Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 10 aprile 2024
ANUNNAKI. - Emilia Zareva
Una gigante batteria di sabbia può immagazzinare energia per una città intera: la svolta in Finlandia. - Martina Di Paolantonio
Quando si parla di surriscaldamento globale, crisi climatica e inquinamento non si può non far riferimento alle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Il mondo odierno, infatti, necessita di grandi quantità di energia per poter funzionare… peccato che la maggior parte di questa energia sia prodotta a partire da fonti fossili.
Negli ultimi anni l’emergenza climatica ha reso sempre più necessario il ricorso a fonti di energia alternative, rinnovabili e pulite. In tal senso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie sostenibili hanno fatto passi da giganti, arrivando a proporre prodotti quali i pannelli solari calpestabili oppure enormi batterie piene di sabbia che immagazzinano il calore.
Un’enorme batteria piena di sabbia può conservare l’energia per mesi
Ebbene sì, proprio una simile tecnologia è stata da poco presentata in Finlandia, per la precisione nella città di Pornainen. Lì la Polar Night Energy ha messo a punto un’enorme batteria di 13 metri di altezza per 15 metri di larghezza. Questo grande silos viene poi riempito con tonnellate di sabbia, in grado di immagazzinare calore ed energia per mesi.
Il suo funzionamento è semplice: durante i picchi di produzione l’energia in eccesso viene immagazzinata nella sabbia sotto forma di calore. In seguito il calore viene riconvertito in elettricità oppure usato per riscaldare gli edifici pubblici e privati connessi al sistema di teleriscaldamento locale. E in un posto freddo come la Finlandia una tecnologia simile può davvero fare la differenza!
Come si diffonderà l’uso di questa tecnologia?
La batteria è infatti in grado di erogare 1 MW di energia termica e di conservarne fino a 100 MWH, in altre parole si tratta del corrispettivo di una settimana di riscaldamento durante l’inverno o di 1 mese durante l’estate. Una tecnologia del genere ha un enorme potenziale dal punto di vista della sostenibilità: le emissioni di anidride carbonica possono ridursi anche del 70%, pur conservando inalterato il rifornimento energetico della città.
La batteria di sabbia, prodotta con materiali locali, presenta però alcune difficoltà nell’applicazione, una tra tutti la necessità di un sistema di teleriscaldamento urbano, che non è di certo presente in tutti i centri cittadini. La batteria di Pornainen è un primo passo verso la possibile diffusione di tecnologie simili, che potrebbero essere sfruttate anche in altri posti per ridurre considerevolmente le emissioni di gas serra.
La Valle dei Pianeti nella regione di Cufra in Libia.
La Valle dei Pianeti nella regione di Cufra in Libia è un luogo unico al mondo dove rocce e pietre nel deserto sembrano avere forme di pianeti e corpi celesti, creando un paesaggio simile allo spazio. Situata vicino ad Al-Uwainat Al-Gharbia, questa valle è poco conosciuta nonostante la sua bellezza straordinaria. Le enormi rocce sferiche, con un diametro medio di circa 10 metri, si trovano a circa 48,28 chilometri di distanza l'una dall'altra, e creano un'atmosfera spaziale per chi le visita. La valle, nota anche come "wan takufi" in lingua Tuareg, è caratterizzata da un terreno roccioso privo di acqua e coltivazione, rendendola unica e affascinante.
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sabato 6 aprile 2024
ANUNNAKI. - Emilia Zareva
mercoledì 3 aprile 2024
L’INSPIEGABILE MISTERO DI “PUMA PUNKU”. -
Per “Puma Punku” normalmente si intende un’area lunga circa 167 metri, e ampia 117 metri. Su questa zona si trova una piattaforma in pietra che misura 6,75 × 38,72 metri. Su di essa si trovano dei blocchi di andesite e arenaria rossa. Diversi di questi blocchi hanno una mole mastodontica. Uno di questi blocchi misura 7,81 metri x 5,17 metri x 1,07 metri. Questo masso dovrebbe pesare almeno 131 tonnellate. Ci sono altri quattro blocchi di grandezza simile sulla piattaforma. Anche se sono state localizzate le cave da cui probabilmente questi blocchi megalitici sono stati tratti, non si ha idea di come i costruttori siano riusciti a portarli fin lì, ad una distanza di diversi chilometri, e in alta montagna, a 3.800 metri di altezza!
