mercoledì 24 agosto 2016

'Fiamme' e arabeschi attorno alla Stella Polare.

Filamenti di gas e polveri attorno alla Stella Polare (fonte: ESA and the Planck Collaboration)

Sono filamenti di gas e polveri.


Sembrano fiamme e arabeschi i filamenti di gas che circondano la Stella Polare: il fenomeno, chiamato "eruzione polare", in realtà non ha nulla a che vedere con i fenomeni violenti che avvengono sulla superficie delle stelle e il suo primo 'ritratto' è stato ottenuto combinando le immagini catturate dal satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), attivo dal 2009 al 2013, con quelle ottenute con una simulazione al computer.

Quella fotografata dal satellite europeo è una struttura cosmica gigantesca, che si estende per 10 anni luce nella costellazione dell'Orsa Minore, distante circa 500 anni luce. Si trova vicino al Polo Nord celeste e secondo i ricercatori potrebbe essersi formata per l'effetto sconvolgente esercitato dall'onda d'urto provocata dall'esplosione di una stella su una nube di polveri e gas. Questi ultimi sono stati 'modellati' nelle forme stravaganti come quelle che ha aiutato a ricostruire il satellite Planck facendo la mappa completa del cielo.


http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/08/23/fiamme-e-arabeschi-attorno-alla-stella-polare_53404035-911c-4f44-9607-8fd678a59a1b.html

Forte terremoto tra Lazio e Marche, decine di morti ma si scava tra le macerie. Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto distrutte.

Terremoto nel centro dell'Italia © ANSA


Tre le scosse: la prima, la più forte, di magnitudo 6.0.


