Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 16 maggio 2013
Si parla di esodati e lavoro, in aula non c'è nessuno. E noi paghiamo.
http://www.cadoinpiedi.it/2013/05/16/senato_i_banchi_vouti_di_pdl_e_lega.html
Questo succede alla camera quando c'è da discutere una legge che riguarda i cittadini.
Naturalmente, quando la legge riguarda qualcuno di loro, le cose cambiano.
Umberto Bossi indagato: truffa ai danni dello Stato, per i figli appropriazione indebita. - Anita Richeldi
Umberto Bossi è indagato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sui fondi del Carroccio: non poteva non sapere delle spese folli dei figli.
Umberto Bossi è indagato. Umberto Bossi sapeva... Sapeva dei soldi sottratti al partito per pagare le spese folli - e le lauree - dei suoi figli, e anzi pare che fosse lui stesso ad autorizzarle.
E del resto "carta canta" perché sui rendiconti della Lega Nord da inviare a Roma per ottenere i rimborsi elettorali la firma del Senatùr campeggia accanto a quella di Francesco Belsito, la "pietra dello scandalo".
L'acccusa di truffa ai danni dello Stato, maturata nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sui fondi del Carroccio, è stata consegnata a Bossi stesso in via Bellerio.
Sono indagati anche i suoi due figli, Renzo e Riccardo, accusati di appropriazione indebita.
E anche se la Lega grida al complotto, tirando mezzo i servizi segreti, i magistrati sembrano non avere dubbi, soprattutto dopo le dichiarazioni di Belsito e di Nadia Dagrada, responsabile amministrativa della Lega e le intercettazioni delle telefonate tra i due.
Repubblica scrive:
I dialoghi intercettati fra Belsito e la Dagrada hanno fatto un po' da canovaccio in questa vicenda di malagestione dei soldi pubblici, laddove, come hanno annotato gli investigatori, "entrambi convergono che è Bossi che deve autorizzare" e "che lui sa bene cosa rischia". Oppure quando, a proposito degli investimenti a Cipro e Tanzania, l'allora amministratore parla di un "capo (...) molto nervoso perché ha paura che i soldi non rientrano". Infine, le affermazioni rese agli inquirenti. Belsito, interrogato qualche settimana fa, aveva detto che Umberto Bossi sarebbe stato avvisato delle spese "più significative" effettuate per i suoi familiari, mentre la Dagrada (sentita come testimone) aveva ricordato non solo come il leader della Lega firmasse i rendiconti, ma anche un episodio: "Belsito mi ha sicuramente detto di aver registrato un suo colloquio con l'onorevole Bossi, colloquio nel quale aveva ricordato al segretario onorevole Bossi tutte le spese sostenute nell'interesse personale della famiglia (...) con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico. Non so se abbia effettuato tale registrazione", che avrebbe voluto utilizzare, a caso ormai scoppiato, "come strumento di pressione, dal momento che volevano farlo fuori".
E poi c'è una lettera spuntata tra le carte di Belsito, nella cartelletta 'The family' - la stessa che includeva la "laurea lampo" in Albania conseguita dal Trota - dove Riccardo Bossi, fa i conti delle sue uscite personali all'ex tesoriere, aggiungendo di averne "parlato con papà".
Gli inquirenti stanno accertando le responsabilità di Rosi Mauro e della moglie di Umberto Bossi.
Legge Bavaglio, le intercettazioni sulla P3 che non vogliono farvi leggere.
Nel giorno in cui Enrico Costa (Pdl) ha riproposto il testo Alfano (la cosiddetta Legge Bavaglio e contro le intercettazioni), alla Camera è arrivata alla Giunta la richiesta di autorizzazione all’ascolto delle telefonate di Denis Verdini, Marcello Dell’Utri e Nicola Cosentino sulla cosiddetta “P3″. Telefonate che, se dovesse passare il ddl Alfano, non avreste mai potuto leggere.
