https://www.facebook.com/photo?fbid=882549947622887&set=a.131453279399228
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
sabato 22 novembre 2025
Stop ai politici inutili.
94 MORTO CHE MENTE. - Marco Travaglio
Siccome dicono che bisogna lasciar stare i morti, FI ha arruolato, oltre alla buonanima di B., anche quella di Tortora in una sceneggiata napoletana per Cirielli in Campania e il Sì al referendum, 31 anni dopo quello che Tajani chiama “un episodio molto grave e triste”: “L’avviso di garanzia a Berlusconi, impegnato a presiedere a Napoli un vertice mondiale contro la criminalità organizzata… consegnato non all’interessato, ma al Corriere della Sera… per reati inesistenti da cui anni dopo fu regolarmente assolto”. Purtroppo, come spesso gli accade, non sa quel che dice. Non era un avviso di garanzia, ma un invito a comparire per interrogarlo. I carabinieri inviati dal Pool di Milano a notificarlo il 21 novembre ’94 (dopo aver aspettato le elezioni amministrative) raggiunsero B. a Roma, dov’era atteso dopo il primo giorno del vertice. Ma cambiò idea e restò a Napoli. Così gli telefonarono e gli lessero l’atto fino al secondo dei tre capi d’imputazione: tre tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza. B. mise giù senza dar loro il tempo di leggere la terza. E decise di presiedere il summit anti-crimine anche l’indomani, pur sapendo di essere indagato e di esporre l’Italia alla berlina mondiale. Non cambiò idea neppure il mattino dopo, quando il Corriere (con Avvenire) uscì con lo scoop: “Milano, indagato Berlusconi”. Ma il Corriere riferì solo “due pagamenti alle Fiamme gialle” e non il terzo, che il Pool aveva inserito nell’atto, ma i carabinieri non avevano fatto in tempo a leggere a B. È la prova che la notizia (peraltro nota all’indagato e non più segreta) non la passò il Pool, ma B. o uno dei suoi per scatenare l’Operazione Martirio.
“Reati inesistenti”? Magari: per le tangenti alla Gdf furono condannati i manager Fininvest corruttori e i finanzieri corrotti. B. fu condannato in primo grado, ma assolto in appello e Cassazione per “insufficienza probatoria”. La prova doveva fornirla il testimone David Mills, che gli aveva creato le società estere per fondi neri e tangenti. Ma mentì ai giudici e anni dopo scrisse al suo commercialista di aver incassato una mazzetta Fininvest di 600 mila dollari per “tenere Mr B. fuori dal mare di guai in cui l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quel che sapevo”. Condannato in primo e secondo grado, Mills fu prescritto in Cassazione. B. invece, tra una legge vergogna e un finto impedimento, fu salvato già in Tribunale dalla prescrizione che aveva appena dimezzato per legge. Che c’entra in tutto ciò la separazione delle carriere? Nulla. Ma le Regionali c’entrano: la prescrizione-lampo fu un gentile omaggio della norma che porta il nome di Cirielli. Non avendolo ringraziato da vivo, B. rimedia da morto tramite il suo medium personale: Tajani. Che però, quando entra in trance, non ne esce più.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=122224974764258149&set=a.122107736432258149
venerdì 21 novembre 2025
Garofani ha servito ai melones un bell’assist per il premierato.
giovedì 20 novembre 2025
Il Primo Ministro, Robert Fico, ha annunciato di voler intentare una causa contro l’Unione Europea che ha deciso di bloccare le importazioni di gas naturale dalla Russia verso l’UE.
La notizia che arriva dalla Slovacchia è dirompente e importantissima. Il Primo Ministro, Robert Fico, ha annunciato di voler intentare una causa contro l’Unione Europea dopo che la stessa ha deciso di bloccare le importazioni di gas naturale dalla Russia verso l’UE. Leggete con attenzione le sue parole, coraggiose:
“Vorrei informarvi, signore e signori, che ho incaricato il vice primo ministro della Repubblica slovacca, il ministro degli Affari esteri e il ministro della Giustizia, di presentare un documento alla prossima riunione del governo, in cui analizzeremo la possibilità di intentare una causa contro l’Unione europea per interrompere la fornitura di gas russo alla Slovacchia. Questa decisione ci sta causando un danno enorme”.
