sabato 28 maggio 2016

"Il premio Nobel per la Pace non chiederà “scusa” per le 140mila vittime." (ilFQ)



Questi uomini non hanno coscienza, non hanno dignità. Sono vuoti dentro, non provano sentimenti, il loro unico scopo è guadagnarsi un posto di prestigio nel mondo; 

sono senz'anima, che hanno provveduto a vendere ai loro padroni.

Cetta.

Così hanno ricostruito il corpo e il volto dell'uomo di Altamura. - Elena Dusi

Così hanno ricostruito il corpo e il volto dell'uomo di Altamura

Grazie al laser, senza toccare lo scheletro ancora incastrato nella roccia, scienziati e paleo-artisti hanno fatto rinascere il nostro antenato di Neanderthal.

BONARIO, sornione, intento a scrutare lontano nonostante la sua fine sia vicina. Con il naso schiacciato e le sopracciglia arcuate tipiche degli uomini del Pleistocene (il suo scheletro ha tra i 130 e i 172mila anni di età), l'uomo di Altamura da oggi ha un volto e un corpo. L'hanno ricostruito con il silicone, fedeli ai dettagli della scienza, i paleo-artisti olandesi Adrie Alfons Kennis.
 
"Ci abbiamo lavorato circa un anno" spiega Alfons da Amsterdam. "Abbiamo ricevuto dall'Italia i dati digitali sulla scansione laser e li abbiamo ricostruiti usando il silicone. Per barba e capelli ci siamo fatti mandare dal Canada del pelo di bue muschiato".


L'uomo di Altamura è stato svelato al pubblico in una cerimonia emozionante con le autorità del comune in provincia di Bari, insieme a paleoantropologi come Giorgio Manzi dell'università di Roma La Sapienza, che ha commentato: "Vederlo mi ha fatto un effetto straordinario. E' davvero suggestivo". Insieme a lui hanno lavorato i colleghi Maryanne Tafuri, Fabio Di Vincenzo, Antonio Profico e David Caramelli, dell'università di Firenze.

Per ricostruire le sembianze del nostro vecchio bisnonno, uno dei più antichi esemplari di uomo di Neanderthal (la specie umana che ha vissuto in Europa a partire da 200mila anni fa e si è misteriosamente estinta 40mila anni fa), gli scienziati e i due fratelli Kennis non hanno dovuto spostarne i resti. Hanno lavorato a partire dai dati della scansione laser e del Dna, grazie al quale hanno avuto conferma che si trattava di un Neanderthal. Il tutto lasciando le ossa incastrate nella roccia proprio là dove furono ritrovate, nel 1993, da alcuni speleologi scesi ad esplorare il sistema carsico di Lamalunga, nella Murgia pugliese, dove probabilmente il Neanderthal era caduto senza più riuscire a uscire.
 
La posa dell'uomo di Altamura, con il peso tutto su una gamba e le mani unite dietro alla schiena, è stata scelta con cura dai fratelli Kennis. "Non volevamo che la posizione sembrasse artificiale. Abbiamo immaginato un uomo della Papua Nuova Guinea o della Mongolia di oggi intento a fissare dei turisti al giorno d'oggi" racconta Alfons. "Con lo stesso sguardo fiero e perplesso allo stesso tempo".


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La grotta di Lamalunga, qui fu scoperto (e c'è ancora) l'Uomo di Altamura

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Ecco il volto dell'Uomo di Altamura, vissuto nel Pleistocene Medio tra 172 e 130mila anni fa.

http://www.repubblica.it/scienze/2016/04/26/news/ricostruiti_il_corpo_e_il_volto_dell_uomo_di_altamura-138513679/?ref=search#gallery-slider=138506741

Scoperta in Francia la prima opera architettonica dei Neanderthal. - Luca Fraioli

Scoperta in Francia la prima opera architettonica dei Neanderthal

Quattrocento pezzi di stalagmiti assemblati in mondo da formare due anelli imponenti. E' la struttura costruita in una grotta 176mila anni dai nostri cugini, gli unici allora a popolare l'Europa.
ROMA. "Una scoperta molto interessante, che puó farci riconsiderare ciò che sapevamo dei nostri progenitori più antichi". Francesco D'Errico, archeologo e direttore di ricerca del CNRS francese a Bordeaux, commenta così l'annuncio dato ieri da alcuni suoi colleghi che per anni hanno studiato una misteriosa struttura all'interno di una grotta nella Francia meridionale.

