Sono rimaste nascoste per vent 'anni negli archivi della Camera dei Deputati. E testimoniano l'osceno accordo grazie al quale la "sinistra" e Silvio Berlusconi hanno trescato sulla pelle degli italiani. Il problema dell'inadeguatezza dell'omino di Arcore a ricoprire cariche pubbliche non è stato scoperto dai primi di agosto, quando la Cassazione ha messo il bollo definitivo a uno dei suoi numerosi procedimenti penali. A partire dalla sua "discesa in campo" il suo nome è apparso negli elenchi sottoposti alla giunta per le elezioni che giudica l'incandidabilità di un parlamentare eletto.
Correva l'anno 1994 e Berlusconi era appena stato eletto. Sorgeva un problema: il deputato (e presidente del Consiglio) Silvio Berlusconi aveva nelle sue mani le tre principali reti televisive dell'emittenza privata italiana che godono di concessioni pubbliche - le frequenze Tv - pagando tra l'altro al fisco una cifra risibile. Quelle stesse tv che gli avevano spianato la strada per Palazzo Chigi potevano farlo cadere dalla poltrona visto che la legge dispone l'ineleggibilità di titolari di concessioni pubbliche. La Camera dei deputati avrebbe dovuto far rispettare la legge. E invece manco per sogno.
A sollevare il conflitto all'inizio non furono nemmeno i deputati dell'opposizione ma tre semplici cittadini. Furono presi per pazzi. Fu quella la prima volta che per Berlusconi la legge italiana (la 361 del '57)non valeva. Perché? Semplice, a giudizio della Giunta delle elezioni quella norma andava applicata "ad personam", termine che gli italiani impereranno a conoscere bene negli anni a seguire. E siccome sostiene che è ineleggibile colui che "in proprio" abbia "concessioni o autorizzazioni amministrative" ecco trovata la foglia di fico dietro la quale nascondere l'inciucio ventennale. La farsa veniva ripetuta all'indomani di ogni elezione. La giunta si riuniva e tutto finiva sempre nello stesso modo: destra e sinistra se ne fottevano della legge salvando l'impero Mediaset e la carriera politica del loro capo. E per non farsi scoprire occultavano ai cittadini le carte, con il logo della Camera dei Deputati, che attestavano l'accordo. Perché sono state secretate tutto questo tempo? Possibile che nessuno le abbia mai volute tirare fuori? Lo ha fatto il M5S: Eccole qui da scaricare. Tenetevi forte, è tutto vero.
Anno 1994, maggioranza di centrodestra. A coordinare i lavori del Comitato per l'ineleggibilità e le incompatibilità è Elio Vito, allora vicecapogruppo alla Camera, diventerà presidente del gruppo e ministro per i Rapporti col Parlamento, prima con Forza Italia poi col Pdl, per un totale di sei legislature. Illustra i ricorsi di tre cittadini "sottolineando che il Comitato medesimo all'unanimità ha convenuto sull'infondatezza dei ricorsi medesimi". Punto. La seduta termina alle 16, in tempo per fare merenda.
Anno 1996, maggioranza di centrosinistra. Viene richiamata la (mini) sessione della legislatura precedente. L'organo "ha convenuto a maggioranza sui principi richiamati ed ha quindi preso atto dell'insussistenza di ipotesi dell'ineleggibilità". Risultato? "Archiviazione per manifesta infondatezza dei reclami presentati l'eleggibilità dei deputati Berlusconi, Berruti, Dell'Utri, Martusciello, Previti e Sgarbi".
Anno 2002, maggioranza di centrodestra. Il presidente è Antonello
Soro, centrosinistra. . Sempre lo stesso film: "non sono consentite interpretazioni estensive e che l'espressione 'in proprio', di cui alla norma di legge, non si riferisce al fenomeno delle società e non può essere richiamato nei casi di partecipazioni azionarie indirette. Berlusconi salvo all'unanimità.
Soro, centrosinistra. . Sempre lo stesso film: "non sono consentite interpretazioni estensive e che l'espressione 'in proprio', di cui alla norma di legge, non si riferisce al fenomeno delle società e non può essere richiamato nei casi di partecipazioni azionarie indirette. Berlusconi salvo all'unanimità.
Anno 2006, maggioranza di centrosinistra. Lavori coordinati da Gianfranco Burchiellaro (Ulivo). Ancora una volta c'è un esposto contro Berlusconi. Sul verbale è inciso il copia-incolla dei precedenti. E quindi "il comitato ha pertanto convenuto sull'opportunità di ribadire il consolidato orientamento (...) proponendo alla Giunta di confermare il giudizio espresso sulla questione nelle tre precedenti legislature". Non sia mai. Concludendo con "l'eleggibilità del deputato Silvio Berlusconi, archiviando per infondatezza l'esposto presentato".