Nella Prima Parte di quest’articolo ho esaminato le somiglianze che vi sono tra la Trilogy of the Foundation di Asimov e The FourthTurning di Strauss &Howe, cercando di valutare il modo in cui l’ascesa al potere di Donald Trump si adatti alle teorie proposte da questi autori. Ora comparerò Trump al personaggio che suscita più interesse nel classico di Asimov – Il Mulo.
Il Mulo
“Un cavallo, che aveva il lupo come nemico poderoso e pericoloso, viveva di continuo nella paura per la propria vita. Spinto alla disperazione, gli è venuto in mente di cercare un forte alleato. E allora si è avvicinato a un uomo e gli ha offerto alleanza, facendo notare che il lupo era altrettanto nemico dell’uomo. L’uomo, accettando prontamente la collaborazione, si è offerto di uccidere il lupo nell’immediato, se solo il nuovo partner cooperasse, mettendo la sua più forte velocità a disposizione dell’uomo. Il cavallo era disponibile a permettere all’uomo di mettergli la briglia e la sella.
Montato a cavallo, data la caccia al lupo, l’uomo lo ha ucciso. “Il cavallo, con gioia e conforto, ringraziato l’uomo, ha affermato: “Ora che il nostro nemico comune è morto, togli la briglia e la sella e ridammi la libertà.” E allora l’uomo è scoppiato in una risata fragorosa rispondendo “Mai!”, dando di speroni di buona lena.” – Isaac Asimov, Fondazione
Non avevo pensato alla Trilogia della Fondazione per decenni, finché qualcuno ne ha fatto menzione in un commento sul mio sito web. Si valutava se l’arrivo di Trump sulla scena rappresentasse l’avvento del Mulo, durante il declino dell’Impero Galattico. I numerosi nemici di Trump gradirebbero dipingerlo come anomalo maligno mutante signore della guerra, che si piega a utilizzare i poteri di persuasione per fuorviare la popolazione a fare quanto comanda. Non considero necessariamente Trump come Il Mulo, ma come un fattore di turbolenza che perturba i migliori piani previsti dell’establishment e che dà una mano a rivelare le agende occulte dello Stato Profondo.
La scienza di Seldon della psicostoria si distingueva nel prevedere il comportamento di una vasta quantità di popolazione, ma era inefficace nel tentativo di prevedere ciò che un individuo potrebbe fare. L’emergere del Mulo, un mutante che sa manipolare le emozioni degli esseri umani, potrebbe non essere stato previsto dal Piano Seldon, focalizzato com’è sulle tendenze statistiche di grandi numeri di persone e di popolazioni in tutta la galassia.
Il Mulo era la variabile imprevedibile nelle equazioni della storia e la più grande minaccia nel Piano di Seldon. Scombussola l’inevitabilità del proseguimento dell’evoluzione della Prima Fondazione e la potenziale fine precoce dell’Età buia. Il Mulo, tramite manipolazione telepatica, sconfigge e prende il potere sul crescente impero della Fondazione, sempre più orientato al controllo e non più in contatto con i pianeti esterni, espandendo rapidamente il proprio regno d’influenza.
Ci sono certamente parallelismi tra l’arrivo di Trump sulla scena e la turbolenza della psicostoria del Mulo che sfida il Piano Seldon. Il Mulo è stato descritto come anomalia e oggetto di derisione. Ciò ha dato l’impulso alla sua ambizione di assumere il controllo della galassia. Credo che Trump abbia deciso di voler essere Presidente il 30 aprile 2011, durante la Cena dei Corrispondenti alla Casa Bianca, quando Obama lo ha sfottuto e lo ha deriso in modo insistente, davanti al potere corrotto dell’establishment di New York. La pubblica ridicolizzazione da parte di un Presidente organizzatore di una comunità di vuotezza in giacca e cravatta, che mai ha lavorato un giorno vero e proprio nella vita, ha fatto andare su tutte le furie Trump nel profondo e gli ha fornito propellente per cercare di vincere la presidenza.
Il Mulo entra in scena travestito da clown di nome Magnifico Giganticus. Nel corso degli eventi fa uso delle sue abilità psico-manipolative per far spostare le masse a suo favore e, alla fine, prende il potere sulla galassia. Quando Trump ha comunicato la candidatura, ciò è stato considerato una trovata per le Public Relations, per promuovere la sua carriera vacillante da reality televisivo. Ha un ego gigantissimo. La sua immagine pubblica era quella di un miliardario irascibile che si è fatto da solo, con un ego enorme e fame di celebrità. Era preso a bersaglio in molte barzellette sui capelli e sulla pelle di color arancione.