Enrico Costa, tuttavia, ieri ha escluso che ci sia un “legame politico” tra la riproposizione del disegno di legge e la richiesta di autorizzazione all’ascolto delle intercettazioni dei tre esponenti di spicco del Pdl : “Ho semplicemente riproposto – insiste Costa – i testi delle più significative proposte legge presentate dal Pdl nella scorsa legislatura. Tra queste c’è il testo Alfano sulle intercettazioni e il provvedimento sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare”. La vicenda che coinvolge Verdini, Cosentino e Dell’Utri è quella del processo sulla cosiddetta “P3“. La richiesta di utilizzare le intercettazioni è partita dal gip di Roma Elvira Tamburello e trasmessa a Montecitorio perché i tre esponenti del Pdl erano parlamentari all’epoca dei fatti. Dell’Utri era senatore, Cosentino e Verdini, invece deputati. Attualmente, però, solo Verdini è parlamentare ed è stato eletto al Senato. Il cofondatore di Forza Italia e l’ex coordinatore campano del Pdl, invece, non sono stati ricandidati, non siedono più in Parlamento e sono a rischio galera.
Influenzare la Corte Costituzionale sul giudizio sul ‘Lodo Alfano’, intervenire sul Consiglio superiore della Magistratura per indirizzare l’assegnazione di incarichi direttivi, fare pressione sulla Corte di Cassazione per risolvere in una certa maniera il cosiddetto ‘Lodo Mondadori’. E poi il tentativo di screditare il candidato Stefano Caldoro al governo della Campania ma anche l’intervento a Milano in favore dell’accoglimento di un ricorso riguardante la lista ‘Pro Lombardia’ di Roberto Formigoni. Sono note la manovre che i membri della cossidetta P3 aveva architettato per infiltrarsi nelle istituzioni e inquinarle. Ecco il documento e le conversazioni.
Luigi Zanda su Silvio Berlusconi: "Ineleggibile e mai senatore a vita". E a Roberto Formigoni: "Lasci presidenza commissione"
"Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l'ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui". Luigi Zanda, il presidente dei senatori del Pd, in un'intervista ad Avvenire attacca il Cavaliere. E scandisce il no del Pd all'ipotesi di una sua nomina a senatore a vita: "In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l'ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro".
Poi riflettendo sulla requisitoria di Ilda Boccassini e sulla richiesta di interdizione perpetua avverte: "Tortora si è dimesso da parlamentare europeo per accettare il processo; Andreotti è stato presente a tutte le udienze... Berlusconi, invece, ha scelto di usare (e io direi in maniera spesso inopportuna) il legittimo impedimento. Io preferisco, senza nessun tentennamento, il comportamento dei primi due". L'ultimo messaggio è con la testa alle riforme: "Berlusconi - dice Zanda - ha la responsabilità della qualità delle scelte del Parlamento. Non faccia pesare i suoi problemi personali sulle decisioni di Camera e Senato. Pensi al Paese".
Zanda chiede poi a Roberto Formigoni di lasciare la presidenza della commissioneAgricoltura. "È stato eletto anche con il nostro voto. Rientrava nell'accordo di governo e l'abbiamo rispettato, nonostante fosse oggetto di un'indagine dettagliata e carica di risvolti. Poche ore dopo essere stato eletto è arrivata però una richiesta di rinvio a giudizio con due imputazioni gravi: associazione a delinquere e corruzione. Ora penso che Formigoni dovrebbe prenderne atto e responsabilmente rinunciare alla presidenza della commissione. Lo dovrebbe fare a propria tutela, ma anche a tutela del Parlamento".
Il presidente dei senatori Pd parla anche di intercettazioni: "Uno: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini e vanno certamente mantenute. Due: una modifica della legge che oggi le regolamenta non fa parte del programma di governo. Detto questo, quel che va vietato e sanzionato severamente è la loro diffusione impropria. Ma non basta. Quelle che non hanno attinenza con il procedimento o che riguardano fatti personali degli indagati vanno distrutte".
Sulla giustizia Zanda aggiunge: "abbiamo un'occasione: riformiamo il sistema e poi, a fine percorso, potremo discutere sul serio anche di amnistia e di indulto", che "hanno un senso solo se sono legate a misure strutturali".
"Il Movimento 5 Stelle prende in parola le dichiarazioni del capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. Siamo pronti a sostenere e votare nelle apposite sedi, l'ineleggibilità del senatore Silvio Berlusconi, così come a contrastare politicamente la sua elezione a senatore a vita". Lo afferma in una dichiarazione Vito Crimi, capogruppo dell'M5S al Senato. "La nomina di Berlusconi senatore a vita sarebbe un affronto al Paese e al rispetto delle leggi", aggiunge.
