venerdì 23 dicembre 2011

Quando Fido diventa un bambino tanti regali ma rischio depressione. - di SARA FICOCELLI


Oltre un americano su due parla del cane e del gatto più che di sesso o di politica, dice una ricerca Usa. Il 58 per cento si avvicina al proprio animale chiamandalo daddy o mommy. E il 77 per cento gli compra un dono nell'anniversario della nascita. Ma l'etologo Alleva spiega: "I nostri amici a quattro zampe così sono vittime"

CAPPOTTINI, sciarpe, lettori mp3, collane: lo shopping natalizio è una tradizione che non conosce crisi. E sempre più spesso sotto l'albero, tra una cravatta e uno smartphone, si materializzano regali per gli amici a quattro zampe. Cani, gatti, tartarughe, criceti e furetti vengono omaggiati con abitini di lana su misura, ossa di gomma, ruote colorate per correre, spicchi di frutta pregiata.

Inutile dirlo, per i "pets" il Natale è un giorno come un altro, forse solo un po' più caotico e strano. E per quanto possa essere esilarante vedere un cane che "scarta" un regalo facendo a brandelli la confezione, quel momento per lui avrà sempre un significato diverso da quello che possiamo attribuirgli noi.

Malgrado questa consapevolezza, l'abitudine di trattare gli animali domestici come membri di famiglia è sempre più diffusa in Europa, anch'essa come Halloween e il fast food importata dagli Stati Uniti. Nelle case italiane, in particolare, vivono circa 20 milioni di pets e per il loro benessere i padroni spendono due miliardi di euro l'anno. Oltreoceano il fenomeno è talmente esasperato da aver di recente conquistato anche le pagine di Usa Today, che denuncia come siano sempre di più gli americani che trattano l'animale di casa come un essere umano.

Secondo un'indagine dell'American Pet Products Association, il 53 per cento dei proprietari di un cane e il 38 per cento di quelli di un gatto fa loro abitualmente regali per Natale e secondo un sondaggio della Kelton Research commissionato dalla Milo's Kitchen, l'81 per cento dei cittadini Usa considera il pet un membro di famiglia, il 58 per cento li chiama a sé con nomignoli come "mommy" o "daddy", il 77 per cento fa loro regali per il compleanno e più della metà ammette di parlare di loro più spesso di quanto non faccia di sesso o politica.

Niente paura, però: gli esperti avvertono che i "pet-obsessed" non hanno nulla che non va. "La cosa peggiore che può succedergli - spiega Stanley Coren, professore emerito di psicologia presso la University of British Columbia - è arrivare a spendere 20 dollari per un collare". Il problema riguarda gli animali. Che, come spiega il il Presidente della Società Italiana di Etologia, Enrico Alleva, soffrono di queste situazioni.

"Quelli che vengono trattati come persone - commenta l'esperto - sono vittime dell'egoismo e dell'arroganza dei proprietari, che non a caso definisco così e non padroni. Il cane è un lupo addomesticato e pensare che possa trovare piacevole guardare la televisione come noi non ha senso. Situazioni di questo tipo spesso portano l'animale a sentirsi depresso, apatico e a ingrassare. Infondono in lui un profondo senso di malessere".

Secondo l'etologo, la cosa migliore che si può fare per andare incontro ai bisogni dell'amico domestico è leggere libri scientifici che parlino della sua specie e che spieghino come rispettarne al massimo la natura. Perché se è vero, come dice una ricerca della Miami University in Ohio, che chi ha un animale è più sereno di chi non lo ha, è anche attendibile quanto sostiene uno studio pubblicato su Public Health Nutrition, secondo cui i problemi psicofisici dei padroni contagiano velocemente gli amici a quattro zampe, portando ad esempio un cane ad ingrassare se anche il proprietario aumenta di peso.

Il legame tra essere umano e animale di casa è dunque talmente stretto e delicato che - precisano gli esperti - va maneggiato con cura. Senza dimenticare che per loro l'unico regalo appetibile, al di là di una ciotola di cibo, è la nostra compagnia.



http://www.repubblica.it/ambiente/2011/12/23/news/animali-27009879/?ref=HRERO-1

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