martedì 21 gennaio 2014

Giustizia, il ministro Cancellieri: “Oltre otto milioni di processi pendenti”.

Annamaria Cancellieri

Il Guardasigilli legge alla Camera la relazione annuale sull'amministrazione della Giustizia. "Siamo in presenza di un fenomeno imponente di dilatazione, in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi, del lavoro giudiziario provocato non solo da un aumento della litigiosità nel campo civile o della attività criminale in campo penale", ma anche dalle "trasformazioni della società".

“Il funzionamento del sistema giudiziario” continua a essere “in sofferenza” “pur a seguito dei numerosi interventi introdotti negli ultimi anni. È sotto gli occhi di tutti l’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari. Alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale”.
Il Guardasigilli Annamaria Cancellieri legge alla Camera la relazione annuale sull’amministrazione della Giustizia. “Siamo in presenza di un fenomeno imponente di dilatazione, in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi, del lavoro giudiziario provocato non solo da un aumento della litigiosità nel campo civile o della attività criminale in campo penale”, ma anche dalle “trasformazioni della società“. 
Con la riforma della geografia giudiziaria “non solo sono state eliminate le strutture di modeste dimensioni, dove in alcuni casi era evidente la sproporzione tra il numero di persone addette all’ufficio ed il basso carico di lavoro, ma è stata anche alleggerita la pressione sugli uffici metropolitani di maggiori dimensioni, come Milano, Torino e Napoli” spiega il ministro della Giustizia. 
“Le inefficienze della giustizia hanno pesanti ricadute anche sul debito pubblico. I ricorsi per il riconoscimento della responsabilità dello Stato per i ritardi in materia giudiziaria, regolati dalla legge Pinto, costituiscono larga parte del contenzioso seguito dal ministero. Numero ed entità delle condannerappresentano annualmente ancora una voce importante del passivo del bilancio della Giustizia, la cui eliminazione va posta come prioritario obiettivo –  dice il ministro -. L’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del cosiddetto debito Pinto che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro” aggiungendo che sono “circa1000 i ricorsi proposti alla Corte Europea dei Diritti Umani per lamentare il pagamento ritardato degli indennizzi, che comporteranno ulteriori esborsi a carico dello Stato”. 
“Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326, in progressivo decremento rispetto alla rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056. Si registra inoltre un sostanziale dimezzamento degli ingressi mensili” spiega la Cancellieri  facendo un bilancio degli esiti del decreto carceri varato a dicembre, parlando di “primi risultati incoraggianti”.
Egregia ministra, l'imponente dilatazione dei termini, l'aumento della litigiosità, la trasformazione della società, sono solo le cause della vostra pessima amministrazione del paese.
Se solo vi decideste e dare il buon esempio, a fare leggi intelligenti che non siano in conflitto tra loro creando caos, forse, e dico forse, qualcosa cambierebbe. Ma siamo in Italia, dove si dà l'opportunità ad un pregiudicato di partecipare alla creazione di una legge elettorale che rispetti la costituzione e la volontà dei cittadini, che si trasmettano in tv trasmissioni feccia in cui il litigio è doveroso, dove la classe dirigente dà di se un pessimo esempio, sperare che qualcosa cambi è utopistico.

Sicilia, il parlamento più costoso d’Europa: solo in caffetteria se ne vanno 800mila euro. - Giuseppe Pipitone

Sicilia, il parlamento più costoso d’Europa: solo in caffetteria se ne vanno 800mila euro


Spesi 165 milioni di euro nel 2013 dall'Assemblea Regionale Siciliana. Contro i 68 milioni di Regione Lombardia, che ha quasi il doppio degli abitanti dell'isola. Il Piemonte si ferma a quota 62 e la Campania, che ha contenuto le uscite, è a quota 66 milioni. Ecco la lista di tutte le spese: dalle tende alla manutenzione di Palazzo Normanni, dal costo dei dipendenti in servizio a quelli in pensione. E poi le spese di rappresentanza: ogni onorevole si fa rimborsare 27 caffè al giorno.

