lunedì 30 giugno 2025

Renato Dulbecco, nato a Catanzaro, che, nel 1975, vinse il Premio Nobel per la Medicina.

 

1975: mentre il mondo guardava altrove, dalla Calabria arrivava una scoperta che avrebbe cambiato per sempre la lotta contro il cancro.

Il protagonista? Renato Dulbecco, nato a Catanzaro, che quell'anno vinse il Premio Nobel per la Medicina. Ma cosa aveva scoperto di così rivoluzionario?

Dulbecco riuscì a svelare uno dei segreti più oscuri della medicina: come alcuni virus riescono a causare i tumori. La sua ricerca dimostrò che certi virus sono capaci di inserire il proprio DNA direttamente nelle cellule che infettano, trasformandole in cellule tumorali.

Pensate: questa scoperta ha aperto la strada alla comprensione moderna del cancro e ha gettato le basi per terapie innovative che ancora oggi salvano milioni di vite.

Un figlio della Calabria che ha conquistato il mondo della scienza, dimostrando ancora una volta che il genio italiano non conosce confini geografici. Dalla piccola Catanzaro al riconoscimento più prestigioso della medicina mondiale.

Incredibile come una scoperta nata nel Sud Italia abbia illuminato laboratori di ricerca in tutto il pianeta, vero? 

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Leggi anche: https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Dulbecco

venerdì 27 giugno 2025

Tecnica rivoluzionaria converte le cellule del cancro in cellule sane: speranze per terapie innovative. - Andrea Centini

Mettendo mano alla complessa rete di geni che regola la differenziazione cellulare, scienziati sudcoreani sono riusciti a riconvertire le cellule del cancro al colon retto in cellule intestinali sane. La tecnica potrebbe sfociare in terapie antitumorali rivoluzionarie, prive dei rischi di tossicità e resistenza della chemioterapia.

I ricercatori hanno creato una tecnica rivoluzionaria grazie alla quale è possibile riconvertire le cellule del cancro (cancerose) in cellule normali e dunque sane. L'approccio potrebbe essere alla base di innovative terapie antitumorali che invece di uccidere le cellule malate le trasforma in comuni cellule del nostro organismo, con tutti i vantaggi che ciò garantirebbe. Basti pensare agli effetti delle aggressive chemioterapie e radioterapie, che possono essere molto tossiche ed eliminare anche le cellule sane, oppure al fatto che le cellule tumorali sono in grado di sviluppare resistenza ai trattamenti, catalizzando il rischio di recidiva e tumori secondari a causa delle metastasi. Al momento la tecnica è ancora sperimentale, ma è stata testata con successo sia su cellule in coltura che su modelli animali, pertanto gli scienziati sono fiduciosi che in futuro questo approccio possa essere trasferito nella pratica clinica, cioè nel trattamento dell'essere umano.

A mettere a punto la tecnica in grado di trasformare le cellule cancerose in cellule normali è stato un team di ricerca sudcoreano del Dipartimento di Ingegneria Biologica e del Cervello del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), guidato dal professor Kwang-Hyun Cho. I ricercatori si sono concentrati sul processo di regressione delle cellule tumorali, che durante l'oncogenesi perdono le tappe della loro differenziazione (in pratica, da cellule specializzate diventano “indifferenziate”). La differenziazione delle cellule normali è guidata da una serie di geni che si attivano e disattivano all'occorrenza; il professor Kwang-Hyun Cho e colleghi hanno creato dei cosiddetti gemelli digitali della rete genica coinvolta nel meccanismo di differenziazione e hanno identificato i master molecular switch, cioè i regolatori molecolari che controllano questo processo. Per farlo si sono avvalsi di una simulazione al computer chiamata single-cell Boolean network inference and control (BENEIN).

Poiché i geni di controllo risultano mutati o spenti nelle cellule tumorali, l'obiettivo degli scienziati era sfruttare i master switch identificati nei gemelli digitali cellulari per riattivare la rete di regolazione genica e innescare nuovamente la differenziazione nelle cellule malate, permettendone la trasformazione in cellule sane. Ed è esattamente quello che sono riusciti a fare, sia attraverso esperimenti molecolari in vitro che in test su modelli animali (in vivo). Per quanto concerne le cellule in coltura, gli scienziati sudcoreani si sono concentrati sulle cellule del cancro all'intestino, uno dei più comuni e mortali al mondo (in Italia ogni anno si registrano circa 50.000 nuove diagnosi e 20.000 decessi, in base ai dati del registro tumori AIRTUM). Applicando il sistema BENEIN a queste cellule, sono stati identificati tre specifici master switch chiamati MYB, HDAC2 e FOXA2. Quando vengono inibiti contemporaneamente si induce la differenziazione delle cellule intestinali ed è possibile trasformare le cellule del cancro al colon retto in cellule intestinali (enterociti) normali, un processo che “sopprime la malignità”, come spiegato dagli autori dello studio.

