domenica 21 agosto 2011

300 euro e passa la paura. 82 Giorni all’Apocalisse: I Moderni Untori. Solitudine preventiva


300 euro e passa la paura.

Visto che parlare di crisi economica deprime e fa diventare sempre più apocalittici e sempre meno integrati, facciamo come nel Decameron: mentre attorno a noi c’è la pestilenza e i cadaveri si accumulano, dedichiamoci ad un argomento sempre interessante, il sesso. Eros come antidoto a Thanatos. Funziona da millenni.

Mi stavo giusto rileggendo i post (1 -2- 3) che, due anni, fa avevo dedicato alla diatriba sul sesso ludico accesa in rete da alcuni articoli di Paolo Barnard, primo fra tutti l’ormai mitico “Sono andato a puttane”. La visione di Barnard, la riassumo in un flash per comodità, invitandovi ugualmente ad approfondire sul link, auspicava un approccio più disinibito delle donne nei confronti del sesso, da viversi appunto come un gioco e non necessariamente come qualcosa di sentimentale. Tutto questo a costo zero, senza scambi di denaro come contropartita, perché secondo lui era proprio il denaro ad aver rovinato i rapporti uomo-donna. La famigerata mercificazione del sesso. Un inno, quello di Barnard, al sesso gratis, al libero scambio di secrezioni secondo il principio del baratto. Io do’ una cosa a te e tu dai una cosa a me. Come i mercatini argentini dei tempi della crisi del 2001 dove le signore cuocevano le torte e le scambiavano con benzina o detersivi.

Secondo i dettami del sesso gratis e a volontà come sui prati di Woodstock – altri tempi ormai morti e sepolti, però – la voglia di scopare per gioco e di per sé, senza impegno e amici come prima avvantaggerebbe perfino i cosiddetti Uomini Beta, quelli che di solito le donne scartano perché troppo impegnate a correre dietro agli odiati (dai Beta) Uomini Alfa, quelli ai quali basta uno schioccar di dita ed ai quali daresti non solo la topina ma anche un rene e tre litri di sangue subito. Resta da stabilire se il principio varrebbe anche al contrario, ovverosia se il vantaggio scatterebbe anche per le donne Beta rispetto alle Alfa. Barnard questo non ce l’ha ancora spiegato.

Certo, sarebbe bello il libero amore senza complicazioni e contropartite ma il mercato applicato alle pulsioni non è così facile da scardinare in un mondo dominato interamente dallo scambio in denaro. L’idea del sesso ludico no-cost è terribilmente utopistica se non la proiettiamo in un mondo futuro senza denaro e nemmeno il sentore di qualcosa come il mercato. Un’Arcadia, insomma. Senza contare che nei rapporti intimi c’è sempre il brivido dell’imprevisto sentimentale.

Immaginiamo di volere solo del sesso e nessuna complicazione sentimentale per i nostri buoni motivi.

Se ci dedichiamo al dai e vai in forma gratuita, la componente sentimentale è fuori controllo e c’è sempre il rischio collaterale costante di affezionarsi, innamorarsi, perdere del tutto la testa, prendersi un due di picche o subire un abbandono perché tu vorresti continuare ma lei o lui non ne vogliono più sapere, per non parlare della caduta nella routine e nella noia.

Se invece c’è di mezzo il denaro, la contropartita, l’incentivo nel rapporto sessuale, allora questo serve proprio ad annullare l’effetto collaterale. Sapendo a priori che quella persona viene con te perché la paghi, sai già che molto probabilmente sta fingendo, che dopo se ne andrà per la sua strada, che non ti ci devi attaccare. Però quello che chiedi lo dà e quindi anche il due di picche è scongiurato.

Per di più, la mercificazione sarà brutta e cattiva ma il sesso a pagamento permette di scopare a tanta gente che altrimenti potrebbe dedicarsi solo al faidate.