È il parlamento più antico del mondo, convocato per la prima volta da re Ruggero I addirittura nel 1097. Il 10 maggio del 1947 fu anche il primo parlamento a riunirsi nell’Italia repubblicana. Oggi, dieci secoli dopo la prima convocazione, ambisce anche a un altro primato: quello di parlamento regionale più costoso d’Europa. E forse anche del mondo intero. È l’Assemblea Regionale Siciliana, il più speciale dei consigli regionali italiani e non solo perché i suoi componenti sono gli unici, fuori da Montecitorio e Palazzo Madama, a potersi fregiare del titolo di onorevoli. A Palazzo dei Normanni, tra le scalinate percorse nei secoli da Angioini e Borbone, di onorevole c’è anche la lista della spesa.
Se il Parlamento italiano è il più costoso d’Europa, quello siciliano infatti è il parlamento regionale che costa di più non solo in Italia, ma anche nel resto del continente. Le cifre parlano da sole: nel 2013 l’Ars è costata quasi 165 milioni di euro. A poco è servita la spending review da una decina di milioni operata dal nuovo presidente Giovanni Ardizzone (nella foto): nell’ultimo bilancio varato da Palazzo dei Normanni si sottolinea che, rispetto al 2012, l’Ars ha fatto risparmiare 11.135.656 euro, per una spesa corrente di 164.077.563. Un piccolo taglio su una cifra che rimane comunque spropositata e fuori mercato, se si pensa agli appena 68 milioni di euro spesi dalla Regione Lombardia, che ha quasi il doppio degli abitanti dell’isola, al Piemonte, che si ferma a quota 62 milioni, e alla Campania che ha contenuto le uscite a quota 66 milioni.
In realtà la situazione è molto peggiore di come appare: fatti due conti, si scopre infatti che il parlamento siciliano costa ad ogni cittadino più del Senato e della Camera dei Deputati, che pure non brillano certo per sobrietà. Montecitorio e Palazzo Madama, infatti, costano ad ognuno di noi 27 euro e 15 centesimi (più di quanto costano insieme i parlamenti di Francia, Germania, Spagna e Inghilterra ai rispettivi cittadini), mentre ogni siciliano spende ben 33 euro all’anno per mantenere in funzione Palazzo dei Normanni, che quindi ha un costo pro capite superiore del 25 per cento rispetto al Parlamento nazionale. Gran parte delle spese dell’Ars sono dovute alle indennità dei novanta deputati che costano 20.425.000 euro all’anno. Dal 2017, ovvero dalla prossima legislatura, gli onorevoli rimarranno soltanto in settanta, nel frattempo però l’Ars continuerà a spendere altri venti milioni all’anno per previdenza e vitalizi degli ex onorevoli.
Esorbitante il costo dei dipendenti di Palazzo dei Normanni: 37.895.000 euro per quelli in servizio, più 45.580.000 euro per quelli in pensione. Sette milioni e duecentomila euro sono invece serviti nel 2013 per far funzionare i gruppi parlamentari, cifra ridotta rispetto al passato, dopo che l’inchiesta della procura di Palermo ha squarciato il velo sulle spese pazze e fuori controllo rimborsate agli onorevoli della scorsa legislatura. Oltre ai fondi per i gruppi, però, Palazzo dei Normanni spende anche tre milioni e settecentomila euro per imprecisate “collaborazioni esterne per il Consiglio di Presidenza e per le Commissioni parlamentari”. Dispendiosa anche l’attività istituzionale: 