"Il Movimento 5 Stelle dal primo giorno di questa legislatura ha posto il tema dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi e dei suoi legali in relazione alla legge sul conflitto d'interessi del 1957", aggiunge Crimi, " Si passi dalle parole ai fatti. Nella prima riunione della Giunta per le elezioni, convocata per martedì si metta immediatamente all'ordine del giorno l'ineleggibilità di Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle è pronto a fare la sua parte e votare a favore del rispetto delle leggi e dichiarare Berlusconi ineleggibile".
Zanda è coerente all'ennesima potenza!
Su tutto!
Su tutto!
Il Presidente Giorgio Napolitano: Troppa libertà sul Web, ADESSO BASTA. Polizia intervenga. - Andrea Mavilla
É davvero conflittuale il rapporto tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il web. Nell’Italia repubblicana esiste un reato che si chiama “Vilipendio”. L’articolo 278 del Codice penale lo riporta “Offese all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica. Chiunque offenda l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
Illustre Presidente Giorgio Napolitano,
prima che lei approdasse sul Web, avrebbe dovuto chiedere al suo ufficio stampa, cosa sono i Forum, blog o Social Network.
I Forum, Blog o Social Network, non sono controllati o gestiti da “editori o giornalisti leccaculo”, i quali scrivono solo quello che più le piace o conviene. I Forum, blog o Social Network, sono gestiti dal POPOLO, non ESISTE alcuna censura, silenzio o dittatura. Questi strumenti sono LIBERI.
Illustre Presidente Giorgio Napolitano, credo che nel nostro Paese ci siano problemi ben più seri a cui pensare, non crede?
Anziché preoccuparsi OGGI del Web, perché in questi anni non si é mai preoccupato dei tanti corrotti, collusi e mafiosi, presenti in Parlamento?
- Illustre Presidente, chi pagava e chi prendeva tangenti, non andava candidato, non andava giustificato, non andava elogiato; ma andava semplicemente isolato, punito e CONDANNATO.
- Illustre Presidente, i corrotti, i collusi ed i mafiosi, non andavano candidati, non andavano giustificati, non andavano elogiati: ma andava semplicemente isolati, puniti e CONDANNATI.
- Illustre Presidente, chi usava i nostri soldi per farsi rimborsare massaggi, escort, iPhone, iPad, iPod, profumi, matrimoni, pranzi, cene, nutella e carta igienica; non andava candidato, non andava giustificato, non andava elogiato: ma andava semplicemente isolato, punito e CONDANNATO.
Illustre Presidente, quando sbattete in faccia al popolo stremato e in recessione tutti i vostri privilegi e gli sprechi pubblici, quando chiedete tasse e sacrifici per finanziare le banche estere, quando spolpate fino all’osso il popolo mentre voi ve la godete tra auto blu, escort, benefits e pensioni milionarie… beh questo non è un vero e proprio insulto a tutti noi comuni cittadini?Illustre Presidente, avrebbe dovuto tirare i pugni sulla scrivania, urlando ai suoi Parlamentari, Onorevoli e Senatori; chi DERUBA i soldi nelle casse dello Stato, non é un furbo da imitare o invidiare, ma un CRIMINALE da punire, condannare e detestare; perché deruba i soldi di tutti NOI comuni ed onesti cittadini. Cazzo!
Adesso può ordinare ai suoi “angeli custodi”, di farmi arrestare.
Azz! E meno male che siamo in democrazia!
Non solo non accettano la nostra volontà espressa con il voto, ma ci vogliono anche mettere a tacere!
Non solo non accettano la nostra volontà espressa con il voto, ma ci vogliono anche mettere a tacere!
Rimborsi gonfiati in Regione. La Minetti non presenta scontrini.
Nicole Minetti non ha "prodotto la documentazione necessaria". La Corte dei conti scrive: in assenza di "giustificativi" la consigliera "ha l'obbligo di restituire le somme ricevute". Eppure Nicole non è tra le più spendaccione.
I RIMBORSI DEI CONSIGLIERI - Poco più di un milione di euro spesi, in un anno, tra ristoranti,alberghi, viaggi, tablet e pc: soldi non dovuti che, ora, i consiglieri regionali dello scorso mandato dovranno restituire. L’analisi della sezione di controllo della Corte dei conti sulle spese del 2012 è stata minuziosa e ha messo in fila ogni scontrino e ricevuta presentati dai singoli consiglieri e dai gruppi di riferimento, arrivando a stabilire chi, e quanto, ha speso soldi pubblici senza averne diritto.
