Parla il candidato del Pdl a Palazzo Marino che è indagato per i manifesti contro i magistrati
"Vogliono escludere me per questo reato di opinione e intanto tengono i ladri in Parlamento"
di FRANCO VANNIRoberto Lassini, presidente dell’associazione che ha ideato i manifesti “via le Br dalle procure”, come reagisce al fatto che il Pdl le ha chiesto di non presentarsi alle elezioni comunali a Milano?
«Mario Mantovani, coordinatore del partito in Lombardia, è un vecchio democristiano come me. Mi ha solo chiesto di “fare un passo indietro”, e può significare molte cose».
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Per la verità il messaggio pare chiaro.
«Sono pronto a resistere. E se mi arrabbio ho tanto da raccontare».
Suona come una minaccia...
«Semplicemente, non voglio fare da capro espiatorio. Mi escludono perché sono indagato per un presunto reato di opinione, mentre in Parlamento ci sono ladri condannati. Non parlo solo del Pdl, ma di tutti i partiti. Io sono stato assolto dopo cinque anni di processo ai tempi di Mani Pulite e vengo messo alla gogna».
A stigmatizzare i manifesti è stato anche il presidente Napolitano: non pensa di avere esagerato con quello slogan?
«Mi sono assunto la responsabilità di quanto fatto dai militanti della “Associazione dalla parte della democrazia”. Quello slogan è forte, è vero, ma riprende quanto detto da Silvio Berlusconi sul “brigatismo giudiziario” di certi magistrati».
L’azienda che avrebbe attaccato i manifesti dice che era lei a pagare le affissioni, almeno per una prima serie di poster a fondo azzurro. È così?
«È corretto».
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Lei conosce Silvio Berlusconi?
«Gli ho stretto la mano a un pranzo elettorale. Tutto qui».
È vero che lei era sindaco di Turbigo quando ha conosciuto Mantovani, come lui ha raccontato in un’intervista?
«Siamo amici di famiglia, ci conosciamo da una vita. E abbiamo una comune storia politica nella Dc. Io ho seguito le evoluzioni del partito, oggi sono consigliere a Turbigo eletto con l’Udc».
È stato Mantovani a chiederle di entrare nella lista del Pdl a Milano?
«Mi sono proposto io e lui mi ha sostenuto».
Quando è successo?
«Le rispondo da democristiano: in tempi utili».
A Turbigo si dice che lei sia l’avvocato di Mantovani. È vero?
«No. L’anno scorso lui mi ha procurato un paio di piccoli lavori come legale per il Comune di Arconate, di cui è sindaco. Roba da mille euro a causa. È stato un gesto da amico, ne avevo bisogno, non sono milionario e ho anche debiti».
Lei è comparso vicino a Mantovani in una manifestazione “anti-pm” a Palazzo di giustizia. Il coordinatore ha avuto un ruolo anche nella contestata campagna di affissioni?
«Non parlo dei manifesti, c’è un’indagine in corso. E ripeto: è l’iniziativa di alcuni militanti della mia associazione».
Perchè i file dei primi manifesti, a tema “Silvio resisti”, sono sul blog del coordinatore della campagna elettorale del Pdl?
«Non parlo dei manifesti, c’è un’indagine in corso».
Qual è il suo sentimento in questi giorni di bufera?
«Mi spiace che la Moratti mi abbia chiesto di uscire dalla lista, questo è ovvio. Ma non ho nulla contro il sindaco né contro il partito. Rivendico solo il mio diritto di opinione».
Anche Lassini lo sta "lassiando"...
RispondiEliminaIl ricattabilone B. non perde spunto per darsele nei cosiddetti.