domenica 6 agosto 2017

Hiroshima, 72 anni da disastro nucleare.

 © EPA


50mila nel Parco della Pace.

Circa 50mila persone si sono radunate nel parco della Pace di Hiroshima per commemorare il 72esimo anniversario del bombardamento atomico sulla città a ovest del Giappone. Insieme a loro rappresentanti di 80 nazioni e una delegazione degli 'Hibakusha', i sopravvissuti al disastro nucleare, la cui età media supera di poco gli 81 anni.
Alle 8:15 il rintocco della campana ha scandito il minuto di silenzio, nell'ora esatta di quel 6 agosto del 1945 in cui l'ordigno atomico fu sganciato dal bombardiere americano, provocando 140.000 morti. Una seconda bomba venne lanciata su Nagasaki il 9 agosto, decretando di fatto la fine della Seconda guerra mondiale in coincidenza della resa incondizionata del Giappone nei 6 giorni successivi. Il sindaco della città di Hiroshima, Kazumi Matsui, nel tradizionale discorso ha fatto un riferimento al trattato Onu che proibisce l'uso delle armi atomiche, firmato da 122 paesi ma non dalle potenze nucleari come gli Usa - che hanno boicottato i negoziati - e dallo stesso Giappone.

Affondo Usa contro Corea del Nord: "Pronti a guerra preventiva". - Ugo Caltagirone

Il consigliere per la sicurezza nazionale americano H.R. McMaster © ANSA
Il consigliere per la sicurezza nazionale americano H.R. McMaster.

'E' una delle opzioni per fermare minaccia nucleare Pyongyang'.


Gli Stati Uniti sono pronti a tutto per porre fine alla minaccia nucleare della Corea del Nord, anche a "una guerra preventiva". Parola di H.R. McMaster, il consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, che sferra un affondo senza precedenti verso Pyongayang proprio nel giorno in cui al Palazzo di Vetro dell'Onu vengono approvate sanzioni economiche senza precedenti contro il regime di Kim Jong-un. Votate all'unanimita' dopo l'accordo raggiunto con la Cina. "Se mi chiedete se stiamo preparando piani per una guerra preventiva rispondo di sì", ha affermato McMaster in tv, ricordando come "Trump sia stato molto chiaro su questo. Ha detto che non tollererà più le minacce della Corea del Nord. Per lui è intollerabile che abbiano armi nucleari che possano minacciare gli Usa. L'opzione militare è dunque sul tavolo". McMaster ha aggiunto di essere consapevole che un attacco alla Corea del Nord potrebbe portare a "una guerra molto costosa con sofferenze immense soprattutto alla popolazione sudcoreana".
E ha spiegato di non poter dire se Pyongyang con i suoi missili è in grado di raggiungere San Francisco o Washington: "Quello che posso dire è che siamo di fronte a una minaccia gravissima". Intanto l'Onu invia un messaggio forte varando la risoluzione proposta dagli Usa con l'obiettivo di mettere in ginocchio l'export di Pyongyang, con un divieto assoluto che riguarda i settori del carbone, ferro, piombo e dei prodotti ittici. Un colpo durissimo per un Paese povero e già profondamente isolato. Per il regime di Kim le nuove misure punitive significano un taglio di un miliardo di dollari l'anno, un terzo delle entrate complessive legate alle esportazioni. Il testo della risoluzione è frutto di un duro lavoro diplomatico svolto nelle ultime settimane al Palazzo di Vetro con i rappresentanti della Cina, il principale partner commerciale di Pyongyang. Con Pechino che, dopo mesi di braccio di ferro, per la prima volta non solo si e' astenuta dal veto ma ha appoggiato il testo americano.
Con tanto di ringraziamenti da parte dell'ambasciatrice Usa Nikki Haley. I timori per gli ultimi test missilistici e nucleari sono alti. Il regime di Kim Jong-un ha mostrato con le ultime provocazioni di poter davvero colpire gli Usa, senza considerare il pericolo di un conflitto nell'area del sudest asiatico con le continue minacce di Pyonyang a Giappone e Corea del Sud. Proprio questi timori hanno spinto le grandi potenze a lavorare per una mediazione in seno all'Onu.
Il testo di risoluzione non è duro come avrebbe voluto l'amministrazione Trump, che puntava anche a impedire definitivamente l'accesso della Nord Corea ai mercati valutari internazionali e alle forniture di petrolio. Ma oltre a colpire interi settori dell'export, le sanzioni proposte pongono nuovi limiti alla possibilità di Pyongyang di stipulare joint venture e alle attività della Foreign Trade Bank nordcoreana. Previsto pure il divieto di inviare nuovi lavoratori all'estero. Solo qualche giorno fa dal segretario di stato Rex Tillerson era partito il primo serio tentativo diplomatico per aprire una breccia e intavolare con Pyongyang discussioni che possano portare a veri e propri negoziati.

