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venerdì 14 gennaio 2022

David Rossi, Polizia Postale: “La mail in cui annunciava il suicidio creata dopo la sua morte”. Era stata considerata prova chiave.

 

L'anomalia di cui dà conto il rapporto, di cui Il Fatto Quotidiano aveva scritto già nel dicembre 2020 e che viene ora riproposto dall'Espresso, era nota da tempo agli inquirenti. L'avvocato della famiglia Rossi: "La risposta che ci è stata data è che la procura di Genova non aveva delega per indagare sulla morte di Rossi ma solo sulle indagini fatte a Siena. Grave che non ci sia stata alcuna verifica ulteriore".

La mail con cui David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, annunciava all’ex ad della banca Fabrizio Viola l’intenzione di suicidarsi è stata in realtà creata dopo il ritrovamento del suo cadavere. Lo afferma una relazione della Polizia postale di cui Marco Grasso su Il Fatto Quotidiano aveva dato notizia nel dicembre 2020 e di cui ora torna a scrivere L’Espresso. Il documento mette in dubbio quella che era stata utilizzata come prova chiave per chiudere il caso come suicidio. L’anomalia è nota da tempo agli inquirenti, poiché si trova tra gli allegati alla richiesta di archiviazione della procura di Genova che indagava sui colleghi di Siena e sulle indagini sulla morte di Rossi.

Rossi è stato trovato senza vita la sera del 6 marzo 2013, dopo essere caduto da una finestra della sede centrale di Mps in piazza Salimbeni. Secondo la polizia postale la mail incriminata, apparentemente inviata il 4 marzo 2013, è stata invece creata il 7 marzo. Il messaggio – “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!” – è collocato all’interno di uno scambio di mail tra Rossi e Viola. La Polizia postale ha trovato due versioni di questa mail, con la stessa frase, “ma entrambe hanno data di creazione il 7 marzo 2013” alle ore 11.41. Invece, “il delivery time è del 4 marzo 2013 alle ore 10.13”. “Va rilevata l’anomalia, alla quale non è stato possibile trovare elementi di risconto in questo hard disk”, conclude la Polposta.

La famiglia di Rossi ha sempre contestato la tesi del suicidio e l’avvocato Carmelo Miceli, che la rappresenta, sottolinea che questo è un elemento importante che non è stato approfondito. “La risposta che ci è stata data – dice il legale, citato dall’Espresso – è che la procura di Genova non aveva delega per indagare sulla morte di Rossi ma solo sulle indagini fatte a Siena, archiviando comunque qualsiasi ipotesi di errore da parte dei colleghi della procura di Siena. Per noi rimane comunque grave che di fronte a quanto scritto dalla polizia postale non ci sia stata alcuna verifica ulteriore, considerando che parliamo della prova chiave che avrebbe giustificato per gli inquirenti la tesi del suicidio, visto che l’avrebbe anche annunciato due giorni prima al suo superiore”.

Lo scambio di mail tra Rossi e Viola di quel 4 marzo comincia la mattina verso 9 e va avanti fino al pomeriggio. I temi affrontati sono delicati, si parla di una avvenuta perquisizione da parte della Guardia di Finanza e traspare lo stato d’ansia di Rossi (“Ti posso parlare del tema di stamani? E’ urgente. Domani potrebbe essere troppo tardi”). Viola comunque risponde sempre e alle 14.40 scrive: “Ho riflettuto. Essendo cosa molto delicata credo che cosa migliore sia quella che tu alzi il telefono e chiami uno dei pm per chiedere un appuntamento urgente”. La conversazione, sempre rimpallandosi la stessa mail con tutti i testi precedenti, viene chiusa alle ore 17.12 quando Rossi scrive a Viola: “In effetti, ripensandoci, sembravo pazzo, a farmi tutti questi problemi. Scusa la rottura… ciao David”.

In questo alternarsi di messaggi la mail delle ore 10.13, in cui Rossi annuncia il suicidio, appare del tutto fuori contesto ed estranea allo scambio, che avviene sempre con i testi precedenti allegati. Ascoltato dai magistrati Viola dice a verbale di non ricordare un simile messaggio, riconoscendo invece “tutte le altre mail scambiate con lui quel giorno”. Dai tabulati telefonici, inoltre, non risultano telefonate tra i due dopo le 10:13, e appare incredibile che Rossi e Viola non si siano sentiti a voce dopo una comunicazione così drammatica, proseguendo invece via mail una normale conversazione.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/13/david-rossi-polizia-postale-la-mail-in-cui-annunciava-il-suicidio-creata-dopo-la-sua-morte-era-stata-considerata-prova-chiave/6455211/