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Nel perimetro di Puma Punku si trovano anche altri blocchi, più piccoli, ma con delle caratteristiche che li rendono unici. Si possono descrivere come blocchi quadrangolari con una facciata a forma di “H”. Tra le caratteristiche che li rendono unici c’è senza dubbio l’estrema precisione del loro taglio. Gli angoli interni ed esterni dei blocchi, gli spigoli e ogni altro dettaglio sono realizzati con una precisione millimetrica, in modo tale che possono aderire perfettamente l’uno all’altro.
Secondo praticamente tutti gli studiosi, chi ha realizzato quei blocchi doveva possedere un qualche tipo di strumentazione ad altissima precisione. L’incredibile accuratezza del taglio delle pietre di Puma Punku richiama da vicino la precisione con cui è stata realizzata in Egitto la “Camera del Re” e l’interno dei parallelepipedi del Serapeo di Saqqara. In molti di questi blocchi si vede il simbolo che viene ripetuto anche nelle piramidi di Giza, che dà la forma alla Grande Galleria e alla nicchia della Camera della Regina. Si tratta di una “V” rovesciata a gradoni.
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Un’altra caratteristica unica di questi blocchi è che si presentano come “blocchi modulari”, che si possono incastrare tra loro in diversi modi, come una sorta di “gigantesco lego”. Inoltre, questi “enormi pezzi di lego” vengono tenuti insieme da un ingegnoso sistema di staffe interne, composte da una lega di rame-arsenico-nichel-bronzo. Sono stati trovati anche due blocchi di diorite che erano uniti insieme con un sistema simile. La precisione con cui sono stati realizzati tutti questi blocchi lascia sconcertati gli osservatori. Non sembra affatto di vedere oggetti del passato.
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Questi blocchi di roccia un tempo componevano qualche tipo di edificio, mentre oggi sono sparsi per terra in maniera disordinata. Sembra come se una gigantesca mazza da baseball abbia colpito improvvisamente una costruzione fatta con dei lego, sparpagliandoli disordinatamente sul pavimento. Questo indica che, anche in questo caso, una gigantesca “onda d’urto” ha colpito violentemente questa zona, come sembra sia avvenuto anche a Sacsayhuamán. Sembra che questa gigantesca onda d’urto, di una violenza terribile, abbia buttato tutto gambe all’aria.
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L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA
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Esperti hanno scoperto qualcosa di incredibile su antica tavoletta sumera. - Lucia Petrone
La Terra fu colpita da un asteroide 5mila anni fa e lo
sappiamo grazie a questa tavoletta.
Una tavoletta di argilla cuneiforme che è stata recuperata dalla biblioteca sotterranea del re Assurbanipal a Ninive, in Iraq, da Sir. Henry Layard ha sconcertato gli scienziati. Secondo gli studiosi, questa incredibile ma controversa tavoletta indica che gli antichi Sumeri osservarono l’impatto di un asteroide di tipo Aten oltre 5000 anni fa. Gli asteroidi Aten sono un gruppo di asteroidi vicini alla Terra, in risonanza con l’orbita terrestre. Più precisamente si ritiene che questa tavoletta sia una copia di una serie di note fatte da un astronomo sumero che ha osservato i cieli riferendosi all’asteroide come una “ciotola di pietra bianca che si avvicina”. I ricercatori ora ritengono che le dimensioni e il percorso dell’asteroide tracciato da questa mappa stellare siano coerenti con l’asteroide che si è schiantato sulle Alpi austriache a Köfels creando un impatto cataclismico che uccide chiunque sul suo cammino con una forza equivalente a più di 1.000 tonnellate di TNT che esplodono. Il comunicato stampa dell’Università di Bristol spiega: “L’osservazione suggerisce che l’asteroide ha un diametro superiore a un chilometro e l’orbita originale attorno al Sole era di tipo Aten, una classe di asteroidi che orbitano vicino alla Terra, cioè in risonanza con l’orbita terrestre. “L’angolo in arrivo era molto basso (sei gradi) e significa che l’asteroide ha tagliato una montagna chiamata Gamskogel sopra la città di Längenfeld, a 11 chilometri da Köfels, e questo ha causato l’esplosione dell’asteroide prima che raggiungesse il suo punto di impatto finale. “Mentre percorreva la valle divenne una palla di fuoco, di circa cinque chilometri di diametro (le dimensioni della frana). Quando ha colpito Köfels, ha creato enormi pressioni che hanno polverizzato la roccia e causato la frana, ma poiché non era più un oggetto solido non ha creato un classico cratere da impatto” spiegano gli esperti. Secondo i ricercatori, questa tavoletta di argilla è un Astrolabio o per meglio dire uno dei primi strumenti astronomici ad essere stato scoperto in Mesopotamia. L’analisi al computer ha abbinato l’iscrizione sulla tavoletta al cielo sopra la Mesopotamia il 29 giugno dell’anno 3123 a.C.