Divelta e distrutta la cabina TIM in contrada Rinazzo.



Ignoti hanno distrutto lunedì sera la cabina. Da poche settimane era stato integrato l'apparecchio per la fibra.


Monreale, 2 agosto 2017 – Un ammasso di frantumi è quello che resta dell’armadio TIM in zona Contrada Rinazzo. Ignoti hanno estrapolato tutti i cavi della cabina martedì sera distruggendola completamente il giorno dopo. Da poche settimane era stato integrato l’apparecchio per l’implementazione della rete alla fibra.

Un gesto apparentemente insensato che lascia pensare a un atto vandalico. Un grosso danno rimane però per i residenti che si ritrovano del tutto isolati con i disagi che un’assenza di linea può arrecare. Allertati i Carabinieri e la compagnia telefonica.

sabato 5 agosto 2017

Time out.


Questa pagina resterà in pausa per un periodo indefinito di tempo per mancanza di linea perchè qualche buontempone si è divertito a divellere completamente la cabina Tim fibra che forniva il servizio alla zona.

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lunedì 31 luglio 2017

I primi uomini arrivarono in Australia già 65.000 anni fa. - Dario Iori



Alcuni scavi nel Kakadu National Park in Australia hanno portato alla luce un gran numero di manufatti la cui datazione permette di anticipare di almeno 15.000 la prima colonizzazione del paese, mettendo ancora una volta in discussione le nostre conoscenze sulle migrazioni umane.

Molti aspetti legati alle migrazioni di Homo sapiens dall’Africa risultano ancora oscuri e ampiamente da chiarire; fino ad oggi i modelli proposti non riescono a rimanere al passo con i ritrovamenti e le scoperte che quasi quotidianamente mettono in discussione le ipotesi degli scienziati. Se lo scenario si presenta enormemente complesso per quanto riguarda le migrazioni in Europa e nelle Americhe, la matassa sembrava più facile da districare in relazione all’arrivo dell’uomo moderno in Australia: i primi uomini sarebbero giunti in Australia attraversando l’Asia meridionale circa 45-50.000 anni fa, come confermato anche da analisi del DNA mitocondriale (Pikaia ne ha parlato qui) e avrebbero contribuito, tra le altre cose, all’estinzione dei marsupiali giganti della Tasmania e della megafauna dell’Australia (Pikaia ne ha parlato qui).

Un team di ricercatori guidati da Chris Clarkson della School of Social Science dell’Università del Queensland, però, ha rinvenuto, nella grotta di Madjedbebe all’interno del Kakadu National Park, a nord dell’Australia, alcuni reperti la cui datazione suggerisce la presenza dell’uomo già intorno a 65.000 anni fa, ovvero più di 15.000 anni prima di quanto si pensasse in precedenza. A partire dal 1973, il sito archeologico di Madjedbebe ha restituito più di 11.000 manufatti, ma sono stati gli ultimi scavi del 2012 e del 2015 i più fruttuosi, che hanno visto la cooperazione degli aborigeni locali della Terra di Mirrar. L’analisi dei manufatti rinvenuti e le tecniche di datazione utilizzate sono stati descritti su Nature.

Tra i ritrovamenti all’interno del sito, degna di nota vi è la presenza di rudimentali pastelli (ocra e altri colori) probabilmente importanti per il simbolismo e le manifestazioni artistiche (portata alla luce anche la mascella di una tigre della Tasmania, Thylacinus cynocephalus, ricoperta di rosso) e di mortai per la macinazione e la lavorazione di semi. Sono state rinvenute anche le asce più antiche mai ritrovate (risalgono a 20.000 anni prima delle altre trovate in precedenza) e altri strumenti.