Guida la classifica dei rimborsi non dovuti la Lega Nord, a cui vengono contestate spese per 597.525 euro in un solo anno; seguono il Pdl, con 297.721 euro, l’Udc con 48.886 euro, il Pd con 46.256 euro, l’Idv con 12.365 euro, Sel con 10.308 euro e, infine, il Partito pensionati (che conta un solo consigliere) con 827 euro. Il totale delle spese dei sette gruppi per la comunicazione e il funzionamento, nello scorso anno, è stato di poco più di 3 milioni e 700mila euro (di dieci milioni, invece, è la cifra che comprende anche altre voci): di questi, quindi, poco meno di un quarto sono somme non dovute, secondo i magistrati, che hanno chiuso la prima verifica sui conti del Pirellone, visto che questo tipo di controllo è stato introdotto da pochissimo, dopo aver dato la possibilità ad ogni partito di giustificare le spese sotto esame (e c’è chi l’ha fatto, tanto che non tutti i consiglieri dovranno rendere le cifre incassate).
Tra le irregolarità più evidenti trovate dai magistrati, le richieste di rimborsi sulle spese di viaggio e di ristorazione presentate da diversi consiglieri: spese già coperte dall’indennizzo forfettario e dalla diaria e che, quindi, i consiglieri non avrebbero dovuto mettere tra i rimborsi. Ma, tant’è: c’è chi ha provato a duplicare il rimborso (e magari, negli anni precedenti, ci è anche riuscito).
Di fatto, quindi, i consiglieri della Lega hanno spese contestate per oltre la metà di quelle sostenute nel 2012, il Pdl per un quarto, il Pd per un ventesimo. Pranzi e cene in ristoranti, soprattutto in zona Pirellone — dall’ormai famoso ristorante sushi (tra i frequentatori abituali, l’ex consigliera Nicole Minetti, che ha una contestazione di 12mila euro) a Giannino — pernottamenti in alberghi di tutta la Lombardia (già coperti, come detto, dai rimborsi personali), computer portatili, gadget tecnologici, taxi, libri e riviste senza alcuna attinenza con i motivi di studio e lavoro dell’attività di consigliere.
Intercettazioni e bavaglio, Pdl attacca: “Ripartire da leggi del governo Berlusconi”
In arrivo tre progetti di legge, tra questi ricompare anche l'inasprimento per la diffamazione a mezzo stampa. Costa: "Possiamo riprendere dal testo approvato dal Senato nel 2011". Il Pd: "Vogliono lo scontro". Rosy Bindi: "La pacificazione è una favola propagandistica".
In Parlamento rischia di riaprirsi il fronte caldo delle intercettazioni. Il Pdl ha presentato alle Camere due progetti di legge, mentre ce n’è un terzo in arrivo. A Montecitorio porta la firma di Maurizio Bianconi, al Senato di Domenico Scilipoti. Il terzo è stato annunciato da Enrico Costa. “In una situazione politica così delicata – spiega il presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti (Pd) – non credo sia un tema che possa rientrare tra le priorità per venire inserito in tempi rapidi all’ordine del giorno”. Ma non solo: tra le cartucce del centrodestra compare di nuovo l’inasprimento delle norme in materia di diffamazione a mezzo stampa. Lo stop arriva poi più forte dal segretario del Pd Guglielmo Epifani: “Alzare la tensione sulla giustizia non aiuta”.
Costa: “Ripartire da ddl Alfano approvato nel 2011″
Il Pdl riparte dunque dal disegno di legge Alfano che Costa propone come punto di partenza del dibattito. “E’ un disegno significativo del nostro Governo – dice – Presenterò anche un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati”. Costa pensa anche anche al disegno di legge sulla messa alla prova (per esempio i servizi sociali) ed è “partito dal presupposto di proporre come base di discussione testi già approvati almeno da un ramo del Parlamento”. Se le parole di Costa hanno un senso il disegno di legge Alfano approvato dal Senato nel 2011 prevedeva tra l’altro che i telefoni potessero essere messi sotto controllo solo per 75 giorni anziché per tutta la durata delle indagini preliminari o ancora l’eliminazione delle intercettazioni ambientali in auto o a casa. Il disegno di legge dell’ex Guardasigilli e ora viceministro e ministro dell’Interno con Letta si arenò alla Camera nell’ottobre 2011.