Violento terremoto nel centro Italia: il bilancio al momento di 22 morti accertati, 11 nel Lazio di cui sei ad Accumuli e 5 ad Amatrice, in provincia di Rieti, e 11 nelle Marche a Pescara del Tronto e Arquata (Ascoli Piceno). Vengono però segnalate molte persone sotto le macerie e il bilancio delle vittime è destinato a salire. "Decine di vittime, tanti sotto le macerie, stiamo allestendo un luogo per le salme", dice infatti il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. 
Tre le scosse più forti. Una di magnitudo 6 è stata registrata alle 3:36. L'epicentro a 2 chilometri da Accumoli (Rieti) e 10 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) ed Amatrice (Rieti). L'ipocentro è stato a soli 4 km di profondità. Seconda e terza scossa sono state registrate alle 4:32 e 4:33. Hanno avuto epicentro in prossimità di Norcia (Perugia), Castelsantangelo sul Nera (Macerata) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Gli ipocentri sono stati tra gli 8 e i 9 km. Oltre 50 finora (alle 6:40) le repliche di magnitudo superiore a 2, cinque delle quali di magnitudo 4 o superiore.
Gravissimi danni ad Amatrice, dove il corso principale è devastato. "E' un dramma. Metà paese non c'è più", ha detto il sindaco, "le strade di accesso sono bloccate". L'ospedale di Amatrice è inagibile. Feriti e barelle vengono curati anche in strada davanti all'ospedale. Le ambulanze stanno trasferendo i feriti a Rieti, mentre i pazienti del nosocomio vengono trasferiti in altri ospedali. All'arrivo alle porte di Amatrice, provenendo dall'Aquila sulla strada 260 Picente, il Ponte chiamato 'A tre occhi' sopra il torrente Castellano è pericolante, si è affossato dopo il crollo di un muro sottostante. Già a 15 km da Amatrice nelle frazioni di Montereale (L'Aquila) la gente è in strada. A 10km sono visibili sugli edifici crepe e cadute di intonaco.
AMATRICE ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA. DISTRUTTA
Situazione molto grave anche ad Accumoli. Un uomo di 65 anni è stato estratto vivo dalle macerie di una delle abitazioni crollate ad Accumoli, secondo quanto riferiscono fonti sanitarie. Il recupero è avvenuto in un altro punto rispetto a quello dove si sta cercando la famiglia composta da una giovane coppia e due bambini. Sul posto sono al lavoro due escavatori. L'impiego della ruspa si alterna con le ricerche a mani nude, svolte da squadre dei Vigili del Fuoco e del soccorso alpino e speleologico della Guardia di Finanza.
Due persone sono morte nel crollo della loro abitazione a Pescara del Tronto, una frazione di Arquata vicina all'epicentro, pochi chilometri prima di Accumoli, provenendo dalla Ss4. Si tratterebbe di una coppia di anziani coniugi. Una bambina di pochi mesi, sembra nove, è stata estratta morta dalle macerie ad Arquata del Tronto. La bambina era nell'abitazione con i due genitori e sono stati estratti ancora vivi dalle macerie e portati in ospedale.  "Un unico blocco di macerie sulla strada, si scava". Questo quello che si vede all'arrivo del paese. "Siamo costretti a lasciare l' auto e a proseguire a piedi - dice la reporter dell'ANSA - la gente piange mentre cammina e si avvia verso il paese". Due bambini di 4 e 7 anni, fratellini, sono invece stati estratti vivi dalle macerie. Si sono salvati in quanto la nonna, dove erano ospiti, li ha infilati insieme a lei sotto al letto. La donna risponde da sotto le macerie. Tutta la frazione continua ad essere inaccessibile dalla statale. I volontari portano acqua e coperte.
Questo terremoto "è paragonabile, per intensità, a quello dell'Aquila anche se lo scenario è diverso", ha detto il capo del Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Anche una nuova forte scossa, alle 4:34, è stata avvertita in tutto il centro Italia. In Abruzzo, all'Aquila, Teramo e Pescara la gente è scesa in strada. Forte rumore di crollo dalla parete est del Corno Piccolo sul Gran Sasso. A seguito del terremoto alcuni giunti di pilastri che sorreggono i viadotti della A25 tra Pratola e Cocullo (L'Aquila) si sarebbero mossi. Al momento sono in corso controlli, la circolazione resta comunque aperta e regolare.
CROLLA TUTTO NEL SUPERMERCATO CONAD DELL'AQUILA
In Umbria al momento non ci sono segnalazioni di danni. Popolazione in strada anche a Norcia. Nessun danno ad Assisi per le Basiliche di San Francesco per il forte terremoto avvertito anche nella città umbra. Lo ha detto all'ANSA padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento. La scossa ha svegliato l'intera comunità francescana. I frati e il capo restauratore Sergio Fusetti si sono subito nella Basilica superiore e in quella Inferiore per verificare la situazione. Al momento non risultano danni ma le verifiche proseguiranno nelle prossime ore.
E' stato mobilitato l'Esercito per far fronte all'emergenza. Una componente del 6/o reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, è partita verso le zone colpite dal sisma. 

domenica 21 agosto 2016

Il misterioso Monte Petroso. - Gabriele Lombardo


Panoramica di Valle Paradiso, San Martino delle Scale (Monreale/Palermo). Nel centro della valle si può vedere vedere il Monte Petroso e alle sue spalle il Monte Cuccio. Foto di Gabriele Lombardo.


