mercoledì 24 settembre 2014

MAGDI ALLAM: L’INVASIONE DEI CLANDESTINI E’ VOLUTA! C’E’ UNA REGIA DIETRO AGLI SBARCHI DEI DISPERATI.


Spese milionarie per i clandestini mentre gli italiani fanno la fame

Se finora solo un miracolo ha fatto sì che in Italia non ci sia stata una rivoluzione considerando i circa 7 milioni di disoccupati e inoccupati, tra cui 4 milioni e 100 mila che fanno la fame, ebbene la rivolta sociale potrebbe presto esplodere per la crescente insofferenza degli italiani nei confronti dell’invasione dei clandestini favorita dallo Stato, benedetta dalla Chiesa, accettata dall’Unione Europea e valutata con estremo favore dalle Nazioni Unite.
Solo nelle ultime 48 ore sono sbarcati in Sicilia circa 5 mila clandestini, che hanno innalzato il totale dall’inizio dell’anno a oltre 50 mila, più di quanti arrivarono in tutto il 2013 (43 mila). Queste cifre non potranno che aumentare in modo esponenziale perché si tratta di un’invasione voluta e finanziata dallo Stato. Per pervenire a questo risultato abbiamo conseguito diversi “primati mondiali”. Siamo l’unico Stato al mondo che: non considera reato penale l’ingresso illegale nelle proprie frontiere; ha messo ufficialmente al bando la stessa definizione di “clandestino” sostituendola con il generico “migrante”; impegna la Marina Militare per farsi auto-invadere prestando soccorso ai clandestini ai limiti delle acque territoriali straniere; collabora e si rende complice della criminalità organizzata che gestisce il traffico dei clandestini realizzando profitti superiori a quelli dello spaccio della droga; attribuisce la priorità assoluta al soccorso e all’accoglienza dei clandestini anche contro la volontà della comunità locale e a discapito della sicurezza e dell’attività produttiva degli autoctoni; non bada a spese per prevenire che possano verificarsi delle sciagure in mare e per accogliere nel migliore dei modi i clandestini, i cui costi lievitano considerando che tra loro aumenta la quota delle donne incinte e dei minori non accompagnati.
Sui costi dobbiamo essere severi dal momento che c’è un numero crescente di italiani che non ha i soldi per comperare il pane. Ogni giorno spendiamo 300 mila euro per le sole unità della Marina e dell’Aeronautica impegnate nell’operazione Mare Nostrum. Alle operazioni di soccorso partecipano anche navi mercantili battenti bandiere diverse e finora non è chiaro se e quanto vengano pagate. Attualmente ospitiamo complessivamente circa 32.000 clandestini (ufficialmente “ospiti”) che ci costano mediamente 40 euro al giorno ciascuno, per un totale di 1.280.000 euro al giorno, 38.400.000 euro al mese, 230.400.000 euro per 6 mesi, che è il periodo medio necessario per identificarli e stabilire la loro destinazione successiva. Qualora si dicesse per il rimpatrio, il costo medio per il rimpatrio di ciascun clandestino è di 25 mila euro. Quelli che in qualche modo fanno perdere le tracce e riemergono tra le fila della criminalità organizzata, ci costano molto di più. Dei circa 23 mila detenuti stranieri nelle nostre carceri, ben l’80% sono clandestini. Ciascuno costa mediamente 500 euro al giorno!
La frustrazione e la rabbia degli italiani è fondatissima e più che giustificata. Più in generale gli immigrati e i Rom vengono percepiti come concausa dell’impoverimento degli italiani perché hanno di fatto la priorità nell’assegnazione della casa, dell’asilo e del sussidio sociale; i cinesi stanno colonizzandoci economicamente perché arrivano con borsoni pieni di euro che la Banca Centrale Europea ha pensato bene di far stampare in Cina e ci costringono a svendere le nostre aziende e le nostre case perché a noi accedere al denaro è diventato sempre più difficile; gli islamici ostentando sia il denaro sia l’aggressività ci obbligano a concedere loro moschee che ergono a roccaforti della loro guerra santa, che ha già cooptato migliaia di cittadini europei trasformati in terroristi islamici che al ritorno dal fronte siriano si preparano a sottometterci al loro Allah.
Ebbene oggi siamo arrivati al punto di vergognarci e di considerare “razzismo” il sostenere che in Italia gli italiani devono legittimamente beneficiare in via prioritaria delle risorse proprie. Chi ci governa è avvisato: voi state fomentando il razzismo discriminando gli italiani nei confronti dei clandestini, degli immigrati, dei Rom, dei cinesi e degli islamici. Se non cambierete radicalmente anteponendo l’interesse degli italiani come deve fare un buon genitore che ha l’obbligo di occuparsi innanzitutto dei propri figli, inevitabilmente esploderà la rivolta sociale.

martedì 23 settembre 2014

Sanità, come tagliare 6 miliardi e migliorare il servizio pubblico. - Ivan Cavicchi



Almeno un quarto della spesa sanitaria è fatto di sprechi, ruberie, clientele. 
Un fenomeno di illegalità strutturale del sistema che merita una vera e propria strategia anticorruzione. Serve un piano straordinario di riforma del servizio sanitario pubblico che garantisca la compossibilità diritti/risorse. 
Governo e regioni sui tagli alla sanità appaiono come ciechi che fanno a sassate. Ancor prima della questione dei tagli essi sono loro il primo vero grave problema della sanità pubblica. 
Due i grandi equivoci.

