domenica 17 agosto 2025

Mar Mediterraneo bollente, 1 mare su 3 è inquinato. L’allarme di Legambiente.

Mare e laghi italiani sempre più sotto pressione. Un campione su tre è oltre i limiti di legge. Temperature record nel Mediterraneo e maladepurazione cronica aggravano la crisi. Legambiente chiede un piano nazionale e spinge sull’eolico offshore

Un mare italiano su tre è inquinato e le acque del Mar Mediterraneo sono sempre più calde. Sono i dati delle campagne estive 2025 di Goletta Verde e Goletta dei Laghi di Legambiente, che delineano un quadro preoccupante per le acque italiane, costiere e interne. Su 388 campioni prelevati in 19 regioni da oltre 200 volontari, il 34% ha superato i limiti di legge, classificandosi come inquinato o fortemente inquinato.

FOCI E CANALI I PIU’ INQUINATI.

La situazione peggiore, per quanto riguarda l’inquinamento, si registra alle foci di fiumi, canali e corsi d’acqua, dove il 54% dei punti monitorati presenta criticità. Lontano dagli scarichi, in mare aperto o nelle acque lacustri, la percentuale scende al 15%.

“Le foci non sono balneabili e spesso non vengono monitorate dalle autorità, ma molte hanno spiagge libere frequentate da cittadini che meritano acque sicure”, denuncia Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.

MARI SEMPRE PIU’ CALDI.

Nel 2025 il Mare Nostrum si è aggiudicato un nuovo primato negativo. Infatti, secondo i dati satellitari Copernicus rielaborati da Legambiente, la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo a giugno e luglio 2025 è ammontata a 25,4°C, la più alta dal 2016. Un aumento di mezzo grado rispetto ai valori fino al 2021, che accelera la perdita di biodiversità e amplifica gli eventi meteo estremi, alimentati dall’energia termica accumulata in estate e rilasciata in autunno-inverno.

IL PROBLEMA DELLA MALADEPURAZIONE.

La depurazione resta il vero tallone d’Achille delle acque italiane. In Italia il 4,4% del carico inquinante non è trattato con sistemi adeguati, pari a quasi 3,5 milioni di abitanti equivalenti. A questo si aggiungono 855 agglomerati in procedura di infrazione per mancato rispetto della Direttiva europea sulle acque reflue: un carico complessivo di oltre 26 milioni di abitanti equivalenti. Le sanzioni già pagate dal nostro Paese a Bruxelles superano i 210 milioni di euro, a cui si sommano nuove multe da 10 milioni più penalità semestrali da oltre 13,5 milioni, legate alle sentenze più recenti.

LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE.

Legambiente ha rilanciato la proposta di un piano nazionale per la tutela delle acque, che includa una governance integrata e piani di adattamento climatico, investimenti per modernizzare la depurazione e favorire il riuso agricolo delle acque trattate. La strategia dell’associazione prevede anche più controlli su foci e scarichi, nonché un’accelerazione sulle fonti rinnovabili marine, in particolare l’eolico offshore, “tecnologia compatibile con la fauna marina” secondo lo studio sul parco Beleolico di Taranto.

“Dopo il decreto porti, servono risorse per rendere Taranto e Augusta come hub dell’eolico offshore, creando anche occupazione green”, ha sottolineato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

MARI E LAGHI.

L’8% dei 263 punti monitorati da Goletta Verde lungo i 7.500 km di coste italiane è risultato inquinato e il 27% fortemente inquinato. Per i laghi, Goletta dei Laghi ha analizzato 125 campioni in 44 bacini: il 30% oltre i limiti.