Per la maggior parte del tempo è stato allo scherzo, dato che ogni personalità pubblica si dimostra tale se si vende come marchio. Ha dato il suo nome a edifici, a capi di abbigliamento prodotti in Cina, a università fraudolente e a qualsiasi cosa che avrebbe prodotto ritorno in denaro. Ha ottenuto più fama per il programma televisivo The Apprentice e la sua battuta “You’refired” (n.d.T. “Sei licenziato”), rispetto all’impero immobiliare miliardario che aveva costruito.
Come Il Mulo, Trump ha fatto uso del disdegno dell’establishment GOP (n.d.T. establishment repubblicano) e della sottovalutazione delle sue abilità persuasive per prendere il controllo del partito, sottraendolo agli ignari elitisti dilettanti di partito. All’inizio della sua candidatura ero tra gli scettici di pensiero libertario che non lo prendevano sul serio. Lo consideravo un intrattenitore, ma non pensavo avesse la serietà di essere Presidente. Mi è piaciuta la sua retorica di non interferire in conflitti all’estero, di proteggere i nostri confini, di mettere in pratica la norma di legge, di abolire la disastrosa legge Obamacare, e il suo inflessibile considerare spazzatura i media mainstream di sinistra e l’establishment di Washington.
Non ero grande fan del suo sproloquio, in merito a questioni incoerenti. Con il passare del tempo ho iniziato a rendermi conto che probabilmente egli era il Grey Champion di questa Quarta Svolta, e la rigenerazione verso la fase successiva sarebbe stata la sua elezione inaspettata all’incarico più alto nella nazione. Era l’unica persona in grado di distruggere la pustola fetida conosciuta come Stato Profondo.
La tormentata infanzia di alienazione del Mulo, in combinazione con la sua abilità mentale di alterare le emozioni umane, lo hanno condotto al desiderio di potere, in modo tale da prendersi la sua rivalsa sulla razza umana, causa per lui di così tanto dolore. L’infanzia di Trump non è stata una passeggiata di salute, ma non si è giunti alla tortura. Suo padre lo aveva mandato alla scuola militare all’età di 13 anni per instillargli la disciplina. Sembra che la sua pulsione verso il primeggiare fosse incitata da un desiderio di mettersi alla prova agli occhi di suo padre e avere più successo del suo vecchio. Al contrario del Mulo, non vi è stato motivo di rivalsa, a meno che non si consideri la rivalsa su Obama per l’offesa che ha sopportato durante quella cena.
Il Mulo aveva le capacità mentali di trasformare gli antagonisti in seguaci, mutando i sentimenti di animosità in solida lealtà. Era anche in grado di stimolare sensazioni di timore e panico dilagante tra i suoi nemici. Usava la sottile influenza del subconscio per coscrivere gli individui e portarli dalla sua parte. Il Mulo usava poteri mentali per scombussolare il Piano di Seldon, invalidando l’affermazione che nessun singolo individuo potesse avere un impatto quantificabile sulle tendenze della storia, come previsto con la sua teoria della psicostoria. Il Mulo è un personaggio che si presenta come il Grey Champion, che assume il potere in un periodo cruciale della storia come fattore destabilizzante dei migliori piani degli elitisti, fin troppo fiduciosi. Il Mulo usa le sue straordinarie capacità cerebrali per conquistare la Fondazione, impreparata e fin troppo fiduciosa.
Trump è stato sottovalutato in ogni passo che ha fatto negli ultimi due anni. Ha gettato sabbia negli ingranaggi dell’establishment politico creato da entrambi i partiti e sotto il controllo degli attori dello Stato Profondo, che erano soliti a persuadere affinché si facesse ciò che volevano. Trump è stato abile nell’utilizzo dei suoi poteri persuasivi per prevalere sulla propaganda dei media di sinistra e motivare una grande fascia di Americani delusi, in modo che si avvicinassero a lui. Il fuoco di fila senza fine della disinformazione e delle fake news, diffuse dai media controllati dallo Stato Profondo, ignora il fatto che egli ha ottenuto il 53% del voto delle donne bianche, assieme a un grande numero di lavoratori del sindacato degli Stati a prevalenza operaia come Michigan, Ohio, Wisconsin, Pennsylvania e Indiana.
Come documentato durante la campagna da Scott Adams, il fenomenale potere di persuasione di Trump ha prevalso su tutti gli ostacoli, gettati sulla strada da parte degli attori dell’establishment corrotto. Non aveva sostegno alcuno da parte degli attori del potere GOP, è stato disprezzato e ridicolizzato dalla macchina corrotta in maniera orripilante dell’establishment Democratico, disdegnato e sfottuto dai corporate media delle fake news, e indebolito dall’apparato di sorveglianza per ordine del rancido reprobo indispettito, che occupava lo studio ovale. Il loro puro e genuino odio per l’uomo ha fatto in modo che essi fossero colti alla sprovvista e frastornati dalla sua tattica, dalla sua strategia, la capacità come quella di Svengali di attirare enormi masse di Americani comuni per un sorvolo della nazione.