Si parla genericamente di “spesa sanitaria” assumendola come se fosse uno yogurt compatto, in realtà mettendo insieme le diverse stime ufficiali, essa per tre quarti è fatta da una spesa riqualificabile con la spending review e almeno un quarto da sprechi, corruzione, abusi, distorsioni, ruberie, improprietà, clientele. E’ quindi ingannevole parlare genericamente di Fsn (fondo sanitario nazionale) e dire che esso non si può tagliare, meglio sarebbe distinguere un “fondo buono” che non si può tagliare e un “fondo cattivo” che si deve tagliare. 

Questa distinzione permette che il grosso della spesa sia sottoponibile a spending review e che l’area della mala gestione sia significativamente ridimensionata con dei bei tagli lineari. Troppo comodo agitare lo spauracchio dei tagli lineari per mantenere la struttura della spesa tale e quale. Il patto per la salute sottoscritto da governo e regioni si basa sul falso presupposto della non esistenza di una spesa cattiva, ma solo una spesa indistinta nella quale vi sarebbero “solo” ordinari sprechi amministrativi stimati intorno a 6 miliardi (fonte Agenans) cioè solo normale cattiva amministrazione.

La verità è che a causa soprattutto della commistione tra politica/sanità/gestione, vi è un fenomeno di illegalità strutturale del sistema che ai contribuenti costa un occhio della testa, agli operatori il blocco del contratto e ai servizi il blocco del turn over e che merita una vera e propria strategia anticorruzione.

Altro grande equivoco, le regioni cioè i finti soggetti riformatori. Sono, al contrario, inaffidabili e per mantenere i loro interessi clientelari compromettono i diritti e la qualità dei servizi.

L’unico modo efficace per frenare le loro spese è stato di togliere la sovranità con i commissariamenti, obbligarle a rispettare dei piani di rientro controllando in modo ferreo i conti. Per tutto questo il governo si è fatto promotore della riforma del titolo V. Prendiamo dunque atto che non è più possibile sperare che le regioni siano degli interlocutori credibili per risanare la sanità.

Ma Renzi mette alla porta la cameriera perché rompe i piatti (riforma del titolo V) e nello stesso tempo pensa di rimettere a posto i cocci corteggiandola (patto per la salute) per poi pentirsene. Assurdo. Oggi pur essendo ultra convinto che per la sanità serva un governo multilivello che comprenda anche le regioni, devo prendere atto che la classe dirigente delle regioni non è all’altezza del compito.

Siamo in deflazione, abbiamo l’Europa alle calcagna che ci chiede riforme, dobbiamo far ripartire la crescita del paese, abbiamo la necessità certamente di riformare la pubblica amministrazione, quindi anche la sanità, per riformarne la spesa, c’è bisogno di una legge di stabilità che produca occupazione e sviluppo, la sanità ha un “eccesso” di spesa dovuto a illegalità e un “difetto” di universalismo dovuto ad un processo crescente di privatizzazione. Per di più i contratti sono bloccati e tali resteranno per un bel po’, il blocco del turn over sta rovinando professioni e servizi e i cittadini stanno perdendo tutele importanti.

Sapendo che si possono riconvertire le spese sanitarie illegali, e che i piatti non li può aggiustare chi li ha rotti, il governo dovrebbe definire un piano straordinario di intervento per la difesa il rilancio e la riforma del servizio sanitario pubblico basato su una triangolazione politica:

1) - si mettano a disposizione della legge di stabilità almeno i 6mld di sprechi che si sa che per certo esistono in sanità, quindi si riduca l’attuale Fsn;

2) - si garantiscano i cittadini che la riduzione del Fsn non sia a discapito dei servizi ma incida effettivamente solo sui costi dell’illegalità;

3) - si sblocchi la funzionalità dei servizi sbloccando contratti e turn over a fini di riforma.

Questo implica necessariamente che il governo istituisca un authority di garanzia per la difesa dei servizi e dei diritti dei cittadini; vari un piano anticorruzione per la sanità e un progetto di riforma dell’attuale sistema di tutela che garantisca la compossibilità diritti/risorse e apra un tavolo di confronto.


http://temi.repubblica.it/micromega-online/sanita-come-tagliare-6-miliardi-e-migliorare-il-servizio-pubblico/?h=0