Il denaro fa scopare i vecchi, i brutti, i matti, i malati, perfino i deformi. In una società repressa e repressiva, dove sembra che ci sia un Valentino per ogni Valentina e che ci si incontri come nei film con una facilità spaventosa, la realtà è spietata. Una volta che tutti i Valentini sono accoppiati con tanti bei marmocchi attorno, che fai, ti metti a sfasciare famiglie? Senza contare che trovare un partner, cambiarlo, sperimentare semplicemente, richiede un enorme dispendio di tempo. Se si vuole solo fare un po’ di ginnastica, o ti infili in Badoo dove puoi pescare di tutto e arrivi proprio a grattare il barile, senza contare la componente di rischio oggettivo, oppure ti rivolgi ai professionisti.

E allora, rileggendo l’articolo di Barnard e i miei di risposta e infilando il tutto nel frullatore mentale dove da parecchio tempo si stanno accumulando alcune mie personalissime riflessioni, sono pronta a chiamare Tom Dickson, premere il pulsante, a pronunciare la parola magica: “Will it blend?” e lanciare la provocazione.

Siamo sicuri che un rapporto sessuale regolato dal denaro sia sempre e soltanto squallido e degradante? Perché, visto che la mercificazione vive e lotta con noi, non rivolgere il sistema a nostro vantaggio? Perché, non potendo evitare di essere violentati dal mercato, non sdraiarci e provare a trarne godimento?

Ed ecco il punto e mi rivolgo alle ragazze in ascolto. Non farebbe bene anche a noi andare a puttani e non trovarci niente di male?

Gli uomini se hanno voglia hanno un’offerta enorme a disposizione e i prezzi sono più che abbordabili, se non si pretende la supermodel con 50 euro da spendere. Poi magari cercano tutte le scuse: l’accudimento, la porta aperta, la donna all’ennesima potenza quando invece vogliono solo sesso ma questo fa parte dell’ipocrisia religiosa.

Noi donne invece, avendo le medesime esigenze degli uomini, siamo ancora discriminate. O meglio, la prostituzione maschile esiste ed è fiorente, ma è elitaria e costosa, oppure troppo esotica. Pare che i più gettonati tra gli escort made in Italy – ma ci sono pure gli albanesi da 30 euro per strada – non si slaccino nemmeno la patta per meno di 300 euro per una mezz’oretta e arrivino fino a 3000 euro per un weekend e che la facciano cadere un po’ dall’alto, del tipo: “La signora dev’essere comunque gradevole”.

Forse se aumentasse la domanda – ecco, maledetta legge di mercato che sei sempre tra i piedi, siamo di nuovo a parlare di economia e a deprimerci – scenderebbero anche i prezzi.

Chissà se è già previsto il “soddisfatte o rimborsate”?


82 Giorni all’Apocalisse: I Moderni Untori


- Gli uomini negano l’evidenza quando ciò che vedono non gli piace, o non lo capiscono.– dice Galbusera posando il bicchiere.- Naturalmente è un errore. Il guaio è che ci si affezionano. Specialmente se non hanno altro a cui attaccarsi-

Di tutta la compagnia delle bocce siamo rimasti in quattro, a chiacchierare sotto i tigli, al Circolo degli Anziani. Il resto è al mare o ai monti, alla faccia della crisi.

- Per esempio? – lo stuzzico, tanto per rompere i coglioni

- All’epoca della peste il popolo pensava che fosse una congiura degli untori, persone grame che volevano il male della povera gente. Il popolo preferisce attribuire i propri mali a una perversità umana contro cui possa fare le sue vendette, piuttosto che a una causa fuori dalla sua portata. Mentre Don Ferrante, che aveva studiato, era pressoché certo si trattasse di un influsso astrale. Se qualcuno gli avesse detto che era opera dello Yersinia Pestis, con l’aiuto dei ratti e delle pulci, lo avrebbero guardato male: non dica fesserie! lo avrebbero zittito. Il popolo anzi avrebbe sospettato che stesse sminuendo la cosa per salvare gli untori, dunque che stesse dalla loro parte, degli untori; Don Ferrante che lo facesse per ostentare d’essere più colto di lui. In ogni caso non gli avrebbero creduto.

- E quali sarebbero i moderni untori? – gli chiedo, per sentire se mi dirà ciò che sospetto.

- I trader. Tutto ciò che ha a che fare con la finanza. Si tende a scaricare sulla finanza tutto quel che sta capitando.

- Hai simpatie per i trader?

- No, penso che siano le pulci. Ma dubito fortemente che siano lo Yersinia Pestis.

