mercoledì 17 novembre 2021

Dal parrucchiere.

 

La mia è una parrucchiera e la frequento una volta ogni tre mesi per avere sempre i capelli a posto e non troppo allungati.

La sua bottega è un mondo a parte stipato in uno spazio piccolissimo, forse 50mq, ma ben strutturato. 

Entrando si notano le poltroncine per 6 persone, tre da un lato, tre dall'altro;

- nel lato sinistro c'è un unico casco asciugacapelli munito di un braccio mobile;

- a distanza di un metro, in fondo ci sono a sinistra la manicure, a destra un'unica poltroncina con lavandino per lo shampoo;

- nel corridoietto che divide la zona della messa in piega e colore dalla zona lavaggio e manicure, sul lato destro, c'è una porticina che dà accesso ad un un altro vano, sempre al buio, ove, suppongo, si trovino bagno e magazzino per conservare tutto ciò che occorre alla bottega.

La peculiarità del posto, in ogni caso, è l'ambiente prodotto dall'interazione che si crea tra le frequentatrici che, almeno così pare, si conoscono tutte e sanno tutto di ognuna di loro.

Quindi si assiste, involontariamente, a discorsi, a volte anche intimi, riguardanti la famiglia, i figli, i mariti, il rapporto con i genitori e via dicendo.

E, anche se in un primo momento la situazione potrebbe sembrare inopportuna, alla fine ci si fa l'abitudine, e, riflettendoci su, si può cogliere l'occasione di trarre vantaggio dai discorsi ascoltati, per migliorare noi stessi e correggere quei difetti che facciamo finta di ignorare quando interagiamo con gli altri.

Tutte le esperienze servono a fornirci conoscenza e vanno, pertanto, valorizzate.

E poi c'è la vecchietta che, anche se ottuagenaria, vuole i suoi capelli colorati di un biondo oro, o castano chiaro; la giovanetta tredicenne che vuole le unghia lunghe e colorate alla moda; la ventenne che vuole tagliati i capelli, ma solo alle punte perchè li vuole mantenere lunghi ed è eternamente indecisa se cambiare il colore dei capelli da biondo a tiziano, che va tanto di moda.

Nel frattempo entra la signora, proprietaria della boutique accanto, e porta la gonna da fare provare all'amica che ha poco tempo per recarsi in negozio ma ha visto un abitino da indossare per una comunione che le piacerebbe tanto avere...

E, in tutto ciò, c'è la parrucchiera che tra una taglio di ciocche e l'altro ti tiene con i capelli bagnati perchè deve rispondere al telefono, deve prendere l'altro spazzolino dalla stanza segreta, deve dilungarsi su consigli da dare all'amica che ha dubbi atroci su cosa regalare al fidanzato per il suo compleanno, alla mammina che ha partorito da poco e che non sa cosa fare con il piccoletto quando piange, quale pannolini usare....

Alla fine ho i capelli tagliati e asciutti, pago e, compiaciuta, saluto tutti e me ne vado, contenta di aver goduto di un pizzico di esperienza in più..

cetta

Facce da culona. - Marco Travaglio

 

Proseguono le lezioni di giornalismo al Fatto da “colleghi” che non hanno mai visto una notizia vera. Il rag. Cerasa, sul Foglio, ci accusa senza nominarci (tanto nessuno gli domanderà con chi ce l’ha, non avendo lettori) di aver costruito “il principale cluster italiano della macchina del fango”: altro che la Bestiola renzian-rondolina. Non sa, perché ai tempi ciucciava ancora il biberon, che il Foglio nacque nel ’96 coi soldi di B. (pardon, della moglie) e nel ’97 col falso scoop su un’indagine farlocca del Gico contro Di Pietro, imperniata su un’intercettazione manipolata col taglia-e-cuci: quella che faceva dire al banchiere Pacini Battaglia “Io da Mani Pulite sono uscito perché ho pagato” e “Di Pietro e l’avvocato Lucibello mi hanno sbancato”, cioè estorto una tangente (seguiva la frase “Io a Di Pietro i soldi non glieli ho dati”, ma fu sapientemente tagliata). Uno scoop su parole mai dette (il verbo era “sbiancato”) e su un delitto mai avvenuto, infatti l’ex pm fu prosciolto da ogni accusa. Su quella patacca l’allora direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, imbastì tutta la sua campagna elettorale di candidato del centrodestra nel Mugello contro Di Pietro (centrosinistra), appellandolo graziosamente “scespiriana baldracca”, “troia dagli occhi ferrigni”, “protettore di biscazzieri”, “megalomane golpista”. Risultato: Di Pietro 68%, Ferrara 16%.