Anelli imponenti, al centro dei quali venivano forse accesi dei fuochi: a costruirli, molto probabilmente, gli uomini di Neanderthal, che erano dunque capaci di realizzare progetti complessi di architettura. Descritto sulla rivistaNature, lo studio è stato coordinato da Jacques Jaubert, dell'università di Bordeaux. Scoperti nelle profondità della caverna di Bruniquel, nel sud della Francia nel 1992, questi anelli sono stati studiati solo ora, dimostrando che i Neanderthaliani erano in realtà meno "semplici" di quanto finora pensato.

Gli uomini di Neanderthal vissero in Europa tra i 400mila e i 40 mila anni fa. Fino all'arrivo dall'Africa degli Homo Sapiens, nostri progenitori diretti, furono gli unici esseri umani a popolare il continente. Della loro esistenza e del loro aspetto sappiamo soprattutto grazie ai frammenti di scheletri rinvenuti dai paleontologi. In Italia uno degli esemplari meglio studiati è l'Uomo di Altamura, un Neanderthal caduto nella grotta di Lamalunga (Bari) e lì rimasto intrappolato fino al suo ritrovamento, venti anni fa, da un gruppo di speleologi.
Ora però gli studiosi della preisotria potrebbero avere a disposizione qualcosa di più per capire come vivevano quei nostri cugini. Gli anelli della grotta di Bruniquel sono composti da circa 400 pezzi di stalagmiti, con dimensioni che vanno dai 2 ai quasi 7 metri, e risalgono a 176.000 anni fa. Il che fa di questa costruzione la più antica finora conosciuta realizzata dall'uomo. "La nostra ricerca - scrivono gli sicenziati francesi - dimostra che la loro società aveva già degli elementi di modernità che ora possono essere dimostrati e che sono emersi prima del previsto, come l'organizzazione dello spazio, l'uso del fuoco e l'occupazione delle caverne". La loro presenza, a 366 metri dall'entrata della grotta, dimostra infatti che questi antenati dell'uomo avevano già dominato l'ambiente sotterraneo, un comportamento dell'uomo moderno che potrebbe quindi essere emerso prima di quanto teorizzato.
Inoltre, il fatto che gli anelli siano stati costruiti con pezzi di dimensioni simili indica che la loro costruzione è stata progettata attentamente, anche se la funzione non è del tutto chiara. Le ipotesi formulate vanno dal rifugio al significato simbolico, ma serviranno ulteriori studi per dimostrarle.

"La scoperta", spiega D'Errico, "è importante anche dal punto di vista metodologico. Si sapeva dal 1992 delle strutture fatte con stalagmiti, ma non si conosceva la data di realizzazione. L'equipe di Jaubert è riuscita a datare la polvere che ha 'saldato' tra loro le stalagmiti dopo che erano state deposte. E questo ci permette di attribuire la costruzione a Neanderthal".  Ma non è possibile che, al contrario di quanto ritenuto finora, 175mila anni fa ci fossero in Europa altre specie Homo, magari più evolute? "Tutti gli elementi che abbiamo ce lo fanno escludere" risponde D'Errico. "Forse, se non di Neanderthal potrebbe trattarsi dell'Homo di Denisova, lo stesso delle grotte di Atapuerca, in Spagna".
 
Ma qual è allora l'importanza dello studio francese? "Dal mio punto di vista" continua D'Errico "non è tanto nel sancire le capacità costruttive dei Neanderthal. Persino gli uccelli, le iene o gli scimpanzé costruiscono nidi, perché non avrebbe dovuto farlo il Neanderthal? In realtà mi incuriosisce tutto ciò che questa scoperta lascia immaginare: perché questi uomini si spingevano fino a trecento metri di profondità? Certo non per il cibo o per stare al sicuro. Era un rituale? E che tipo di utensili avevano? Per illuminare una grotta e lavorare per ore sotto terra non basta un tizzone, ci vogliono torce molto efficienti".

Sul Sole spunta un 'buco' nero, fotografato ai raggi Uv.

Sul Sole spunta un 'buco' nero (fonte: Nasa/Sdo)
Sul Sole spunta un 'buco' nero (fonte: Nasa/Sdo)


Dovuto a una regione fredda sugli strati esterni.