600 mila euro ai quali ne vanno aggiunti altri 150 mila per la celebrazione della prima seduta dell’Ars, più l’acquisto di generiche “pubblicazioni di carattere storico-politico- sociale”. Libri, pubblicazioni e giornali sono un vero pallino per gli onorevoli siciliani che solo di abbonamento alle agenzie di stampa spendono 585mila euro all’anno, mentre 120mila euro servono per abbonarsi a quotidiani e riviste. Abbonamenti multipli dato che altri 52 mila euro all’anno per i giornali sono inseriti anche nei 220 mila euro previsti per il funzionamento della biblioteca, dove la rilegatura dei quotidiani costa 65 mila euro, mentre la promozione culturale pesa sulle casse di Palazzo dei Normanni per 80 mila euro ogni anno.
Questo diventerà un palazzo di vetro” disse Ardizzone insediandosi sulla poltrona più alta dell’Ars. Ma promuovere ciò che avviene dentro il palazzo di vetro vuol dire mettere mano al portafogli, dato che a bilancio ci sono 220 mila euro per “studi, ricerche, documentazione e informazione dell’Amministrazione” e 70 mila euro per la stampa degli atti parlamentari. Ben 1.295.000 euro occorrono invece per la duplicazione dei documenti: logico dunque che a bilancio siano messi anche 130 mila euro per l’acquisto di carta, 30 mila di spese postali, mentre 480 mila euro vengono girati alla Fondazione Federico II, che ha come scopo “la diffusione dell’attività istituzionale e la promozione dei beni monumentali”. Sfogliando il bilancio del parlamento siciliano sembra quasi di tornare indietro nel tempo, alla scintillante corte di Federico II, il sovrano che amava a tal punto vivere nello sfarzo, che arrivò a meritarsi l’appellativo di Stupor Mundi. Un millennio dopo, a Palazzo dei Normanni, i tempi non sembrano essere granché cambiati. Non si spiegano altrimenti i 590.000 euro spesi per l’acquisto di arredi e opere d’arte, o i 50 mila euro investiti nella confezione dei tendaggi. E che dire dei 50 mila euro messi a bilancio alla voce “facchinaggio”? Senza considerare che solo per il noleggio di automobili l’Ars ha speso 320 mila euro, mentre un nuovo bando per l’affitto di sette nuove fuoriserie è finito nei giorni scorsi nel mirino del Movimento Cinque Stelle. La voce più costosa del bilancio di Palazzo dei Normanni però è costituita dal palazzo stesso, che deve le sue origini agli arabi, autori della prima costruzione nel ontano IX secolo dopo Cristo. Sarà per questo che oggi Palazzo dei Normanni ha bisogno di continui lavori: solo nel 2013 la manutenzione ordinaria è costata due milioni di euro. Enorme invece il costo della manutenzione straordinaria: quasi sei milioni di euro, con 250 mila euro prosciugati dal riadattamento del giardino interno. È un capitolo a parte invece il costo del caffè: nel 2013 sono stati destinati alla caffetteria ben 800mila euro. Considerato il costo medio di un espresso (90 cent), diviso per il numero dei deputati (90) e per i giorni dell’anno (365) si arriva alla conclusione che ogni parlamentare regionale siciliano beve tra i 27 e 28 caffè al giorno, tutti i giorni, inclusi i festivi. Numeri che fanno di Palazzo dei Normanni non solo il Parlamento più antico e costoso d’Europa, ma probabilmente anche il più vigile e insonne.