Altre lezioni ci giungono da un noto portatore di chatouche che, sull’autorevole Libero, mi accusa di aver inventato “la fake news propagandistica più falsa e dannosa del Dopoguerra: la famosa intercettazione in cui Berlusconi definiva la Merkel ‘culona inchiavabile’… mai esistita… balla inescusata”. Naturalmente non abbiamo mai pubblicato la suddetta intercettazione, né affermato che esistesse: forse faceva parte di quelle penalmente irrilevanti distrutte dalla Procura di Bari nell’inchiesta Puttanopoli su Tarantini&B., forse era solo una voce di Transatlantico. E come tale la registrò una nostra collaboratrice in un trafiletto di curiosità nell’ottobre 2010. In Parlamento non si parlava d’altro tra i forzisti terrorizzati dall’uscita di qualche conversazione contenente il soprannome che B. aveva affibbiato alla Merkel, convinto com’era che la cancelliera complottasse contro di lui. Infatti la stessa voce fu raccolta da Selvaggia Lucarelli (che ancora non scriveva sul Fatto) nel suo blog. E rimbalzò sui giornali tedeschi, dalla Bild al Die Welt, senza che da B.&C. arrivassero smentite. Un anno più tardi, subito dopo la celebre risata congiunta di Merkel e Sarkòzy, il Caimano perse la maggioranza e si dimise. Poi prese ad accusare apertamente la Merkel di aver ordito un “golpe” contro il suo governo a colpi di spread.

E i suoi giornali, parlando con cognizione di causa e sapendo di fargli cosa gradita, iniziarono a chiamare la cancelliera con quel leggiadro vezzeggiativo. Libero: “Angela è davvero una culona. Il primo a dirlo fu Kohl” (27.11.2011). Giornale: “La caduta di Berlusconi: è stata la culona” (31.12.’11). E così via, persino sugli eventi sportivi. Tipo quando la Nazionale azzurra eliminò la Germania agli Europei del 2012: “Ciao ciao culona” (Giornale, 29.6.’12). “Vaffanmerkel”, “Due calci nel culone” (Libero, 29.6.’12). Quando Angela rivelò il suo passato di ragazza squatter, Libero la fulminò: “Balla paraculona della Merkel: ‘Da ragazza occupavo le case’” (4.9.’13). Quando si schiantò sulle nevi dell’Engadina, Libero sparò: “Il lato B più potente d’Europa si frattura sulle piste di fondo” (7.1.’14). E quando perse 10 chili di peso, Libero si congratulò: “Merkel a dieta: anche lei si vede culona” (7.5.’14). E ancora quattro anni dopo, quando il ministro Horst Seehofer la contestò sulla politica migratoria, Libero titolò: “Chi è il Salvini tedesco, che manda la Germania a culona all’aria” (3.7.’18).
Il soprannome made in Arcore era ormai un fatto notorio a livello mondiale. Finché il 20 maggio 2014, intervistando l’ex Cavaliere per la Bbc, il giornalista Jeremy Paxman osò dove i colleghi italiani mai avevano osato: “Scusi, è vero che ha definito Angela Merkel ‘culona inchiavabile’?”. L’interrogativo sortì sul gentiluomo brianzolo lo stesso effetto del gas paralizzante: una lunga, interminabile paresi, tipo fermo-immagine (il tempo per l’interprete di riaversi dallo choc e trovare le parole per tradurre un’espressione non proprio tipica del linguaggio diplomatico), seguita da un moto ondulatorio e sussultorio della mano destra che invitava l’intervistatore di passare alla domanda successiva. Anche lì nessuna smentita. Anzi, un anno dopo arrivò la conferma: ad Alan Friedman, che lo intervistava per l’agiografia My Way, B. rivendicò la paternità della geniale definizione e raccontò che l’ex cancelliere Gerhard Schröder se n’era complimentato con lui: “Hai fatto benissimo: è totalmente vero!”. Ma, nella fretta, si scordò di avvertire il mèchato.
Ps. A proposito di bufalari. Ieri l’Innominabile, dopo aver condannato ai playoff la Nazionale di calcio con il beneaugurante “Forza Italia!” di venerdì, ha sostenuto che B. “iniziò a recuperare” dopo la famosa ospitata da Santoro con spolverata di sedia il 14 gennaio 2013: “Travaglio fu il principale sponsor della ripresa di Berlusconi che arrivò a tanto così dal vincere le elezioni”. Per la cronaca, alle elezioni del 2013, B. perse 6,5 milioni e mezzo di voti e 178 seggi. E senza nemmeno gli auguri di bin Rignan.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/17/facce-da-culona/6395080/