Fortunatamente, dal dossier emergono anche note positive: avvistamenti di delfini, i primi “Tartadog” addestrati a individuare nidi di tartarughe marine, regate sostenibili sui laghi e laboratori didattici per diffondere la cultura della tutela ambientale.


https://energiaoltre.it/1-mare-su-3-e-inquinato-legambiente/

sabato 16 agosto 2025

SE NO? Marco Travaglio FQ 15.08”25

 

A leggere le nostre gazzette, si direbbe che Trump e Putin attendessero con ansia le istruzioni di Zelensky e dell’Ue (o dei suoi soci più mitomani, detti anche “volenterosi”) prima di incontrarsi oggi in Alaska per discutere delle loro faccenduole: Medio Oriente, Cina, Brics, Pacifico, Baltico, Artico, armi strategiche, gas, petrolio, terre rare, IA.
Le istruzioni sono perentorie:
“Non decidete nulla senza di noi”. Ovvio che Trump e Putin prendano buona nota scattando sull’attenti: “Ci mancherebbe, ogni vostro desiderio è un ordine. Anzi, mandateci qualche riga in ucraino e noi firmiamo a scatola chiusa”.
Questa versione fumettistica della geopolitica, basata sul manicheismo buoni/cattivi, anzi amici/ nemici, non smette di sortire effetti tragici: gli ucraini spinti 11 anni fa ad avventurarsi nella guerra civile poi sfociata nella guerra aperta con la Russia, entrambe perse in partenza.
Ma anche comici: i governi che hanno perso la guerra dettano condizioni ai russi che la stanno vincendo ogni giorno di più e, già che ci sono, pure agli americani.
La domanda che aleggia nell’aria quando parlano è semplice:
“Se no?”.
Di solito chi lancia ultimatum con la faccia feroce e la voce grossa ha il coltello dalla parte del manico:
se il destinatario disobbedisce, peggio per lui. Ma quali leve, armi di pressione, rappresaglie hanno in serbo i mitomani di Bruxelles e Kiev nel caso in cui Trump e Putin non ottemperino ai loro diktat? La linea Maginot europea si è vista alla prova dei dazi.
Appena ha visto Trump nel suo golf club privato in Scozia, Ursula si è sciolta come neve al sole: “Hai detto 15%? Ma non sarà poco?”. Un budino avrebbe resistito di più.
Zelensky è un presidente scaduto e sconfitto, tra l’esercito in ginocchio che tracolla su tutto il fronte e il popolo stremato che invoca una tregua purchessia e rimpiange i bei tempi della neutralità, dopo aver assaporato i balsamici effetti di quell’affarone chiamato Nato.
Trump l’aveva avvisato alla Casa Bianca: “Non hai carte”. Era un consiglio da amico: i falsi amici europei lo convinsero che fosse un “agguato”. Ora, se firma la pace sul fronte attuale, passa per uno che “cede” o “regala” territori, come se si potesse cedere o regalare ciò che si è perduto (in Donbass i russi stanno già ricostruendo e tutti sanno che quella ormai è Russia, come la Crimea); e deve guardarsi le spalle da nazionalisti e nazisti “amici”, tipo Azov.
Se non firma, condanna altri ucraini a morire senza sapere perché: l’ha ammesso lui stesso di non poter recuperare quei territori. E intanto ne perderà altri, perché Trump un’arma di pressione ce l’ha: appena chiude il rubinetto delle armi, Zelensky alza bandiera bianca.
Che non è l’inevitabile
“pace sporca” oggi rifiutata:
è la resa senza condizioni.

Argilla bentonite.

 


L’argilla bentonite viene impiegata in cosmetica per:

  • Assorbire l’eccesso di sebo e purificare la pelle
  • Ridurre i pori dilatati e migliorare la texture cutanea
  • Lenire infiammazioni e irritazioni cutanee

https://www.ebranditalia.com/magazine/argilla-bentonite/#:~:text=L'argilla%20bentonite%20viene%20impiegata,sebo%20e%20purificare%20la%20pelle

USA - Russia, trattative

 

Penso che chi comanda e, quindi, ha potere e carattere, decide da solo e non per interposta persona.
USA e Russia sono due potenze mondiali, pertanto, in caso di necessità, si incontrano e decidono il da farsi.
L'Europa Unita, avendo dimostrato di non aver alcun ascendente su nulla e su nessuno, di non avere le doti basilari che servono per poter essere definita una potenza mondiale, in quanto scevra di ideali propri, non merita di stare al tavolo delle soluzioni e decisioni poichè non ritenuta in grado di decidere motu proprio.
Ritengo, pertanto, che l'estromissione della UE dalle trattative sia pienamente giustificata.
cetta

venerdì 15 agosto 2025

PUGLIA - BARI VISTA DAL DRONE

Un modulo produce idrogeno rinnovabile da sole e acqua.

