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venerdì 10 aprile 2020

Coronavirus, visto il motore che lo fa moltiplicare.


Rappresentazione grafica dell'enzima che permette al coronavirus SarsCoV2 di moltiplicarsi.(fonte: Yan Gao et al. Science)

E' un enzima, ora più facile trovare farmaci mirati.

Descritta la struttura del motore molecolare che permette al virus SarsCoV2 di moltiplicarsi. Il risultato, pubblicato su Science, rende più facile mettere a punto farmaci mirati contro la Covid-19. Il motore è l'enzima polimerasi nsp12, lo stesso che è il bersaglio dell'antivirale remdesivir utilizzato contro il nuovo coronavirus, ma nato come arma anti-Ebola. Autore della ricerca è il gruppo di Yan Gao, dell'Università Tsinghua di Pechino.

Da un lato, osservano gli autori della ricerca, conoscere la struttura dell'enzima permetterà di verificare se il remdesivir è effettivamente in grado di bloccare la replicazione del virus SarsCoV2; dall'altro accelererà la ricerca su nuovi farmaci antivirali specifici, progettati per combattere la Covid-19, indispensabili per arginare la pandemia.

Finora del virus SarsCoV2 era stata scoperta la struttura della sua principale arma, la proteina Spike, e della parte di quest'ultima chiamata Rbd, che si lega alla porta d'ingresso del virus nella cellula, il recettore Ace2. Con questo nuovo risultato adesso è nota anche la struttura dell'enzima che permette al nuovo coronavirus di duplicare il suo materiale genetico, l'Rna, e di moltiplicarsi.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2020/04/10/coronavirus-scoperto-il-motore-che-lo-fa-moltiplicare-_aac6c489-edfe-4ca8-96ac-52d7a9e598bd.html

martedì 14 maggio 2019

Konrad Krajewski.

Risultati immagini per Konrad Krajewski in motore senza casco

il cardinale Konrad Krajewski, va via guidando il vespino, anche se senza casco.

Quest'uomo non ama rispettare le leggi.

domenica 12 febbraio 2017

Un secolo fa 'la più grande cantonata' di Einstein.

Rappresentazione artistica dell'energia oscura (fonte: Maxwell Hamilton) © Ansa

La costante cosmologica oggi è la chiave per capire l'energia oscura.


Compie un secolo ed è ancora un incredibile rompicapo. La costante cosmologica introdotta da Albert Einstein nel febbraio 1917 per rimediare a un errore della sua teoria della relatività e confermare che l'universo era stazionario era stata bollata dallo stesso Einstein come la "più grande cantonata" della sua vita, ma poi è stata riabilitata dalla fisica moderna e oggi è la chiave per capire l'energia oscura, ossia quella sorta di misterioso motore che fa espandere l'universo e che lo occupa per il 70%.

L'equazione che bloccava l'espansione dell'universo
"La costante cosmologica di un secolo fa non cessa di essere un grande rompicapo" e adesso "sta avendo un'insospettata nuova giovinezza", ha osservato ha osservato il vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero. La storia di questo concetto fondamentale della fisica era cominciata nel 1916 con una brutta sorpresa: l'equazione alla base della teoria della relatività descriveva un universo in espansione, ma questo concetto era in aperta contraddizione con l'immagine tradizionale di un cosmo stazionario e immobile. Tuttavia nella teoria della relatività "c'era comunque spazio per aggiungere un valore che non varia nel tempo. Così - ha aggiunto Masiero - decideva di introdurre una costante", un'equazione capace di bloccare l'espansione dell'universo.
Bollata come errore
Tuttavia nel 1929 le osservazioni fatte dall'astrofisico Edwin Hubble dimostravano in modo inappellabile che stelle e galassie in effetti si allontanavano progressivamente. Davanti a quei dati Einstein non poteva che definire la costante cosmologica come ''la più grande cantonata" della sua vita. Dopo avere bollato quell'equazione come un errore, decideva di cancellarla.
La riabilitazione
Per decenni, però, i fisici hanno continuato a interrogarsi sul significato di quel concetto finchè nel 2001 si è scoperto che l'universo si espande in modo accelerato. "A quel punto - ha detto Masiero - si è deciso di reintrodurre la costante cosmologica in quanto era in grado di spiegare l'espansione accelerata dell'universo". Questo non significa che ogni problema teorico sia risolto. Si ritiene per esempio che la costante cosmologica possa spiegare il comportamento dell'energia oscura oppure che possa spiegare l'energia del vuoto così come lo concepisce la fisica quantistica: un vuoto non fatto di nulla, ma di continue creazioni e distruzioni di particelle: "è un vuoto dinamico, al quale potrebbe essere associata un'energia".