martedì 16 novembre 2021

Feltri contro Feltri. - Marco Travaglio

 

Adoro Libero perché amo gli ossimori. E stravedo per Vittorio Feltri per il suo passato di penna all’arrabbiata, per la sua totale assenza di scrupoli e freni inibitori, ma soprattutto perché non ha la più pallida idea di quello che scrive. Ieri ha preso le difese del suo ex vice al Giornale Alessandro Sallusti, che l’altroieri avevo indicato come l’artefice della celebre patacca del 2009 sull’allora direttore di Avvenire Dino Boffo “noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”. “Travaglio scrive cazzate”, “inventa favole e fandonie”, afferma Feltri, “il contenuto del documento raccontava un episodio vero” e soprattutto Sallusti non c’entra: “al massimo può essere considerato mio corresponsabile, ma sarebbe una forzatura”. Ora, sapete chi aveva indicato Sallusti come artefice della bufala in varie interviste e dinanzi al pm Gianfranco Scarfò che nel 2012 lo aveva sentito come teste sotto giuramento e obbligo di dire la verità? Feltri.

Intervista all’Espresso (3.7.2014): “Fu Sallusti a dirmi che la fonte della velina su Boffo era il cardinale Bertone, che l’aveva data a Bisignani e alla Santanchè. Poi era arrivata a Sallusti. È quello che ho raccontato ai magistrati… Io ero direttore e mi sono fidato… Visto quello che è successo, facevo bene a non fidarmi”. Anche perché l’Ordine dei giornalisti sospese Feltri, non Sallusti: “Ho pagato solo io, come sempre… Quel cretino del direttore ci va di mezzo”. Intervista, sempre di Feltri, a Repubblica (5.7.2014): “Arriva Sallusti e mi dice che c’è questa storia di Boffo. Mi porta dei documenti. Gli chiedo: ‘Chi te li ha dati?’. E lui: ‘È quel giro lì, Santanchè-Bisignani-Bertone’. ‘Siamo sicuri?’, gli faccio. ‘Sicuri’. Lo prego di fare ulteriori verifiche: lui le fa. A quel punto decido di andare avanti… (Il pm) mi dice che se voglio posso appellarmi al segreto professionale. Figuriamoci. Perché mai dovrei coprire dei falsari? Il segreto professionale lo usi per proteggere delle fonti buone, mica chi ti ha venduto una patacca… una bufala… balle… A un magistrato non puoi raccontare puttanate. Quindi ho detto la verità”. Sallusti nega tutto e lo accusa di falsa testimonianza: “Ricostruzione senza alcun fondamento”. E Feltri: “Ho rinunciato al segreto perché sarebbe assurdo coprire una fonte infedele imbrogliona. Mentre Sallusti non ha svelato la fonte delle notizie false su Boffo, proteggendo i falsari che mi avevano danneggiato. Perché? Io fui sospeso dall’Ordine tre mesi e dovetti rinunciare alla direzione del Giornale. Al mio posto guarda caso subentrò Sallusti”. Prima di attribuire a me “cazzate”, “fandonie” e “favole”, Feltri dovrebbe chiarirsi col suo ex-neo-direttore Sallusti. Ma soprattutto con Feltri.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/16/feltri-contro-feltri/6393508/