Nella zona di San Martino delle Scale – frazione di Monreale, provincia di Palermo – si trova una località chiamata Valle Paradiso. Questa è la vallata più grande dell’area, ed al suo interno contiene una zona boscosa che si inerpica per quasi metà della sua altezza sul Monte Petroso, una montagna quasi conica e piramidale. Mentre si dirada il bosco delle conifere, salendo su per la montagna, si infittisce invece la sughereta con il suo sottobosco di felci e rovi; infine quando mancano solo alcune decine di metri dalla sua cima si interrompe bruscamente la vegetazione per lasciare il posto ad una gigantesca frana da implosione.
Persino molti palermitani non conoscono questo bellissimo monte che si trova a pochissimi chilometri fuori dal territorio della Provincia e della città. Il nome della montagna probabilmente è dovuto alla sua composizione pietrosa, ed alla particolare peculiarità della sua cima che appare come una grande roccia sgretolatasi e crollata su se stessa. In effetti Monte Petroso appare come i resti conici o cilindrici che si formano dentro i vulcani e costituiti da rocce più dure e meno corrodibili di quelle esterne, che invece tendono a sparire più rapidamente nel tempo; ovviamente non si tratta di un vulcano, così come non lo è mai stato il vicino e più alto Monte Cuccio; ma tali forme e caratteristiche hanno contribuito sicuramente a creare la leggenda palermitana secondo cui il Monte Petroso e la cima principale di Monte Cuccio siano stati un tempo dei vulcani attivi. La tradizione popolare, è in parte dovuta anche alla presenza di laghi carsici esplorabili all’interno della montagna principale che sovrasta la città di Palermo, per l’esattezza questi si trovano nella zona della cima inferiore dell’altro versante di Monte Cuccio chiamata Falconara, e la vicina zona abitata di Baida dove è possibile accedere ad alcune grotte con pozzi verticali (dove tra l’altro in passato sono morte diverse persone per negligenza). Sono anche famose le gradi doline che si trovano alle spalle della cima principale. Un’altra leggenda circolante intorno al Monte Petroso è quella che alla fine del suo sentiero principale a metà della sua altezza, dove finisce il bosco di pini marittimi e comincia la sughereta, si trovino i resti di un piccolo tempietto greco (simile a quello di Diana che possiamo osservare salendo su un’altra splendida montagna palermitana: Monte Pellegrino) oppure di una struttura appartenuta ed utilizzata dalle fattucchiere in epoca medioevale (non dimentichiamo che Palermo è stata una delle città dove la Santa Inquisizione ha commesso più stragi in Italia). In realtà questo rudere che ormai è ridotto al solo basamento, è probabilmente una tipica torre di osservazione del periodo normanno, d’altra parte in zona c’è l’importante “Castello (fortificato) dei Normanni”. La vallata e le montagne che la circondano sono ricche di falchi pellegrini, gheppi, falchetti di vario tipo, barbagianni, civette, e persino aquile reali che nidificano sulle rocce a picco dei monti di San Martino delle Scale. Io stesso ho potuto osservare un falco di grandi dimensioni a pochi metri di distanza proprio in cima a Monte Petroso, da dove è possibile vedere parte di Palermo e l’intera vallata circostante.
Ma torniamo alla montagna in oggetto. I reali motivi geologici della composizione anomala della cima del monte sono ignoti e rimangono un mistero, d’altronde questa montagna presenta molte altre cose interessanti ed enigmatiche. Per esempio alla sua base si trova un vallone dove scorre un torrente stagionale che si chiama proprio “Il Vallone”, nei bordi del quale è presente una vegetazione che sembra essere tipica delle giungle, per passarci in mezzo infatti è necessario l’uso di machete o roncola e altri attrezzi per aprirsi un varco, lì in mezzo, in un luogo poco conosciuto e coperto deliberatamente da qualcuno (forse dalla Forestale), si trova una vecchia cisterna dell’acqua probabilmente risalente al periodo della II Guerra Mondiale. Per chi come me ha uno spirito da esploratore, è stata una grande meraviglia scoprire un passaggio segreto dentro questa struttura, che passando sotto la cisterna si allunga in direzione dell’Abbazia dei Benedettini di San Martino delle Scale; purtroppo qualcuno ne ha sbarrato il tunnel dopo alcune decine di metri e quindi non è stato possibile andare oltre; in effetti il passaggio appena discusso potrebbe essere un tunnel di fuga dei monaci usato nel periodo della guerra. La zona era stata adibita dai soldati tedeschi prima e da quelli americani dopo ad accampamento per diversi mesi, quindi è plausibile che questo cunicolo possa essere stato usato durante la guerra. Ma c’è anche un’altra probabilità, il tunnel potrebbe essere più antico e risalire al medioevo, è risaputo infatti che tutti i monasteri avevano vie di fuga segrete che portavano lontano dalle strutture principali, ed il monastero in questione è il secondo per grandezza ed importanza d’Italia dopo quello di Montecassino.
Ritorniamo stavolta sul Monte vero e proprio per scoprire che alcuni decenni fa furono fatti degli scavi paleontologici significativi, e che la zona era abitata da uomini preistorici; purtroppo la documentazione non indica un luogo preciso dei ritrovamenti raggiungibile dai non addetti al lavoro, quindi non è stato possibile localizzare il punto preciso degli scavi. Sembra che però siano stati trovati in loco ossa umane e di animali nonché utensili costruiti con selci affilate. Vediamo in dettaglio i dati del documento reperibile in rete. Il documento in questione è composto da 10 pagine e si intitola “Dati preliminari sui reperti umani di Monte Petroso, Palermo (collezione Correnti)” lo studio in questione amplia quello precedente del cattedratico Prof. Corretti di Palermo ed è stato effettuato dai ricercatori Andrea Messina, Rosalia Moreci e Luca Sineo. I reperti di epoca neolitica ritrovati hanno consentito di individuare almeno 5 persone differenti di entrambi i sessi, e ossa di almeno 3 animali sepolte a corredo funerario di una di esse. La zona di Valle Paradiso viene considerata una di quelle di maggiore espansione della popolazione neolitica degli uomini sapiens della zona del palermitano. La collezione di reperti di Monte Petroso è attualmente custodita (notizia aggiornata al 2010) al Dipartimento di Biologia cellulare di Palermo. Purtroppo anche questi secondi studi non hanno permesso di concretizzare delle conclusioni sugli abitanti del luogo e i loro usi e costumi, pertanto anche questo mistero di Monte Petroso rimane ancora irrisolto. Resteremo in attesa di ulteriori indagini e scoperte di questa interessante montagna di Palermo.

