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lunedì 15 novembre 2021

Nobili e il falso dossier per colpire “Report”. Con dati bancari veri. - Alessandro Mantovani


ALITALIA-PIAGGIO - C’erano copie di un estratto conto nei documenti contro la trasmissione, rifiutati da vari giornalisti e poi di fatto trasfusi nei video, nelle interviste e in un’interrogazione parlamentare del renzianissimo deputato romano sulla trasmissione di Sigfrido Ranucci.

Non chiamatelo “dossier Nobili” se no si offende. “Ma quale dossier? Non ho visto nessun dossier, nessun estratto conto”, giura Luciano Nobili. Ma insomma, c’erano copie di un estratto conto nel dossier contro Report, rifiutato da vari giornalisti e poi di fatto trasfuso nei video, nelle interviste e in un’interrogazione parlamentare del renzianissimo deputato romano sulla trasmissione di Sigfrido Ranucci. Erano i movimenti bancari di un ex manager di Piaggio Aerospace, sospettato di aver informato Report sulla presa di controllo di quell’azienda strategica, in epoca renziana, da parte degli Emirati Arabi Uniti. Non erano in un fascicolo giudiziario, come quelli di Matteo Renzi e di migliaia di indagati. Non era facile procurarseli legalmente. Magari provenivano da uomini d’apparato, investigatori privati, hacker. “Quel dossier me lo fece vedere un collega”, racconta Franco Bechis, direttore del Tempo. “Dissi al collega che noi non potevamo esibire come prova un documento come la distinta bancaria che, perfino, con rogatoria giudiziaria si sarebbe faticato ad avere”, ha scritto sul suo blog. Lo cestinò. Ora aggiunge: “Potevano accusarci di ricettazione”. Anche Augusto Minzolini, oggi direttore del Giornale, non utilizzò quelle carte.

Nella prima parte del dossier c’erano le supposte mail tra Ranucci e Rocco Casalino, allora con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, per concordare l’uscita del servizio su Alitalia e Piaggio, a fine novembre 2020, durante la crisi di governo. In quei mesi Report si occupava anche del Vaticano e di Cecilia Marogna, che coinvolgeva pezzi dei Servizi. Il 2 febbraio, dopo le dimissioni di Conte, Valerio Valentini sul Foglio e Bechis e Minzolini sui loro giornali accennano al carteggio, senza nominare Ranucci (“un conduttore Rai”) e almeno Bechis, ipotizzando che sia un falso, per dare conto dei veleni attorno ai negoziati sul nuovo governo. Casalino e Ranucci smentiscono le mail, nessuno le mostra. Mario Draghi giura il 14 febbraio.

La seconda parte del dossier arriva ad aprile, dopo che Report ha mandato in onda l’ex leghista “gelliano” Gianmario Ferramonti che parla di Maria Elena Boschi, la quale però nega i contatti. A Bechis la porta sempre il collega: c’era, scrive il direttore del Tempo, “una distinta di liquidazione Rai per 45 mila euro a una società (…) e un estratto conto di banca lussemburghese di una persona fisica che (…) secondo il collega sarebbe stata intervistata da Report con volto oscurato e voce distorta”. La tesi era che la Rai avesse pagato, con oggetto “Alitalia/Piaggio”, la Tarantula Luxembourg, società di produzione, che poi avrebbe girato i soldi a Francesco Maria Tuccillo, l’ex manager contrario agli Emirati in Aerospace.

Per Bechis è una “polpetta avvelenata”. Neppure Minzolini pubblica. La notizia esce solo il 3 maggio, all’indomani del servizio di Report sull’incontro all’autogrill tra Renzi e il dirigente dei Servizi Marco Mancini, poi pensionato. La tira fuori Nobili: “Voglio sapere se la Rai abbia o meno pagato una fattura alla società lussemburghese Tarantula e, se sì, perché ha pagato questa fattura, in virtù di quale servizio? La società Tarantula ha collaborato alla realizzazione del servizio su Renzi su Alitalia, su Piaggio Aerospace?”. E presenta un’interrogazione parlamentare.