lunedì 15 novembre 2021

Anagrafe online da lunedì. Mattarella scarica il primo certificato digitale.

 

Ecco i certificati che si potranno ottenere on line gratis.


Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scaricato, in anteprima, il primo certificato digitale attraverso la piattaforma "Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente".

Da lunedì sarà attivo il servizio che consentirà ai cittadini di ottenere i certificati anagrafici online, in materia autonoma e gratuita, accedendo alla piattaforma www.anagrafenazionale.interno.it disponibile anche attraverso l'indirizzo www.anagrafenazionale.gov.it.

I cittadini iscritti all'anagrafe potranno scaricare 14 certificati per proprio conto o per un componente della propria famiglia, senza bisogno di recarsi allo sportello.

Questi i certificati che si possono ottenere:

Nascita

Matrimonio

Cittadinanza

Esistenza in vita

Residenza

Residenza AIRE

Stato civile

Stato di famiglia

Residenza in convivenza

Stato di famiglia AIRE

Stato di famiglia con rapporti di parentela

Stato Libero

Anagrafico di Unione Civile

Contratto di Convivenza

Per i certificati digitali - precisa una nota del Ministero dell'Innovazione - non si dovrà pagare il bollo e saranno quindi gratuiti (e disponibili in modalità multilingua per i comuni con plurilinguismo). Potranno essere rilasciati anche in forma contestuale (ad esempio cittadinanza, esistenza in vita e residenza potranno essere richiesti in un unico certificato).   

Al portale si accede con la propria identità digitale (SPID, Carta d'Identità Elettronica, CNS) e se la richiesta è per un familiare verrà mostrato l'elenco dei componenti della famiglia per cui è possibile richiedere un certificato. Il servizio, inoltre, consente la visione dell'anteprima del documento per verificare la correttezza dei dati e di poterlo scaricare in formato pdf o riceverlo via mail.   

Grazie ad ANPR - conclude la nota - le amministrazioni italiane avranno a disposizione un punto di riferimento unico di dati e informazioni anagrafiche, dal quale poter reperire informazioni certe e sicure per poter erogare servizi integrati e più efficienti per i cittadini. Con un'anagrafe nazionale unica, ogni aggiornamento su ANPR sarà immediatamente consultabile dagli enti pubblici che accedono alla banca dati, dall'Agenzia delle entrate all'Inps, alla Motorizzazione civile. 

Ecco nel dettaglio il progetto, secondo quanto spiega una nota del ministero della Trasformazione Digitale.

Il progetto.

ANPR è un progetto del Ministero dell’Interno la cui realizzazione è affidata a Sogei, partner tecnologico dell’amministrazione economico-finanziaria, che ha curato anche lo sviluppo del nuovo portale. Il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri è titolare del coordinamento tecnico-operativo dell’iniziativa.

L’innovazione dell’Anagrafe Nazionale.

ANPR è un sistema integrato, efficace e con alti standard di sicurezza, che consente ai Comuni di interagire con le altre amministrazioni pubbliche. Permette ai dati di dialogare, evitando duplicazioni di documenti, garantendo maggiore certezza del dato anagrafico e tutelando i dati personali dei cittadini.