venerdì 19 agosto 2016

Al fratello della Boschi incarico "rosso" a Bologna. - Franco Grilli


Un incarico da 150mila euro per il fratello del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Consulenza per il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna.
Emanuele Boschi, 33 anni, commercialista, ha ricevuto una ricca consulenza dalla CCC, il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna. A quanto pare quegli incontri segreti di cui aveva già parlato ilGiornale a luglio col fratello della Boschi per salvare le coop, hanno dato vita ad un incarico "rosso" nel capoluogo Emiliano-romagnolo. I dettagli della consulenza però restano per il momento top secret. 
Secondo quanto riporta il Fatto, il fratello della Boschi da un lato si occuperà della due diligence sulle attività della CCC, dall'altro lato seguirà, affiancato da altri quattro professionisti, le problematiche fiscali e tutte le operazioni che hanno dato vita al nuovo Consorzio Integra che sarà composto da 116 soci industriali (tra i quali le maggiori realtà della Legacoop, come Cmc e Camst). La Ccc in questo momento attraversa una profonda crisi. Di fatto Integra nasce dall'idea del presidente Vincenzo Onorato con l'aiuto di tre soci che sono anche i finanziatori. Tra questi spicca Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop alla cui guida c'è Mauro Lusetti.
L'obiettivo dichiarato è quello di salvare tutti gli utili della Ccc. E a questa nuova avventura parteciperà anche Emanuele Boschi con un compenso probabile, come detto, di 150 mila euro.

Aeroporto di Firenze, il Tar boccia l’ampliamento. - Claudio Bozza e Marzio Fatucchi


La pista dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze, inaugurata nel 2014 (Ansa)


Il potenziamento dello scalo fiorentino risale all’inizio della corsa di Renzi per Palazzo Vecchio. La sentenza è un brutto colpo anche per il consigliere del premier Marco Carrai.


La corsa a Palazzo Vecchio di Matteo Renzi, primo atto della sua scalata verso Palazzo Chigi, era cominciata nel 2008 mettendo mano ad un progetto fermo da venti anni: il potenziamento dell’aeroporto di Firenze, a Peretola, con una pista parallela all’autostrada che lo rendesse più efficiente e lo portasse da 2 a 4 milioni di passeggeri. L’obiettivo era creare un city airport che favorisse le imprese (a due passi c’è il colosso General Electric) e creasse nuovi posti di lavoro: ma in realtà, dietro le quinte, si giocava anche la sfida per limitare lo strapotere del Galilei di Pisa con i voli low cost.