lunedì 20 gennaio 2014

Costruttrice proprietaria di 1243 immobili ma senza pagare le tasse“

Roma, Angiola Armellini indagata evasione fiscale



Una bufera si abbatte sui figli del costruttore romano Armellini: sua figlia Angiola è stata denunciata con altre 11 persone per associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale.


Roma, Angiola Armellini indagata evasione fiscale
Si può essere proprietari di 1,243 immobili, quasi tutti a Roma, e non pagare un euro di tasse? Stando a questa inchiesta, sì. Al centro dello scandalo scoperto dalla Guardia di Finanza c'è Angiola Armellini, figlia del noto costruttore romano.
Oggi la donna è stata denunciata dalla Guardia di Finanza insieme con altre 11 persone tutte accusate di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale.
Come ha spiegato il colonnello del Nucleo tributario Paolo Borrelli, "l'inchiesta - ribattezzata All Blacks - è durata un anno e mezzo". I fabbricati si trovano soprattutto nel Comune di Roma e, sulla carta, sono di proprietà di "varie società di diritto estero con sede legale in Lussemburgo". In tutto si parla di un giro d'evasione di oltre 2 miliardi di euro.
Di fatto la signora Angiola Armellini risiede in un lussuoso appartamento (attico e superattico) nella centralissima Roma medievale che non era classificato come civile abitazione. La mappa dei luoghi utilizzati dall'imprenditrice erede del noto immobiliarista per nascondersi al fisco - secondo gli investigatori della Gdf - appare variegata e comprende: Principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera, Nuova Zelanda, Jersey e Bahamas. 
"Alla stessa manager - si spiega - ad oggi, sono di fatto riconducibili, ancorché siano stati intestati (sino ad alcune settimane orsono) a vari soggetti giuridici di diritto estero, ben 1.243 unità immobiliari, costituite da tre alberghi nonché appartamenti e relative pertinenze, la quasi totalità ubicati nella Capitale".


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Eh, eh...



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domenica 19 gennaio 2014

Germania, “settimana corta ma stesso stipendio per chi ha figli piccoli”. - Andrea D'Addio

Bambini

Per facilitare le nascite, il ministro tedesco della Famiglia Manuela Schwesig, pensa a 32 ore lavorative dopo il congedo parentale. Alla compensazione della retribuzione erogata dal datore di lavoro pensa lo Stato.

“Una settimana lavorativa di 32 ore per entrambi i genitori finché i figli sono piccoli senza che ci siano ripercussioni sul salario”. E’ questo il progetto che il neo ministro tedesco della famiglia, la socialdemocratica Manuela Schwesig, ha rivelato durante un’intervista concessa al quotidiano BildMentre l’Italia apre alla portabilità del cognome materno, la Germania si interroga su come facilitare le nascite. Il tasso di natalità è fermo all’8,4 ogni mille abitanti, il peggiore tra tutti i paesi dell’Unione Europea. Nonostante l’immigrazione in crescita (+10% nel 2013), secondo le previsioni nel 2025 i tedeschi avranno una forza lavoro minore di 6,7 milioni di individui. Un dato preoccupante che per laSchewsig potrebbe essere parzialmente risolto con un provvedimento che non solo alleggerisce le ore di lavoro dei genitori, ma lo fa senza compromettere gli equilibri di coppia. “Quando è solo uno dei due partner a sacrificare la propria carriera il rischio è che saltino gli equilibri interni alla famiglia”, spiega.
Dal punto di vista fiscale già oggi l’indennità da congedo parentale prevede per un anno l’erogazione del 67% dello stipendio netto percepito fino a quel momento dal genitore per un massimo di 1.800 euro mensili. La proposta delle 32 ore lavorative toccherebbe quindi la fase successiva ai primi congedi, coprendo un’età del bambino che la Schwesig non ha chiarito. L’eventuale minore retribuzione riconosciuta al genitore dal datore di lavoro sarebbe compensata da un alleggerimento del carico fiscale. Meno lavoro, ma anche meno tasse quindi, con lo Stato pronto a finanziare il tutto pescando da quei 23 miliardi di euro previsti per sostenere gli investimenti da qui al 2017. La proposta è stata finora accolta dalla dal ministro del Lavoro Andrea Nahles (anche lei in quota Spd), ma bocciata dagli altri esponenti del governo, Merkel in testa. “Mi chiedo da dove arriveranno i soldi”, si è chiesto perplesso il parlamentare cristiano-democratico Michael Fuchs.
L’uscita della Schwesig però non è stata casuale, i temi di un’intervista con un ministro si concordano per tempo e, così, seppur non in questi termini, sicuramente qualcosa verrà fatto per andare incontro alle esigenze dei genitori, a partire dalla creazione di nuovi asili nido come già promesso dalla Merkel lo scorso agosto. Secondo una statistica del Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung il 60% dei genitori con figlio piccolo vorrebbe passare più tempo in famiglia, ma solo il 14% ci riesce. Un problema che sembra toccare personalmente anche i politici tedeschi.
E così se il segretario dell’Spd, nonché vicecancelliere, Sigmar Gabriel ha spiegato che non potrà partecipare alle riunioni di governo del mercoledì perché “anche mia moglie ha bisogno di tempo per il suo lavoro e quello è il mio giorno per andare a prendere Marie al Kindergarten”, l’ex membro dell’executive board della Bce, Jörg Asmussen ha deciso di dimettersi dalla carica che ricopriva a Bruxelles e di tornare a lavorare a Berlino con un ruolo istituzionale alto, ma comunque di minor prestigio (sottosegretario al Lavoro), “per prendersi cura dei miei due giovani figli”. Facile pensare che dietro al tutto ci sia la voglia di guadagnare le simpatie dell’elettorato, ma a elezioni appena terminate si può davvero sempre pensare male?