Bisogna dire a Giorgia Meloni di prendere appunti: questa si chiama sovranità, questo è patriottismo. Questo significa difendere i propri interessi nazionali e tutelare i propri cittadini.
https://www.facebook.com/photo?fbid=1232691438892195&set=a.390859659742048
SE LEGGENDO NON VI INCAZZATE, NON STATE CAPENDO. - Il Fatto Quotidiano Da Themis & Metis
Avvertite Miranda Priestly, il più elegante dei personaggi interpretati da Maryl Streep: il Diavolo veste ministero delle Riforme istituzionali.
E scrive pure con una ricca dotazione di penne ministeriali, non prima di essersi spalmato le mani con la miglior crema fornita dalla Farnesina.
È ora di capirci qualcosa: da quando si è insediato, il governo Meloni ha investito oltre 3 milioni di euro in gadget di vario tipo da distribuire a fiere ed eventi per promuovere il proprio lavoro. O il proprio brand, in pieno stile Open to Meraviglia. Questa ricca produzione riguarda gli articoli più svariati, dalle penne alle magliette fino alle borse e i cappellini.
Tralasciando l’oggettistica a uso interno e considerando solo i gadget da distribuire, nel 2025 i ministeri hanno finora investito oltre mezzo milione.
Il #Fatto aveva già raccontato le avventure del ministero delle Riforme di Elisabetta Casellati, che ha iniziato con le shopper e ha finito con mille t-shirt personalizzate con scritta e logo del dipartimento.
Quasi 16 mila euro di gadget.
Ma un po’ tutti vogliono la propria parte. La Farnesina, per esempio, ha destinato 9 mila euro per l’acquisto di “gadget celebrativi per il 60esimo anniversario delle relazioni diplomatiche Italia-Singapore”.
Altri 4 mila euro sono serviti per “50 kit vino, 500 quaderni, 100 borse di tela e 50 zaini” da distribuire a un evento, mentre per la Festa della Repubblica il ministero di Antonio Tajani ha pensato a “1.002 creme da mani” da regalare agli ospiti della cerimonia.
Costo: 12 mila euro.
È il fascino dei gadget.
Che colpisce pure il ministero della Cultura, che in solo affidamento ha acquistato 22 mila euro di articoli, il ministero dell’Istruzione (per “prodotti e gadget con il logo del ministero”, 67 mila euro) e persino l’austero Mef di Giancarlo Giorgetti, che si è lasciato andare a un’infornata da 64 mila euro.
Penne, Magliette, borse e quant’altro.
Andando al 2024 il conto per i gadget è ancora più alto, intorno al milione di euro. E qui la voce grossa la fanno in due: il ministero dell’Agricoltura di Francesco Lollobrigida, che si è dato da fare con un affidamento da 77 mila euro per promuovere il suo dicastero; e il vicepremier Matteo Salvini, 119 mila euro per prodotti brandizzati.
Se si aggiungono i quasi 900 mila euro del 2023 e gli scampoli di 2022, si arriva ai 3 milioni di cui sopra nell’arco dei tre anni di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Oltre ai ministeri già citati,
il Viminale non fa mancare oggettistica della Polizia di Stato. Per esempio, nel 2023 ha distribuito ben 40 mila “agendine scolastiche personalizzate”, al costo di 90 mila euro.
Per chi volesse cambiare genere, c’è poi il Dipartimento Casa Italia di Palazzo Chigi, più frugale ma fantasioso.
La scorsa estate, all’interno di un affidamento da 5 mila euro, ha commissionato vari articoli tra cui “shopper in cotone 140 grammi con manici lunghi e soffietto”, “portachiavi a forma di casa”, “salvadanaio in forma di casa, in plastica”,
“mouse pad per sublimazione con superficie in poliestere e gomma sul fondo”.
Messa tutta insieme, ce n’è per mettere su una multinazionale:
dal tessile alla cancelleria. Testimonial, i ministri.
https://www.facebook.com/photo?fbid=3196643663850712&set=a.397017047146735
CROSETTO DOUBLE FACE - Marco Travaglio
Non so se avete letto attentamente quel che dice il ministro Crosetto nel rapporto presentato lunedì al Consiglio Supremo di Difesa: l’Italia e l’Ue devono continuare a prosciugare le proprie casse e i propri arsenali per Kiev come se non ci fosse un domani, ma si sa che è tutto inutile, anzi ogni giorno che passa è un vantaggio per la Russia e un danno per l’Ucraina. Dopo 45 mesi di guerra, centinaia di migliaia di morti, 300 miliardi buttati e vari negoziati sabotati da Nato&C., Crosetto scopre che la “resistenza si traduce principalmente in una capacità di ‘guadagnare tempo’, senza riuscire verosimilmente a generare le condizioni per riconquistare i territori occupati o invertire in modo significativo l’andamento del conflitto”.