 

Un’azienda americana ha mostrato un nuovo modulo che produce idrogeno rinnovabile usando solo sole e acqua, senza bisogno di elettricità dalla rete.
Il dispositivo di SunHydrogen integra tutto in un unico sistema: raccoglie l’energia solare e la trasforma direttamente in idrogeno, separando acqua in idrogeno e ossigeno grazie a semiconduttori e catalizzatori.
Per ora il prototipo funziona in una struttura aperta, ma presto verrà inserito in un contenitore chiuso che permetterà di raccogliere continuamente i gas prodotti e riutilizzare l’acqua.
Il CEO Tim Young ha detto: “Questa dimostrazione rappresenta il passaggio concreto dal laboratorio alla realtà”, e apre la strada a produrre idrogeno a basso costo ovunque, anche lontano dalle reti elettriche.
Il prossimo passo sarà testare la versione chiusa del sistema e installare un impianto pilota con 16 moduli all’Università del Texas ad Austin.
Il CTO Syed Mubeen ha spiegato che l’azienda punta a produrre idrogeno direttamente dal sole, senza bisogno di infrastrutture elettriche, abbattendo costi e complessità.
L’idrogeno ottenuto così può servire in tanti settori: produzione di fertilizzanti, raffinazione del petrolio, celle a combustibile per auto e impianti elettrici, riserva energetica, propulsione spaziale e centrali a gas.
Secondo Goldman Sachs, il mercato dell’idrogeno potrebbe superare i 900 miliardi di euro all’anno entro il 2050. Se il prototipo di SunHydrogen funzionerà su larga scala, potrà essere usato ovunque ci siano sole e acqua.

Poveri noi, schiavi di schiavi...

 

Non contano nulla e oggi ne hanno dato l’ennesima dimostrazione, organizzandosi una call tipo incontro tra alcolisti anonimi, dove ognuno, nella sua incapacità di elaborare mezzo pensiero decente, giocava a chi sparava la più grossa e roboante.
A Meloni, Ursula, Macron, Merz, Zelensky e compagnia, Trump ha solamente dato uno zuccherino. Del resto, si accontentano di poco: gli basta un pretesto per poter fare un comunicato, dando l’impressione di contare qualcosa, per finire nelle aperture dei TG e sulle prime pagine.
Ma concretamente sono un branco di falliti, esclusi dai negoziati sulla sicurezza di casa propria, che riescono a influire meno di zero. E infatti, non sapendo o non potendo mettere giù una strategia decente, continuano a ripetere “pace giusta”, “Ucraina nella NATO”, “diritto internazionale”, “i confini non si toccano” e tutte le altre robe che negli anni passati hanno totalmente disatteso o con cui hanno coperto chi continua a farli a pezzi, vedi Israele.
Ci fanno sapere di aver presentato 5 proposte, come se valessero qualcosa. Come se avessero vinto la guerra. Tra queste proposte, oltre a quelle sopra menzionate, dicono che prima di iniziare a parlare serve un cessate il fuoco. Giusto per far rifiatare e rifornire l’esercito ucraino. Non si rendono conto che ormai tutto è finito e che la Russia, negli ultimi giorni, appena ha schiacciato leggermente l’acceleratore, a momenti arriva davvero a Lisbona.
Però per loro va bene una call, un titolo o una pacca sulle spalle. Che è quella che gli ha appena dato Trump, dopo che, assieme a Biden, ci ha letteralmente spolpato vivi.
Sulla Russia, in particolare, dovrebbe essere una materia di studio: a partire da come ha fermato la NATO, passando per la neutralizzazione delle sanzioni e l’ampliamento dei rapporti diplomatici e commerciali nel mondo, per finire a come sta gestendo la vittoria di una guerra contro oltre 30 Paesi che spendono quasi dieci volte di più per comprare armi e nonostante tutto non hanno alcuna voce in capitolo!