“Spirito dei tempi”, o Zeitgeist.
Non sembri assurdo, ma se fossi stato in confidenza con Flavio Briatore (che malgrado le apparenze deve essere persona tutt’altro che stupida), prima dei noti fatti gli avrei inviato una email con questa breve citazione: “È ciò che è fatto e sofferto in casa, nella costituzione, nel temperamento, nella storia personale, ad avere il più profondo interesse per noi”. Lo ha lasciato scritto due secoli fa un filosofo statunitense che si chiamava Ralph Waldo Emerson, a me ignoto (come penso pure a Briatore) finché non sono andato su Wikipedia alla voce “Spirito dei tempi”, o Zeitgeist. Cercavo di comprendere meglio perché la cosiddetta gente normale, quella che frequentiamo, che ci circonda, che incrociamo per strada adotta disciplinatamente, nella stragrande maggioranza dei casi, tutte quelle cautele (dalla mascherina ai disinfettanti per le mani, al distanziamento) che possano agire da profilassi contro il contagio da Covid. Lo fanno perché glielo ordina il governo? O perché è sensato farlo?
Lo spirito dei tempi (che si sposa al comune buon senso) evita nella stragrande maggioranza dei casi di assembrarsi al Billionaire o in altri luoghi simili, per difendere la propria salute e quella dei propri cari, giustamente considerata il bene prevalente. Non lo fanno perché vittime di leggi talebane, come sostiene l’onorevole Santanchè cui forse farebbe bene vivere ogni tanto lontano dal Twiga, nel mondo reale.
Su un altro versante, non lontano dal Briatore pensiero, si agita la destra-destra (da Salvini a Meloni) che accusa incessantemente Giuseppe Conte di avere imprigionato l’Italia nella quarantena, e nella esagerata paura del virus, per pura sete di potere personale che egli alimenterebbe attraverso l’uso dei pieni poteri liberticidi. Qui non occorre richiamare lo spirito dei tempi ma il comune senso del ridicolo. Poiché l’immagine del premier che l’11 marzo scorso, con il favore delle tenebre, complotta contro il Paese chiudendolo a doppia mandata è una evidente offesa dell’intelligenza altrui (oltre che della propria, ma il divieto di stupidità non è obbligatorio). Davvero qualcuno, che non sia completamente accecato dall’odio del partito preso, può pensare che nelle case degli italiani ci si arrovelli sui limiti costituzionali dei famosi Dpcm (perfettamente legittimi e condivisi dal Quirinale)?
Davvero si pensa che gli elettori abbiano l’anello al naso? Semmai lo spirito del tempo pone a chi ci governa altre domande: su come convivere col virus, sulla riapertura delle scuole, su come l’economia potrà risollevarsi, su ciò che ci attende in autunno. Questo è “il profondo interesse per noi”. Perché, direbbe Emerson, lo spirito del tempo non si forma nelle aule parlamentari o in quelle giudiziarie. E neppure, aggiungiamo noi, negli studi televisivi. E tantomeno al Billionaire.
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