sabato 7 giugno 2014

QUESTIONE DI (BRUTTO) STILE: IL POTERE CAFONAL FINISCE ALLA GOGNA - Mattia Feltri

POL AFF

La prossima volta si accenderanno la sigaretta con la banconota da cento euro. Berranno lo champagne dalla scarpetta di qualche Samantha. Con la Limousine, i tangentisti moderni hanno già dato: sono rimasti loro, insieme con le quattordicenni che ci fanno dentro le feste di compleanno, a palpitare per l’auto bislunga. 
L’ex generale della Guardia di finanza, Emilio Spaziante, la noleggiava a Dubai per andare dall’aeroporto all’albergo e viceversa. 
La banda del Mose è stata individuata così: entrate un po’ troppo alte, uscite decisamente altissime. Spaziante, nell’attesa del dettaglio che sarà irresistibile, leniva i dolori della vita al volante di auto sportive, al timone di barche da diporto, ammollo in piscine con villa. È tutto già ampiamente sceneggiato e, guarda un po’, Marco Milanese, l’ex braccio destro di Giulio Tremonti rientrato alla grande nelle vicende veneziane, qualche anno fa vantava un parco macchine comprensivo di una Ferrari e una Bentley, automobile che a memoria d’uomo è stata posseduta soltanto dalla regina Elisabetta e da Gianfranco Funari. E intanto prenotava e disdiceva dei costosi fine settimana a New York perché contava di andarci con Sabrina Ferilli e Christian De Sica.
Succede da quando lo stile del corrotto è diventato la prosecuzione di Vacanze di Natale con altri mezzi. È tutto quello che ci rimane impresso. Il Suv Bmw X5 di Francone Fiorito. La foto di Roberto Formigoni con slippino e marsupio Eastpak sulle bianche spiagge caraibiche. Lo scatto glorioso e vanaglorioso del povero Claudio Scajola con moglie sottobraccio e alle loro spalle il finestrone stile Berghof che incornicia il Colosseo. Le feste in toga del consigliere laziale Carlo De Romanis, con maschere da suino e grappoli d’uva calanti su gioiose scollature. Si ruba, si arraffa, si malversa, si intasca ormai semplicemente per vivere in una dimensione strabiliante e caricaturale.
Il campione assoluto è stato Luigi Lusi, il cassiere della Margherita che si era comprato una palazzina nel più lussuoso quartiere di Toronto, e nel frattempo tirava a fine mese in una villa di Genzano, mille e seicento metri quadri con ascensore interno, sala biliardo, idromassaggio, palestra, sauna, impianto di domotica. Se ne andava in giro per il mondo. A Parigi soggiornava al Mercure Ivry sur Seine (in fondo un atto di modestia), a Londra al Carlton (già meglio: 2mila e 600 euro a notte). Un regime mensile da 30mila euro di media, con un record personale di 78 mila, esclusi gli extra tipo la settimana con moglie alla Bahamas per 70 mila euro. Le ricevute dei suoi ristoranti testimoniano gusti sintonizzati sul prezzo: spaghetti al caviale, tartufi di mare, ostriche, cannolicchi, ricci, aragoste, astici.
La mitologia del mollusco ha attraversato questa lunga stagione a cui, a fine cena, manca soltanto lo stuzzicadenti d’oro. Andate su google, digitate qualcosa come “tangenti” e “lusso” ed escono tavolate da dozzine di fauci, in Sicilia o a Verona, in Piemonte o a Bari, con cozze pelose, ostriche di Normandia, e poi tagliolini al tartufo bianco d’Alba, Barolo, Sassicaia, ed ettolitri di champagne, lo champagne arriva a cascate, forse perché la mazzetta non si abbina più col Lambrusco.
I soldi non finiscono mai, ma è la fantasia a fare la differenza. È vero, andavano tutti a farsi l’aperitivo all’Hotel De Russie, tutti a mangiare gamberi vivi da Assunta Madre, intanto che si facevano intercettare anche il ruttino. Tutti a scattare il selfie delle vacanze invernali con Francesco Totti e Christian Panucci alle Maldive. Tutti avevano al polso Patek Philippe da 20 mila euro o Rolex acquistati a SanktMoritz coi brillanti al posto dei numeri. Nel giro di Diego Anemone (quello della casa a Scajola) si scambiavano Audemars Piguet e Chopard. Però uno come Francesco Belsito, il cassiere della Lega del Cerchio magico, si era fermato sulla concretezza da fumetto investendo in lingotti d’oro e diamanti. Un consigliere regionale piemontese (Marco Botta) coi quattrini dei rimborsi si era dotato di mazze da golf. In Calabria – un po’ più al pane e ’nduja – si erano comprati i biglietti per lo spettacolo della lap dance. Angelo Balducci, già gentiluomo di Sua Santità, è riuscito a farsi pagare tende per 19 mila euro, che non si osa immaginare quante finestre avesse. La consigliera regionale del Pdl del Lazio, Veronica Cappellaro, non soltanto aveva accumulato un conto da 17 mila euro da Pasqualino al Colosseo, ma aveva messo in nota spese un book fotografico da mille euro, per un profilo patinato.
Si va ormai oltre la criminalità, si sconfina quotidianamente in commedia, di quelle con le attrici sotto la doccia e caratteristi flatulenti. Infatti Veronica Cappellaro finì poi alla festa della cacca – spiacenti, è testuale – proprio davanti a Palazzo Chigi, in casa di un certo Paolo Pazzaglia, autodefinitosi imprenditore e playboy. Tazze da bagno all’ingresso, scopini col pongo marrone, buffet modellato sul tema, diciamo così, e per completare fialette aromatizzate. Era una protesta contro la politica a causa della quale siamo immersi fino al collo dentro l’elemento in questione. Si affogò l’amarezza un flûte via l’altro.

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