La lumaca dalle zampe squamose: l'unico essere vivente con ferro nello scheletro - Hasan Jasim
Non importa quanta ricerca venga condotta sulla flora e sulla fauna del nostro mondo, ci sono sempre scoperte che ci lasciano a bocca aperta. Una di queste scoperte è la lumaca dalle zampe squamose, conosciuta anche come lumaca vulcanica. Questa straordinaria creatura è l'unico animale al mondo ad avere il ferro nel suo scheletro.
La lumaca dalle zampe squamose, o pangolino di mare, ha sviluppato un incredibile adattamento al suo ambiente. Utilizza il ferro per costruire il suo guscio e generare scaglie metalliche che ricoprono la sua carne, creando di fatto una lumaca con un'armatura metallica. Questo lo rende l’unico essere vivente sulla Terra con queste caratteristiche uniche.
La scoperta della lumaca dalle zampe squamose è stata fatta nel 1999 nel campo idrotermale di Kairei vicino al Giappone. È stato scoperto che la lumaca vive in condizioni estreme, dove le temperature raggiungono i 350°C e la pressione può superare 300 volte quella dell'atmosfera terrestre al livello del mare. Nonostante queste condizioni difficili, la lumaca dalle zampe squamose è riuscita a prosperare e ad adattarsi al suo ambiente.
Il ferro nel guscio della lumaca non è un ferro qualunque. È solfuro di ferro, noto anche come pirite o “oro degli stolti”. Questo solfuro di ferro si forma attraverso un processo complesso che prevede l'interazione di fluidi caldi e ricchi di minerali con l'acqua di mare. La lumaca poi estrae il solfuro di ferro dall'acqua di mare e lo incorpora nel suo guscio.
Anche le scaglie metalliche che ricoprono la carne della lumaca hanno uno scopo vitale. Aiutano la lumaca a regolare la temperatura corporea nelle condizioni estreme in cui vive. Le squame riflettono il calore proveniente dallo sfiato idrotermale, impedendo alla lumaca di surriscaldarsi e di disidratarsi.
La scoperta della lumaca dalle zampe squamose ha aperto nuove possibilità per lo studio della biomineralizzazione e ha sollevato interrogativi su come questa lumaca si sia evoluta per avere caratteristiche così uniche. La capacità della lumaca di incorporare ferro nel suo corpo potrebbe avere implicazioni anche nel campo della biotecnologia.
In conclusione, la Lumaca dalle zampe squamose è una creatura affascinante che continua a stupire scienziati e ricercatori. Il suo adattamento unico alle condizioni estreme e la capacità di incorporare ferro nel suo corpo lo rendono un argomento prezioso per ulteriori studi. Mentre continuiamo a esplorare e scoprire le meraviglie del nostro mondo, la Lumaca dalle zampe squamose ci ricorda che c'è ancora così tanto da scoprire.
https://hasanjasim.online/the-scaly-legged-snail-the-only-living-being-with-iron-in-its-skeleton/