Trump ha scombussolato la crescente presa di possesso da parte dello Stato Profondo del nostro sistema politico, economico, finanziario, sociale e culturale, come una figura che appare una volta nella vita, destinata a governare durante un periodo di disordine nazionale, di tumulto globale, di caos civile e, da ultimo, di guerra su grande scala. La campagna di saccheggio e rovina della classe dominante, travestita da capitalismo del mercato libero e da democrazia, è stata messa a rischio da un outsider imprevedibile e incontrollabile, che non agisce secondo il loro Piano.
La reazione violenta inscenata da anarchici fasulli che ricevono fondi da un miliardario, la propaganda della cospirazione russa delle fake news, e la campagna dell’NSA/CIA/FBI per gettare discredito e/o destituire la presidenza Trump, è il genere di reazione che ci attenderebbe da un animale pericoloso minacciato con le spalle al muro. L’establishment non rinuncerà al controllo senza una prolissa sanguinosa lotta per determinarne la fine.
Dato che sappiamo che Asimov ha costruito la trilogia su The Decline and Fall of the Roman Empire, ci sono state molte congetture per determinare chi rappresentasse Il Mulo. Ha parallelismi storici con Attila l’Unno, Tamerlano, Carlo Magno e l’Imperatore romano Augusto. Basato sulla cornice storico-temporale nella quale egli stava scrivendo (1941-1950), penso che sia adeguato affermare che ha modellato alcuni tratti del Mulo, ispirandosi ad Adolf Hitler. La sua infanzia turbata, il trauma durante la Prima Guerra Mondiale, l’abilità ipnotica nel manipolare le emozioni del popolo tedesco, la sfrontatezza nell’attaccare i suoi nemici presunti e il tentativo di conquista del mondo, sono parallelismi con il racconto del Mulo.
Quando cerco di trovare parallelismi tra la nostra situazione attuale e il ruolo che sta interpretando Trump, considero la Trilogia della Fondazione sotto una luce diversa. Isaac Asimov era un intellettuale. Aveva un PhD in biochimica e per tutta la vita è stato membro del Mensa(1). È stato professore universitario per la maggior parte della sua vita. Gli accademici credono alle teorie e al gergo incomprensibile accademico, come si può vedere in decenni di direzione di accademici della Federal Reserve, i quali hanno distrutto la nostra valuta e hanno costretto milioni di persone alla schiavitù economica.
Hari Seldon è un intellettuale che crea la Fondazione, realizzata con altri intellettuali accademici. Poi mette in piedi una Seconda Fondazione di intellettuali ancor più talentuosi come piano di riserva, in caso di fallimento della Fondazione. Le vere autorità al potere su questo pianeta hanno sempre un piano di riserva. Non si sa mai se i leader o le organizzazioni alle quali si dà sostegno sono parte di un piano più grande che non è stato preso in considerazione. Mantenere la popolazione in bilico, confusa, e in cerca di nemici invisibili è solo parte del piano.
Il declino inevitabile dell’Impero Galattico è stato interamente previsione di Seldon, in quanto ogni impero della storia a livello mondiale è, infine, crollato. Se l’Impero romano è stato governato da un despota, da un saggio o da un idiota, ciò ha fatto proseguire il suo declino lungo secoli, dalla gloria alla distruzione. Gli imperi sono creati da uomini fallibili, le cui mancanze, debolezze e desideri non cambiano mai. John Adams ha predetto il futuro di un Impero Americano due secoli prima che diventasse impero. L’Impero Americano sta per suicidarsi e un singolo individuo, non importa quanto audace e risoluto, non sarà in grado di salvarlo dalla sua distruzione inevitabile.
“Non dico che la democrazia è stata in generale più rovinosa, e alla lunga, di quanto possano essere la monarchia o l’aristocrazia. La democrazia non è stata mai e mai sarà così durevole come l’aristocrazia o la monarchia, ma durante il suo corso è in ogni caso più sanguinosa… Ricordate, la democrazia non dura mai a lungo. Si dissipa presto, si esaurisce, si annienta. Non c’è ancora stata una democrazia che non si sia suicidata. È inutile dire che la democrazia è meno vana, meno orgogliosa, meno egoista, meno ambiziosa o meno avida rispetto all’aristocrazia o alla monarchia.