Riscaldare casa con 20 euro l’anno?Si può con E-cat,ma nessuno ve lo dirà mai!

e-cat

Se tutto va bene, dovreste presto essere in grado di aggiungere al vostro riscaldamento centralizzato esistente un dispositivo rivoluzionario da 400 a 500 dollari / euro con cui potrete riscaldare la vostra casa con una sola cartuccia riciclabile a base di polvere di nichel, per meno di 20 dollari / euro all’anno.
Fino a poco tempo fa, il prezzo del dispositivo è stato stimato a $ 4,000. Grazie alla volontà del suo progettista, l’ingegnere Andrea Rossi (1950), alla partnership industriale con National Instruments negli Stati Uniti, e alla produzione altamente automatizzata, il prezzo è stato diviso per dieci, al fine di tagliar le gambe al mercato di copie per il reverse engineering che sicuramente appariranno una volta che il sistema sarà avviato in larga scala. Obiettivo: 1 milione di unità domestiche all’anno dai primi mesi del 2014. (*) Delle dimensioni di un computer portatile (il processore è della misura di un pacchetto di sigarette), e di una sicurezza proclamata come totale, questo sistema rivoluzionario, detto di reazione nucleare a bassa energia,  non emette, secondo Rossi (ed il Professor Focardi – Università degli Studi di Bologna) alcuna radiazione o emissione di alcun tipo. Il nichel è abbondante sulla Terra e non è costoso, ma è tossico, soprattutto in polvere, e il trattamento deve essere fatto da professionisti. La quantità di nickel consumato nel processo è estremamente ridotta. Per farsene una idea, secondo Andrea Rossi, un solo grammo può produrre 23.000 megawatt/ora di energia (sì, ventitremila megawatt/ora !). L’ E-cat è un sistema rivoluzionario che utilizza il calore di polvere di nichel, un’infima quantità di idrogeno, uno o più catalizzatori specifici, come pure delle frequenze radio per mettere in moto le forze repulsive (Coulomb) tra le particelle subatomiche in modo vantaggioso, un po’ come ciò che accade nelle arti marziali orientali. Al momento del lancio, il processo di preriscaldamento del sistema consuma 3000 watt per un’ora. Poi, una volta avviato, il consumo di potenza diventa insignificante, come un computer, producendo una quantità straordinaria di energia termica per riscaldare l’acqua in modo stabile e controllato a 120°C. Il sistema può essere completamente fermato nel giro di 30 a 60 minuti. L’ E-cat è in corso di certificazione negli Stati Uniti da UL (Underwriters Laboratories). Una fabbrica completamente robotizzata sarebbe in costruzione, a quanto sembra in Massachusetts, con National Instruments come partner industriale. Nel giro di 12 a 24 mesi, il sistema sarà anche in grado di generare elettricità, una volta superate le difficoltà di mantenere la temperatura a 400°C (anziché gli attuali 120°C). La distribuzione e la vendita saranno effettuate attraverso