Renzi era riuscito a vincere tutte le opposizioni, a partire da quelle che dagli Anni 90 avevano bloccato tutto, in Toscana, da parte degli ex ds che guidavano all’epoca ancora il Pd. Ma lunedì 8 agosto, a un passo dal traguardo, è arrivata la doccia fredda: il Tar ha annullato in blocco la delibera della Regione guidata da Enrico Rossi, sfidante di Renzi per il rinnovo della segreteria pd (ma che su questo punto aveva trovato un’intesa con l’allora sindaco), che autorizzava il potenziamento dell’aeroporto. I motivi? Troppe lacune nelle soluzioni proposte per limitare l’impatto dell’opera. In altre parole, i giudici del Tar affermano che prima di decidere se costruire o meno la nuova pista bisognava approfondire molto di più i problemi e trovare le soluzioni adeguate.

La sentenza è una brutta tegola anche per Marco Carrai: l’amico e fidatissimo consigliere del premier, dato per mesi in corsa come consulente del governo sulla cyber intelligence, fu nominato presidente di Aeroporto di Firenze (Adf) già nel 2013. Con Renzi sindaco iniziò a gestire politicamente l’iter per lo sviluppo dello scalo, fino a quando entrò in contatto con Eduardo Eurnekian, magnate argentino che ha scommesso sullo scalo di Firenze e relativa fusione con Pisa sotto un’unica società di gestione: Toscana Aeroporti, presieduta dal luglio 2015 dallo stesso Carrai.

Lo stop imposto dai giudici scombina però tutto il maxi piano di investimenti di Corporacion America (braccio operativo di Eurnekian), che si regge su un importante aiuto dello Stato: potenziare Peretola costa infatti circa 320 milioni, di cui la metà dovrebbero arrivare dal governo (per ora ne sono stati erogati solo 50 milioni) ed il resto dai soci privati. Intanto gli oppositori del progetto, dai comitati al M5S passando dal sindaco di Sinistra italiana di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, che ha sconfitto clamorosamente il Pd due mesi fa, brindano: «Una notizia strepitosa». Ma il governo, per scongiurare uno scivolone nella città del premier, sta già preparando una contromossa: la firma del ministero dell’Ambiente sulla Valutazione d’impatto ambientale, atto che potrebbe aggirare lo stop del Tar.

Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto.


Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto

Si tratta dell'onda lunga di Alexandria e Santorini.