Per quanto riguarda la datazione dei manufatti, i ricercatori hanno utilizzato il metodo del Carbonio-14 (tecnica che può arrivare ad analizzare materiale organico di 45-50.000 anni) per i reperti più superficiali, mentre per quelli più antichi, rinvenuti a circa 2,5 metri di profondità, si sono serviti della luminescenza stimolata otticamente (OSL) che si basa sull’ultima volta che del terreno è stato esposto alla luce del sole. Alcuni studenti coinvolti nell’indagine hanno poi esaminato al microscopio ottico la composizione dei vari strati di sedimento rinvenuti nello scavo, e tali analisi, insieme ad altre prove (ad esempio la cottura di campioni di suolo a differenti temperature) hanno permesso una ricostruzione del clima nord- australiano al momento dell’arrivo dei primi colonizzatori, che doveva essere più umido e freddo rispetto ad oggi.

Come già affermato, la datazione dei sedimenti suggerisce che i primi insediamenti nel luogo siano avvenuti circa 65.000 anni fa, anche se alcuni reperti potrebbero risalire addirittura a 80.000 anni fa. Questa retrodatazione, che trova conferma in un’analisi condotta sul materiale genetico ottenuto dalla ciocca di capelli di un aborigeno dell’Australia sud occidentale risalente a circa 100 anni fa (Pikaia ne ha parlato qui) ha numerose implicazioni.

Prima di tutto, il fatto che gli antenati degli aborigeni fossero presenti in Australia già 65.000 anni fa, permette di affermare che essi convissero per quasi 20.000 anni con la megafauna locale (canguri, vombati e tartarughe giganti) e probabilmente non è dunque attribuibile a loro l’estinzione di queste specie animali. In secondo luogo, la presenza di Homo sapiens nel continente australiano 10.000 anni prima rispetto alle nostre conoscenze precedenti, consente di ipotizzare un loro contatto con Homo floresiensis (l’hobbit dell’isola di Flores, in Indonesia, di cui Pikaia ha parlato ad esempio qui) andando ad aggiungere altre possibili interazioni tra le specie del genere Homo (Neanderthal, Denisoviani) in uno scenario già di per sé estremamente complesso.

Riferimento:
hris Clarkson, Zenobia Jacobs, Ben Marwick, Richard Fullagar, Lynley Wallis, Mike Smith, Richard G. Roberts, Elspeth Hayes, Kelsey Lowe, Xavier Carah, S. Anna Florin, Jessica McNeil, Delyth Cox, Lee J. Arnold, Quan Hua, Jillian Huntley, Helen E. A. Brand, Tiina Manne, Andrew Fairbairn, James Shulmeister, Lindsey Lyle, Makiah Salinas, Mara Page, Kate Connell, Gayoung Park, Kasih Norman, Tessa Murphy, Colin Pardoe. Human occupation of northern Australia by 65,000 years agoNature, 2017; 547 (7663): 306 DOI: 10.1038/nature22968

Immagine da Wikimedia Commons

Siamo schiavi di una montagna di debiti o di un castello di carte? - Fabio Conditi