Per la Pubblica Amministrazione significa guadagnare in efficienza superando le precedenti frammentazioni, ottimizzare le risorse, semplificare e automatizzare le operazioni relative ai servizi anagrafici, consultare o estrarre dati, monitorare le attività ed effettuare analisi e statistiche. Per i cittadini vuol dire accedere a servizi sempre più semplici, immediati e intelligenti, basati su informazioni condivise e costantemente aggiornate, potendo così godere dei propri diritti digitali. Ma anche risparmiare tempo e risorse, evitando di duplicare informazioni già fornite in precedenza alle diverse amministrazioni che offrono servizi pubblici.

Numeri e servizi.

Ad oggi, ANPR raccoglie i dati del 98% della popolazione italiana con 7808 comuni già subentrati e i restanti in via di subentro. L 'Anagrafe nazionale, che include 5,7 milioni di persone dell’Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), coinvolge oltre 59 milioni di residenti in Italia e sarà ultimata nel corso del 2021. Sul portale è possibile monitorare l’avanzamento del processo di adesione da parte dei Comuni italiani.

I prossimi passi.

A questi primi certificati scaricabili online se ne potranno aggiungere facilmente altri senza modifiche al quadro normativo e nei prossimi mesi saranno implementati ulteriori servizi per il cittadino, come le procedure per effettuare il cambio di residenza.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/11/14/anagrafe-online-da-lunedi.-mattarella-scarica-il-primo-certificato-digitale_ce00337d-ead0-4dee-93a6-a4d410f3c5c3.html

Nobili e il falso dossier per colpire “Report”. Con dati bancari veri. - Alessandro Mantovani


ALITALIA-PIAGGIO - C’erano copie di un estratto conto nei documenti contro la trasmissione, rifiutati da vari giornalisti e poi di fatto trasfusi nei video, nelle interviste e in un’interrogazione parlamentare del renzianissimo deputato romano sulla trasmissione di Sigfrido Ranucci.

Non chiamatelo “dossier Nobili” se no si offende. “Ma quale dossier? Non ho visto nessun dossier, nessun estratto conto”, giura Luciano Nobili. Ma insomma, c’erano copie di un estratto conto nel dossier contro Report, rifiutato da vari giornalisti e poi di fatto trasfuso nei video, nelle interviste e in un’interrogazione parlamentare del renzianissimo deputato romano sulla trasmissione di Sigfrido Ranucci. Erano i movimenti bancari di un ex manager di Piaggio Aerospace, sospettato di aver informato Report sulla presa di controllo di quell’azienda strategica, in epoca renziana, da parte degli Emirati Arabi Uniti. Non erano in un fascicolo giudiziario, come quelli di Matteo Renzi e di migliaia di indagati. Non era facile procurarseli legalmente. Magari provenivano da uomini d’apparato, investigatori privati, hacker. “Quel dossier me lo fece vedere un collega”, racconta Franco Bechis, direttore del Tempo. “Dissi al collega che noi non potevamo esibire come prova un documento come la distinta bancaria che, perfino, con rogatoria giudiziaria si sarebbe faticato ad avere”, ha scritto sul suo blog. Lo cestinò. Ora aggiunge: “Potevano accusarci di ricettazione”. Anche Augusto Minzolini, oggi direttore del Giornale, non utilizzò quelle carte.

Nella prima parte del dossier c’erano le supposte mail tra Ranucci e Rocco Casalino, allora con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, per concordare l’uscita del servizio su Alitalia e Piaggio, a fine novembre 2020, durante la crisi di governo. In quei mesi Report si occupava anche del Vaticano e di Cecilia Marogna, che coinvolgeva pezzi dei Servizi. Il 2 febbraio, dopo le dimissioni di Conte, Valerio Valentini sul Foglio e Bechis e Minzolini sui loro giornali accennano al carteggio, senza nominare Ranucci (“un conduttore Rai”) e almeno Bechis, ipotizzando che sia un falso, per dare conto dei veleni attorno ai negoziati sul nuovo governo. Casalino e Ranucci smentiscono le mail, nessuno le mostra. Mario Draghi giura il 14 febbraio.