partner autorizzati, nonché via Internet. Pre-ordini, senza impegno finanziario, possono essere effettuati già da ora tramite il sito Ecat.com. Visti i rischi inerenti a questo tipo di avanguardistico progetto industriale, Andrea Rossi non vuole in questa fase aprire il capitale a degli investitori privati, accettando il solo sostegno  delle imprese e organizzazioni che intendono investire piccole somme di denaro. In conclusione, questi pensieri di Brian Josephson, Premio Nobel per la Fisica 1973: “Ad oggi, non vi è alcuna base per dubitare delle affermazioni di Rossi” e “reattori del tipo Rossi sono già in produzione e secondo M. Dennis Bushnell Chief Scientist alla NASA, potrebbero “cambiare completamente la geo-economia, geopolitica e risolvere i problemi del clima e dell’energia“. (link) Se confermato, sembra che siamo davvero in presenza di un cambiamento di paradigma nel settore dell’energia. Probabilmente paragonabile alla scoperta della ruota o del fuoco. A titolo di paragone, il progetto di fusione internazionale (molto) calda ITER a Cadarache (Francia), dal quale, si spera, a botte di decine di miliardi di euro di denaro pubblico, poter estrarre i primi kilowatt tra cinquanta anni o più e di cui oggi si conosce meglio il carattere altamente aleatorio ed irragionevole (vedi l’articolo pubblicato il 13/01/12 su Mediapart: “ITER, il naufragio”),… può andarsi a rivestire e, soprattutto, cercare di riorientarsi verso un progetto più utile per la società. (*) Andrea Rossi lavora da 14 a 16 ore al giorno su questo progetto e l’intervista da cui è scaturito questo articolo è stata realizzata il 15 Gennaio 2012 dopo una giornata cosi, tra le 11 di sera e l’1 del mattino. Complimenti all’artista! E tutti i nostri migliori auguri. Fonti per questo articolo: Intervista a Andrea Rossi il 15 Gennaio dal giornalista scientifico Allan Sterling (Notizie Pure Energy Systems). Riassunto in inglese qui. Trascrizione dell’intervista in inglese qui . Catalyst énegie Focardi e Rossi (Wikipedia, francese). Per ulteriori informazioni: E-Cat è stato descritto sulla AgoraVox 22/12/11  e 29/10/11 , dopo la decisiva semi-pubblica manifestazione a Bologna, di un generatore di E-cat industriale da 1 megawatt.


http://alfredodecclesia.blogspot.it/2014/01/riscaldare-casa-con-20-euro-lannosi-puo.html

venerdì 17 gennaio 2014

Come ti organizzo e ti gestisco l'Alzheimer sociale. Perchè Matteo Renzi non è affidabile. - Sergio Di Cori Modigliani




"In Italia non esiste la democrazia ma vige una feroce dittatura, stemperata e annacquata dal fatto che nel nostro paese nessuno rispetta la Legge e quindi i cittadini non se ne rendono conto".
                                                                          
                                                                        Arnoldo Foà  (1917-2014)


