I magistrati devono essere “inappuntabili” in modo da vanificare “attacchi inammissibili alla magistratura”, disinnescando così “un fuorviante conflitto” con la politica. Lo ha detto GiorgioNapolitano, durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale. Parlando dei temi della giustizia, il presidente della Repubblica ha fatto riferimento al discorso da lui tenuto ieri ricevendo i giovani nuovi magistrati in tirocinio.
Il capo dello Stato ha respinto alcune letture di quel discorso che vi hanno visto una volontà di ridimensionare il ruolo di magistrati. “Ma più di qualche commento polemico – ha aggiunto Napolitano – di difensori d’ufficio della magistratura, mi interessa l’apprezzamento che è venuto da numerosi suoi autorevoli esponenti. Da parte della sua stessa Associazione rappresentativa si mostra di ben comprendere i miei richiami, d’altronde ben noti in quanto costanti e coerenti negli anni”. “Ho richiamato – ha sottolineato ancora il presidente della Repubblica – a comportamenti che non offuschino la credibilità e il prestigio dei magistrati e non indeboliscano l’efficacia dei loro interventi a tutela della legalità”. Napolitano ha quindi citato una frase del presidente dell’Anm che ha esortato i magistrati ad essere “inappuntabili e professionali”. “Anche così – ha chiosato Napolitano – si vanificano attacchi inammissibili alla magistratura e si disinnesca un fuorviante conflitto tra polita e magistratura”.
Nuovo ministro della Giustizia – Ala domanda su quando avremo il nuovo ministro della Giustizia, il Capo dello Stato ha risposto: “Io non ho visto nessuna lista di nomi. So solo che una lista di 12 candidati è arrivata ai giornali. Io non ho dato nessun avallo per rinviare la nomina a settembre. Ho detto che sono pronto in qualsiasi momento”, ha detto Napolitano a margine della cerimonia del Ventaglio. “Mi sembra – ha aggiunto – che non siano pronti loro, che abbiano altri problemi. L’unica cosa che ho raccomandato è di evitare l’effetto domino che si creerebbe prendendo qualcuno dal governo per nominarlo Guardasigilli. Sarebbe meglio prendere dal Parlamento”.
Coesione nazionale – Con l’approvazione ”rapidissima” in Parlamento della manovra finanziaria, l’Italia ha dato “una prova di coesione nazionale, una prova che si doveva dare per mostrare la consapevolezza degli obiettivi da perseguire”, ha detto il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha aggiunto che “molto resta da fare” in Italia ed in Europa “in una logica di condivisione di rischi e di necessità di azione comune che si è affermata nel Consiglio di ieri a Bruxelles. Ci si è mossi nella direzione in cui molti, ed io stesso, avevamo auspicato che si procedesse risolutamente”.
”Mi chiedete se serve ancora un impegno di coesione? Non so chi potrebbe negarlo”, ha detto Napolitano ed ha spiegato ancora una volta cosa intende con questo richiamo. ”Lo intendo non come rinuncia – ha proseguito Napolitano – da parte di qualche forza politica o sociale alle proprie ragioni ed impostazione, né come passaggio fortunoso o obbligato da piattaforme nettamente contrastanti ad un programma unificante. Il punto è riconoscere la complessità e gravità dei problemi che si sono accumulati e che pongono a rischio il futuro del Paese ed il suo ruolo in Europa; escludere competizioni perverse sul terreno della dissimulazione, della sdrammatizzazione e del populismo demagogico, aprirsi ad un confronto serio”. “Confrontarsi in questo spirito sia sul rigore per azzerare il deficit di bilancio ed abbattere lo stock di debito pubblico, sia su uno strenuo sforzo per elevare il tasso di crescita della nostra economia. Più in generale – ha concluso – sul come perseguire obiettivi essenziali di revisione e di riforma, anche al di fuori del campo economico e finanziario, di molteplici realtà istituzionali, amministrative e sociali”.
“No a interpretazioni fantaistituzionali” – Il presidente della Repubblica ha tenuto a chiarire che non intende dare giudizi sull’effettiva stabilità e capacità decisionale del quadro politico. E ha poi voluto smentire le recenti ricostruzioni apparse sulla stampa sul suo ruolo nel passaggio della manovra parlamentare. “Ho considerato che fosse mio dovere porre decisamente questa esigenza, senza tenere alcun conto delle convenienze dell’una o dell’altra parte politica, e senza invadere o occupare alcuno spazio o ruolo che non fosse il mio. Non c’è nulla di serio in certe interpretazioni dietrologiche o fantaistituzionali del mio operato”.
I costi della politica – Il presidente della Repubblica è intervenuto anche sul tema dei tagli ai costi della politica. “Rispetto alla spesso indiscriminata agitazione che raccoglie ed esaspera comprensibili insofferenze ma anche pericolosi umori antidemocratici, io auspico da tempo – ha detto – decisioni di alleggerimento e semplificazione dell’architettura istituzionale oltre che tangibili correzioni sul piano del costume politico”. “In particolare, suggerisco ora – ha aggiunto Napolitano – di valutare con obiettività e con attenzione le misure che stanno per essere adottate dagli organi costituzionali”.