La seconda parte del dossier arriva ad aprile, dopo che Report ha mandato in onda l’ex leghista “gelliano” Gianmario Ferramonti che parla di Maria Elena Boschi, la quale però nega i contatti. A Bechis la porta sempre il collega: c’era, scrive il direttore del Tempo, “una distinta di liquidazione Rai per 45 mila euro a una società (…) e un estratto conto di banca lussemburghese di una persona fisica che (…) secondo il collega sarebbe stata intervistata da Report con volto oscurato e voce distorta”. La tesi era che la Rai avesse pagato, con oggetto “Alitalia/Piaggio”, la Tarantula Luxembourg, società di produzione, che poi avrebbe girato i soldi a Francesco Maria Tuccillo, l’ex manager contrario agli Emirati in Aerospace.

Per Bechis è una “polpetta avvelenata”. Neppure Minzolini pubblica. La notizia esce solo il 3 maggio, all’indomani del servizio di Report sull’incontro all’autogrill tra Renzi e il dirigente dei Servizi Marco Mancini, poi pensionato. La tira fuori Nobili: “Voglio sapere se la Rai abbia o meno pagato una fattura alla società lussemburghese Tarantula e, se sì, perché ha pagato questa fattura, in virtù di quale servizio? La società Tarantula ha collaborato alla realizzazione del servizio su Renzi su Alitalia, su Piaggio Aerospace?”. E presenta un’interrogazione parlamentare.

“Con Tuccillo abbiamo parlato, ma non ci ha detto nulla e non l’abbiamo mai mandato in onda coperto”, dice Ranucci. “La fattura non esiste”, fa sapere Report. “I renziani hanno ricevuto e portato in Parlamento un dossier falso”, scrive Marco Travaglio nel libro I segreti del Conticidio (Paper First) uscito a fine maggio. Nobili replica a Report: “Anche noi abbiamo i nostri informatori”. L’interrogazione è rivolta al ministero dell’Economia, azionista Rai, ma viene bloccata alla Camera; il renziano Michele Anzaldi cortesemente rifiuta di portarla in Vigilanza Rai: “Sono eletto a Roma, è stato un atto di coraggio”, rivendica, alludendo al peso politico di Nobili. Viene ammessa solo il 27 ottobre. Ripulita. Non ci sono più i 45 mila euro e non c’è più il riferimento ai “rapporti economici fra la società lussemburghese e il dottor Francesco Maria Tuccillo”, di cui si poteva sapere solo in base all’estratto conto del dossier. Resta però Tuccillo, di cui Nobili non dovrebbe nemmeno conoscere il nome. “Lo sapevamo in tre in redazione”, dicono a Report. E chissà poi se il Mef potrà rispondere sui rapporti tra Report e una presunta fonte, coperti dal segreto professionale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/15/nobili-e-il-falso-dossier-per-colpire-report-con-dati-bancari-veri/6392221/

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Materie prime. “Perché i gatti ci accompagnano in bagno? Anche così ci dimostrano il loro affetto”, “Questa foto è stata scattata ieri mattina nel bagno di casa: si può facilmente immaginare dove fossi seduto io e perché. Non credo di essere l’unico a ritrovarsi, poco dopo aver lasciato il letto, in una situazione del genere” (Fabrizio Rondolino, Corriere della sera-Scienza, 13.11). Ecco di chi era la colpa della macchina renziana spara-merda: del gatto.

Querelite. “Renzi: ‘In tribunale contro Travaglio e il mio vicino di casa’” (Adnkronos, 11.11). E se fossero la stessa persona?

Si è fastidiato. “Ho provato a vedere la discussione tra Renzi e Travaglio e ho provato la stessa sensazione di disagio di quando scanalando mi è capitato di vedere quelli che litigano al Grande Fratello. Quelli (sic, ndr) roba che provi pietà per loro, mista a un po’ di umano fastidio” (Luca Bizzarri, Twitter, 12.11). Oh, poverino, e adesso come facciamo?

The Genius. “Ho dato solidarietà a Renzi, la gogna avvelena la politica” (Irene Tinagli, vicesegretaria Pd, Messaggero, 9.11). Ergo lei solidarizza con quelli che la gogna la organizzavano. Un genio.