Leggi anche:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/20/david-rossi-la-procura-di-genova-apre-una-nuova-inchiesta-sulle-foto-inedite-scattate-nellufficio-del-manager-mps/6432917/

venerdì 9 novembre 2018

M5S, vertici battono cassa. (pro alluvionati)

M5S, vertici battono cassa

vertici del Movimento 5 Stelle 'battono cassa' e chiedono agli eletti di effettuare le restituzioni dello stipendio relative ai mesi di luglio, agosto e settembre 2018
Una mail inviata ai parlamentari dallo staff del M5S avvisa i grillini che da oggi è possibile utilizzare il portale tirendiconto.it, aggiornato secondo il nuovo regolamento sul trattamento economico. Le istruzioni prevedono una fase 1 (test tecnico) e una fase 2. Nella prima fase i grillini dovranno effettuare il versamento, nella seconda completare le rendicontazioni.

"Ti preghiamo di effettuare il versamento della quota minima di restituzione mensile, prevista dal regolamento sul trattamento economico degli eletti del MoVimento 5 Stelle - si legge nella mail visionata dall'Adnkronos -, per il periodo in oggetto (luglio, agosto e settembre) per un totale di 6.000 euro, entro il 18 novembre 2018 effettuando una donazione a favore delle popolazioni colpite dagli eccezionali eventi atmosferici di ottobre e inizio novembre 2018". La donazione dovrà essere fatta con bonifico bancario a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri (IBAN: IT49J0100003245350200022330) con la causale "donazione a favore popolazioni colpite da eventi alluvionali ottobre novembre 2018".

Segue la fase 2, con termine 10 dicembre, data entro la quale i 5 Stelle dovranno "completare le rendicontazioni dei mesi in oggetto e caricare il bonifico effettuato di 6.000 euro nei vari mesi. Qualora il sistema ti indichi di restituire un importo complessivo per i tre mesi superiore ai 6.000 euro - spiega la missiva - ti preghiamo di versare la differenza alla stessa destinazione e di allegare alle rendicontazioni il relativo bonifico di integrazione". Nella mail sono contenute alcune disposizioni 'anti-furbetti': "è di fondamentale importanza indicare chiaramente nella causale del bonifico il periodo di riferimento", viene sottolineato.

"Vi ricordiamo le caratteristiche richieste per i bonifici da caricare nel sistema: Quietanza definitiva della banca in formato file Pdf, jpeg o png (non va caricata la richiesta di bonifico); Iban di destinazione chiaramente visibile; Numero operazione Cro/Trn/Tid visibile; Importo bonifico chiaramente visibile; Causale visibile e con chiara indicazione del mese/i di riferimento", si legge ancora nella mail inviata ai parlamentari M5S.

Per chi avesse difficoltà, un'area 'help desk' offrirà ai portavoce supporto tecnico nell'uso della piattaforma: "Nei prossimi giorni verranno calendarizzate presso la Camera e il Senato alcune sessioni formative per l'utilizzo del portale di rendicontazione dedicate ai parlamentari ed eventualmente ai collaboratori che materialmente utilizzeranno la piattaforma. A breve riceverete comunicazione in merito via mail".

"Da questo momento inizia la seconda restituzione per i mesi che vanno da luglio a settembre. Nella scorsa legislatura abbiamo restituito oltre 23 milioni di euro al fondo del microcredito ai quali si aggiungono 2 milioni e mezzo raccolti con la restituzione marzo-luglio 2018", spiega il tesoriere del M5S Camera, Sergio Battelli, che aggiunge: "Questa volta abbiamo deciso di cambiare la destinazione dei soldi: li verseremo in un fondo della Protezione Civile a favore popolazioni colpite dagli alluvioni in queste ultime settimane. 

Ben 11 regioni hanno chiesto lo stato di calamità, praticamente mezza Italia, e questo governo glielo riconoscerà. Ma è giusto che il M55 faccia la sua parte".
"Lo stipendio dei parlamentari è un privilegio. Guadagnano troppo e presto metteremo mano a questo spreco di soldi pubblici. Noi, come abbiamo sempre fatto, lo stipendio ce lo tagliamo, e l'eccedenza la diamo agli alluvionati. Parliamo di circa 2 milioni di euro da parte dei 300 parlamentari. Un piccolo gesto, ma molto concreto", rimarca Battelli.