Il Pdl riparte dunque dal disegno di legge Alfano che Costa propone come punto di partenza del dibattito. “E’ un disegno significativo del nostro Governo – dice – Presenterò anche un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati”. Costa pensa anche anche al disegno di legge sulla messa alla prova (per esempio i servizi sociali) ed è “partito dal presupposto di proporre come base di discussione testi già approvati almeno da un ramo del Parlamento”. Se le parole di Costa hanno un senso il disegno di legge Alfano approvato dal Senato nel 2011 prevedeva tra l’altro che i telefoni potessero essere messi sotto controllo solo per 75 giorni anziché per tutta la durata delle indagini preliminari o ancora l’eliminazione delle intercettazioni ambientali in auto o a casa. Il disegno di legge dell’ex Guardasigilli e ora viceministro e ministro dell’Interno con Letta si arenò alla Camera nell’ottobre 2011.
Tutto questo accade pochi giorni dopo la requisitoria del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini nel processo Ruby in cui il magistrato ha chiesto 6 anni di reclusione per Silvio Berlusconi. La notizia, per giunta, arriva in una giornata già carica di tensione per il settore della giustizia. Da una parte il documento del plenum del Csm che chiede al ministro della Giustizia di intervenire per far sentire il sostegno alla magistratura dopo gli attacchi degli ultimi giorni. Dall’altra anche la famiglia Berlusconi che torna a far sentire tramite un’intervista rilasciata a Panorama da Marina, primogenita del leader del Pdl. Il processo Ruby “è una farsa che non doveva neppure cominciare” dice la presidente di Mondadori.
Caliendo: “Non è un’indicazione del partito”
C’è chi getta acqua sul fuoco, nello stesso Pdl. “Non c’è nessuna indicazione in questo senso da parte del partito – osserva l’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ora senatore Pdl – e poi il testo che era stato approvato in un ramo del Parlamento può essere considerato superato da altri accordi raggiunti in seguito in materia”. Ma a far pensare che il fronte intercettazioni possa riaprirsi da un momento all’altro, c’è “l’aggancio” con il testo dei “saggi” nominati da Napolitano. Nella relazione dei cosiddetti “facilitatori”, infatti, si parla della necessità di ridurre l’uso delle intercettazioni che devono essere uno strumento di “ricerca della prova” e non del “reato”. Ma insomma almeno al Senato, si chiede al presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma (Pdl), c’è il rischio che se ne possa parlare? “Se i capigruppo mi chiedono di calendarizzare il testo Scilipoti (che ancora non risulta assegnato) o qualsiasi altro provvedimento in materia, io lo metto all’ordine del giorno”. “Del resto – prosegue Nitto Palma – lo stesso Napolitano ha parlato più volte della necessità di riformare il sistema delle intercettazioni. Dunque, perché non farlo?”. Intanto anche Costa sembra rallentare. E’ un fatto di routine, dice, ripresentare i testi già proposti nella legislatura precedente: “E’ un fatto di routine, non c’è alcuna indicazione del partito in questo senso”. Ma anche Caliendo non ha difficoltà ad ammettere: “Se i provvedimenti ci sono e vengono assegnati in commissione possono diventare una base di partenza per riprendere il discorso…”.
C’è chi getta acqua sul fuoco, nello stesso Pdl. “Non c’è nessuna indicazione in questo senso da parte del partito – osserva l’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, ora senatore Pdl – e poi il testo che era stato approvato in un ramo del Parlamento può essere considerato superato da altri accordi raggiunti in seguito in materia”. Ma a far pensare che il fronte intercettazioni possa riaprirsi da un momento all’altro, c’è “l’aggancio” con il testo dei “saggi” nominati da Napolitano. Nella relazione dei cosiddetti “facilitatori”, infatti, si parla della necessità di ridurre l’uso delle intercettazioni che devono essere uno strumento di “ricerca della prova” e non del “reato”. Ma insomma almeno al Senato, si chiede al presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma (Pdl), c’è il rischio che se ne possa parlare? “Se i capigruppo mi chiedono di calendarizzare il testo Scilipoti (che ancora non risulta assegnato) o qualsiasi altro provvedimento in materia, io lo metto all’ordine del giorno”. “Del resto – prosegue Nitto Palma – lo stesso Napolitano ha parlato più volte della necessità di riformare il sistema delle intercettazioni. Dunque, perché non farlo?”. Intanto anche Costa sembra rallentare. E’ un fatto di routine, dice, ripresentare i testi già proposti nella legislatura precedente: “E’ un fatto di routine, non c’è alcuna indicazione del partito in questo senso”. Ma anche Caliendo non ha difficoltà ad ammettere: “Se i provvedimenti ci sono e vengono assegnati in commissione possono diventare una base di partenza per riprendere il discorso…”.