Sul Sole spunta un 'buco': sono gli effetti di un buco coronale, un fenomeno ben noto dovuto alla presenza di una regione 'fredda' che si può formare periodicamente nella parte più esterna dell'atmosfera della nostra stella. La bellissima immagine è stata scattata dagli strumenti capaci di vedere i raggi ultravioletti a bordo dell'osservatorio solare Sdo (Solar Dynamics Observatory) della Nasa

Appare come un gigantesco 'buco' nero nella regione settentrionale del Sole ed è un fenomeno importante da studiare per capire meglio non solo i meccanismi che avvengono all'interno delle stelle ma anche per sviluppare le tecnologie necessari ai futuri voli umani di esplorazione del Sistema Solare. 

buchi coronali sono infatti regioni di bassa densità dell'atmosfera solare, visibili solamente ai raggi X e ultravioletti, che appaiono più scuri perché le temperature al loro interno sono più basse rispetto alle aree circostanti. Dai buchi coronali vengono emessi venti di particelle ad alta velocità e se investono il nostro pianeta possono causare disturbi delle comunicazioni e aumentare il numero di aurore polari.


http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/05/27/sul-sole-spunta-un-buco-nero-fotografato-ai-raggi-uv_936cc8e9-9f3a-4d79-9c35-f7902cb0019e.html

venerdì 27 maggio 2016

Francia paralizzata contro il Jobs act: “Non faremo la fine dell’Italia”.



Paese bloccato dalle proteste sindacali. Si sciopera anche nelle centrali nucleari.



27/05/2016 - Quella di giovedì 26 maggio è stata l’ottava giornata consecutiva di mobilitazione in Francia, paralizzata dalle proteste contro la ‘Loi Travail‘, la riforma del lavoro molto simile al nostro Jobs act, parecchio controversa in quanto approvata dall’Assemblea Nazionale senza discussione né voto, grazie a un particolare meccanismo parlamentare. La legge dovrà ora essere discussa al Senato dal prossimo 14 giugno, giorno in cui è già stata fissata una nuova grande protesta.

Oltre che a Parigi, ci sono state manifestazioni a Brest, Rennes, Caen, Bordeaux, Marseille, Le Havre, Lione e in molte altre città. In tutto sono state arrestate 77 persone, 36 nella capitale.

La protesta si è allargata anche alle centrali nucleari, quanto mai strategiche visti i problemi energetici dati dal blocco del carburante. I lavoratori di tutte e diciannove le centrali nucleari presenti in Francia hanno deciso di aderire alla mobilitazione, ma solo dodici reattori su 58 hanno subito tagli di produzione. 
Due centrali termiche sono rimaste invece completamente ferme. Ci sono stati rallentamenti o blocchi in sei raffinerie di petrolio su otto e si sono fermati anche i principali porti del paese e due depositi di petrolio in Corsica. Coinvolti nelle agitazioni anche aviazione civile, ferrovie e trasporti locali.
Nonostante i disagi, i sondaggi dicono che oltre 6 francesi su 10 considerano giustificati gli scioperi, e 7 su 10 vorrebbero che la legge fosse ritirata o modificata.

E proprio in una delle raffinerie bloccate, a Fos-Sur-Mer, l’inviato de La Stampa ha parlato con i lavoratori, che hanno fatto un parallelo proprio col Jobs act italiano: “Non credete a questa menzogna del progresso! Vi siete fatti fregare, voi italiani. Non faremo lo stesso. Questo legge sulla flessibilità del lavoro è un ritorno al passato, vogliono togliere di mezzo il sindacato e disporre dei lavoratori a piacimento. Lo chiamano futuro, ma è una nuova forma di schiavitù. Ci possono licenziare a piacimento. Possono obbligarci a fare quanti straordinari vogliono, pagandoli di meno. Non garantiscono più la stessa assistenza sanitaria ai lavoratori. Ma la cosa più grave è che hanno imposto questa legge in totale disprezzo della democrazia, tagliando fuori il Parlamento”.

Il primo ministro Manuel Valls e il presidente Francois Hollande parlano di una “minoranza che ha preso in ostaggio il paese e i consumatori” e che useranno la forza per sgomberare i blocchi delle raffinerie. Questa mattina Valls, intervistato da BFM-TV, ha parlato di possibili “cambiamenti” o “miglioramenti” di alcune parti delle legge. Ha ribadito però che la riforma non sarà ritirata e dopo una serie di domande su quali potessero essere le modifiche, ha solamente aggiunto: “Vedremo, ma non ci sarà alcun cambiamento nella filosofia del testo”.