“Con Tuccillo abbiamo parlato, ma non ci ha detto nulla e non l’abbiamo mai mandato in onda coperto”, dice Ranucci. “La fattura non esiste”, fa sapere Report. “I renziani hanno ricevuto e portato in Parlamento un dossier falso”, scrive Marco Travaglio nel libro I segreti del Conticidio (Paper First) uscito a fine maggio. Nobili replica a Report: “Anche noi abbiamo i nostri informatori”. L’interrogazione è rivolta al ministero dell’Economia, azionista Rai, ma viene bloccata alla Camera; il renziano Michele Anzaldi cortesemente rifiuta di portarla in Vigilanza Rai: “Sono eletto a Roma, è stato un atto di coraggio”, rivendica, alludendo al peso politico di Nobili. Viene ammessa solo il 27 ottobre. Ripulita. Non ci sono più i 45 mila euro e non c’è più il riferimento ai “rapporti economici fra la società lussemburghese e il dottor Francesco Maria Tuccillo”, di cui si poteva sapere solo in base all’estratto conto del dossier. Resta però Tuccillo, di cui Nobili non dovrebbe nemmeno conoscere il nome. “Lo sapevamo in tre in redazione”, dicono a Report. E chissà poi se il Mef potrà rispondere sui rapporti tra Report e una presunta fonte, coperti dal segreto professionale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/15/nobili-e-il-falso-dossier-per-colpire-report-con-dati-bancari-veri/6392221/

martedì 4 maggio 2021

Italia viva accusa Report: “Chiarisca se versò 45mila euro per servizi contro Renzi”. Ranucci: “Solo fango, si basano su dossier falso”.

 

Nel giorno in cui su Rai3 andrà in onda il servizio anticipato dal Fatto sull'incontro avvenuto tra Renzi e Marco Mancini del Dis nel dicembre 2020, il renziano Nobili presenta un'interrogazione per sapere "se la Rai compri informazioni con i soldi degli italiani per le sue trasmissioni di inchiesta". Il conduttore: Iv ha un "dossier avvelenato su di noi. Anche altri colleghi che stavano per stamparlo si sono resi conto che era un falso clamoroso". L'amarezza, aggiunge, è che "queste note vengono proprio dalle stesse persone che in queste ore hanno evocato la libertà di espressione nel caso Fedez". Le reazioni, da Di Battista a Taverna. 

Proprio nel giorno in cui Report trasmette su Rai3 il servizio anticipato in esclusiva da Il Fatto Quotidiano sull’incontro avvenuto tra Matteo Renzi e Marco Mancini del Dis nel dicembre 2020Italia viva avanza pesanti accuse contro il programma d’inchiesta guidato da Sigfrido Ranucci. Il deputato Luciano Nobili, si legge in una nota del partito, ha presentato un’interrogazione parlamentare per sapere se la Rai abbia pagato per conto della trasmissione una “presunta fattura da 45mila euro ad una società lussemburghese per confezionare servizi contro Renzi“. Nobili fa diverse domande, tira in ballo un servizio sui rapporti tra Renzi e gli Emirati Arabi andato in onda a novembre 2020, chiede se Report abbia avuto rapporti con un ex collaboratore della Piaggio Aerospace e chiama in causa anche l’ex portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino, a cui la Rai avrebbe mandato delle email “aventi ad oggetto servizi che sarebbero stati confezionati al fine di danneggiare l’immagine del Senatore Matteo Renzi”. Attacchi che Ranucci rispedisce seccamente al mittente: “Si tratta di fango: Report in 25 anni non ha mai pagato una fonte e soprattutto non ha mai realizzato servizi contro. Noi abbiamo come unico editore di riferimento il pubblico che paga il canone”. Sulla vicenda in queste ore sono intervenuti, tra gli altri, Alessandro Di Battista, che parla di “pressioni” di Iv sulla Rai, e la vicepresidente del Senato Paola Taverna.

La replica di Ranucci a Italia viva – Il caso è esploso nel pomeriggio, quando Iv ha rilasciato una nota per annunciare l’interrogazione parlamentare. A stretto giro è arrivata la replica del curatore e conduttore di Reportche contesta anche il presunto scambio di email con Casalino. Nella nota di Iv “si fa riferimento ad alcune mail che io avrei scambiato con il portavoce di Conte all’epoca Rocco Casalino addirittura sulla carta intestata“, spiega. “Io non uso mai la carta intestata, non ho mai mandato mail a Casalino. Si tratta di un dossier avvelenato su di noi sulle cui tracce eravamo già da tempo, da gennaio per fortuna l’avevamo intercettato e anche altri colleghi che stavano per stamparlo si sono resi conto che era un falso clamoroso“. Ranucci nota poi il tempismo con cui Nobili ha deciso di presentare un’interrogazione in Parlamento. “Tutto questo avviene, singolarmente, il giorno in cui abbiamo annunciato e manderemo in onda questa sera delle immagini che riguardano il senatore Renzi che incontra ai margini di una stazione di servizio l’agente segreto 007 Marco Mancini, l’agente che era stato coinvolto in un’attività di dossieraggio illecito nel caso Telecom nel 2006 e nel rapimento di Abu Omar“. “L’amarezza più grande – dice ancora Ranucci – è prendere atto che queste note vengono proprio dalle stesse persone che in queste ore hanno evocato la libertà di espressione nel caso Fedez. Ecco, voglio dire che la libertà di espressione non si può evocare come fosse una maglietta, che te la sfili la sera e la rimetti in un cassetto e la rindossi quando ti fa comodo. Noi andremo in onda regolarmente questa sera alle 21.20 su Rai3″.