La richiesta di usare le intercettazioni di Verdini, Cosentino e Dell’Utri
C’è un altro fatto contingente: la richiesta per l’autorizzazione all’ascolto di conversazioni telefoniche di Verdini, Cosentino e Dell’Utri arrivata alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. Costa esclude che ci sia un “legame politico”: “Ho semplicemente riproposto – insiste Costa – i testi delle più significative proposte legge presentate dal Pdl nella scorsa legislatura. Tra queste c’è il testo Alfano sulle intercettazioni e il provvedimento sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare”. La vicenda che coinvolge Verdini, Cosentino e Dell’Utri è quella del processo sulla cosiddetta “P3“. La richiesta di utilizzare le intercettazioni è partita dal gip di Roma Elvira Tamburello e trasmessa a Montecitorio perché i tre esponenti del Pdl erano parlamentari all’epoca dei fatti. Dell’Utri era senatore, Cosentino e Verdini, invece, deputati. Attualmente, però, solo Verdini è parlamentare ed è stato eletto al Senato. A questo punto il Pdl, con lo stesso Enrico Costa, vice presidente della giunta presieduta da Ignazio La Russa, pone un problema di competenza. “C’è una questione di competenza”, sottolinea chiedendosi “chi decide tra Camera e Senato?”. “Discutiamone – evidenzia – perché non è un argomento da poco”.
C’è un altro fatto contingente: la richiesta per l’autorizzazione all’ascolto di conversazioni telefoniche di Verdini, Cosentino e Dell’Utri arrivata alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. Costa esclude che ci sia un “legame politico”: “Ho semplicemente riproposto – insiste Costa – i testi delle più significative proposte legge presentate dal Pdl nella scorsa legislatura. Tra queste c’è il testo Alfano sulle intercettazioni e il provvedimento sulla messa alla prova e la detenzione domiciliare”. La vicenda che coinvolge Verdini, Cosentino e Dell’Utri è quella del processo sulla cosiddetta “P3“. La richiesta di utilizzare le intercettazioni è partita dal gip di Roma Elvira Tamburello e trasmessa a Montecitorio perché i tre esponenti del Pdl erano parlamentari all’epoca dei fatti. Dell’Utri era senatore, Cosentino e Verdini, invece, deputati. Attualmente, però, solo Verdini è parlamentare ed è stato eletto al Senato. A questo punto il Pdl, con lo stesso Enrico Costa, vice presidente della giunta presieduta da Ignazio La Russa, pone un problema di competenza. “C’è una questione di competenza”, sottolinea chiedendosi “chi decide tra Camera e Senato?”. “Discutiamone – evidenzia – perché non è un argomento da poco”.
Il Pd: “Le priorità sono i problemi concreti di famiglie e imprese”
Dal Pd si levano proteste non proprio vibranti. Lo stesso capogruppo alla Camera Roberto Speranza ”Di proposte di legge ce ne sono molte – dice – A me convincono quelle che affrontano i problemi concreti delle famiglie e delle imprese. Certo la priorità non sono le intercettazioni. Porre ora il tema non è opportuno”. In precedenza era intervenuto tra gli altri il senatore Felice Casson, ex magistrato e vicepresidente della commissione Giustizia: “In questo momento occorre lavorare sui punti di riforma del sistema giudiziario che possano trovare una larga convergenza – dichiara – Pretendere di imporre temi come quello delle intercettazioni è una strada sbagliata, sia per ciò che riguarda il metodo che per il merito. Lo strumento delle intercettazioni è infatti un fondamentale supporto alle indagini contro ogni forma di criminalità”. Insomma: “Il Pdl vuole arrivare allo scontro”. L’alt è arrivato anche da altri parlamentari democratici: Verini, Ginefra, Rossomando, Picierno, Lumia. Chiosa Rosy Bindi: “Il tempismo del Pdl sulle intercettazioni se non è sospetto è certamente inopportuno. Sono giorni che Berlusconi e i suoi pretoriani attaccano la magistratura, prima a Brescia e poi a Milano, con toni inaccettabili. Non ho mai creduto alla favola propagandistica della pacificazione ma credo che oggi chi anche in buona fede lo sperava dovrà suo malgrado ricredersi. L’ossessione giudiziaria di Berlusconi sta complicando oltre modo l’avvio della legislatura e il lavoro del governo”.
