venerdì 23 dicembre 2011

Accusato di riciclaggio, affittava la casa in centro a Roma ad Alfano.




Il segretario nazionale del Pdl pagava per un appartamento di 60 metri quadri nel centro di Roma appena 485 euro. Il proprietario era Roberto Saija, finito nell’inchiesta sulla maxi evasione fiscale di Vito Nicastri, il ras dell'eolico arrestato in Sicilia nel 2009.

Angelino Alfano
 occupava la casa per pochi giorni la settimana, si era impegnato a lasciarla subito libera se fosse stato necessario, e la faceva visitare ad eventuali acquirenti: era, insomma, una persona di fiducia e per questo ha pagato solo 485 euro per stare in affitto, dal 2006 al 2008, in un appartamento di 60 mq dietro campo de Fiori, a Roma, valore di mercato 1400 – 2000 euro. Il suo padrone di casa era Roberto Saija, oggi accusato di riciclaggio, finito nell’inchiesta sulla maxi evasione fiscale di Vito Nicastri, lo sviluppatore siciliano di parchi eolici arrestato in Sicilia nel 2009.  Lo ha scoperto la procura di Milano che ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini a nove indagati, tra cui Nicastri e Saija, accusati di avere riciclato, cercando di camuffarne la provenienza, 13 milioni di euro frutto di una maxi truffa allo Stato nel settore dell’eolico. Indagando sulla sparizione del “fondo nero” di 12,9 milioni, frutto di una truffa compiuta nei confronti del Fisco “sull’ammontare di una plusvalenza tassabile” sparita  tra Lussemburgo eMalta, gli 007 delle Fiamme Gialle hanno puntato l’attenzione su alcune email relative alla locazione dell’appartamento romano che la società Immobiltel riconducibile a Saija aveva preso in Leasing da Banca Italease spa, e che da metà febbraio 2006 alla fine del 2008  affittò appunto ad Alfano (e dal 2009 ad un suo collaboratore) per  485 euro al mese.



Alfano e Saija si conoscevano da tempo, ha spiegato l’indagato. Per giustificare il basso canone di locazione ha detto che preferiva tenere in casa una persona di fiducia. Nessun rilievo penale e’ stato attribuito alla vicenda dai pm che non hanno ritenuto di ascoltare il segretario nazionale del Pdl. Nell’indagine milanese compare il nome di un altro parlamentare siciliano, il vice-presidente  dei deputati di Fli Carmelo Briguglio, protagonista di una transazione economica con una società di un indagato: anche qui infine nessun rilievo  penale, perché il passaggio di denaro inizialmente sospetto, attorno ai 100mila euro, e’ stato giustificato dalla compravendita di un terreno di Briguglio in Sicilia.

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