Roma, 18 ago. (askanews) - "Un atto dovuto": così Mps sulla vicenda che vede indagati per falso in bilancio e manipolazione del mercato l'Ad di Mps, Fabrizio Viola e l'ex presidente della banca Alessandro Profumo. Il fascicolo è stato trasferito per competenza territoriale da Siena a Milano.
L'oggetto dell'indagine - a quanto si apprende - è la non corretta rappresentazione contabile dei derivati Santorini e Alexandria.
I bilanci 2012, 2013 e 2014 approvati sotto la gestione Viola e Profumo rappresentavano le operazioni a "saldi aperti" e nel pro-forma ne veniva esplicitata la natura di Cds sintetici, anche nel restatement del bilancio 2011, seguendo le indicazioni della delibera Consob - Ivass - Bankitalia del marzo 2013.
La rappresentazione da saldi aperti a saldi chiusi è stata poi rivista su richiesta di Consob dopo che la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps, Antonio Vigni e Giuseppe Mussari insieme ad altri manager Mps e delle controparti (Nomura e Deutsche Bank). Le accuse a vario titolo sono false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d'Italia e Consob. In questo caso sono comprese nel bouquet anche il prestito Fresh e l'operazione Chianti Classico. Le accuse di falso in bilancio riguardano gli esercizi dal 2008 e 2012, la prima ristrutturazione di Santorini fu nel 2008, quella ed unica di Alexandria nel 2009.
Per la Procura di Milano la rappresentazione delle ristrutturazioni di Alexandria e Santorini messa in piedi dal precedente management della Banca non era corretta in quanto si trattava di derivati (Cds sintetici) e non di long-term repo, e nei fatti era servita, sempre per la Procura milanese, che ha ripreso l'impianto della Procura di Siena, ad occultare le perdite legate alle ristrutturazioni dei due prodotti.
Paradossalmente, a causa dell'andamento favorevole del credit spread sottostante a Santorini (chiusa per transazione nel 2013) e Alexandria (chiusa per transazione per 2015), la non corretta rappresentazione delle due operazioni, nel caso della gestione Viola-Profumo, ha invece soprattutto sottostimato i benefici della corretta contabilizzazione. In particolare relativamente al bilancio 2015, dopo il restatement su indicazione di Consob, si è passati da una perdita di 111 milioni a un utile di 388 milioni nel conto economico consolidato, nei fatti un beneficio economico di 499 milioni. Nel caso del bilancio 2014 si è evidenziata una maggiore perdita di 58 milioni.
Nel 2014 e nel 2015 Mps ha effettuato due aumenti di capitale che non recepivano ancora il restatement dell'operazione "a saldi chiusi" chiesto da Consob con la delibera dell'11 dicembre 2015.
"L'indicazione del dottor Viola - spiega la Banca - e del dottor Profumo quali soggetti indagati, trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l'azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti".
"A fronte della ricezione di un esposto/denuncia - spiegano sempre all'Istituto - la magistratura è tenuta all'apertura di un fascicolo in cui sono indicati taluni soggetti sottoposti ad indagine, si tratta di un atto dovuto cui la procura non può esimersi. Peraltro, sui medesimi fatti la procura di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni".
La procura di Milano ha ora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo.

http://www.askanews.it/regioni/toscana/mps-indagati-viola-e-profumo-per-banca-atto-dovuto_711881311.htm

mercoledì 17 agosto 2016

Nomine Eni, la folgorante carriera di Andrea Gemma l’ex tutor di Alfano. - Giuseppe Pipitone.


Valtur, i Commissari Straordinari fanno il punto della situazione


Lo studio tributario del commissario straordinario della Valtur vanta una trentina di professionisti e ha vinto la gara per aggiudicarsi i servizi legali di Expo 2015. La sua collezione di poltrone ha invece superato la dozzina di incarichi, tra presidenze di cda, posti da liquidatore e nomine come curatore fallimentare.