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“Il fatto che le cellule cancerose possano essere riconvertite in cellule normali è un fenomeno sorprendente. Questo studio dimostra che tale inversione può essere indotta sistematicamente”, ha dichiarato il professor Kwang-Hyun Cho in un comunicato stampa. “Questa ricerca introduce il nuovo concetto di terapia reversibile del cancro mediante la conversione delle cellule cancerose in cellule normali. Sviluppa inoltre una tecnologia fondamentale per identificare i target per la reversione del cancro attraverso l'analisi sistematica delle traiettorie di differenziazione delle cellule normali”, ha chiosato lo scienziato.

La speranza è che i promettenti risultati di questi esperimenti preclinici possano in futuro sfociare in terapie anticancro rivoluzionarie, dove le cellule tumorali invece di essere bombardate e distrutte con tecniche aggressive vengono “semplicemente” riconvertite in cellule buone, mettendo mano al complesso della regolazione genica. I dettagli della ricerca “Control of Cellular Differentiation Trajectories for Cancer Reversion” sono stati pubblicati su Advanced Science.

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Decreto sicurezza, bocciato dalla Corte di Cassazione

 

La Corte di Cassazione ha bocciato il "Decreto Sicurezza" (Decreto Legge n. 48/2025, convertito nella Legge n. 80/2025), rilevando che viola la legalità con aggravanti ingiustificate.
In particolare, secondo quanto riportato da diverse fonti, la Cassazione ha espresso preoccupazioni su vari aspetti del decreto, tra cui:
* Mancanza di urgenza e norme eterogenee: La Corte ha sottolineato la mancanza dei requisiti di urgenza per l'emissione di un decreto legge e la disomogeneità delle norme contenute.
* Violazione della legalità e della proporzionalità: Alcune disposizioni del decreto sono state ritenute lesive dei principi di legalità e proporzionalità.
* Rischio di carcere per marginalità e dissenso: Si è evidenziato il pericolo che il decreto possa portare all'incarcerazione di persone per motivi legati alla marginalità sociale o al dissenso.
* Creazione di "gruppi eversivi da zero": È stata sollevata la preoccupazione che il decreto possa permettere alle forze di sicurezza di "creare gruppi eversivi da zero" a fini preventivi, con un rischio di mancanza di controllo democratico e devianze.
Questa decisione della Cassazione si inserisce in un dibattito più ampio che ha visto molte critiche al Decreto Sicurezza, da parte di giuristi, associazioni e forze politiche, che hanno evidenziato profili di incostituzionalità e la compressione di alcuni diritti fondamentali.
Considerando che l'opposizione con questa legge elettorale è stata annullata, ecco perché ci tengono tanto a riformare la giustizia, dare pieni poteri alla polizia, restaurare il regime del ventennio.

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Museo di scienze oceaniche in Cina.

 

È proprio come un'astronave... l'impressionante museo di scienze oceaniche in Cina.
È il più grande museo di scienze marine del mondo situato a Zhuhai. Ha una superficie totale di 370.000 metri quadrati.

Cappadocia - Turchia

 

La Cappadocia, una terra magica nel cuore della Turchia, è da tempo legata a leggende mistiche e paesaggi unici. Secondo il folklore turco, un tempo era abitata da esseri umani e fate, finché una storia d'amore tra loro non fece infuriare la regina delle fate. Questa, trasformò tutte le fate in colombe e le imprigionò nelle strutture rocciose, mentre gli esseri umani furono condannati a prendersene cura. Ancora oggi, le colombe vivono in Cappadocia, e le montagne rocciose della regione sono scolpite con piccoli fori che fungono da nidi. La popolazione locale continua a prendersi cura di loro, utilizzando i loro escrementi come fertilizzante per i campi, specialmente nella Valle delle Colombe, tra Goreme e Uchisar.
L'immagine più iconica della Cappadocia sono le "canne delle fate": alte colonne di pietra che possono raggiungere i 40 metri, con cime coniche che sembrano sfidare la gravità. Queste colonne, modellate dall'erosione del tempo e dagli agenti atmosferici, sono il risultato di una combinazione di roccia vulcanica morbida (tufo) e basalto più resistente.
Oltre ad essere rifugi per le colombe, i fori nelle rocce sono stati utilizzati anche dagli esseri umani come abitazioni. Per migliaia di anni, queste "canne delle fate" sono diventate un simbolo della terra di Cappadocia, e gli abitanti del luogo le chiamano spesso "kale" (castelli).
Ma oltre alle imponenti colonne, un intero mondo diverso si nasconde sotto terra in Cappadocia. Gli antichi Ittiti iniziarono a costruire città sotterranee per sfuggire ai nemici, che in seguito furono utilizzate dai cristiani perseguitati come rifugio. Nella zona sono state scoperte circa 40 città sotterranee, tra cui le più famose sono Derinkuyu e Kaymakli, che possono raggiungere una profondità di 100 metri.
La Cappadocia è una terra di affascinanti misteri e leggende, un luogo dove storia, cultura e natura maestosa si intrecciano, attirando turisti da tutto il mondo pronti a esplorarla.

Si vis bellum, spara balle. - Marco Travaglio

 


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