L'ex boss di San Giuseppe Jato sentito come teste sulle stragi del '93 al tribunale di Firenze:"Riina mi fece il nome di Mancino".
di Giuseppe Pipitone
"Riina non mi disse il tramite del papello, ma il committente finale si, mi fece il nome di Mancino". Sono le ultimissime dichiarazioni di Giovanni Brusca, l'ex boss di Cosa Nostra detto 'u verru (il porco),sentito come teste al processo sulle stragi del 1993, in corso al tribunale di Firenze. Per l'ex boss di San Giuseppe Jato quindi, il capo dei capi indicò nell'allora ministro dell'Interno il "committente finale" del papello, la lista delle richieste di Cosa Nostra allo Stato per trattare sulla fine delle stragi. "Si sono fatti sotto" avrebbe detto Riina a Brusca, aggiungendo che "si sono rappresentati Dell'Utri e Ciancimino che gli volevano portare la Lega e un altro soggetto." Il riferimento alla Lega sarebbe forse proprio alla Lega Nord. Non è mancata la risposta di Nicola Mancino che ha immediatamente replicato a Brusca. "Se Riina ha fatto il mio nome è stato per vendicarsi dato che da ministro ho chiesto e ottenuto il suo arresto".
Sempre secondo Brusca di "papello" si sarebbe parlato prima della strage di Via D'Amelio, che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta, e immediatamente dopo l'assassinio di Giovanni Falcone a Capaci, il 23 maggio 1992. L'assassinio di Falcone sarebbe stato programmato molto prima del 1992, e rinviato più volte. "Le stragi - ha aggiunto il teste - non furono in risposta al 41 bis ma al maxi processo. Servivano per far tornare lo Stato a trattare" Ma dopo la strage di via D'amelio, la trattativa si arenò. A riverarlo a Brusca sarebbe stato lo stesso Riina: "MI diceva: non c'è più nessuno" ha spiegato il pentito.
In seguito Cosa Nostra avrebbe cercato di agganciare Silvio Berlusconi. "Nel 1993 - racconta sempre u'verru -mandai Mangano a Milano ad avvertire dell'Utri e, attraverso lui, Berlusconi che si apprestava a diventare premier, che senza revisione del maxiprocesso e del 41 bis le stragi sarebbero continuate. Mangano tornò dicendo di avere parlato con Dell'Utri che si era messo a disposizione."
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