Una pletora di poltrone da consigliere d’amministrazione, incarichi da liquidatore e curatore fallimentare, tre cattedre in due atenei, e un avviatissimo studio legale nella capitale. Ad appena 40 anni, l’avvocato Andrea Gemma può annoverare una collezione di nomine da far invidia ai principali raccoglitori di incarichi del Paese. Adesso è arrivato anche un posto nel cda di Eni su indicazione del governo di Matteo Renzi, dopo che per quasi 24 ore il suo nome era stato indicato per una poltrona nella stanza dei bottoni dell’Enel. Poi però è arrivata la rettifica di via XX settembre, che comunicava lo scambio di poltrone tra Gemma e il siciliano Salvatore Mancuso.
Quasi una sorta di analessi per il giovane avvocato, che nonostante sia romano di nascita, ha legato indissolubilmente la sua carriera alla Sicilia. E ad alcuni siciliani. È infatti alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo, che Gemma inizia a insegnare Istituzioni di diritto privato II nel 2006, quando ha appena 32 anni. Puntuale in aula ma sempre di fretta, simpatico con gli studenti ma inflessibile agli esami, un trolley da viaggio come presenza perpetua alle lezioni e un telefonino che non smette mai di squillare, a testimoniare come fin dall’inizio della sua carriera il giovanissimo professor Gemma si divida già tra molteplici impegni.
In breve tempo il suo curriculum somma incarichi su incarichi. La prima nomina di spessore arriva nel 2010, quando il ministero della Giustizia lo designa per la prima volta come soggetto attuatore giuridico del Piano Carceri, incarico che gli frutta 100mila euro e che Gemma conserverà fino al 2012. A volerlo fortissimamente in via Arenula è il guardasigilli in persona, Angelino Alfano, suo intimo amico fin dai tempi del dottorato di ricerca, quando Gemma gli fa da tutor, nonostante sia più giovane di ben tre anni. Ad unire il destino del brillante professore con quello del futuro leader del Nuovo Centro Destra è il professor Salvatore Mazzamuto, maestro di entrambi, già preside di Giurisprudenza a Palermo poi sottosegretario alla Giustizia durante il governo di Mario Monti.
È sulla scia di Mazzamuto che si sviluppa la carriera accademica di Gemma, oggi docente di Istituzioni di Diritto Privato sia a Palermo che all’università di Roma Tre, dove insegna anche Diritto Civile II. Fuori dall’università, invece, gli incarichi per il giovane professore non si contano più. Il suo studio tributario, Gemma & Partners, vanta una trentina di professionisti e ha vinto la gara per aggiudicarsi i servizi legali di Expo 2015. La collezione di poltrone ha invece superato la dozzina di incarichi, tra presidenze di cda, posti da liquidatore e nomine come curatore fallimentare. L’ultima arriva dal tribunale di Palermo che lo ha nominato curatore di Amia, l’azienda che gestiva la raccolta rifiuti fallita lo scorso anno, mentre il capoluogo siciliano era invaso dalla spazzatura. In Sicilia Gemma è anche commissario straordinario del gruppo Valtur dell’imprenditore Carmelo Patti, che nel 2012 la Dia di Trapani indica come prestanome di Matteo Messina Denaro, ordinandone il sequestro dei beni.
Un anno prima l’azienda leader nel settore turistico era finita in amministrazione controllata: l’allora ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani nomina come commissari straordinari Daniele Discepolo, Stefano Coen e lo stesso Gemma, che un articolo pubblicato dal settimanale Espresso l’11 marzo 2013, indica come nipote di un ex amministratore della Valtur. “Fonti interne al gruppo Patti – si legge sempre nello stesso articolo – indicano che Gemma e Discepolo hanno presentato parcelle alla Valtur, il che li renderebbe ineleggibili come commissari”.
Il rapporto di Gemma con la Sicilia è però indissolubile durante gli anni, oltre che proficuo. A Palermo il giovane professore è anche presidente dell’Immobiliare Strasburgo, la ricchissima cassaforte del mattone confiscata dai magistrati al costruttore Vincenzo Piazza, indicato come prestanome di Vito Ciancimino. A piazzare Gemma ai vertici dell’Immobiliare Strasburgo è stato il prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia per i beni confiscati, autore nei mesi scorsi di un violento j’accuse ai danni degli amministratori giudiziari di lungo corso. Il caso è finito davanti la Commissione Parlamentare Antimafia, che a Caruso ha contestato proprio la nomina di Gemma, indicato da alcuni rumors come collaboratore dello studio di Tiziana Miceli, moglie di Alfano.
“Non mi risulta che Gemma faccia parte dello studio della moglie di Alfano. Sta di fatto che ha risolto il problema Valtur, ha sbloccato decine di assegnazioni verso il comune di Palermo, è stato remunerato con totali 150mila euro per lui e altri due giovani avvocati, lo stesso importo che prima prendeva una sola persona”, ha risposto il prefetto davanti alla commissione presieduta da Rosy Bindi. In realtà, infatti, è la moglie di Alfano, l’avvocato Miceli, che in alcune occasioni ha difeso società il cui liquidatore era proprio Gemma. È il caso della Sigrec, società in liquidazione del gruppo Unicredit, affidata nel 2008 alle cure del giovane professore universitario dall’allora presidente di Isvap Giancarlo Giannini. Negli anni sono una mezza dozzina le liquidazioni che Giannini affida a Gemma. Poi l’ex presidente di Isvap finisce travolto dallo scandalo Ligresti. Per Gemma invece è il momento del grande salto nel cda di Eni: solo l’ultima poltrona di una ricchissima collezione.