Clint Salvini. “Salvini mi fa venire in mente Clint Eastwood” (Susanna Ceccardi, eurodeputata Lega, Rai Radio1, 5.11). Per l’indimenticabile interpretazione in “Gran Burino”.

E allora Bibbiano? “Affidi illeciti e ‘sistema Bibbiano’: 4 anni per Foti, 17 a giudizio, anche il sindaco Pd per abuso d’ufficio” (Corriere della sera, 12.11). Ora Di Maio dovrà chiedere scusa di aver chiesto scusa al “partito di Bibbiano”.

Scandali nazionali. “Dalla mafia alla Lollo l’ultima giravolta del narciso Ingroia. L’annuncio in un video, sarà il suo avvocato” (Repubblica, 13.11). Un avvocato che accetta di difendere una cliente: dove andremo a finire.

Figlia di Papi. “Mio padre al Quirinale? È bastata la sola ipotesi e si è scatenata subito la macchina del fango” (Marina Berlusconi, Corriere della sera, 13.11). La sua.

Già Vazzi. “Il debito è un concetto del secolo scorso” (Francesco Giavazzi, consigliere economico di Draghi, Corriere della sera, 13.11). Quindi i suoi trent’anni di editoriali sul debito (anche in questo secolo) li buttiamo?

Autocoscienza. “Travaglio bue dà del cornuto all’asino” (Alessandro Sallusti, Libero, 13.11). E l’asino, comprensibilmente, si offende.

Ucci ucci. “È giunta l’ora di divorziare da Travaglio” (Andrea Marcucci, senatore Pd, Riformista, 10. 11). Ma chi t’ha mai sposato?

Noblesse oblige. “Dieci anni fa lo hanno abbattuto. Ora la storia dà ragione al Cav… Oggi è il padre nobile del Ppe” (Paolo Guzzanti, Giornale, 13.11). Uahahahahahah.

Sorpresona. “‘Sono omosessuale. Il coming out di Spadafora da Fazio” (Corriere della sera, 8.11). No, che notizia! E chi l’avrebbe mai detto?

Letture miracolose. “Gli avevano vietato di leggere la Cartabia al 41 bis: ora sta diventando cieco” (Dubbio, 12.11). Pensa se leggeva pure la Cartabia.

Due piccioni con una fava. “Ue, pressing di Letta: ‘5S nei progressisti’. E Calenda se ne va” (Repubblica, 12.11). Basta l’annuncio e i Socialisti europei già ci guadagnano.

Moiro Orfeo. “Accordo Agnoletti-Orfeo” (Matteo Renzi a Marco Carrai, 31.12.2017). “Mario Orfeo verso la riconferma al Tg3 nel segno della continuità” (Stampa, 12.11.2021). Le famose nomine dei Migliori che non ascoltano i partiti.

Memoria corta. “L’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti è stata la madre della corruzione della politica” (Nadia Urbinati, Domani, 12.11). Infatti ai tempi di Tangentopoli c’erano sia il finanziamento pubblico sia le mazzette.

Al galoppo. “Progetto Islander, così Nicole Berlusconi ha tratto in salvo 500 cavalli” (Repubblica, 5.11). Per giustificare l’esistenza del Cavaliere e dello stalliere.

La Monarchia. “La classifica dei principi più eleganti al mondo. Con un illustre assente. Da Pierre Casiraghi al figlio del sultano del Brunei, passando per il principe Carlo d’Inghilterra, ecco chi sono i sette uomini reali cui la storica rivista britannica Tatler ha assegnato il titolo di arbiter elegantiarum. E vediamo anche chi manca” (Repubblica, 13.11). Ma questa Repubblica, con Sambuca Molinari, non si starà spostando troppo a sinistra?

Fine pena mai. “I grandi elettori mandino Berlusconi al Colle. L’elezione del Cavaliere sarebbe un risarcimento per lui e per quello che ha patito il Paese” (Piero Sansonetti, direttore del Riformista, Giornale, 7.11). Ma non era contro l’ergastolo?

