BARI – «E' giunta l’ora in cui l’amministratore delegato e il direttore generale dell’Acquedotto Pugliese se ne vadano a casa. La misura è colma». Lo scrive sulla sua pagina Facebook il sindaco di Bari, Michele Emiliano, a proposito della decisione di Acquedotto Pugliese «di staccare l'acqua alla case degli sfrattati di Japigia proprio il giorno del referendum sull'acqua pubblica senza avvertire – aggiunge Emiliano – nè sindaco nè questore, determinando così una vera e propria sommossa popolare».
Emiliano tira in ballo anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: «Vendola – scrive – deve impedire in futuro che accadano cosa del genere in una società pubblica». Acquedotto Pugliese è una società per azioni della quale la Regione Puglia è socio di maggioranza (87% circa) e la Regione Basilicata di minoranza (13% circa).
«La burocrazia dell’Acquedotto Pugliese – sottolinea ancora il sindaco su Facebook – ha disposto il distacco dell’acqua alle cd. case degli sfrattati di Japigia proprio il giorno del referendum sull'acqua pubblica. Coincidenze? Non lo so, quel che è certo è che hanno determinato una sommossa popolare senza neanche avvertire preventivamente sindaco e questore».
L'uscita del sindaco provoca su Facebook vari commenti, molti di adesione (“e se proprio vogliamo dirla tutta, alla povera gente, sotto un determinato reddito, l’acqua dovrebbe essere data gratis e comunque NON tagliata cosi in massa...“). Alcuni si chiedono se gli sfrattati paghino l’acqua e, nel caso in cui non lo facciano, se non lo fanno perchè davvero non hanno denaro. Uno se la prende col sindaco perchè ritiene che Emiliano parli «alla faccia di chi paga affitti esosi, mutui esosi, paga tutto quello che c'è da pagare, cosa non si farebbe per un pugno di voti – sindaco si dimetta Lei, altro che chiacchiere». E qualcuno gli replica: «ma non avete detto che l'acqua è di tutti?».
Il taglio dell’acqua è avvenuto in un insediamento di case prefabbricate realizzato 30 anni fa per ospitare sfrattati. L'acqua viene erogata – secondo quanto raccontano gli abitanti dell’insediamento – emettendo un’unica fattura che è intestata al Comune e il cui importo viene poi ripartito tra le 84 famiglie che abitano nelle casette. Capita così che anche famiglie composte da tre persone debbano pagare la stessa quantità di denaro di famiglie molto più numerose: di qui, il mancato pagamento di alcune quote (che hanno fatto levitare ora il debito contratto con Aqp) e la richiesta da parte dei cittadini di installare contatori singoli per ciascuna struttura abitativa, richiesta che sinora Acquedotto pugliese non ha soddisfatto.
E' stata riaperta l’erogazione dell’acqua all’insediamento di case prefabbricate realizzato 30 anni fa per ospitare 84 famiglie di sfrattati. La decisione è stata presa dall’Acquedotto Pugliese – che però non considera il caso chiuso – dopo la sommossa popolare seguita alla chiusura dell’erogazione e culminata con l’irruzione di un gruppo di donne nella sede del comando dei vigili urbani del rione Japigia di Bari. A quanto si apprende, l’interruzione del servizio era stata disposta perchè il Comune, che paga le fatture all’Aqp, ha un debito di circa 100.000 euro per l’acqua che viene fornita all’insediamento di sfrattati.
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