Dal Pd si levano proteste non proprio vibranti. Lo stesso capogruppo alla Camera Roberto Speranza ”Di proposte di legge ce ne sono molte – dice – A me convincono quelle che affrontano i problemi concreti delle famiglie e delle imprese. Certo la priorità non sono le intercettazioni. Porre ora il tema non è opportuno”. In precedenza era intervenuto tra gli altri il senatore Felice Casson, ex magistrato e vicepresidente della commissione Giustizia: “In questo momento occorre lavorare sui punti di riforma del sistema giudiziario che possano trovare una larga convergenza – dichiara – Pretendere di imporre temi come quello delle intercettazioni è una strada sbagliata, sia per ciò che riguarda il metodo che per il merito. Lo strumento delle intercettazioni è infatti un fondamentale supporto alle indagini contro ogni forma di criminalità”. Insomma: “Il Pdl vuole arrivare allo scontro”. L’alt è arrivato anche da altri parlamentari democratici: Verini, Ginefra, Rossomando, Picierno, Lumia. Chiosa Rosy Bindi: “Il tempismo del Pdl sulle intercettazioni se non è sospetto è certamente inopportuno. Sono giorni che Berlusconi e i suoi pretoriani attaccano la magistratura, prima a Brescia e poi a Milano, con toni inaccettabili. Non ho mai creduto alla favola propagandistica della pacificazione ma credo che oggi chi anche in buona fede lo sperava dovrà suo malgrado ricredersi. L’ossessione giudiziaria di Berlusconi sta complicando oltre modo l’avvio della legislatura e il lavoro del governo”.
Lombardi (M5S): “Pensano agli interessi di bottega”
Parla di interessi di bottega il Movimento Cinque Stelle: “Come al solito la ‘politica di palazzo’ segue le priorità del Paese… – ironizza la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi – Il Paese ha altre priorità che non sono gli interessi di bottega… e non c’è bisogno che faccia nomi. Per noi la politica è fatta di cose concrete, economia e lavoro”.
Parla di interessi di bottega il Movimento Cinque Stelle: “Come al solito la ‘politica di palazzo’ segue le priorità del Paese… – ironizza la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi – Il Paese ha altre priorità che non sono gli interessi di bottega… e non c’è bisogno che faccia nomi. Per noi la politica è fatta di cose concrete, economia e lavoro”.
La Fnsi: “Non staremo a guardare”
Tiene la guardia alta anche il sindacato dei giornalisti. “In Parlamento si ricomincia a parlare di intercettazioni – interviene la Fnsi – E quando se ne parla si finisce per ipotizzare anche sanzioni per i giornalisti che – venuti in possesso dei testi – li rendono pubblici. Il rischio è che si ripeta l’indecente spettacolo a cui abbiamo assistito nella precedente legislatura”. La Federazione della Stampa aggiunge che “non starà a guardare e che provvedimenti che non fossero equilibrati e che, invece, di tutelare i cittadini, tendessero a colpire il loro diritto ad essere informati ed il dovere dei cronisti di informare troveranno la più ferma e decisa opposizione di tutta la categoria”.
Tiene la guardia alta anche il sindacato dei giornalisti. “In Parlamento si ricomincia a parlare di intercettazioni – interviene la Fnsi – E quando se ne parla si finisce per ipotizzare anche sanzioni per i giornalisti che – venuti in possesso dei testi – li rendono pubblici. Il rischio è che si ripeta l’indecente spettacolo a cui abbiamo assistito nella precedente legislatura”. La Federazione della Stampa aggiunge che “non starà a guardare e che provvedimenti che non fossero equilibrati e che, invece, di tutelare i cittadini, tendessero a colpire il loro diritto ad essere informati ed il dovere dei cronisti di informare troveranno la più ferma e decisa opposizione di tutta la categoria”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/15/intercettazioni-bavaglio-pdl-attacca-ripartire-leggi-del-governo-berlusconi/594867/
Non riesco a capacitarmi: siamo preda di un losco figuro che paralizza un intero paese.
E nessuno lo prende a calci nel culo flaccido!
Non riesco a capacitarmi: siamo preda di un losco figuro che paralizza un intero paese.
E nessuno lo prende a calci nel culo flaccido!
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