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lunedì 24 febbraio 2014

Urb-e: lo scooter elettrico più piccolo di un bagaglio a mano.

scooter urbe

Uno scooter grande meno di un bagaglio a mano che potrebbe migliorare la vita dei pendolari. Trenta km con una sola carica, senza usare combustibili inquinanti e in soli 13 kg. Il nuovo scooter elettrico pieghevole è Urbe-E, progettato per muoversi comodamente nelle città, senza emettere emissioni nocive.
Non è una scheggia, è in grado di raggiungere una velocità di circa 24 kmh, ma è comunque adatto a coprire i brevi tratti tra la fermata del tram e l'ufficio. Basta portare con sé Urb-e aprendolo all'occorrenza. Ingombrante? Poco. Le sue dimensioni sono più piccole di quelle di un bagaglio a mano. Un piccolo carrello, che con una sola mossa diventa un mezzo di trasporto ecologico.
Urb-e è disponibile in due differenti versioni, un modello pensato per i pendolari, a tre ruote, e un modello a due ruote, che garantisce maggiore agilità grazie all'interasse più corto, anche se una velocità leggermente rdtotta.
È il veicolo ideale per l'ambiente urbano altamente congestionato. Il suo design a tre ruote garantisce una maggiore stabilità e maneggevolezza ma ad una velocità più bassa, ideale per gli spostamenti anche tra i pedoni”, spiegano i suoi realizzatori.
Le ruote posteriori hanno l'ulteriore compito di rendere trasportabile lo scooter, una volta piegato, permettendo di trascinarlo come un bagaglio a mano.
Urb-e utilizza una batteria agli ioni di litio da 36 volt, che sopporta 5000 cicli di carica e ha un tempo di ricarica di circa 3 ore. È dotato inoltre e un motore anteriore da 250W. 
Ecco alcune immagini, che mostrano anche le varianti di colore in cui è disponibile il veicolo:


venerdì 17 luglio 2009

Rai: stravolte le più elementari regole aziendali.

di Giuseppe Giulietti.

Da giorni e giorni, legittimamente, perché così è sempre accaduto, l'attenzione dei media è puntata sui futuri organigrammi Rai. Il toto nomine impazza. Nel frattempo rischia di impazzire l'azienda. Dei futuri organigrammi ci interessa molto poco perché in Rai sta accadendo qualcosa di molto più grave che non la tradizionale spartizione dei lotti. Si sta infatti assistendo ad uno stravolgimento delle più elementari regole aziendali e ad un affossamento di qualsiasi piano strategico. In una indifferenza quasi generale, salvo le importanti prese di posizione di Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, dell’Adrai, di alcune organizzazioni sindacali e di qualche consigliere di amministrazione, si è arrivati alla nomina di un direttore generale ombra come ha efficacemente detto il consigliere Rizzo Nervo, ad una bizzarra distribuzione delle regole tra i vicedirettore generali, ad un tentativo di moltiplicazione delle cariche attraverso un finto piano della radiofonia. Come se non bastasse si sta tentando di creare una forzata alleanza tra Rai e Mediaset contro il resto del mondo, non viene affrontato il grande tema della pubblicità istituzionale e che sempre più si allontana dalla Rai, non si sfiora neanche più il tema dei new media e del loro futuro. Non si parla della confusione e della mancanza di strategie sulle offerte dei nuovi canali permessi dal digitale terrestre e sul rapporto fra questi e la tradizionale offerta generalista (per non parlare dello sconcertante silenzio su Rainews24 ridotta a oggetto di scambio), si assiste ad una umiliazione delle professionalità interne e ad un tentativo di ulteriore riduzione del pluralismo editoriale attraverso un’aggressione mirata e continua nei confronti di Raitre e del Tg3 e di chiunque non accetti questo stato di cose. A questo punto Non è più possibile far finta di non vedere e così come esiste un trasversalismo deteriore di piccoli gruppi che tentano di costruire una sorta di polo unico Raiset, con Rai in funzione subalterna, è giunto il momento in modo pubblico, palese e trasparente di promuovere in sede istituzionale e politica, ma soprattutto in sede professionale e aziendale uno schieramento trasversale formato da quanti, comunque collocati (e ce ne sono non pochi anche nella destra politica e aziendale) non intendono accettare la progressiva liquidazione di una grande impresa pubblica e soprattutto la liquidazione di quel poco che resta della sua autonomia.

http://www.articolo21.info/8748/notizia/rai-stravolte-le-piu-elementari-regole.html