Questa settimana, in occasione dell'apertura dei lavori della 65esima sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu, a New York si apre anche il summit del Millenium Development Goals (MDGs Summit), gli obiettivi di sviluppo mondiali prefissati nel 2000 e che, alla scadenza del 2015, dovrebbero ridurre della metà il numero degli abitanti della terra che soffrono la fame, le malattie, espandere e proteggere i diritti delle donne e dei bambini, favorire lo sviluppo nei paesi più poveri e arrestare la degradazione ambientale.
Con il Presidente Usa Barack Obama, come ha annunciato il Segretario generale dell'Onu Ban ki Moon, almeno altri 140 tra capi di stato e di governo assicureranno la loro presenza.
Praticamente tutta la leadership mondiale si concentrata nell'isola di Manhattan, eppure tra le limousine con presidenti, primi ministri e dittatori dirette verso il Palazzo di Vetro ancora in fase di restauro, non ci sarà quella con il capo del governo italiano Silvio Berlusconi.
Si vedrà un'auto nera con la bandierina tricolore, ma trasporterà il ministro degli Esteri Franco Frattini e le ministre Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, ma non saranno in compagnia del loro capo.
Come mai accanto ad Obama vedremo Sarkozy o Merkel e magari anche il capo del governo di una sperduta isola del pacifico, ma non il nostro Berlusconi? Barack esclamerà "Where is Silvio?" quando non lo vedrà spintonare per stargli accanto nella foto ufficiale?
Quando abbiamo chiesto all'Ambasciatore Cesare Ragaglini perché il Premier italiano non sarà questa settimana a New York, il serio ed esperto diplomatico a capo della missione d'Italia all'Onu ha risposto: "Il presidente del Consiglio ha tenuto il discorso all'Assemblea generale l'anno scorso.
Quest'anno, come in passato, l'Italia è altamente rappresentata dal Ministro degli Esteri, e anche dal sottosegretario Scotti e da una importante delegazione di ministri, senatori e deputati".
Quando abbiamo insistito sui motivi dell'assenza, dato che quest'anno c'era non solo l'apertura dei lavori dell'Assemblea Generale dell'Onu, ma il vertice MDGs i cui obiettivi lo stesso segretario generale Ban ki Moon ha ribadito essere fondamentali per il rafforzamento della stabilità e la sicurezza nel mondo, il capo missione italiano all'Onu, con una espressione nel viso che appariva sempre più crucciata, ha chiuso l'argomento così: "Questa è una domanda che andrebbe posta a Palazzo Chigi".
Già, perché Berlusconi non sarà a New York proprio nella settimana in cui ci saranno tutti i leader che contano?
Colui che più e meglio di altri soppesa e sa sfruttare ogni occasione mediatica, come può "bucare" l'appuntamento tra gli "statisti indispensabili" per la sicurezza e il benessere globale?
Come può non sfruttare l'occasione per rianimare, magari grazie ad un servizio ben confezionato dal Tg1 di Minzolini, certi sondaggi afflosciati?
Forse ha qualche impegno irrevocabile?
E cosa ci può essere di più importante di sedersi a tavola con i leader di Usa, Russia, Cina per decidere delle sorti del mondo e di quanti altri milioni di dollari l'Italia dovrà sganciare per non sentirsi poi accusare di non aver mantenuto le promesse?
Le agenzie di stampa riferiscono che il presidente del Consiglio la prossima settimana sarà impegnato nel mettere a punto il discorso che terrà a fine mese alla Camera dei deputati sui programmi fondamentali del suo governo, intervento che andrà ai voti e che determinerà quindi la continuazione o meno della fiducia della maggioranza parlamentare all'esecutivo.
Cioè Berlusconi sarebbe impegnato nella sopravvivenza del suo governo, rinchiuso giorno e notte a Palazzo Grazioli non potrà essere disturbato con gli affari del mondo?
Ma se fosse solo così, un paio di giorni a New York, in tempo per partecipare al vertice del MDGs, non avrebbero potuto compromettere il suo discorso che terrà tra dieci giorni.
Allora?
Che i servizi segreti lo avessero avvertito di un piano di attentato terroristico a Manhattan che con un colpo solo decapiterebbe la leadership mondiale?
E che farebbe Silvio, salverebbe lui senza avvertire Barack e gli altri?
E con chi li farebbe poi vertici mondiali, con Osama bin Laden?
No, ci deve essere qualche altra ragione che tiene lontano il Premier italiano da New York.
Forse l'animale mediatico Berlusconi pensa che il suo passaggio in questo momento all'Onu non gli sarebbe utile, o addirittura sarebbe controproducente.
Chissà.
Comunque, se qualche leader straniero nello scorgere la lista dei colleghi partecipanti al MDGs dovesse mai chiedersi, come mai l'onnipresente Berlusconi questa volta non ci sarà, nel tentativo di trovare una delle interpretazioni potrebbe leggere l'articolo appena pubblicato in inglese dalla rivista Foreign Policy, scritto dal Prof. James Walston e intitolato "The Bordello State".
E se poi qualcuno, incuriosito, volesse questa settimana comunque approfondire a New York l'Italia di Berlusconi, potrebbe recarsi lunedì 20 settembre alla Columbia University dove il giornalista e Prof. Alexander Stille terrà un dibattito sui rapporti tra il potere e i media in Italia con ospiti i giornalisti d'inchiesta Marco Travaglio e Peter Gomez e l'ex magistrato di Mani Pulite Pier Camillo Davigo. Il titolo dell'incontro: "Free Press vs. Government Control: How Journalists Confront Political Corruption in Berlusconi's Italy".
Già, anche se non verrà, questa settimana a New York Berlusconi sarà comunque tra i protagonisti.
http://www.americaoggi.info/2010/09/19/20661-where-silvio