Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 12 marzo 2014
Foto di famiglia.
il nonno, il nipote, il papà.
http://www.notix.it/giornale/images/stories/napolitano_renzi_berlusconi.jpg
Andrea Scanzi - Legge elettorale
Approvata alla Camera la nuova legge elettorale.
Non ci sono le preferenze.
Vale solo alla Camera e non al Senato (ennesima mostruosità legislativa tutta italiana).
Ci sono ancora le liste bloccate.
Ci sono ancora le multicandidature.
Le circoscrizioni sono disegnate a caso.
Se hai meno dell'8 percento e corri da solo non passi.
Se hai meno del 4.5 non entri, però i tuoi voti li sfrutta comunque la coalizione (quindi Vendola serve unicamente come serbatoio impotente di Renzi).
Una coalizione sotto il 12% nasce morta.
C'è ancora il premio di maggioranza, che scatta al 37% (soglia tra le più basse d'occidente). Ci sono deroghe atte a non scontentare i partiti-satelliti cari a Silvio.
C'è quasi tutto quello che la Consulta aveva contestato al Porcellum e non c'è quasi niente di quello che Renzi aveva promesso prima di essere eletto segretario Pd.
Più che un Italicum è un Troiaium, infatti lo ha scritto il noto giglio di campo Verdini.
In nome di questo capolavoro, il Pd ha votato (un'altra volta) contro la legge sul conflitto di interessi.
Capisco la gioia di Renzi: potrà fingere ancora di più di essere "l'uomo del fare". Capisco la gioia di Berlusconi: è un vestito che si è fatto cucire su misura.
Capisco la gioia dei tanti gattopardi.
Ma gli altri, tutti gli altri, soprattutto gli elettori comuni - a partire da quelli del Pd - che diavolo hanno da festeggiare? Non capiscono, o fingono di non capire, che questa mossa è un mix perverso di paraculismo spinto ed ennesimo inchino a Silvio e Re Giorgio?
Contenti loro, scontenti tutti.
https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482?fref=ts
martedì 11 marzo 2014
Legge elettorale, Camera approva sbarramenti e soglie per premio. - Roberto Landucci
ROMA (Reuters) - Il cuore della nuova legge elettorale è stato approvato oggi alla Camera, sia pure con soli 78 voti di scarto, e, come ha chiesto ai deputati del Pd il premier Matteo Renzi, il provvedimento si avvia a ricevere l'ok definitivo entro sera. Poi al Senato sarà un'altra partita.
Con 315 sì e 237 no - un centinaio di voti in meno dell'ampia maggioranza bipartisan su cui conta sulla carta la legge - i deputati hanno approvato l'emendamento che prevede le nuove soglie di sbarramento e quella necessaria per ottenere il premio di maggioranza.
Secondo le norme, che valgono solo per l'elezione della Camera, potranno avere deputati i partiti coalizzati che alle elezioni politiche ottengano almeno il 4,5% dei voti. La sbarra si alza all'8% per le liste non coalizzate.
Quanto al premio di maggioranza, fissato al 15%, potrà ottenerlo la coalizione che al primo turno ottiene almeno il 37% dei voti. In ogni caso grazie al premio la coalizione vincente non potrà avere più di 340 deputati sul totale di 630.
Qualora nessuna coalizione raggiunga il 37%, andranno al ballottaggio per l'assegnazione del premio le due che hanno ottenuto più voti.
"In serata è atteso il voto finale della Camera", ha detto il portavoce della presidente Laura Boldrini.
Renzi ha detto oggi ai suoi deputati di essere disposto a discutere di modifiche alla legge, ma solo nel successivo passaggio al Senato.
Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
lunedì 10 marzo 2014
FERMI TUTTI! UNA PICCOLA DIMENTICANZA NELL’ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA DI BANKITALIA....
1. FERMI TUTTI! UNA PICCOLA DIMENTICANZA NELL’ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA DI BANKITALIA CHE HA DATO IL VIA LIBERA ALLA RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE DI VIA NAZIONALE MINACCIA DI INVALIDARE UN’OPERAZIONE DA PARECCHI MILIARDI DI EURO (7,5), PER LA QUALE LEGA E GRILLINI HANNO GRIDATO AL “REGALO DI STATO” PER LE BANCHE AZIONISTE - 2. DELLA LACUNA FORMALE (NELL’ORDINE DEL GIORNO NON SI FACEVA IL MINIMO CENNO AD AUMENTI DI CAPITALE) SI SONO ACCORTI GLI AVVOCATI DI ADUSBEF, CHE STANNO PER IMPUGNARE DI FRONTE ALLA CORTE COSTITUZIONALE IL DECRETO DEL GOVERNO, MA INTANTO PARTONO LANCIA IN RESTA ANCHE CONTRO QUELL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CONVOCATA IN TUTTA FRETTA IL 23 DICEMBRE SCORSO, A DUE GIORNI DAL NATALE… -
Una piccola dimenticanza nell'ordine del giorno dell'assemblea di Bankitalia che ha dato il via libera alla rivalutazione delle quote di via Nazionale minaccia di invalidare tutta l'operazione. Un'operazione da parecchi miliardi di euro, per la quale Lega e Movimento Cinque Stelle hanno gridato al "regalo di Stato" per le banche azioniste.
