Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 13 dicembre 2023
Le misteriose rocce della Fortezza di Sacsayhuamán - Egitto Misterioso
martedì 31 ottobre 2023
Misteriose sfere trovate in una roccia vecchia di 3 miliardi di anni. - Lucia Petrone
Le sfere di Klerksdorp, trovate all’interno di depositi di pirofillite estratti in Sud Africa, sono strane.
Assomigliano a piccole e antiche palline da cricket, con linee simili a cuciture attorno al centro, è facile capire perché sono diventate oggetto di teorie cospirative che coinvolgono alieni e antiche civiltà dimenticate.
In articoli degli anni ’80 si ipotizzava che fossero realizzate da “una civiltà superiore, una civiltà pre-diluviana di cui non sappiamo praticamente nulla”, mentre lo stesso curatore del museo affermò che le sfere ruotavano da sole mentre erano bloccate. in una vetrina “priva di vibrazioni”. Gli pseudo-scienziati affermavano che le sfere potevano essere solo fabbricate, nonostante fossero state trovate in rocce vecchie di 3 miliardi di anni , mentre anche gli pseudo-scienziati credevano che fossero la prova della presenza di alieni . Le affermazioni sulle sfere attirarono l’attenzione del geologo Bruce Cairncross nel 2006 , il quale scrisse di essere stato divertito da un articolo che le descriveva come “sfere misteriose”, e dalla scelta di un programma di far esaminare le pietre da un sensitivo, dichiarandole essere i resti di un’antica astronave. Cairncross ha offerto una spiegazione razionale per le sfere, trovate in una formazione geologica conosciuta come Dominion Group. L’edificio è costituito da conglomerato, con strati di lava vulcanica che si sono depositati sulla parte superiore. Dopo molta pressione e calore, gli strati di roccia vulcanica divennero pirofillite, l’involucro in cui furono ritrovate le sfere di Klerksdorp. Le sfere sono conosciute come concrezioni: oggetti sferici, ellittici o oblati costituiti da minerali diversi dalla roccia ospite, e sono abbastanza comuni, con migliaia di esemplari trovati in tutto il mondo. Si trovano spesso in rocce a grana fine, come la pirofillite, poiché consente il movimento dell’acqua. “Si formano per precipitazione da una soluzione acquosa e sono costituiti da minerali cristallizzati nella roccia ospite“, ha spiegato Cairncross . Sono sferiche poiché si formano attorno a un minuscolo granello di minerale in una soluzione contenente ferro, calcio e altri elementi. “Poiché la roccia ospite è strutturata uniformemente tutt’intorno, la crescita della concrezione avviene, senza restrizioni in tutte le direzioni, come una sfera tridimensionale a 360 gradi”, scrive Cairncross, aggiungendo che se il liquido si muove o la roccia che lo circonda non ha la stessa consistenza in tutte le direzioni, la forma può risultare distorta.
Le linee attraverso le sfere sono causate dalle impronte della roccia ospite, che è stata costruita a strati per molto, molto tempo, lasciando l’effetto stratificato. Nel frattempo, il mistero del perché la sfera presumibilmente girava “da sola” è stato spiegato dal curatore del Museo Klerksdorp, da cui le sfere prendono il nome. “Alcuni anni fa ho rimesso la palla nella sua posizione originale (su un ripiano di vetro) durante la visita di un giornalista e lui ha cercato di farne una sensazione”, ha spiegato il signor R. Marx. “È del tutto naturale che ruoti un po’ poiché è rotondo e abbiamo molti terremoti a causa delle attività di estrazione (dell’oro)”.
sabato 8 novembre 2014
Ecco i 30 Cucchi d’Italia. - Carmine Gazzanni
Morti per “infarto” con la testa spaccata. O per “suicidio” con ematomi e contusioni in varie parti del corpo. A volte basta una perizia o una cartella clinica per capire che quello che si racconta non corrisponde alla verità. Come nel caso di Stefano Cucchi, certo. Ma anche di Federico Aldovrandi e di Giuseppe Uva. Di questi abbiamo visto le foto dei volti e dei corpi tumefatti, a riprova di un omicidio insabbiato. Ma ci sono anche tanti altri casi di cui l’opinione pubblica sa poco o nulla: vite spezzate che ancora attendono giustizia.
I NUMERI
Basta partire da un numero per capire che qualcosa non torna. Secondo il report dell’associazione Ristretti Orizzonti, dal 2000 a oggi sono stati 2.356 i morti accertati nelle carceri (839 suicidi). Il calcolo è immediato: un decesso ogni due giorni. Morte naturale, arresto cardio-circolatorio, suicidio. Queste le cause più comuni. Almeno sulla carta. Perché accanto ci sono casi di pestaggio, malasanità, cure non ricevute, istigazioni al suicidio. O, semplicemente, silenzi ed omertà.
SENZA GIUSTIZIA
Federico Aldrovandi è morto nel 2005 a Ferrara durante “un controllo di polizia”. Aveva solo 18 anni: picchiato fino a morire, pestato a sangue da chi lo aveva fermato. Un caso, uno dei pochi insieme a quello di Riccardo Rasman, che è giunto a sentenza con la condanna dei 4 poliziotti che lo avevano fermato. Non per tutti, però, la giustizia ha avuto il suo normale corso. È il 2008 quando viene fermato Giuseppe Uva a Varese. Qui viene massacrato: alla famiglia lo Stato riconsegnerà un corpo senza vita, pieno di ecchimosi sul volto sul corpo. Come detto, però, i casi sono diversi. Tanto che Ristretti Orizzonti ha stilato un dossier in cui si raccolgono ben 30 storie che “richiederebbero un approfondimento nelle sedi opportune”. Un numero, peraltro, che in crescita dato che, ad esempio, l’ultimo caso “sospetto” (per cui ci sono 11 indagati) di Riccardo Magherini non è conteggiato.
VITE SPEZZATE
Mauro Fedele aveva 33 anni. La versione ufficiale parla di “arresto cardiocircolatorio”. Peccato però che al padre Giuseppe, come lui stesso denuncerà, sia stato restituito un corpo pieno di lividi: “ha la testa fasciata e ha segni blu su collo, sul petto, specialmente a destra, come uno zoccolo di cavallo”. Esattamente come capita a Marcello Lonzi: arresto cardiaco, ma corpo ricoperto di lividi. O ad Aldo Bianzino a Perugia: fermato per possesso di stupefacenti, il giorno dopo muore. Ufficialmente per “infarto”. Peccato che tale ipotesi sia stata esclusa dal medico legale che invece avrebbe riscontrato 4 emorragie cerebrali, 2 costole rotte e lesioni a fegato. Esattamente quanto capitato a Manuel Eliantonio. Nell’autopsia si parla di “arresto cardiaco”. Ma, racconta la madre, in obitorio “l’ho trovato gonfio, di tutte le sfumature di colori, le orecchie blu, il petto gonfio, la testa come una palla da bowling, naso rotto, occhio livido”. Chiudiamo con Gianluca Frani, paraplegico. Si è suicidato, dicono gli atti. Impiccandosi. Come abbia fatto ad appendersi allo scarico del water però resta un mistero.
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