Impediamo che uomini e donne che lavorano diventino merce di scambio. - 262acasa

Impediamo che uomini e donne che lavorano diventino merce di scambio

Dal 31 ottobre potremmo non lavorare più, questo è il terribile motivo per il quale ti chiediamo di sottoscrivere la nostra petizione.
Il nostro datore di lavoro è Accenture,  lavoriamo in un call center dove gestiamo i clienti di una multinazionale delle telecomunicazioni come British Telecom.
I nostri risultati operativi sono eccellenti.
Sai dove sta l’assurdità di questa situazione? Nessuna di queste aziende è in crisi, i fatturati aziendali crescono considerevolmente, ma il loro scopo è quello di guadagnare ancora di più spostando il lavoro dove i costi sono più bassi.
Dopo aver ricevuto finanziamenti pubblici per anni, per queste aziende, è troppo facile gridare alla crisi. Crisi che proprio per loro non esiste.
Accenture e British Telecom sono multinazionali, hanno quindi sedi in ogni parte del mondo.
La loro strategia è spostare il lavoro e non i lavoratori. Abbassare i costi, guadagnare sempre di più e abbandonare ogni altra risorsa locale. Abbandonare noi 262 e le nostre famiglie al nostro destino.
Nei prossimi giorni il Governo nazionale incontrerà ancora le aziende ed è per questo che chiediamo al presidente del consiglio Renzi di intervenire. Di impedire lo scempio che una normativa lacunosa consente.
Presidente Renzi, ci rivolgiamo a Lei, i mesi sono diventati giorni, il 31 ottobre è oramai prossimo. Lei deve intervenire con le leve che il suo ruolo istituzionale consente, e deve farlo presto.
Il nostro è un caso che farà  scuola. Decidere del nostro futuro è tracciare il percorso che il Governo Italiano vorrà seguire per salvare tutti gli operatori del settore. 
Dottor Musmeci, Dottor Cimini, in qualità di AD delle rispettive aziende, vi chiediamo di non trascurare nelle vostre valutazioni l’angoscia di 262 famiglie e l’impatto sociale che le vostre azioni possono produrre.
Grazie,

Nascita di un camaleonte.

Basta con il petrolio, Rockefeller investirà sulle energie rinnovabili.


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Gli eredi dell'uomo che sul petrolio ha costruito un'immensa fortuna voltano le spalle all'oro nero. 
I discendenti di John D. Rockefeller, il fondatore della Standard Oil, hanno annunciato che la loro organizzazione filantropica, il Rockefeller Brothers Fund, disinvestirà dalle attività legate ai combustibili fossili gli 860 milioni di dollari di cui è dotata per puntare sulle energie rinnovabili, unendosi al cosiddetto 'divestment movement' lanciato un paio di anni fa da alcune università statunitensi.
Come sottolinea il New York Times, l'annuncio ufficiale avverrà oggi, alla vigilia dell'apertura al Palazzo di Vetro di New York del summit Onu sui cambiamenti climatici. Negli ultimi anni, circa 180 istituzioni, tra le quali organizzazioni filantropiche, religiose, fondi pensione e amministrazioni locali, oltre che centinaia di ricchi investitori privati, si sono impegnati a cedere le proprie quote di aziende legate al petrolio e ad altri combustibili fossili per investire in alternative 'più pulite'.
Nel complesso, riferisce Arabella Advisors, una società di consulenza che aiuta istituzioni e investitori privati a trovare nuove alternative 'sociali' per i loro investimenti, si tratta di capitali per oltre 51 miliardi di dollari. Nonostante l'impatto limitato che nell'immediato questo movimento di capitali potrà avere sui giganti del petrolio, si tratta comunque secondo alcuni osservatori di un 'segnale' che, come avvenne negli anni '80 per il movimento anti apartheid, potrebbe innescare un più ampio dibattito internazionale.

Società condannata. - Any Rand



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Multa da Autovelox? E’ NULLA anche se è visibile. La nuova sentenza. - Adriana Costanzo

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Non è sufficiente la verbalizzazione degli agenti della polizia municipale che attesta che l’accertamento era in regola e la postazione mobile dell’autovelox fosse visibile a tutti i veicoli in transito: l’affermazione contenuta nel verbale, secondo quanto si può leggere nella significativa sentenza 246/14, pubblicata dal giudice di pace di Vasto, non fa fede fino a querela di falso su quanto dichiarato perché si tratta di valutazioni non oggettive che rientrano nella «percezione sensoriale» degli agenti. 
Per il magistrato onorario, se l’ente accertatore non documenta la prova contraria il trasgressore evita la sanzione amministrativa e il taglio dei punti patente.
Nel caso di specie, infatti, è stato accolto il ricorso dell’automobilista in quanto non è sufficiente che che il verbale attesti come gli agenti della municipale fossero lì a due passa dal famigerato apparecchio “velomatic 512” che ha accertato la violazione e che il servizio sia stato eseguito il servizio nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 3 comma 1 lettera b) del decreto legge 117/07.
Per il giudice di pace, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , le affermazioni dei vigili sulla visibilità della postazione per la rilevazione elettronica delle infrazioni, non sono assistite da valenza probatoria privilegiata in quanto il concetto di visibilità della postazione è legato alla percezione sensoriale dell’operatroe e non è un dato oggettivo ed inconfutabile.L’amministrazione, in tal senso non riesce a fornire utile riscontro probatorio in ordine ai necessari requisiti richiesti ai fini della legittimità dell’accertamento.

http://www.retenews24.it/rtn24/giudiziaria/multa-autovelox-nulla-se-visibile-nuova-sentenza/