La piramide finanziaria del debito

C’è un sentimento che mi pervade da quando ho capito come funziona il sistema monetario e questo sentimento è di incredulità. Da quando ho acceso la luce su questo assurdo sistema, continuo a chiedermi come la gente non veda chiaramente che il suo funzionamento ci rende schiavi nella nostra vita di tutti i giorni.
La Crisi economica viene attribuita ai motivi più svariati e la popolazione non si rende conto che la realtà è ben diversa. Una realtà che ci viene descritta come l’unica possibile, ma che invece è solamente quella che ci fanno vivere. Un vivere virtuale, tipo quello di The Truman Show o di Matrix.
Frase di Henry Ford sul sistema bancario
Pensare che quasi un secolo fa Henry Ford disse apertamente come ci stavano ingannando e che bastava poi poco perché il popolo si svegliasse. Ma invece di svegliarci siamo caduti in un sonno profondissimo, che ha peggiorato addirittura le cose.
Siamo sempre stati e lo siamo tutt’ora Sovrani della nostra moneta. Ma essendo stata legata all’oro, è stata sempre scarsa quindi, ha avuto bisogno di essere affiancata da altri strumenti “a debito”, come le banconote e la moneta bancaria, che permettessero di ampliare la base monetaria per soddisfare le esigenze di scambi elevati della nostra economia.
Ma la moneta non è più legata all’oro dal 1971, e la base monetaria generata dagli Stati si è ridotta a tal punto che ormai tutta la moneta che usiamo proviene dal sistema bancario, alimentato dal più generale sistema delle Banche Centrali.
Purtroppo questa evoluzione è stata accompagnata dalla volontà dei nostri Governanti, di rendere il sistema bancario completamente indipendente dagli Stati, senza che nessuno si ponesse il problema di verificare chi controlla la creazione e gestione del denaro, ma soprattutto nell’interesse di chi.
Falcone diceva : “Segui il denaro e troverai la mafia”. Proviamo a seguire il suo consiglio e cerchiamo di capire dove finiscono i soldi e perché.
La piramide dei flussi finanziari del nostro sistema monetario
Abbiamo immaginato il sistema economico come una grande piramide, dove gli strati inferiori sostengono quelli superiori con continui flussi di denaro dovuti alla particolare situazione monetaria che è stata realizzata, mentre il vertice della piramide controlla e gestisce tutta la moneta che usiamo negli scambi economici.
Alla base di questa piramide ci siamo noi, come cittadini e come aziende. Noi cittadini ed aziende che lavoriamo e viviamo nell’economia reale, siamo più del 99% di tutta la popolazione mondiale e siamo la mandria di pecorelle inconsapevoli da tosare, grazie al nostro bisogno di moneta per scambiarci beni e servizi e alla necessità di pagare le tasse.
Sopra di noi lo Stato, che avendo rinunciato ad utilizzare la propria e quindi la nostra sovranità monetaria, non fornisce più moneta a cittadini ed aziende, ma anzi ne toglie, inventandosi tasse,  alzando aliquote, chiedendo nuovi oneri, non rigirando poi questi balzelli nella spesa pubblica. Avendo anche un debito pubblico elevato e dovendo pagare interessi, si finanzia con l’emissione di titoli di Stato per ricevere in definitiva moneta creata dal nulla dal sistema bancario privato, che in realtà avrebbe potuto creare direttamente.
Ma il denaro creato dal sistema bancario privato viene solamente prestato, per cui le banche private percepiscono sia gli interessi sulla moneta creata per comprare i Titoli di Stato, cioè sul debito pubblico, che sulla moneta presa in prestito da cittadini ed aziende, cioè sul debito privato, sottraendo risorse all’economia reale.
Solo il costo degli interessi sul debito pubblico e privato, in Italia raggiunge un valore orientativo di circa 200 mld di euro all’anno, pari a più del 12% del nostro PIL, ma c’è ben altro.
Le banche a loro volta sono inserite nel sistema delle Banche Centrali, alle quali pagano interessi sul denaro che ricevono prima di moltiplicarlo a dismisura attraverso la creazione dal nulla della moneta elettronica bancaria.
Le Banche Centrali, compresa la BCE, che dovrebbero essere indipendenti, sono in realtà controllate dal sistema bancario stesso, nominando uomini a loro “fedeli”, che fanno apertamente gli interessi del settore bancario e finanziario, come ho già spiegato nei miei articoli precedenti su Mario Draghi della BCE ed Ignazio Visco della Banca d’Italia.
Arrivando con non poca fatica fino in cima alla piramide troviamo il settore finanziario, che oltre a controllare buona parte del sistema bancario, quindi anche le Banche Centrali, viene continuamente alimentato di liquidità da parte di queste ultime, come la BCE, attraverso operazioni di Quantitative Easing, con giustificazioni ridicole come quella che in questo modo tutti saranno incentivati ad investire nell’economia reale.
Ma questo non avviene quasi mai!
Infatti l’economia reale continua ad essere depredata, attraverso la vendita alla popolazione, di prodotti finanziari sempre più complessi e di beni e servizi reali prodotti da multinazionali sempre più grandi e globali, che avendo accesso illimitato al credito, sono in grado di eliminare qualsiasi concorrenza da parte delle aziende locali.
Il risultato è una piramide finanziaria che permette a meno dell’1% della popolazione di arricchirsi, attraverso l’emissione e la gestione della moneta a debito, tutto ciò senza che il 99% se ne renda minimamente conto.
In questo modo una cerchia di persone sempre più ristretta, ha le risorse per aumentare la propria influenza nella società, annullando il potere degli Stati e colonizzando di fatto l’economia reale, cioè in definitiva la nostra vita.
Un sistema così congegnato sembrerebbe inattaccabile, ma la Crisi Finanziaria Globale del 2007 ha invece dimostrato che è fragilissimo, in grado di innescare grandi perdite non solo nell’economia finanziaria che l’ha generata, ma anche in tutti gli altri settori dell’economia in tutto il mondo.
Questo è accaduto perché tutti gli strumenti monetari che usiamo sono basati sulla fiducia perchè sono un debito, cioè un “pagherò”. Se dall’interno del sistema bancario e monetario qualcuno non è in grado di mantenere la propria promessa, a catena tutti si sentono a rischio e il sistema crolla perché basato solo sulla fiducia, soprattutto degli utilizzatori maggiori che siamo noi componenti di quel 99% della popolazione che sta alla base della piramide.