Leggi anche:

"Bella ciao" suonata in Place de la Republique a Parigi nelle manifestazioni di Nuit Debout contro la riforma del lavoro.



Un grande popolo riesce a mantenere alto l'onore e l'orgoglio.

https://www.facebook.com/ilcorsaro.altrainformazione/videos/1150264541683275/?pnref=story

STRATEGIA DEL GOLPE GLOBALE. - Manlio Dinucci


Quale colIegamento c’è tra società geograficamente, storicamente e culturalmente distanti, dal Kosovo alla Libia e alla Siria, dall’Iraq all’Afghanistan, dall’Ucraina al Brasile e al Venezuela? Quello di essere coinvolte nella strategia globale degli Stati uniti, esemplificata dalla «geografia» del Pentagono.
Il mondo intero viene diviso in «aree di responsabilità», ciascuna affidata a uno dei sei «comandi combattenti unificati» degli Stati uniti: il Comando Nord copre il Nordamerica, il Comando Sud il Sudamerica, il Comando Europeo la regione comprendente Europa e Russia, il Comando Africa il continente africano, il Comando Centrale Medioriente e Asia Centrale, il Comando Pacifico la regione Asia/Pacifico.
Ai 6 comandi geografici se ne aggiungono 3 operativi su scala globale: il Comando strategico (responsabile delle forze nucleari), il Comando per le operazioni speciali, il Comando per il trasporto. 
A capo del Comando Europeo c’è un generale o ammiraglio nominato dal presidente degli Stati uniti, che assume automaticamente la carica di Comandante supremo alleato in Europa.
La Nato è quindi inserita nella catena di comando del Pentagono, opera cioè fondamentalmente in funzione della strategia statunitense. Essa consiste nell’eliminare qualsiasi Stato o movimento politico/sociale minacci gli interessi politici, economici e militari degli Stati uniti che, pur essendo ancora la maggiore potenza mondiale, stanno perdendo terreno di fronte all’emergere di nuovi soggetti statuali e sociali.
Gli strumenti di tale strategia sono molteplici: dalla guerra aperta – vedi gli attacchi aeronavali e terrestri in Iugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia – alle operazioni coperte condotte sia in questi che in altri paesi, ultimamente in Siria e Ucraina. 
Per tali operazioni il Pentagono dispone delle forze speciali, circa 70000 specialisti che «ogni giorno operano in oltre 80 paesi su scala mondiale». 
Dispone inoltre di un esercito ombra di contractors (mercenari): in Afghanistan, documenta Foreign Policy, i mercenari del Pentagono sono circa 29.000, ossia tre per ogni soldato Usa; in Iraq circa 8.000, due per ogni soldato Usa.
Ai mercenari del Pentagono si aggiungono quelli della tentacolare Comunità di intelligence comprendente, oltre la Cia, altre 15 agenzie federali.
I mercenari sono doppiamente utili: possono assassinare e torturare, senza che ciò sia attribuito agli Usa, e quando sono uccisi i loro nomi non compaiono nella lista dei caduti. Inoltre il Pentagono e i servizi segreti dispongono dei gruppi che essi armano e addestrano, tipo quelli islamici usati per attaccare dall’interno la Libia e la Siria, e quelli neonazisti usati per il colpo di stato in Ucraina.
Altro strumento della stessa strategia sono quelle «organizzazioni non-governative» che, dotate di ingenti mezzi, vengono usate dalla Cia e dal Dipartimento di stato per azioni di destabilizzazione interna in nome della «difesa dei diritti dei cittadini».
Nello stesso quadro rientra l’azione del gruppo Bilderberg – che il magistrato Ferdinando Imposimato denuncia come «uno dei responsabili della strategia della tensione e delle stragi» in Italia – e quella della Open Society dell’«investitore e filantropo George Soros», artefice delle «rivoluzioni colorate».
Nel mirino della strategia golpista di Washington vi sono oggi il Brasile, per minare dall’interno i Brics, e il Venezuela per minare l’Alleanza Bolivariana per le Americhe. Per destabiizzare il Venezuela – indica il Comando Sud in un documento venuto alla luce – si deve provocare «uno scenario di tensione che permetta di combinare azioni di strada con l’impiego dosato della violenza armata».