Il titolo della settimana/1. “Amato vorrebbe una donna al Colle” (Corriere della sera, 11.11). “Voglio una donnaaaa!” (Ciccio Ingrassia, Amarcord di Federico Fellini, 1973).

Il titolo della settimana/2. “Fedez entra in politica? È giallo” (Riformista, 11.11). Epatite?

Il titolo della settimana/3. “Il peto di Biden terrorizza Carlo e Camilla” (Libero, 9.11). Ma non dovevano ridurle, le emissioni?


https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/15/ma-mi-faccia-il-piacere-245/6392217/

Ruffini (Agenzie Entrate): «Frodi per 950 milioni su bonus casa, urgente intervenire». -

 

I punti chiave.


Il monte totale delle frodi sui bonus edilizi, compreso il Superbonus ammonta a 950 milioni, «quasi un miliardo e quasi tutti monetizzati». È il dato aggiornato fornito dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, a in Mezz'ora su Raitre. Proprio per questo «era urgente intervenire» con il decreto varato dal governo sui controlli. Ruffini ha avvertito poi che «Sogei sta aggiornando le procedure», in questo fine settimana le operazioni sono state sospese, ma «all'inizio della prossima settimana verrà riaperto il canale» per le comunicazioni relative ai bonus edilizi.

Quasi 1 miliardo di truffe con i bonus edilizi.

Le frodi sulle cessioni di crediti dei bonus edilizi, compreso il superbonus, hanno raggiunto «950 milioni di euro, quasi 1 miliardo. Sogei sta aggiornando le procedure, questo fine settimana abbiamo fermato le procedure ma nella prossima settimana ripartirà tutto. L'istituto è corretto e va salvaguardato». Così il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, intervistato da Lucia Annunziata a Mezz'ora in più. «È ovvio che la risposta del governo è stata data ed è stata un decreto d'urgenza, se non fossero stati turbati non ci sarebbe stato». «Abbiamo ricevuto segnalazioni da cittadini che ci dicevano che avevano firmato le carte», ma che «non era stato avviato alcun lavoro» oppure, ha detto, «di lavori fatti da società che non sono nell'edilizia».

L’evasione fiscale sta scendendo.

Ruffini è poi intervenuto sul tema dell’evasione fiscale: «Negli ultimi anni il dato dell’evasione fiscale dei principali tributi è diminuito del 15%. Il fatto che diminuisca non vuol dire che l’Agenzia recuperi le somme, ma che i cittadini si stanno adeguando. L'evasione sta scendendo, siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo continuare a fare sentire la presenza dello Stato». Mentre sugli 8 miliardi messi a disposizione nella manovra di bilancio per il taglio delle tasse «non è solo un numero, aliquote e basi imponibili, ma qualcosa di più complesso. La scelta di come spendere» la cifra «può influenzare molto e può essere particolarmente visibile nel portafoglio dei cittadini se usati in un certo modo, mentre meno evidente se spalmata. L’importante è che la scelta sia condivisa» da parte della maggioranza.

Con global minimum tax emersione delle tasse dei Big.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate è poi intervenuto sulla minimum tax globale sulle multinazionali, approvata dai leader del G20 nel vertice di Roma dopo anni di trattative, andrà a colpire in particolare i colossi del web cresciuti in questi anni, da Amazon a Facebook. I leader mondiali si sono impegnati ad attuarla entro la data del 2023, fissata nel quadro Ocse dove era stata sottoscritta da 136 paesi su 140. «L’economia digitale è difficile da intercettare. L'accordo sottoscritto dai Paesi e il risultato del G20» sulla global minimum tax «ci consente di evitare la fuga verso i Paesi a fiscalità privilegiata e questo consentirà una maggiore emersione di tasse».

https://www.ilsole24ore.com/art/ruffini-agenzie-entrate-frodi-950-milioni-bonus-casa-urgente-intervenire-AEX6oxw