Il castello di carte nel cielo
In realtà più che di piramide potremmo parlare di castello di carte, dove gli strati inferiori, noi, sostengono tutta la struttura, senza rendersi conto, ignoranti o inconsapevoli, che intanto ai piani alti continuano ad arricchirsi grazie al nostro lavoro.
Come Nio all’inizio del film Matrix, o Jim Carrey in The Truman Show, sentiamo che c’è qualcosa che non va, cominciamo a capirlo pian piano vedendo che la fatica quotidiana che ci sobbarchiamo, dopo tanto lavorare, ci lascia fermi allo stesso livello di quando abbiamo cominciato.
In realtà lo sappiamo che così non va, ma le distrazioni a cui ci sottopongono, dal lavoro sempre più stressante, agli svaghi di massa, alla televisione o ai social sempre più strumenti di controllo assoluto, ci oscurano la vista non facendoci vedere la semplice realtà. Perché la realtà è semplice siamo noi che dobbiamo renderci conto che queste distrazioni sono fette di prosciutto sui nostri occhi. Abbiamo gli occhi foderati di prosciutto e non ce ne rendiamo conto.
La percezione che abbiamo nei riguardi della moneta, è che venga generata dal nostro lavoro o dalla produttività delle nostre aziende.
Niente di più falso, il lavoro è solo uno dei mezzi con cui viene fatta girare. Più lavoro c’è, più veloci sono gli scambi di beni, più moneta riesce a girare. Più beni si scambiano, meno lavoranti li producono, più moneta arriva ai piani alti. È un problema o un vantaggio, per la punta della Piramide, la dissocupazione?
Ma prima ancora di essere scambiata, la moneta deve essere creata da qualcuno, altrimenti non si genera da sé. Non è il lavoro a generarla, il lavoro produce solo beni e servizi, non moneta. E se manca la moneta tutto si ferma, anche se siamo in abbondanza di risorse ambientali ed umane.
La Moneta si crea, tutto il denaro che maneggiamo viene creato dal nulla, non nasce grazie alla nostra attività, ma questo fatto entra in totale contraddizione con la continua mancanza di denaro in ogni settore della nostra vita privata e pubblica.
Non ci sono soldi per manutenzioni ordinarie nei nostri Comuni, per nuove infrastrutture, per case e scuole sicure, per ampliare l’offerta dell’insegnamento ai nostri figli. Non ci sono soldi per aumentare le pensioni minime, anzi li vanno a prendere dalle pensioni, perché dicono che non ne hanno. Non ci sono soldi per nuovi ospedali, per assumere nuovi dottori e infermieri, non ci sono soldi per curare malati terminali, non ci sono soldi per nuove macchinari. Non ci sono soldi per raccogliere le macerie post terremoto, figuriamoci per ricostruire. E quando all’improvviso questi soldi appaiono, i politici si ergono fenomeni, salvatori della Patria, miracolanti 2.0.
Siamo arrivati all’assurdità, notizia di questi giorni è che il nostro sistema idrico perde letteralmente acqua lungo tutte le sue condutture, ma non abbiamo i soldi per ripararle. Nonostante l’emergenza siccità ci obblighi a risparmiare questo bene e nonostante sia evidente che il rifacimento della rete idrica potrebbe farci risparmiare acqua per gli anni a venire, continuano a dirci che non ci sono i soldi per farlo.
Questi sono tutti esempi nei quali un eventuale investimento da parte dello Stato, oltre a produrre un vantaggio immediato in termini di occupazione e di aumento del PIL, produrrebbe nel medio periodo un risparmio che permetterebbe di rientrare in pochi anni dell’investimento e nei successivi addirittura di guadagnarci.
Ma continuano a dirci che non ci sono soldi.
In realtà non è così perché sappiamo che il denaro viene creato in grandi quantità da parte della BCE, solo che viene utilizzato unicamente per fornire liquidità ai mercati finanziari, tramite il Quantitative Easing, ed al sistema bancario, tramite gli LTRO, cioè prestiti a tasso negativo.
Ma la quantità creata dalla BCE è volutamente scarsa, costringendoci ad richiedere prestiti al sistema bancario, che crea dal nulla moneta elettronica e genera la maggior parte dei flussi della piramide. Perché tutti hanno bisogno di moneta, che viene prestata a Stati, aziende e cittadini, alimentando il debito pubblico e privato e sottraendo con gli interessi, enormi risorse dall’economia. Interessi sempre maggiori che portano continui guadagni alle banche e scoraggiano la richiesta di ulteriori Prestiti.
La gestione da parte di soggetti privati quali banche e mercati finanziari della moneta evidenzia quanto assurdo sia questo sistema. Perché alla fine siamo noi cittadini, con le nostre spese quotidiane e con il pagamento delle tasse che lo Stato ci impone, a darle valore e a renderla legale.
E’ come se noi fossimo proprietari di un terreno dove crescono spontaneamente alberi da frutto, che diamo in gestione ad un privato, al quale oltre a pagare la frutta che ci fornisce con gli interessi, paghiamo anche i mezzi per coltivarla senza chiedergli costi di gestione o l’affitto del terreno.
Tra l’altro la maggior parte della frutta che cresce sul nostro terreno, viene fornita solo a pochi privilegiati che se ne approfittano per arricchirsi sempre di più a scapito di tutti gli altri. A noi ed allo Stato, che siamo i proprietari del terreno, non rimangono che le bucce !
Sistema monetario che aspira risorse dal 99% della popolazione
Siamo immersi in una truffa colossale, una enorme piramide che come un aspirapolvere, risucchia  continuamente risorse dall’economia reale, costituita dal 99% della popolazione, a favore di un 1% di privilegiati.
Un castello di carte che deve la sua stabilità alla fiducia tra i singoli componenti, soprattutto degli strati inferiori. ma soprattutto della loro inconsapevolezza di come funziona il sistema del debito.
Ma cosa succede se alcuni di noi tolgono la propria fiducia, cioè anche solo una carta del primo strato?
Il sistema crolla …
Ricordiamoci sempre che siamo noi e lo Stato che ci rappresenta a dare valore alla moneta che usiamo, dobbiamo solo diventare consapevoli e smetterla di credere che il sistema attuale sia l’unico possibile.
La moneta deve e può essere di proprietà dei cittadini, libera dal debito ed utilizzata per il benessere di tutti.
Fabio Conditi con la collaborazione di Enrico Pasini. Presidente e socio dell’Associazione Moneta Positiva www.monetapositiva.blogspot.it

