Adoro Libero perché amo gli ossimori. E stravedo per Vittorio Feltri per il suo passato di penna all’arrabbiata, per la sua totale assenza di scrupoli e freni inibitori, ma soprattutto perché non ha la più pallida idea di quello che scrive. Ieri ha preso le difese del suo ex vice al Giornale Alessandro Sallusti, che l’altroieri avevo indicato come l’artefice della celebre patacca del 2009 sull’allora direttore di Avvenire Dino Boffo “noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”. “Travaglio scrive cazzate”, “inventa favole e fandonie”, afferma Feltri, “il contenuto del documento raccontava un episodio vero” e soprattutto Sallusti non c’entra: “al massimo può essere considerato mio corresponsabile, ma sarebbe una forzatura”. Ora, sapete chi aveva indicato Sallusti come artefice della bufala in varie interviste e dinanzi al pm Gianfranco Scarfò che nel 2012 lo aveva sentito come teste sotto giuramento e obbligo di dire la verità? Feltri.
Intervista all’Espresso (3.7.2014): “Fu Sallusti a dirmi che la fonte della velina su Boffo era il cardinale Bertone, che l’aveva data a Bisignani e alla Santanchè. Poi era arrivata a Sallusti. È quello che ho raccontato ai magistrati… Io ero direttore e mi sono fidato… Visto quello che è successo, facevo bene a non fidarmi”. Anche perché l’Ordine dei giornalisti sospese Feltri, non Sallusti: “Ho pagato solo io, come sempre… Quel cretino del direttore ci va di mezzo”. Intervista, sempre di Feltri, a Repubblica (5.7.2014): “Arriva Sallusti e mi dice che c’è questa storia di Boffo. Mi porta dei documenti. Gli chiedo: ‘Chi te li ha dati?’. E lui: ‘È quel giro lì, Santanchè-Bisignani-Bertone’. ‘Siamo sicuri?’, gli faccio. ‘Sicuri’. Lo prego di fare ulteriori verifiche: lui le fa. A quel punto decido di andare avanti… (Il pm) mi dice che se voglio posso appellarmi al segreto professionale. Figuriamoci. Perché mai dovrei coprire dei falsari? Il segreto professionale lo usi per proteggere delle fonti buone, mica chi ti ha venduto una patacca… una bufala… balle… A un magistrato non puoi raccontare puttanate. Quindi ho detto la verità”. Sallusti nega tutto e lo accusa di falsa testimonianza: “Ricostruzione senza alcun fondamento”. E Feltri: “Ho rinunciato al segreto perché sarebbe assurdo coprire una fonte infedele imbrogliona. Mentre Sallusti non ha svelato la fonte delle notizie false su Boffo, proteggendo i falsari che mi avevano danneggiato. Perché? Io fui sospeso dall’Ordine tre mesi e dovetti rinunciare alla direzione del Giornale. Al mio posto guarda caso subentrò Sallusti”. Prima di attribuire a me “cazzate”, “fandonie” e “favole”, Feltri dovrebbe chiarirsi col suo ex-neo-direttore Sallusti. Ma soprattutto con Feltri.
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