Fonte: adnkronos del 9 novembre 2018

sabato 7 febbraio 2015

“È casa tua, decidi tu”. Da oggi per ristrutturare basta una mail e al Catasto ci pensa il Comune. - Monica Adorno




“È casa tua, decidi tu”. Abbiamo letto sul sito del governo italiano questa proposta che ha davvero il sapore della semplificazione e per questo riportiamo il comunicato integrale pubblicato sul sito governo.it. 
“Grazie alle nuove norme introdotte dallo“Sblocca Italia” (Legge 11 novembre 2014, n. 164) ristrutturare il tuo appartamento, dividere un alloggio grande in due più piccoli o unire alloggi contigui, sia sullo stesso piano che su piani differenti per realizzarne uno più grande, è semplice e veloce: se non modifichi la volumetria complessiva e non intervieni sulla struttura della casa non hai più bisogno del permesso di costruzione, basta una semplice comunicazione di inizio lavori al Comune”.

“Quando saranno finiti i lavori ricordati di inviare la comunicazione di fine lavori al Comune: questa comunicazione ti fa risparmiare la procedura di accatastamento che altrimenti resta a carico del proprietario.
Le detrazioni
“Inoltre, la Legge di Stabilità ha prorogato a tutto il 2015 la possibilità di usufruire della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, o del 65% per interventi di riqualificazione energetica o di adeguamento antisismico degli edifici”.
I lavori consentiti
Ristrutturando il proprio appartamento è possibile: rinnovare e sostituire alcune parti, come l’apertura di porte interne o lo spostamento di pareti, realizzare e migliorare i servizi igienico-sanitari e tecnologici. Sarà possibile dividere un alloggio grande in due più piccoli, o unirne due contigui (sia sullo stesso piano che su piani differenti) per realizzarne uno più grande, potrai modificare così la superficie della tua abitazione secondo le nuove esigenze familiari.
Tra le opere consentite è anche possibile rinnovare e sostituire parti strutturali degli edifici, come scale pilastri travi muri portanti e altro, ma se sono previstie questi tipi di interventi le procedure saranno differenti.
I lavori non consentiti
Non è possibile modificare la volumetria complessiva degli edifici né modificare la destinazioni d’uso, quindi una casa non può diventare ufficio e viceversa. Gli approfondimenti si trovano sul sito della regione e del comune.
Come fare?
Per dividere o unire gli appartamenti, si possono fare i lavori senza dover ottenere alcun permesso da parte del Comune. Sarà necessario, prima di dare inizio ai lavori, trasmettere al Comune, anche semplicemente per via telematica senza recarsi negli uffici, la Comunicazione di Inizio Lavori, la così detta CIL, accompagnata da una asseverazione di un tecnico abilitato alla professione .
Se tra i vari interventi che dovrai fare nell’appartamento sono previste opere che riguardano le parti strutturali non si potrà utilizzare la CIL e si dovrà utilizzare il modulo di Segnalazione Certificata di Inizio Attività, la così detta SCIA.
I moduli per la CIL e la SCIA si possono reperire presso gli uffici tecnici del comune, alcuni li propongono anche sul sito istituzionale.
Quali documenti allegare
I documenti che dovranno essere trasmessi all’amministrazione comunale sono: – elaborato progettuale, cioè i disegni che fanno vedere le modifica dell’alloggio;
- comunicazione di inizio dei lavori asseverata, cioè sottoscritta da un professionista tecnico abilitato, il quale attesta, sotto la propria responsabilità, che i lavori sono coerenti con le regole e i piani approvati e che sono compatibili con la normativa in materia sismica e con quella sul rendimento energetico nell’edilizia e che i lavori non interessamento delle le parti strutturali dell’edificio.
- dati che identificano l’impresa alla quale si intende affidare la realizzazione dei lavori, che dovranno essere contenuti nella comunicazione di inizio lavori.
Da non dimenticare. Quando i lavori saranno ultimati si potrà inviare al comune anche una comunicazione di fine lavori. Questa comunicazione è valida ai fini dell’accatastamento e obbliga l’amministrazione comunale a inoltrare tempestivamente e direttamente, quanto necessario, ai competenti uffici dell’Agenzia delle entrate per il nuovo accatastamento dell’immobile trasformato. Senza questa comunicazione la procedura resta a carico del proprietario.
I costi
I lavori di frazionamento o accorpamento degli appartamenti i costi sugli oneri da pagare al comuni sono sostanzialmente diminuiti.
Dovranno essere pagati solo nel caso in cui le trasformazioni effettuate determinano un aumento della superficie calpestabile dell’appartamento che genera una erogazioni maggiore di servizi da parte dell’amministrazione comunale, il così detto “carico urbanistico” (necessità di più acqua, più fognatura, più parcheggi……).
I costi da pagare sono quantificati, comunque, solo rispetto alle opere di urbanizzazione, il costo di costruzione non dovrà essere pagato.