Il caso Renzi-Mancini – Durante la puntata sarà quindi trasmesso il servizio di Giorgio Mottola anticipato oggi sul Fatto, in cui si racconta di un incontro avvenuto in autogrill tra l’ex segretario dem e l’agente del Dis (l’agenzia che coordina i servizi segreti interni ed esteri) Mancini. Il tutto a dicembre 2020, cioè quando cominciavano le manovre per far cadere il governo giallorosso e l’allora premier Conte era sotto attacco sulla cybersecurity e la delega ai servizi. Sulla vicenda è intervenuto lo stesso Renzi su Twitter: “Messaggio agli inconsolabili: il Governo Conte non è caduto per intrighi, complotti o incontri segreti (all’autogrill)”, ha scritto l’ex premier, con tanto di emoticon che ride. “Semplicemente Draghi è meglio di Conte e l’Italia oggi è più credibile. Tutto qui, si chiama politica“. In giornata il leader di Iv ha anche fornito ai giornalisti un link (non indicizzato) contenente il video integrale di un’intervista che Report gli ha fatto il 30 aprile, i cui contenuti saranno probabilmente mostrati stasera in tv. Nel corso dell’intervista mandata in onda dal programma d’inchiesta di Rai 3, Mottola ha fatto notare come nel corso della registrazione il senatore abbia citato il video e il luogo dell’incontro prima che gliene parlasse il giornalista.

A proposito del faccia a faccia con Mancini, Renzi spiega che doveva incontrarlo in Senato, ma “me ne ero dimenticato, ci siamo sentiti mentre io ero già in viaggio verso Firenze e lui mi ha raggiunto all’autogrill a Fiano Romano. È molto strano che ci fosse qualcuno a riprendere questo video“. Di cosa si è discusso? “Il dottor Mancini aveva un ottimo rapporto con il presidente Conte. Quindi sulle nomine bisogna parlarne con Conte. Anche perché io sulle nomine dei servizi non ho mai messo bocca da un giorno specifico: 4 dicembre 2016, quando ho perso il referendum e mi sono dimesso. Chi decide è il presidente del Consiglio. Quindi da allora mai messo bocca, ho solo chiesto al presidente Conte di lasciare il ruolo di autorità delegata”. Nell’intervista, Renzi menziona anche il dossier su Report che è alla base dell’interrogazione parlamentare di Nobili: “C’è un’interrogazione parlamentare su questo e quando ci sarà la risposta del ministro dell’Economia vedremo se, come io penso e spero, sia uno di quei tanti dossier che vengono mandati e non sono veri“, dice il fondatore di Iv. “Spero che una trasmissione così importante della Rai non paghi qualcuno per dire falsità. La Rai la pago anche io del resto… Io non ci credo. Non ho alcuno dubbio che il vostro comportamento sia cristallino. Io comunque il dossier non l’ho visto”.

Il testo dell’interrogazione parlamentare – Queste le domande rivolte da Nobili al ministero dell’Economia (che detiene le quote della Rai): “Se siano intercorsi rapporti economici nel mese di novembre 2020 fra la società Tarantula Luxembourg Sarl e la Rai TV e segnatamente se esista una fattura con oggetto Alitalia/Piaggio pagata dalla Rai a tale società per un totale di 45.000 euro e nel caso chi l’abbia autorizzata”. Due: “Se la redazione di Report abbia mai avuto rapporti con il dottor Francesco Maria Tuccillo, ex collaboratore della Piaggio Aerospace, e se vi siano stati rapporti economici fra la società lussemburghese e il dottor Francesco Maria Tuccillo“. L’interrogazione, viene spiegato da Iv, fa riferimento ad alcuni servizi andati in onda in passato. Nella trasmissione del 30 novembre, si legge, “si citano i rapporti del Governo Renzi con gli Emirati Arabi e una conferenza ad Abu Dhabi svolta successivamente dal Senatore Matteo Renzi”. Si intervistano quindi “testimoni che paventano rapporti personali e di favore – compreso l’inesistente pagamento di un volo privato – fra il dottor Alberto Galassi, ex amministratore delegato e poi Presidente di Piaggio Aerospace, e l’entourage del Senatore Matteo Renzi”. Si arriva quindi al 2 febbraio 2021, quando “i quotidiani Il Foglio, Il Giornale e Il Tempo accennano a presunte mail scambiate fra l’allora portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino e la Rai, aventi ad oggetto servizi che sarebbero stati confezionati al fine di danneggiare l’immagine del Senatore Matteo Renzi”. Italia viva chiede chiarimenti, sottolineando che “il servizio in oggetto viene stranamente mandato in onda due volte, la seconda il giorno 28 febbraio 2021”.

