Siamo molto preoccupati per Giorgia Meloni. E non per quisquilie come la rivolta dei poveri senza più Reddito, il crollo del Pil, il boom di bollette, inflazione e benzina,
Ma per l’unico guaio davvero irreparabile e definitivo che sta per investirla, ben più letale dei cambiamenti climatici e a prova di negazionisti:
Renzi nella maggioranza.
I cimiteri della politica sono lastricati di lapidi degli altri sventurati premier che ebbero in sorte anche solo un fugace contatto con la mortifera e pestilenziale presenza:
Letta, a cui bastò il tweet “Enrico stai sereno” per schiantarsi dopo 9 mesi; Conte, del cui secondo governo il nostro fu l’ideatore e poi il killer; Draghi, che mai riuscì a liberarsi dello stigma di essere salito a Palazzo Chigi grazie a lui e infatti perse tutto,
il Quirinale e poi il governo; e Salvini, che dal Papeete rovesciò Conte per prenderne il posto con “pieni poteri” quand’era in love col Rignanese e ne fu fregato.
Senza dimenticare il Renzi medesimo, che si autosterminò portandosi rogna da solo col geniale referendum e, già che c’era, rase al suolo anche il Pd di cui era anche segretario.
Alla lista delle vittime s’è aggiunto ultimamente il povero Calenda, l’ultimo allocco a mettersi in casa l’impiastro.
La Meloni è furba e ha buona memoria, ma può farci poco.
Le avance renziane non basta rifiutarle: bisogna non meritarle.
E lei le merita tutte, da quando ha rottamato la destra sociale, legalitaria e sovranista per metter su quella asociale che fa la guerra ai poveri, s’inchina a Biden e agli eurofalchi, regala impunità ai ladroni e alla razza cafona di nuovi ricchi e vecchi parvenu: praticamente tutti i cavalli di battaglia del berlusconismo e del renzismo (che si distinguono per numero di voti: tanti per B., nessuno per R.).
Infatti i Renzi boys votano tutto il peggio del suo governo, che non ne ha bisogno e non chiede nulla, ma si ritrova Iv in maggioranza a sua insaputa.
E i renziani in pancia sono peggio della tenia, che ti s’insinua nell’intestino quando meno te l’aspetti e si mangia tutto.
Guai a ignorare i sintomi anche più trascurabili: tipo la cena dello scorso weekend al Twiga, rivelata dal Corriere, fra la Santanchè, l’ex marito Canio, il compagno Dimitri e i renziani Boschi, Bonifazi, Nobili con tutta la panza e Ruggieri, nipote di Vespa e direttore responsabile del Riformista (quello che prende le querele per Renzi),
a cui Visibilia fornisce la pubblicità.
Il tutto due giorni dopo il voto sulla Santanchè, che Iv ha respinto sostenendo che sfiduciarla era farle un favore. Invece cenare da lei è farle un dispetto.
Chi ancora pensa che Renzi punti a FI si aggiorni: punta alla Meloni col progetto Fratelli d’Italia Viva.
Lei porta i voti, lui la sfiga.
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