debole”) e la presidente di uno Stato che ha detto no alle politiche rigoriste e iper-liberiste del Fondo Monetario Internazionale, causerebbe più di un malumore nelle truppe cammellate al seguito dei partiti e nelle riunioni di redazione della cupola mediatica. Comunque sia, sono contento di poter fornire una notizia che accogliamo come un buon motivo per sentirci orgogliosi di essere italiani.
Subito dopo aver ricevuto Vattimo, il governo argentino ha convocato una conferenza stampa nel corso della quale è stata presentata la nuova regolamentazione argentina per combattere, in maniera molto severa, la pratica dello sfruttamento lavorativo dei minorenni. Presentato come «Acto de CFK en el Salón de las Mujeres del Bicentenario. Promulgación de las leyes de Régimen de contrato de trabajo para el Personal de Casas Particulares y la que castiga a quienes promueven el trabajo de menores de edad» la nuova legge è stata accolta in tutto il continente sudamericano (e soprattutto dagli osservatori dell’Onu) come una solida tappa nella lotta contro la povertà e contro lo sfruttamento dei ceti più deboli e svantaggiati. Chi è interessato può trovare tutti i particolari nel sito ufficiale argentino http://on.fb.me/wgn0mc.
Verso sera, sempre nella città di Buenos Aires (www.lanacion.com.arg sotto il titolo La cultura y la calidad de la democracia, según Vargas Llosa, a firma Maria Elena Polac) c’è stato un incontro aperto al pubblico con il premio nobel della letteratura presentato dal sociologo Juan Josè Sebreli e trasmesso in tutto il continente americano, compreso Usa e Canada. Nel corso di tale evento, al quale hanno assistito circa 1000 persone in vivo, e circa 40 milioni di persone in streaming nell’intero continente, il grande romanziere peruviano ha lanciato un poderoso atto d’accusa contro gli intellettuali e gli economisti, rei di aver snaturato il mondo per poter giustificare l’inizio di un processo di de-naturizzazione dell’essere umano. Vargas Llosas ha spiegato come il mondo sia pieno di imperfezioni perché così è la natura umana, ma non bisogna dimenticare che la Cultura e la Scienza ci hanno consentito di uscire dalla caverne e puntare alle stelle, ma la loro pessima interpretazione ci ha portato anche alla barbarie, al nazismo, al comunismo; oggi stiamo correndo il rischio di ritornare alla barbarie perché abbattendo le frontiere della Cultura, si ritornerà nelle caverne; esistono oggi raffinate tecniche di manipolazione delle coscienze che consentono di irretire gli spiriti addormentandoli.
E’ ciò che in Italia, di solito, si chiama disinformazione. Un processo in atto nella nostra repubblica dove le notizie, gli accadimenti, le dinamiche del mondo reale, vengono ormai sottaciute per alimentare di continuo, sia sulla stampa cartacea che alla tivvù e sui social networks una realtà parallela, virtuale quanto immaginaria, per far credere alla popolazione che l’illusione inventata da una classe dirigente asfittica e incompetente corrisponda alla realtà. Non è certo casuale il fatto che dall’informazione italiana sia praticamente scomparsa ogni notizia, dibattito, discussione, confronto, relativo agli esteri e alla politica estera. Non una parola, o poche, nei programmi dei partiti, come se il mondo non esistesse. Non una parola, o poche, su ciò che, intanto, Monti e i suoi ministri seguitano a fare nello scacchiere del pianeta; mentre agli italiani si vuol far credere che non esiste il governo e gli impegni internazionali sono stati cancellati in attesa di un nuovo governo. Non è vero. Non è così.
Non mi stupisce, dunque, che l’intera cupola mediatica e le tivvù al seguito (compatte e in linea) con la complicità delle chiacchiere inutili di facebook, abbiano scelto di non riferire o di mostrare poco interesse, riguardo il comportamento degli eletti del M5s in Parlamento, in relazione ai due importanti eventi nazionali in materia di politica estera: la presenza dei nostri soldati in Afghanistan e la posizione “ufficiale” italiana nella guerra civile siriana, dove le nostre aziende belliche sono infognate fino al collo senza che i cittadini italiani ne siano informati.
Non si tratta solo di dare risalto all’attività parlamentare, lo si è sempre fatto poco, anche con gli altri gruppi parlamentari ma, in questo momento, sapere come agisce questa nuova realtà in Parlamento può essere una notizia da dare ai cittadini, che forse sono stufi di ricevere soltanto gossip.
Il M5s ha ufficialmente presentato (firmato da 53 eletti) alla presidente della Camera on. Laura Boldrini, la richiesta di porre fine alla presenza militare italiana in Afghanistan, non essendo stato il governo in carica disponibile a fornire spiegazioni in merito, per informare i cittadini sulle ragioni e sulle motivazioni per cui i nostri militari stanno lì. Con fortissimo aggravio finanziario per i conti dello Stato. Invito (chi è interessato) a collegarsi qui andandosi a vedere ed ascoltare di persona ciò che i deputati del M5s hanno fatto e detto a riguardo..
http://www.youtube.com/watch?v=AjUf-aH563s&list=UUQMR0q4wNM8Rbe7W0UlX1jg&index=1.
http://www.youtube.com/watch?v=AjUf-aH563s&list=UUQMR0q4wNM8Rbe7W0UlX1jg&index=1.