Una decina di giorni fa mi è arrivata la consueta lettera mensile di Barack Obama.
Tranquilli, non sono stato preso da un attacco di mitomania. La stessa identica missiva viene inviata ad altri 85 milioni di persone: è il numero degli iscritti alla newsletter della Casa Bianca. Ho ricevuto anche la newsletter del Partito Repubblicano, del gruppo base di Occupywallstreet, dei verdi californiani, dei sionisti americani pro-Israele e della lobby arabo-americana contro-Israele, quella di Goldman Sachs, di J.P.Morgan e di Merryl Lynch, e quella di un gruppo nazista americano. Di solito sono redatte a fini propagandistici e ciascuno tira l'acqua al proprio mulino esaltando la fazione di appartenenza. Ma esistono dei casi in cui, invece, forniscono informazioni.
Come questa volta.
La lettera del presidente annunciava due notizie, va da sè, in tono trionfalistico.
Una era relativa alla loro questione sanitaria e spiegava come "dal 2 Gennaio 2014, altri 842.000 cittadini statunitensi, appartenenti ai settori più disagiati socialmente, per la prima volta nella Storia, hanno avuto accesso alla copertura sanitaria gratuita grazie alla mia riforma"; l'altra parlava del lavoro e annunciava che "l'indice di disoccupazione è ulteriormente sceso per il quattordicesimo mese consecutivo e nel mese di dicembre 2013 ha raggiunto il 6,5%, la punta più bassa dal 1997; andiamo avanti a creare lavoro e occupazione".

Nelle newsletter -stessa data pressappoco- delle altre formazioni politiche, (la maggior parte delle quali opposte e antagoniste a quella del presidente) davano le stesse identiche notizie.
E' quello che si definisce "informazione", ovvero: "una notizia oggettiva composta di dati verificabili che viene proposta all'opinione pubblica al fine di rendere edotta la cittadinanza sull'andamento della cosa pubblica e il suo impatto nella realtà".

Nelle newsletter, dopo aver dato la notizia, venivano presentate le proprie interpretazioni e i commenti, e così i repubblicani sostenevano che "per poter pagare la sanità di queste persone lo Stato centrale è stato costretto ad aumentare la propria massa debitoria spingendo il debito pubblico a livelli insostenibili che finiremo per dover pagare tutti noi".
E' quello che si definisce "libertà di stampa e di opinione", ovvero: "la possibilità per chiunque, qualunque sia la sua aderenza politica, religiosa, culturale, a esprimere in piena libertà la propria opinione e interpretazione personale e individuale dei fatti oggettivi".

Che invidia!

Le zuffe tra le fazioni politiche appartenenti a movimenti contrapposti non avvengono mai su inoppugnabili dati oggettivi, bensì sulla loro interpretazione. Si parte da un dato e, dopo che tutti i soggetti hanno preso atto che la situazione è quella, ci si confronta sulla diversa modalità di interpretazione, esprimendo diversi punti di vista.

In Italia, invece, siamo molto ma molto lontani da questi livelli.
Perchè il "lavoro" dell'informazione, in Italia, consiste nel confondere la mente e contribuire alla diffusione dell'Alzheimer sociale, avendo abolito la validità inoppugnabile del dato oggettivo.
La stragrande maggioranza dei giornalisti italiani (per fortuna esistono nobili eccezioni, poche ma vere) non forniscono notizie nè danno informazioni oggettive, anzi. La loro attività è tutta incentrata nella trasformazione di un dato oggettivo in un elemento arbitrario e quindi opinabile, soggetto alla interpretazione di parte, soggettiva e individuale, e al cittadino non viene fornita la informazione nuda e cruda sulla quale dibattere, bensì l'uso che serve al produttore della notizia.
Questa è la ragione per cui siamo al 70esimo posto nella classifica relativa alla libertà di stampa. 
Lo fa la televisione, lo fa la carta stampata, lo fa la radio. 
Lo fa anche il web, dato che è italiano.
Essendo la nostra un'etnia intelligente, chi gestisce il potere sa benissimo che, di fronte ai dati oggettivi, la realtà apparirebbe così come essa è, anche un deficiente ne coglierebbe il Senso.
Abbattendo la validità dell'oggettività, invece, vince chi urla di più e chi usufruisce di un potere mediatico/finanziario tale da consentirgli di poter elaborare dati a proprio piacimento. 
Questo annebbiamento delle coscienze porta -inevitabilmente- a un abbrutimento della memoria, perchè non avendo alcun valore il dato oggettivo, la memoria non ne registra il ricordo. 
E' una tecnica di comunicazione.
Secondo me non è vero che la classe politica dirigente sia composta da pasticcioni.
Non è vero che i politici non si rendono conto.
Non è vero che non sanno ciò che dicono o fanno.
Lo sanno benissimo.
E' così che esercitano il potere, da noi. Ciò che conta è impedire in ogni modo che il dato oggettivo abbia un Valore di riferimento.
In questo modo si può far passare ogni cosa, compreso il fatto di sostenere candidamente che una personalità della propria fazione politica è vittima di un complotto ordito dalla parte antagonista perchè l'evento di per sè non ha alcun valore.