Il capo dello Stato ha respinto alcune letture di quel discorso che vi hanno visto una volontà di ridimensionare il ruolo di magistrati. “Ma più di qualche commento polemico – ha aggiunto Napolitano – di difensori d’ufficio della magistratura, mi interessa l’apprezzamento che è venuto da numerosi suoi autorevoli esponenti. Da parte della sua stessa Associazione rappresentativa si mostra di ben comprendere i miei richiami, d’altronde ben noti in quanto costanti e coerenti negli anni”. “Ho richiamato – ha sottolineato ancora il presidente della Repubblica – a comportamenti che non offuschino la credibilità e il prestigio dei magistrati e non indeboliscano l’efficacia dei loro interventi a tutela della legalità”. Napolitano ha quindi citato una frase del presidente dell’Anm che ha esortato i magistrati ad essere “inappuntabili e professionali”. “Anche così – ha chiosato Napolitano – si vanificano attacchi inammissibili alla magistratura e si disinnesca un fuorviante conflitto tra polita e magistratura”.
Nuovo ministro della Giustizia – Ala domanda su quando avremo il nuovo ministro della Giustizia, il Capo dello Stato ha risposto: “Io non ho visto nessuna lista di nomi. So solo che una lista di 12 candidati è arrivata ai giornali. Io non ho dato nessun avallo per rinviare la nomina a settembre. Ho detto che sono pronto in qualsiasi momento”, ha detto Napolitano a margine della cerimonia del Ventaglio. “Mi sembra – ha aggiunto – che non siano pronti loro, che abbiano altri problemi. L’unica cosa che ho raccomandato è di evitare l’effetto domino che si creerebbe prendendo qualcuno dal governo per nominarlo Guardasigilli. Sarebbe meglio prendere dal Parlamento”.
Coesione nazionale – Con l’approvazione ”rapidissima” in Parlamento della manovra finanziaria, l’Italia ha dato “una prova di coesione nazionale, una prova che si doveva dare per mostrare la consapevolezza degli obiettivi da perseguire”, ha detto il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha aggiunto che “molto resta da fare” in Italia ed in Europa “in una logica di condivisione di rischi e di necessità di azione comune che si è affermata nel Consiglio di ieri a Bruxelles. Ci si è mossi nella direzione in cui molti, ed io stesso, avevamo auspicato che si procedesse risolutamente”.
”Mi chiedete se serve ancora un impegno di coesione? Non so chi potrebbe negarlo”, ha detto Napolitano ed ha spiegato ancora una volta cosa intende con questo richiamo. ”Lo intendo non come rinuncia – ha proseguito Napolitano – da parte di qualche forza politica o sociale alle proprie ragioni ed impostazione, né come passaggio fortunoso o obbligato da piattaforme nettamente contrastanti ad un programma unificante. Il punto è riconoscere la complessità e gravità dei problemi che si sono accumulati e che pongono a rischio il futuro del Paese ed il suo ruolo in Europa; escludere competizioni perverse sul terreno della dissimulazione, della sdrammatizzazione e del populismo demagogico, aprirsi ad un confronto serio”. “Confrontarsi in questo spirito sia sul rigore per azzerare il deficit di bilancio ed abbattere lo stock di debito pubblico, sia su uno strenuo sforzo per elevare il tasso di crescita della nostra economia. Più in generale – ha concluso – sul come perseguire obiettivi essenziali di revisione e di riforma, anche al di fuori del campo economico e finanziario, di molteplici realtà istituzionali, amministrative e sociali”.
“No a interpretazioni fantaistituzionali” – Il presidente della Repubblica ha tenuto a chiarire che non intende dare giudizi sull’effettiva stabilità e capacità decisionale del quadro politico. E ha poi voluto smentire le recenti ricostruzioni apparse sulla stampa sul suo ruolo nel passaggio della manovra parlamentare. “Ho considerato che fosse mio dovere porre decisamente questa esigenza, senza tenere alcun conto delle convenienze dell’una o dell’altra parte politica, e senza invadere o occupare alcuno spazio o ruolo che non fosse il mio. Non c’è nulla di serio in certe interpretazioni dietrologiche o fantaistituzionali del mio operato”.
I costi della politica – Il presidente della Repubblica è intervenuto anche sul tema dei tagli ai costi della politica. “Rispetto alla spesso indiscriminata agitazione che raccoglie ed esaspera comprensibili insofferenze ma anche pericolosi umori antidemocratici, io auspico da tempo – ha detto – decisioni di alleggerimento e semplificazione dell’architettura istituzionale oltre che tangibili correzioni sul piano del costume politico”. “In particolare, suggerisco ora – ha aggiunto Napolitano – di valutare con obiettività e con attenzione le misure che stanno per essere adottate dagli organi costituzionali”.
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