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sabato 28 ottobre 2023

Testa di serpente, Città del Messico.

 

Grazie al terremoto di Città del Messico, è stata scoperta una testa colossale di rettile... cioè di serpente.
Una testa di serpente di pietra è stata ritrovata nel centro storico di Città del Messico lo scorso anno, dopo il terremoto di magnitudo 7.6 avvenuto il 19 settembre 2022.
Si trovava a una profondità di oltre 4 m sotto il livello orientale dell'ex facoltà di giurisprudenza. La testa è lunga circa 2 me pesa 1,3 tonnellate.
Il reperto si è conservato in modo unico; i colori sono conservati sull'80% della sua superficie, nonostante la scultura abbia circa 500 anni. A quel tempo, questo territorio era controllato dagli Aztechi e uno dei principali dei del loro pantheon, Quetzalcoatl, era spesso raffigurato come un serpente.
Quetzalcoatl è uno degli dei più importanti nel pantheon azteco, assieme a Tlaloc,
Nelle vicinanze sono stati rinvenuti altri elementi architettonici. Il terreno qui era paludoso, con un basso contenuto di ossigeno, motivo per cui la conservazione dei reperti archeologici è così buona. La scultura è ricoperta da resti di coloranti rossi, blu, neri e bianchi che decorano le scaglie, la bocca, gli occhi e i denti del serpente. Questa tavolozza di colori veniva spesso utilizzata dagli Aztechi nelle immagini religiose e nei templi.
L'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) ha scoperto la testa del serpente il giorno dopo il terremoto. Il ritrovamento ha dovuto essere sollevato con una gru e poi trasportato in un laboratorio di conservazione. I pigmenti costituiti da materiali minerali e vegetali utilizzati per dipingere la scultura sono piuttosto fragili, quindi gli archeologi hanno adottato misure speciali per proteggere il ritrovamento dagli effetti dannosi dell'aria. Attorno ad essa è costruita una camera speciale, nella quale viene mantenuta un'umidità elevata e costante. L'umidità verrà gradualmente ridotta per consentire alla testa del serpente di asciugarsi lentamente.
Questo viene fatto per evitare screpolature superficiali e scolorimento del colore. Il processo durerà fino all’inizio del prossimo anno.
Il ritrovamento è bellissimo e unico nel suo genere.

giovedì 10 dicembre 2020

Sottovuoto spinto. - Marco Travaglio

 

È passato un altro giorno e l’Innominabile e i suoi cari non sono ancora riusciti a spiegare ai cittadini cosa contestano davvero al governo, al punto di minacciarne la crisi. L’altra sera, mascherine abbassate e fidanzato a parte, è bastato che la Gruber chiedesse lumi alla Boschi per squadernare coram populo il sottovuotospinto dell’ex ministra e del suo non-partito col suo non-programma, i suoi non-ideali e il suo esercito di non-elettori. Ormai l’hanno capito tutti che gli italomorenti non minacciano il governo per “difendere la democrazia, il governo e il Parlamento” dalla cabina di regìa voluta da Conte per monitorare le opere pubbliche del Recovery Plan, renderne conto all’Ue ed evitare i soliti sprechi, ritardi, truffe e intoppi all’italiana. Non certo per deliberarle (lo fanno governo e Parlamento) o per attuarle (lo fanno ministeri, regioni, province e comuni). Il motivo è un altro, ma se non lo dicono dev’essere perché non possono. Altrimenti gli scapperebbe dal ridere quando fanno i partigiani della democrazia violentata dal tiranno Giuseppi. Quando purtroppo contava – leggere Giacomo Salvini a pag. 4 per credere – l’Innominabile fece esattamente ciò che rimprovera falsamente a Conte: riempì Palazzo Chigi di “strutture di missione” (ben 7, ridotte da Conte a 3) e l’Italia di commissari ad (suam) personam: Sala a Expo, Piacentini al Digitale, Nastasi a Bagnoli, Gutgeld e Perotti alla spending review, Gabrielli al Giubileo.

Quanto al suo rispetto per il governo e il Parlamento: teneva Consigli dei ministri di 2-3 minuti; imponeva trucchetti da magliari tipo “tagliole”, “canguri” e “supercanguri” per silenziare le opposizioni e cancellarne gli emendamenti; minacciava i dissidenti del Pd di “usare il lanciafiamme” e di non ricandidarli e, quando si mettevano di traverso nelle commissioni, li sostituiva con dei camerieri per far passare la controriforma costituzionale, cioè il piedistallo e il monumento equestre al suo ego; insultava chi lo criticava, inclusi i migliori costituzionalisti, come “soloni”, “professoroni”, “gufi” e “rosiconi”, lasciandoli poi finire da orde di manganellatori da social. Varò 54 decreti in 32 mesi senza emergenze paragonabili al Covid. Impose una legge elettorale incostituzionale (l’Italicum) a colpi di maggioranza (che poi era una minoranza drogata dal premio illegittimo del Porcellum) e financo a botte di fiducia. Poi nel maggio scorso, quando per fortuna non contava più nulla, presentò un “Piano choc per le opere pubbliche” da 180 miliardi con “100 commissari” dai pieni poteri – progettazione, attuazione e controllo – in barba alle leggi, al governo e al Parlamento. Ma ormai gli si perdona tutto, perché ci fa tanto divertire.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/10/sottovuoto-spinto/6031940/