venerdì 22 luglio 2011

Il governo vara il Ddl costituzionale, dubbi sui tempi.



Taglio del numero dei parlamentari, bicameralismo perfetto e aumento dei poteri del premier. Al termine di un Consiglio dei ministri durato circa tre ore, il governo annuncia il via libera a un disegno di legge di riforma costituzionale delle istituzioni, che porta la firma di Silvio Berlusconi e Umberto Bossi.

Ma e' un'approvazione 'condizionata', quella che il Pdl concede al testo preparato dal leghista Roberto Calderoli. Ci saranno delle modifiche. E un confronto e' gia' iniziato sulla coerenza complessiva del ddl rispetto all'impianto costituzionale. Mentre un 'giallo' si consuma sulla dinamica di approvazione. A settembre ci sara' quella "definitiva", annuncia Berlusconi. Ma prima palazzo Chigi poi Calderoli, correggono: il varo e' gia' definitivo.

Il presidente del Consiglio si presenta da solo ai giornalisti al termine del Cdm, per illustrare la riforma. Accanto a lui non c'e' il suo autore, Calderoli, che probabilmente terra' la prossima settimana una seconda conferenza stampa tutta 'leghista', insieme a Bossi. Per sottolineare che dalla Lega e' venuta la spinta perche' fosse varata subito. Cosa cui il Pdl ha acconsentito, con qualche perplessita', ma ottenendo che ci sia spazio per modifiche.

E cosi' il ddl riceve oggi un'approvazione "salvo intese". Questo vuol dire, spiega Silvio Berlusconi, che durante l'estate saranno studiati cambiamenti al testo da "un comitato" composto da ministri, capigruppo di maggioranza e "giuristi esterni". Tra le perplessita' espresse in Cdm da alcuni ministri del Pdl, c'e' infatti la coerenza del testo, che andrebbe migliorata, rispetto all'architettura costituzionale. Inoltre ci sarebbe, secondo qualcuno, il nodo dei poteri da attribuire al 'primo ministro'.

Il Cavaliere lascia intravedere qualcuno degli aggiustamenti al ddl che vorrebbe, come una riforma della Corte costituzionale. E sottolinea che i poteri del 'primo ministro' saranno gli "stessi dei colleghi europei". Poi aggiunge che "sara' il premier a sciogliere le Camere", anche se la bozza Calderoli prevede che debba chiederlo al capo dello Stato.

Ad ogni modo, l'estate sara' tempo di riflessione. Per la messa a punto delle modifiche che, annuncia Berlusconi, portera' al via libera "definitivo" il 4 settembre (che e' domenica). Ma una nota di palazzo Chigi corregge: e' quello di oggi il varo definitivo, anche se il testo verra' presentato a Napolitano dopo la revisione, a settembre. Non ci sara' comunque nessun nuovo passaggio in Cdm, dice Calderoli. Che parla di un 'lapsus' del premier ed esprime la "grande soddisfazione" leghista.

Intanto, scetticismo e critiche si levano dall'opposizione. Sebbene Berlusconi abbia espresso la "speranza" di un varo condiviso, dopo "ampia discussione parlamentare". "L'Italia non ha bisogno del ddl Calderoli, che assomiglia a un volantino per le feste padane", taglia corto Gianfranco Fini.



1 commento:

  1. A parte il fatto che una riforma costituzionale non si può fare a colpi di ddl, a me sembra la solita legge "ad personam".

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