Tutta questa premessa serviva per introdurre il mio modesto punto di vista a commento di un dato oggettivo, quindi di una notizia vera: "Il segretario del PD, Matteo Renzi, incontrerà sabato prossimo il cavaliere Silvio Berlusconi per chiudere con lui la trattativa definitiva sulla legge elettorale".
Si dà per scontato, quindi, che gli ultimi venti anni non esistano più.
Si dà per scontato che definire Berlusconi "un delinquente pregiudicato" sia l'opinione personale di qualcuno e si spinge il cittadino (e il proprio elettore) a non vedere la notizia per ciò che essa è: il segretario politico del più importante partito italiano va a visitare una persona giudicata in sede definitiva (dato oggettivo) che sostiene pubblicamente "sono sicuro e certo che verranno accolte le mie ragioni nel mio appello e quindi entro il 24 maggio mi presenterò alle elezioni" spingendo il cittadino a chiedersi: "Ma allora la Corte di Cassazione non ha alcun valore! Non è vero che è definitiva".

Ciò che Matteo Renzi avrebbe dovuto fare ieri, oppure oggi, oppure domani pomeriggio (ha ancora un giorno di tempo) sarebbe stato quello di rilasciare la seguente dichiarazione:
"La legge elettorale, poichè appartiene a tutti, deve essere fatta trovando un accordo tra Forza Italia, PD e M5s, essendo queste le tre formazioni politiche che rappresentano la quasi totalità di coloro che hanno votato alle ultime elezioni. In seguito alla condanna definitiva di Berlusconi, non essendo lui (come prescrive la Legge, cioè il dato oggettivo) nè atto nè adatto a poter esercitare una funzione pubblica essendo stato condannato in via definitiva, chiedo formalmente alla formazione politica denominata Forza Italia di farmi avere il nome di un loro esponente al più alto livello gerarchico con il/la quale incontrarmi per valutare le nostre posizioni. Chiunque egli o ella sia, verrà da me ben accolto nel rispetto degli elettori che hanno dato il voto al PDL, a condizione che non sia nè un pregiudicato, nè un indagato, e tantomeno un condannato in via definitiva".
Una dichiarazione inappuntabile che nessuno avrebbe potuto contestare, perchè si basa sul ricordo di un dato oggettivo.

Non lo ha detto.
Non lo dirà.

E' per questo che è inaffidabile.

Appartiene ai produttori di Alzheimer sociale, il suo fine non è l'informazione alla cittadinanza.
Spera, come gli altri, che la gente dimentichi, tutta presa dal cercare di capire se ha ragione il Ministro del Tesoro quando sostiene che la crisi è finita e l'Italia va alla grande oppure ci siamo ancora dentro e non si vedono all'orizzonte adeguate risposte operative.

L'Italia non è allo sbando.
E' annebbiata dall'eccesso di soggettività, di individualismo e di narcisismo.
Ben altro dire.

Mettiamo da parte la nostra splendida fantasia e calda immaginazione da cartolina stereotipata e cominciamo ad innamorarci della validità dei dati oggettivi, inchiodando gli interlocutori -chiunque essi siano- a parlare di quelli.

Soltanto di quelli.

Sarebbe già un gigantesco passo in avanti.


http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/01/come-ti-organizzo-e-ti-gestisco.html?spref=fb