giovedì 27 agosto 2020

La cuoca cinese di mia zia cucina tipico pugliese e capisce molto di politica. - Daniele Luttazzi

2X1000 ai partiti politici: lista degli ammessi ai benefici. | Studio Cabras
Mia zia ha una cuoca cinese bravissima a cucinare pugliese, crede lei. Poiché è la nipote di Qing Jiang e Mao, di politica ci capisce, e quando ho dei dubbi le chiedo lumi. Stava arrostendo le bombette (involtini di capocollo di maiale ripieni di caciocavallo, prezzemolo, sale e pepe). “Come voteresti a questo referendum, Yu?”. Mi ha spiegato che la proposta Ferrara-Rodotà del 1985 (una sola Camera di 500 deputati eletti con una legge proporzionale) era perfetta: riaffermava la centralità del Parlamento contro la sua sudditanza ai governi che amano i decreti d’urgenza, e non creava scompensi come il taglio lineare ora in palio.
“Era simile alla riforma di Renzi?” “No, quella tagliava in modo da rafforzare il governo”. “Col taglio però si risparmia”. “L’argomento del risparmio è capzioso, sia per sostenere che il taglio è vantaggioso (al netto, 53 milioni l’anno), sia per sostenere che è poco vantaggioso (0,95 centesimi l’anno per ciascun italiano). Infatti nessuno ha proposto il taglio delle spese per il personale di Camera e Senato, 350 milioni l’anno. O quello degli assistenti parlamentari, cui va una fetta dei compensi annui di deputati e senatori. Con meno parlamentari, fra l’altro, gli assistenti dovranno aumentare per far fronte alla maggior mole di lavoro”. “Il taglio però migliorerà l’efficienza del Parlamento, no? O credi che peggiorerà la rappresentanza?” “Come diceva Confucio, mia nonna mi perdoni, occorre intendersi sui termini. Efficienza significa riuscire a fare più leggi nell’unità di tempo? Mica vero. Di Maio ha detto: ‘Con un numero minore di parlamentari la qualità delle leggi si alzerà’. Perché? È un mistero inesplorato. Quanto alla rappresentanza, c’è quella territoriale e quella politica. Rappresentanza territoriale: perché una Camera con un deputato ogni 96mila abitanti dovrebbe rappresentare meglio il Paese di una Camera con un deputato ogni 151mila? La Costituzione del 1948 prevedeva un deputato ogni 80mila abitanti e un senatore ogni 200mila, nel 1963 il loro numero fu fissato a 630 e 315. Negli altri Paesi le proporzioni sono diverse. Il nodo vero è la rappresentanza politica: coi tagli lineari, vengono penalizzati i partiti piccoli. Specie al Senato, poiché viene eletto su base regionale: quando i senatori vengono ridotti, la soglia naturale da raggiungere per avere un eletto al Senato si alza anche parecchio: in Basilicata diventa del 20%, ci arrivano solo due partiti”. “Quindi il Senato va eletto su base circoscrizionale?” “Certo, ma servirà un’altra riforma costituzionale. Purtroppo, c’è chi ha approfittato, anche a sinistra, del disincanto democratico e delle pulsioni populiste, un pericolo da cui Rodotà metteva in guardia nel 2014. Si tratta sempre e solo di scelte politiche. Meno parlamentari ci sono, per esempio, più sembra naturale il vincolo di mandato che piacerebbe a Grillo, dopo il quale nihil obstat a un sistema di decisioni rapide, prese col solo voto dei capigruppo, una vecchia idea di Berlusconi. Immagina un cursore che vada da 1000 parlamentari a zero: a che punto del cursore la democrazia finisce?” “Yu, cos’hai contro i grillini?” “Nulla, mi sono molto simpatici: sarebbero stati dei maoisti perfetti. E adesso mangia. Un sacco vuoto non sta in piedi”. E così, col coraggio di chi si butta da una Yamaha a 200 all’ora, ho ingoiato la bombetta.
Non condivido il pensiero politico della cuoca di tua zia, ma adoro come scrivi. Io sono per il si, proprio perché credo che la presenza di una miriade di piccolissimi e microscopici partitucoli creati per alimentare l'ego di personaggi prestatisi alla politica in attesa di altri incarichi ben remunerati, sia fuorviante e poco utile oltre che deleteria. Basterebbero tre grandi partiti per rappresentare le ideologie in contrapposizione tra loro: sinistra, centro, destra. E già son troppe, a mio parere.
Cetta.

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