Le tre forze.

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Il problema sta anche nel fatto che c'è chi comanda e vuole continuare a farlo, la prima forza, e chi, la seconda forza, vorrebbe, invece, ribaltare la situazione degenerata ed in putrefazione per creare qualcosa di più accettabile; 
ma si trova a dover lottare contro i primi, la prima forza, e contro una terza forza, la meno appariscente, quella più subdola, quella composta da chi spera di ottenere qualcuna delle briciole che cadono dal piatto di chi comanda, e gli si sottomette, infondendogli linfa vitale.
Sono quelli della terza forza, infatti, a far si che il danno provocato dai componenti della prima forza persista e apra la strada alla dittatura camuffata da democrazia.
In altri termini, quelli della terza forza, sono i maggiori colpevoli, quelli da combattere perchè, consci della loro inutilità, si appoggiano a chi li usa per il raggiungimento di scopi personali, accrescendone la supremazia. 
Ignari del fatto che, se si alleassero a quelli della seconda forza, accrescerebbero il benessere totale senza doversi prostrare ad alcuno.
Siamo, pertanto, in balia di corruttori e corrotti.
Credo che sarà molto difficile cambiare lo status quo; 
loro, quelli della prima forza, agiscono e tramano nell'ombra, hanno armi potenti: le leggi ad personam e i mass media al loro servizio, la terza forza, noi a nostro vantaggio abbiamo solo l'onestà e la libertà di pensiero...entrambe perdenti perchè armi potenti solo per l'intelletto..... ormai quasi estinto nella maggior parte dei casi.