- E quale sarebbe la causa prima dello sconquasso?

- Il mondo sta cambiando, Cindy si avvia a diventare la prima potenza economica del pianeta, una rivoluzione. Nel senso classico, di un pieno che prende il posto di un vuoto. La rivoluzione non è un pranzo di gala. Può piacerci o no, ma non cambia nulla.

- E la supremazia tecnologica dell’occidente?

- Ristretta alle applicazioni militari, non si sa fino a quando, poco utile al business in tempo di pace. Con le attuali regole vince chi produce beni di consumo di buona qualità al prezzo più basso. Si parla molto di deficit e di debito pubblico, ma si dimentica la Bilancia Commerciale, che è un parametro fondamentale per misurare lo stato di salute delle Economie Nazionali. È evidente che se io continuo a farti credito dopo un po’ tu sarai ai pieno di debiti fino alle orecchie e dovrai rivolgerti agli strozzini. Ma tutti capiscono che non sono gli strozzini la causa prima dei tuoi guai, se mai l’effetto finale.

- Qualcuno alla fine potrebbe essere tentato di rovesciare il tavolo.

- Potrebbe, ma dovrà pensarci bene. Questa volta non sarà l’Iraq, o l’Afghanistan, che pure non sono stati una passeggiata di salute. Sarà l’ultima ratio, ove il creditore non conceda scampo al debitore. Ma sono quasi certo che la Cina non si muoverà, almeno fino a quando non sarà ben certa delle sue forze. Dice Sun Tzu, ne l’Arte della Guerra: bisogna sapere quando è il momento di combattere e quando non lo è. I cinesi sono noti per la loro pazienza.

- E noi come ci collochiamo in questo quadro?

- Dalla parte dei debitori, tanto per non smentirci. Ma senza alcuna supremazia tecnologica.

- Cioè in una botte di ferro.

- Sì, coi chiodi dalla parte di dentro.


Solitudine preventiva


Come ho smesso di amare la bomba e iniziato a preoccuparmi.

C’era un freddo -c’è ancora adesso- hai presente come quando qualcuno entra in un posto e tu sei dentro già da un po’, ecco, senti che se lo porta dietro, questa cosa impalpabile. Perché mi ritrovo molte volte a cercare delle persone, ed è curioso il fatto che mi porta, nel momento in cui più vorrei parlare a qualcuno, a ritrovarmi ancora più solo, accompagnato da un insistente inesistente, i famosi Piccoli Fastidii Quotidiani, lo scendere a buttare i rifiuti e farci andar dietro le chiavi di casa, come ad accompagnare la balistica del gesto, il percorso. Li tenevo nella stessa mano (il verde melograno/ dai bei, etc.). Ci sono un mucchio di cose che danno fastidio, e questo è un dato. Forse proprio un mucchio no, ma dipende se le sparpagli in giro o le raccogli, quelli sono fatti che dipendono da come ti vuoi organizzare i fastidi. Alcuni lo fanno in macchina, per dire.

Rarissimo il freddo in quel posto; ne parlavano tutti come un evento strano ed eccezionale: in quel periodo dell’anno, oltretutto. A me invece dava solo fastidio. Una sera è stata tutto un rincorrersi, tutto di corsa, correre con una borsa pesante e perdere coincidenze, che avevi dormito fuori “Ho solo un minuto, devo fare presto”, però lo hai detto con un bel sorriso come se mi dicessi cosa vuoi farci, è così. La voce un po’ roca, bella. Neanche il tempo di dimenticarmi cosa avrei voluto dire, nemmeno quello.

Credevo almeno di aver la compagnia dei pini marittimi, che di sicuro male non mi fa. Avevi un neo simpatico, sulla nuca; l’ho visto la prima volta che ci siam conosciuti, dopo esserti tolta la sciarpa. Ci siam salutati fuori dal teatro Pereira, e sapevo di sicuro che non mi avresti chiamato e io non avrei potuto più parlare con te; dopo trecento metri di notte poi ho pensato: come uno si porta il freddo dentro, si porta anche il caldo.


https://www.facebook.com/notes/mario-scarpanti/da-wwwmentecriticanet/10150295864205909


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