Le reazioni – La vicenda sta scatenando in queste ore un’ondata di polemiche contro Italia viva. Alessandro Di Battista racconta su Facebook il caso Renzi-Mancini e scrive che “appena uscita l’anticipazione di Report alcuni “sgherri” di Italia Viva hanno dichiarato che è in arrivo un’interrogazione parlamentare su un pagamento effettuato da Report ad una ‘fonte’ per ottenere informazioni da utilizzare contro Renzi. Dovete sapere che se viene presentata un’interrogazione parlamentare è molto più difficile denunciare per diffamazione il parlamentare che ne è l’autore. In un mondo normale questo sarebbe anche giusto dato che gli atti politici non dovrebbero mai essere sindacati. Ma nell’Italia di oggi molti politici utilizzano le Istituzioni per scopi personali. Report annuncia un servizio su Renzi ed i parlamentari di Italia Viva provano a ‘far pressioni‘ utilizzando atti pubblici quindi, di fatto, denaro pubblico. Il tutto a meno di 48 ore dall’ipocrita levata di scudi da parte della politica sul caso Fedez-Rai”. Di Battista invita quindi tutti a guardare Report stasera: “È il miglior modo di difenderci“. Dura anche la vicepresidente del Senato Taverna (M5s): “Si sta forse cercando di chiudere la bocca a Report? Si vuole forse limitare la libertà di informazione e di espressione di Ranucci?”, scrive. “Renzi ha per caso qualcosa da nascondere in merito a questi incontri? Stasera avrei avuto impegni, ma ora sono certa che troverò il modo per vedere il servizio che andrà in onda su Rai3″.

ILFQ

mercoledì 2 dicembre 2020

Ormai “Report” è un’ istituzione. Aldo Grasso

 

Giorni fa, da un conoscente ho ricevuto il seguente messaggio: «Lunedì tutti su Rai3, stanno tentando di far chiudere la trasmissione di Sigfrido Ranucci “Report” adducendo che la gente non lo guarda. Dimostriamo il contrario guardando tutti la sua trasmissione. Se puoi condividi il messaggio».

Siccome l’ appello proveniva da una persona che stimo, ho provato a rispondergli dicendo che la notizia mi pareva impossibile. Per almeno due ragioni. La prima è che il conduttore Sigfrido Ranucci è stato da poco nominato vicedirettore di Rai3 e l’ incarico ha un significato non di poco conto. Milena Gabanelli era una freelance, una giornalista esterna all’ azienda e a ogni rinnovo di contratto doveva garantirsi anche la tutela legale.

Conquista non facile e più volte messa in discussione dai vertici di Viale Mazzini: «Senza tutela legale – affermava la giornalista – un programma come “Report” non si può fare, sarebbe come andare sull’ Everest in costume da bagno». Ranucci può invece tranquillamente mettersi in costume da bagno, nessuno lo toccherà (non per caso è ospite fisso di «Che tempo che fa»).

La seconda ragione è che ormai «Report» (accento sulla o) è un’ istituzione. Può parlare, come ieri sera, di Alitalia, di Air Force Renzi, del piano pandemico italiano non aggiornato, dell’ Organizzazione mondiale della sanità, dell’ impreparazione della sanità italiana di fronte alla seconda ondata, può parlare di tutto.

Al massimo, si limiterà a frettolose scuse se nelle sue inchieste avrà coinvolto persone che non c’ entrano. Senza lo scudo di «Report» versione Ranucci, la Rai faticherebbe non poco a giustificare il canone verso una larga fetta di popolazione assetata di giustizia mediatica. Risposta dell’ illustre conoscente: «Se la chiusura è una bufala, avremo solamente seminato un po’ di indignazione che non guasta quasi mai e non perderemo “Report”».

https://infosannio.com/2020/12/01/ormai-report-e-un-istituzione/