Non è vero in realtà, e non appare da nessuna parte nella storia. Quelle passioni sono le stesse in tutti gli uomini, sotto tutte le forme di semplice governo e, se non controllate, producono gli stessi effetti della frode, della violenza e della crudeltà. Se si dischiudono chiare prospettive di fronte alla vanità, all’orgoglio, all’avidità o all’ambizione per la loro facile gratificazione, è difficile per i filosofi più solleciti e i moralisti più coscienziosi resistere alla tentazione. Gli individui hanno conquistato sé stessi. Le nazioni e grandi gruppi di uomini, mai.” – John Adams, The Letters of John and Abigail Adams
Non considero Trump come il personaggio del Mulo in chiave malvagia in questa tragedia di Shakespeare, mentre avanza verso l’infausto epilogo. Non considero anche Seldon e la sua congrega di intellettuali elitisti come i saggi dell’universo. Considero La Fondazione come l’élite di Washington e Wall Street, parte più visibile dell’establishment – Pelosi, Schumer, Ryan, McConnell, Yellen, Dimon, Blankfein, Immelt, Gates, Buffet(t), ecc. La Seconda Fondazione è stata occultata in bella vista, operante nell’ombra, sconosciuta alle masse e controllore della galassia da dietro le quinte. Erano lo Stato Profondo Galattico.
Il Piano Seldon puzza di Piano Soros dei giorni nostri. Ricchi, altamente istruiti, egoisti, superbi, serpenti maligni che credono di essere gli uomini più intelligenti al mondo che operano dietro le quinte come governo invisibile, manipolando i meccanismi della società e tirando i fili che controllano la mente del pubblico. Soros, assieme ad altri miliardari rispettabili che stanno nell’ombra, non sono fan del populismo.
Credono di essere autorizzati a dirigere il mondo, secondo la loro scelta, senza suggerimento alcuno o resistenza proveniente dalle masse ignoranti. Con il lotto di sciagurati che si sono affermati e hanno eletto Trump, gli attori dello Stato Profondo stanno ora respingendo apertamente e rivelando il loro processo di pensiero perverso. Il miliardario elitista Ray Dalio ha di recente rivelato i suoi timori di populismo e quelli dei suoi compagni miliardari. Non si considera un uomo comune.
Il populismo è un fenomeno politico e sociale che sorge dall’uomo comune, di solito non ben istruito, che è stufo:
1) dei divari di ricchezza e di opportunità,
2) delle presunte minacce alla cultura da parte di coloro che hanno valori diversi all’interno e all’esterno della nazione,
3) delle “élites dell’establishment” in posizione di potere,
4) di un governo che non lavora in modo efficace per loro.
Questi sentimenti conducono quell’elettorato a porre leader forti al potere. I leader populisti di solito tendono allo scontro piuttosto che porsi come collaborativi, ed esclusivi piuttosto che inclusivi. Di conseguenza i conflitti avvengono di solito tra fazioni opposte (solitamente la sinistra economica e sociale contro la destra), sia all’interno della nazione, sia tra gli Stati. Questi conflitti divengono di solito più impetuosi secondo dinamiche che si avvalorano di per sé stesse.
In altre parole il populismo è la ribellione dell’uomo comune contro le élite, e in certa misura, contro il sistema. La ribellione e il conflitto che si accompagna a ciò accadono secondo vari gradi. A volte il sistema si piega e talvolta si infrange. Se si piega o si infrange in reazione a questa ribellione e conflitto, ciò dipende da quanto flessibile e ben radicato è il sistema. Sembra dipendere da quanta sensatezza e tolleranza del sistema dimostrano di avere i populisti che ottengono il potere. Le classiche politiche economiche populiste includono protezionismo, nazionalismo, incremento nella costruzione di infrastrutture, incremento nella spesa per il comparto militare, maggiori deficit di budget e, abbastanza spesso, controlli di capitale.
Dalio, Soros e i loro compari miliardari considerano il populismo una minaccia alla loro ricchezza, al potere e al controllo del mondo. Ma è molto rumore per nulla. È come intrallazzare per il posto migliore sul Titanic mentre affonda nelle fredde profondità oceaniche dell’Atlantico. L’Impero Americano è nel caos e nessuno, a questo punto, può invertire la rotta. Farò riferimento a questa situazione disastrosa nella Terza Parte di quest’articolo.
Nota del traduttore
- Il Mensa è un’associazione internazionale senza scopo di lucro di cui possono essere membri le persone che abbiano raggiunto o superato il 98° percentile del QI (quoziente d’intelligenza).
Bisogna quindi rientrare nel 2% della popolazione mondiale con il più alto Quoziente Intellettivo. Per l’accesso all’associazione vengono usati test psicometrici.