A questo va aggiunta anche l’interpellanza “ufficiale” presentata sempre alla Camera dei Deputati in data 10 aprile 2013 e sulla quale è stato steso un velo di omertà e di censura inspiegabile, dato che si tratta di una documentazione istituzionale ufficiale e di materia fondamentale sia per la sicurezza della nazione, che per l’incolumità dei professionisti della stampa e dell’intera cittadinanza. Ecco qui di seguito il testo ufficiale per intero, così come è stato rubricato agli Atti Parlamentari:
Al Presidente del Consiglio dei Ministri – Ministro pro tempore agli Esteri
Premesso che:
in Siria, da due anni, è in corso una guerra (90.000 morti, secondo l’ONU) determinata dall’irrompere di gruppi armati, provenienti da numerosi stati stranieri e foraggiati dall’Occidente e dalle Petromonarchie, che, impossessandosi delle giuste istanze di democrazia e partecipazione che erano alla base delle mobilitazioni del popolo siriano di qualche anno fa, stanno seminando il terrore con autobombe, assalti ad edifici governativi, uccisioni e rapimenti di inermi cittadini siriani “colpevoli” di non schierarsi con loro contro il governo di Bashar al-Assad;
i suddetti gruppi, tra l’altro di feroce “ideologia” jihadista e facenti parte della cosiddetta “Coalizione nazionale siriana” sono stati riconosciuti dal dimissionario Ministro Terzi come “unici rappresentanti del popolo siriano” per i quali (insieme alla diplomazia francese e inglese) ha recentemente proposto la fine ufficiale dell’embargo di armi decretato dalla Comunità Europea;
il 3 aprile di quest’anno quattro giornalisti di nazionalità italiana (Amedeo Ricucci, inviato Rai,; Elio Colavolpe, Andrea Vignali, e Susan Dabbous) sono stati rapiti nel nord della Siria da uno dei suddetti gruppi e tuttora sequestrati nella verosimile attesa di ricevere dal nostro governo soldi o armi;
il 4 aprile di quest’anno, la RAI e la Farnesina, verosimilmente per non gettare cattiva luce sui suddetti gruppi armati, dichiarava, i suddetti giornalisti non già “rapiti” ma, bensì, pudicamente “trattenuti” e chiedeva agli organi di informazione un “silenzio stampa” prontamente ottenuto anche dai numerosi organi di informazione sempre pronti a invocare crociate; che sono passati almeno sei giorni dal rapimento senza che il Governo si sia sentito in dovere di riferire al Parlamento su questo gravissimo episodio
si chiede di riferire con urgenza:
se il Governo italiano sta conducendo trattative con i suddetti gruppi armati per ottenere la pronta liberazione degli ostaggi;
se queste trattative prevedono l’invio di denaro o di armamenti.
Non pensate che, come cittadini, qualunque sia la vostra collocazione politica, sia un diritto inalienabile di ogni italiano essere informato sul perché i nostri soldati vanno a morire in Afghanistan, che cosa ci stanno a fare lì, che cosa sta accdendo in Siria e qual è l’esatta posizione dell’Italia rispetto alla guerra civile?
Così vanno le cose in questa settimana.
Vi auguro un buon week end.
Giappone, creato un filo artificiale per riparare muscoli, vasi e reti neuronali.
Un filo artificiale per "tessere" nuovi organi oppure ricostruire fibre muscolari, vasi sanguigni o reti neurali. Adesso sembra sia possibile grazie a una micro fibra, lunga anche metri, "ripiena" di cellule immerse in un tessuto connettivo. A realizzarlo un gruppo di ricercatori dell'Università di Tokyo e in uno dei primi esperimenti, descritto su Nature Materials, sono state ottenute microfibre con le cellule del pancreas produttrici di insulina e trapiantate in un topo.
"Filando" un sottilissimo cavo al cui interno possono essere inserite cellule e una matrice proteica in grado di sostenerle e alimentarle, i ricercatori giapponesi sono riusciti a creare una micro fibra multi funzione capace di replicare le funzioni di un gran tipo di tessuti. Queste fibre possono poi essere tessute in varie forme e ricreare veri e proprio organi funzionanti, oppure ricostruire fibre muscolari, vasi sanguigni o reti neurali.
Per mettere alla prova la funzionalità dei tessuti generati, i ricercatori hanno ricreato artificialmente parti di pancreas in grado di produrre insulina e poi trapiantate con successo in un topo diabetico che ha ristabilito, per un periodo, i valori ottimali di zuccheri nel sangue.
"Filando" un sottilissimo cavo al cui interno possono essere inserite cellule e una matrice proteica in grado di sostenerle e alimentarle, i ricercatori giapponesi sono riusciti a creare una micro fibra multi funzione capace di replicare le funzioni di un gran tipo di tessuti. Queste fibre possono poi essere tessute in varie forme e ricreare veri e proprio organi funzionanti, oppure ricostruire fibre muscolari, vasi sanguigni o reti neurali.
Per mettere alla prova la funzionalità dei tessuti generati, i ricercatori hanno ricreato artificialmente parti di pancreas in grado di produrre insulina e poi trapiantate con successo in un topo diabetico che ha ristabilito, per un periodo, i valori ottimali di zuccheri nel sangue.
Iscriviti a:
Post (Atom)