Della lacuna formale si sono accorti gli avvocati di Adusbef, che stanno per impugnare di fronte alla Corte Costituzionale il decreto del governo, ma intanto partono lancia in resta anche contro quell'assemblea straordinaria convocata in tutta fretta il 23 dicembre scorso, a due giorni dal Natale.
L'ordine del giorno firmato da Ignazio Visco si limitava a un laconico "Approvazione di modifiche allo statuto di Banca d'Italia", senza neppure la previsione delle classiche "varie ed eventuali". Ma non è questo il punto debole scovato per la combattiva associazione guidata da Elio Lannutti dall'avvocato Antonio Tanza, che ha già vinto quattro ricorsi alla Consulta sui decreti salva banche dei governi D'Alema, Amato, Ciampi-Dini e Berlusconi-Tremonti. Il problema è che quell'ordine del giorno non fa parola alcuna dell'aumento di capitale.
BANKITALIA
Eppure, lo Statuto dell'istituto di Via Nazionale prevede che negli ordini del giorno vadano indicate tutte le proposte da discutere. Risultato? Secondo l'avvocato Tanza, e secondo Adusbef, bisogna applicare la normativa prevista per le assemblee delle Spa e quindi quella delibera di fine anno "è nulla o annullabile".
PROTESTE IN AULA M5S
Sul tema, come si legge nello stesso parere legale alla base dell'impugnazione, va detto che si registrano tendenze contrastanti: "A fronte di un orientamento in base al quale la nullità investirebbe soltanto quelle deliberazioni il cui contrasto abbia a che fare con norme imperative dettate a tutela di interessi generali, si contrappone il parere di chi reputa inesistenti le decisioni assunte dall'assemblea relativamente a materie a questa sottratte, come in relazione ai diritti soggettivi dei singoli soci". Per questo, nel caso di Bankitalia, "se la delibera non è nulla, è comunque certamente annullabile".
Fuori un milione, mi manda Re Giorgio.
Gianni Bazoli - presidente del consiglio di sorveglianza della banca Intesa Sanpaolo e della finanziaria Mittel.
Basta portare una lettera di Napolitano e le banche vi spalancheranno le porte: niente più noiose pratiche per ottenere un misero mutuo o un prestito di qualche migliaio di euro, ma tappeti rossi e se vi serve un milione eccolo pronto in portafoglio.
Questa è l’Italia di Re Giorgio come emerge da una curiosa vicenda che ha per protagonista una dottoressa ciellina del Niguarda, Maria Vicario, che si è inventata una lunga catena di amicizie e che alla fine ha ottenuto il finanziamento a tasso agevolato di tre mutui immobiliari più un milione di euro da Banca Intesa, quella di Bazoli, dopo aver portato al banchiere tre lettere di raccomandazione firmate da Napolitano e dal suo segretario, Marra, in cui si faceva riferimento compiti delicati e segreti svolti dalla dottoressa. La quale per accreditarsi meglio si è anche spacciata per nipote del Presidente.
Le missive ovviamente erano false, così come tutta una serie di rapporti basati sulla bugia e sul millantato credito che la dottoressa aveva costruito prima con Formigoni, facendogli credere di essere in grado di avere notizie riservate sulle inchieste che riguardavano il Celeste, per poi arrivare a inventarsi rapporti con il Colle.
Ma il fatto è che il regime di corruttela e di cooptazione che vige nella classe dirigente è talmente radicato che nessuno si è dato la pena di controllare, né le parentela, né l’esistenza reale di rapporti con l’alta carica, né, ovviamente le garanzie che la dottoressa poteva vantare: troppe domande avrebbero potuto infastidire il Quirinale.
Adesso Bazoli sostiene che dopo aver ascoltato la Vicario l’ha mandata da un funzionario, che ha gestito le sue richieste secondo le consuetudini della banca, senza alcun trattamento di favore. E questa è certamente una buona notizia per la nostra economia: ci lamentiamo del fatto che le banche non concedano credito, quando invece a fronte di uno stipendio sui 4000 – 4500 mila euro al mese è normale ricevere un milione e mezzo di finanziamento sull’unghia. Non c’è bisogno di essere nipoti di Re Giorgio, amici di Renzi o amiche di Berlusconi, basta solo chiedere. Ci proverò, ma per cifre molto minori, giusto per togliermi la soddisfazione di dare a Bazoli del bugiardo senza vergogna, ancorché egli sia animatore del Gruppo ossimorico Etica e Finanza.
Provateci anche voi: forse non sarete nipoti di Napolitano, ma sudditi sì, almeno questo rapporto è innegabile. E scommetto che a Bazoli piace molto.
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