Salta dal decreto sviluppo la norma sui diritti di superficie delle spiagge. Governo e relatori alla Camera hanno infatti accolto alcuni emendamenti soppressivi della norma che portava a 20 anni il diritto di superficie sugli arenili. La materia potrebbe essere affrontata in un altro provvedimento.
IL PD ESULTA
«Abbiamo ottenuto la soppressione dei commi 1, 2 e 3 dell'articolo 3 del Decreto Sviluppo, quelli relativi alle spiagge. Come richiesto dal Pd, quindi, le norme vengono eliminate:dopo aver generato un enorme confusione, governo e maggioranza sono state costrette ad un passo indietro. Ora si dovrà lavorare a una legge questo per affrontare la questione». Lo rende noto Alberto Fluvi, capogruppo Pd nella commissione Finanze di Montecitorio.
«Esprimiamo soddisfazione per lo stralcio del diritto di superficie dal Decreto sviluppo che pone fine all'enorme pasticcio che era stato creato. Il Pd ha proposto di modificare l'art. 3 per renderlo compatibile con le normative europee, con le aspettative degli operatori e dei consumatori», ha commentato Armando Cirillo, responsabile turismo del Pd. Cirillo. «Per il settore turistico- balneare il Partito Democratico chiede: a) varo di una norma per archiviare la procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia dalla Commissione europea; b) una legge quadro, in collaborazione con le Regioni e le principali organizzazioni degli imprenditori, per affidare le concessioni demaniali marittime e contrastare gli interventi speculativi, tutelare gli investimenti effettuati ed incentivare investimenti aggiuntivi -in servizi qualità e compatibilità ambientale- attraverso una adeguata durata delle concessioni; c) la riapertura del confronto in sede UE per affermare le peculiarità delle imprese del settore turistico-balneare in Italia ed individuare soluzioni diverse da quelle previste dalla Direttiva servizi o escludere le concessioni demaniali marittime dal campo di applicazione della stessa; d) l'approvazione del Piano nazionale per il turismo. Il governo si impegni per dare piena attuazione alla mozione unitaria approvata dal Senato e voluta fortemente dai senatori del Partito Democratico».
IL BRACCIO DI FERRO
Dopo un lungo braccio di ferro tra Pdl e Lega il diritto di superficie delle spiagge entrerà nel disegno di legge della Comunitaria 2010. Lo conferma il relatore sul provvedimento, Gianluca Pini (Lega). I due partiti di maggioranza hanno quindi raggiunto un accordo su un tema, e non è l'unico, su cui si trovavano in forte contrasto. Il Carroccio puntava a regolare la questione nel decreto legge sviluppo, mentre il Pdl voleva un provvedimento ad hoc sulla materia, rinviando all'esito del tavolo gestito dal ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto.
A questo punto le misure sulle spiagge verranno soppresse dal decreto sviluppo e inserite nella Comunitaria dove Pini cercherà di recuperare il testo dell'emendamento presentato al dl.
IL PD ESULTA
«Abbiamo ottenuto la soppressione dei commi 1, 2 e 3 dell'articolo 3 del Decreto Sviluppo, quelli relativi alle spiagge. Come richiesto dal Pd, quindi, le norme vengono eliminate:dopo aver generato un enorme confusione, governo e maggioranza sono state costrette ad un passo indietro. Ora si dovrà lavorare a una legge questo per affrontare la questione». Lo rende noto Alberto Fluvi, capogruppo Pd nella commissione Finanze di Montecitorio.
«Esprimiamo soddisfazione per lo stralcio del diritto di superficie dal Decreto sviluppo che pone fine all'enorme pasticcio che era stato creato. Il Pd ha proposto di modificare l'art. 3 per renderlo compatibile con le normative europee, con le aspettative degli operatori e dei consumatori», ha commentato Armando Cirillo, responsabile turismo del Pd. Cirillo. «Per il settore turistico- balneare il Partito Democratico chiede: a) varo di una norma per archiviare la procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia dalla Commissione europea; b) una legge quadro, in collaborazione con le Regioni e le principali organizzazioni degli imprenditori, per affidare le concessioni demaniali marittime e contrastare gli interventi speculativi, tutelare gli investimenti effettuati ed incentivare investimenti aggiuntivi -in servizi qualità e compatibilità ambientale- attraverso una adeguata durata delle concessioni; c) la riapertura del confronto in sede UE per affermare le peculiarità delle imprese del settore turistico-balneare in Italia ed individuare soluzioni diverse da quelle previste dalla Direttiva servizi o escludere le concessioni demaniali marittime dal campo di applicazione della stessa; d) l'approvazione del Piano nazionale per il turismo. Il governo si impegni per dare piena attuazione alla mozione unitaria approvata dal Senato e voluta fortemente dai senatori del Partito Democratico».
IL BRACCIO DI FERRO
Dopo un lungo braccio di ferro tra Pdl e Lega il diritto di superficie delle spiagge entrerà nel disegno di legge della Comunitaria 2010. Lo conferma il relatore sul provvedimento, Gianluca Pini (Lega). I due partiti di maggioranza hanno quindi raggiunto un accordo su un tema, e non è l'unico, su cui si trovavano in forte contrasto. Il Carroccio puntava a regolare la questione nel decreto legge sviluppo, mentre il Pdl voleva un provvedimento ad hoc sulla materia, rinviando all'esito del tavolo gestito dal ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto.
A questo punto le misure sulle spiagge verranno soppresse dal decreto sviluppo e inserite nella Comunitaria dove Pini cercherà di recuperare il testo dell'emendamento presentato al dl.
14 giugno 2011
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